Polizze, Brancaccio: “Vanno chiarite le CRITICITA’. Non penalizzare le imprese nei territori più fragili, poi serve un grande piano contro il dissesto idrogeologico”

Il governo decide il rinvio di 90 giorni per l’entrata in vigore dell’obbligo per le imprese di sottoscrivere le nuove polizze anticatastrofali. Il consiglio dei ministri si riunione oggi. Una norma ad hoc non è all’ordine del giorno ma potrebbe arrivare ‘fuori sacco’. Le imprese non allentano la presa. A scendere in campo è la presidente dell’Ance Brancaccio: “una proroga è necessaria per chiarire i troppi punti oscuri”. Non devono essere penalizzati i territori più fragili con polizze più costose. Ma, soprattutto, rilancia la richiesta di un grande piano contro il dissesto idrogeologico

27 Mar 2025 di Maria Cristina Carlini

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Polizze, Brancaccio: “Vanno chiarite le CRITICITA’. Non penalizzare le imprese nei territori più fragili, poi serve un grande piano contro il dissesto idrogeologico”

Il Governo è chiamato a decidere sul rinvio di tre mesi della scadenza del 31 marzo, lunedì prossimo giorno in cui scatta l’obbligo per le imprese di stipulare le nuove polizze anti catastrofali. Questa mattina si riunisce il Consiglio dei ministri al cui ordine del giorno non figura una nuova norma ad hoc ma, come spesso avviene, potrebbe essere una misura ‘fuori sacco’ o inserita in un provvedimento all’odg. Fatto sta che i tempi sono ormai strettissimi visto che all’ora x manca una manciata di giorni. Le aziende, intanto, incalzano e non allentano la presa.  A scendere in campo è anche l’Ance: Ci sono troppi dubbi, troppe incertezze, troppi punti oscuri, denuncia la presidente Federica Brancaccio, che sollecita la necessità di fare chiarezza per dare risposte al disorientamento e alle criticità segnalate dalle aziende. “La proroga è necessaria perché ci sono ancora una serie di punti oscuri da chiarire. Da parte delle aziende, ci sono state molte Faq per far luce su tutta una serie di criticità. Questa è la motivazione fondamentale alla base della richiesta di proroga anche per evitare il rischio di incorrere in contenziosi”, avverte Brancaccio parlando con Diac Diario. “Noi – spiega –  abbiamo avuto perplessità non tanto sulla opportunità di assicurarci anche privatamente ma sul fatto che devono essere chiari i contorni, come nel caso dell’assicurazione per inondazioni e alluvioni. La questione è questa: c’è l’alluvione ma  se poi c’è una responsabilità, per esempio, della parte pubblica che non ha fatto manutenzione, che non ha pulito gli alvei e che non ha fatto le vasche di laminazione,  insomma, che non ha fatto tutto quello che si dovrebbe fare, che cosa succede? E’ evidente che c’è un rischio di contenzioso e viene chiamata in causa anche la parte pubblica. Per il terremoto, chiaramente, il discorso è diverso, non ci sono responsabilità ricondubili al fattore umano”.

Altro grande rischio, che si configura, è che i territori più fragili siano più penalizzati dai costi assicurativi. “La preoccupazione che abbiamo è che alcuni territori magari già più esposti e comunque più fragili, possano subire un ulteriore aggravio di costi – sottolinea Brancaccio – perché è chiaro che se vai ad assicurare qualcosa in un territorio a rischio alluvione, dovrebbe essere più costoso. Per questo, noi chiedevamo e chiediamo un’attenzione a calmierare i tassi con una sorta di mutualizzazione, di un riequilibrio considerando che ci sono territori più fortunati rispetto ad altri meno fortunati. Pensiamo, ad esempio, a un territorio colpito come l’Emilia Romagna”. Brancaccio parla di una sorta di “prezzo politico nel senso – tiene a chiarire – che non si possono penalizzare alcuni territori: questo nuovo obbligo non può venire a costare più del mio stabilimento, non può essere così”.

Insomma, ribadisce Brancaccio, una fase di chiarimento è quanto mai necessaria per scongiurare il rischio “di fare delle polizze che poi magari danno luogo solo a contenziosi e non raggiungono l’obiettivo che ci si è prefissati, che quello di distribuire un po’ il rischio e anche di alleggerire il peso di un eventuale calamità naturale sui bilanci dello Stato. E’ prevista, è vero, la possibilità di riassicurazione con Sace, che è pubblica, fino a 5 miliardi. Il punto è che dobbiamo evitare di invalidare questo percorso, che esiste in molti Paesi europei. E’ un percorso virtuoso ma che deve essere fatto con i giusti approfondimenti. E’ un bene che si diffonda la cultura dell’assicurazione ma diciamo che va fatta bene per perseguire con efficacia gli obiettivi prefissati”.

Ma, per Brancaccio, non ci si può limitare alla questione delle polizze anticatastrofali – per quanto importanti queste siano – ma la vera sfida rimane sempre quella di agire sulla prevenzione. “E’ il nostro mantra”, rimarca la presidente dell’Ance. “Il nostro auspicio è che insieme alla questione dell’efficientamento energetico e del green, in particolare per Paesi come l’Italia e la Grecia, ad esempio, l’Europa si preoccupi anche della messa in sicurezza degli edifici sotto il profilo della resistenza sismica degli immobili, che consente di salvare vite umane. Serve un piano strutturale di intervento per il dissesto idrogeologico per intervenire sulla fragilità del Paese. Sì, abbiamo l’assicurazione e – insiste – questo è un bene, ma poi? Il discorso della prevenzione rimane fondamentale. Lavoriamo perchè si intervenga molto su questo. Tutti gli interventi devono essere inseriti in un piano molto più ampio e generale perchè possano avere il loro effetto reale”. Brancaccio ricorda anche che negli ultimi 13 anni, è triplicata la spesa per alluvioni: mentre la spesa per riparare i danni provocati da eventi sismici è rimasta su livelli storici, 3 miliardi l’anno, quella per le alluvioni è passata da 1 a 3,3 miliardi.

Anche la Confcommercio ieri ha chiesto, ancora una volta, il rinvio del termine. “Rinnoviamo, dunque, la richiesta di una adeguata proroga di un termine oggettivamente incompatibile con l’assolvimento dell’obbligo da parte di quasi quattro milioni di imprese – piccole, medie e grandi – sulla scorta di un regolamento attuativo emanato appena lo scorso 27 febbraio e senza che sia stato ancora attivato il portale Ivass per la comparabilità delle offerte assicurative in materia. Le imprese devono potere procedere a scelte informate e consapevoli, avendo modo di valutare con attenzione conformità e costi delle polizze disponibili sul mercato. Il governo intervenga”.

 

 

 

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