PRIMA PUNTATA
Tutta la rigenerazione urbana di Torino, ecco i progetti che stanno CAMBIANDO il volto della città
Dalla pedonalizzazione di via Roma alla nuova linea della metropolitana M2, passando per la valorizzazione dell’ex Regia Manifattura Tabacchi e i Giardini Reali. Infine, il fu Mercato Generale dei Fiori diventerà una delle palestre più grandi della città. Il capoluogo piemontese rispetta la sua storia: è stata la prima città italiana a fine anni ‘90 a dotarsi di un piano strategico di rigenerazione urbana ed ancora oggi rappresenta un modello virtuoso.

Render: Eutropia
IN SINTESI
Torino è stata la prima città italiana a fine anni ‘90 a dotarsi di un piano strategico di rigenerazione urbana ed ancora oggi rappresenta un vero e proprio modello virtuoso. Si è distinta nei quartieri Spina e Quadrilatero Romano, nella rigenerazione legata anche ad aspetti sociali in molte zone e ha fatto un ottimo lavoro anche nelle case di quartiere. Questi ultimi anni sono stati di stagnazione, ma adesso si intravede una nuova “rivoluzione trasformista”, con una serie di progetti e cantieri strategici.
La pedonalizzazione di via Roma

Un solo corridoio da Palazzo Reale a Porta Nuova: è iniziata la ‘rivoluzione’ di via Roma a Torino. L’obiettivo del Comune è, infatti, creare un unico corridoio pedonale che attraversa il centro della città all’ombra della Mole Antonelliana. Un lavoro da 12 milioni di euro, fondi Pon Metro plus.
Il primo cantiere nel tratto che va da piazza Castello a piazza San Carlo è partito poche settimane fa e si chiuderà nella primavera 2026. Il secondo lotto sarà da piazza Cln a via Cavour e da via Cavour a Piazza Carlo Felice, su cui si affaccia Porta Nuova, la stazione dei treni.
Rinnovata la pavimentazione, che sarà in pietra, color grigio chiaro, in asse con il marciapiede, e che così abbatterà ogni barriera architettonica. La via sarà, poi, arredata: saranno installati archi porta-bici, ci saranno panche rettangolari in granito e dissuasori in pietra semisferici per garantire la pedonalizzazione. E sarà potenziata l’illuminazione.
Materiali, finiture e forme di pavimentazione ed arredi urbani sono stati scelti dal Comune insieme alla Sovrintendenza dei Beni Culturali, che tutela la storicità della Via – realizzata a fine 1700 e battezzata “Via Roma” solo nel 1871. Lato costi, il Comune ha stanziato 12 milioni di euro provenienti dalla Comunità Europea e destinati al PNRR per il Programma Nazionale Metro Plus – riguardante opere per rigenerazione urbana, riqualificazione aree urbane periferiche e disagiate, miglioramento ambientale, ecosostenibile e risparmio energetico, viabilità “green” e molti altri settori, in diverse città italiane.
Resta da definire il destino di piazza Carlo Felice, e dei giardini Sambuy, esclusi dal progetto di riqualificazione.
La linea 2 della metropolitana: ecco il progetto della nuova M2

La Linea 2 della metropolitana di Torino è un’infrastruttura attesa da tempo che ambisce a incidere sulla mobilità urbana della città, collegando l’area nord con quella sud e con i comuni limitrofi (Orbassano e San Mauro), attraverso un tracciato di circa 28 chilometri e 31 stazioni. La realizzazione dell’intera linea 2 è prevista per lotti successivi in funzione dei finanziamenti pubblici stanziati. Attualmente, sono disponibili i finanziamenti per la realizzazione del primo lotto funzionale che si estenderà dalla stazione di Rebaudengo a Porta Nuova.
Nello specifico, sono quattro le tratte previste.
Tratta Nord: che va da Rebaudengo (Torino nord) al Politecnico (Crocetta), passando anche per l’ospedale S. Giovanni Bosco, Manifattura Tabacchi, Mole Antonelliana, Porta Nuova, con un totale di 13 stazioni per 10 chilometri di estensione e la realizzazione di un deposito zona Rebaudengo. Sarà la prima tratta ad essere realizzata, ma divisa in 2 lotti: Rebaudengo-Porta Nuova e Porta Nuova-Politecnico, anche se gli addetti ai lavori hanno come obiettivo di accorpare i due lotti già nella gara d’appalto.
Tratta Sud: da Politecnico ad Anselmetti (Mirafiori), per 6,6 chilometri e 10 nuove stazioni.
Tratta Nord, Prolungamento: da Cimarosa (Barriera di Milano) a Pescarito (confine San Mauro, Torino nord-est) – 4 stazioni per 6 chilometri.
Tratta Sud, Prolungamento: da Anselmetti (Mirafiori) a Orbassano Centro (Torino sud-ovest) – 5 stazioni, 6 chilometri.
Nel complesso, la nuova Linea 2 vedrà la realizzazione di 32 nuove stazioni metro per un’estensione totale di 27 km di percorso ferroviario metropolitano. Delle 13 stazioni della prima tratta – divise in 8 tipologie costruttive – 3 saranno realizzate in superficie, mentre le rimanenti 10 si troveranno al di sotto del livello urbano. Alcune saranno poco profonde, altre invece scenderanno fino a 28 metri al di sotto del manto stradale, come quella di Porta Nuova.
Lato energetico, vi sarà un importante novità: verranno implementati, su tutto il percorso della M2, i conci energetici. Quest’ultimi, studiati da un team del Politecnico di Torino e sperimentati con successo sulla tratta Lingotto-Bengasi della M1, sfruttano l’energia geotermica del sottosuolo per generare energia termica utile alle stazioni, con la possibilità di produrre fino a 1 MW/km, pari all’energia equivalente necessaria a scaldare 50 edifici di 7 piani in classe energetica A.
Analogamente alla M1, i treni saranno interamente automatizzati senza autista, in grado di trasportare circa 400 passeggeri/treno in una volta. Si prevede una frequenza con un treno ogni 90 secondi, ad una velocità massima pari a 80 km/h, in grado anche di ospitare bici o simili mezzi di trasporto (in appositi vagoni). Anche i sistemi di apertura/chiusura porte saranno automatici e perfettamente sincronizzati con i treni.
La progettazione è in capo da Infra.To, società pubblica di ingegneria e management per opere ferroviarie, tranviarie e di mobilità pubblica, con sede a Torino, il cui amministratore delegato, Bernardino Chiaia è stato nominato commissario straordinario per il progetto della M2, a novembre 2023.
L’ultimo aggiornamento del programma dei lavori prevede l’inizio del cantiere a fine 2025, con la messa in esercizio della M2 entro il 2032, dopo soli 6 anni di lavori.
Il progetto definitivo del tratto compreso tra Rebaudengo-Politecnico è ormai pronto, fermo restando che l’aumento dei costi, pari al 36%, verificatosi dopo lo stanziamento iniziale di 1828 milioni di euro, ha reso necessario prevedere la limitazione da Rebaudengo a Porta Nuova e l’accorpamento delle due fermate Corelli e Cimarosa, mantenendo con alcune modifiche la derivazione (“sfiocco”) verso Barca-Bertolla e San Mauro Torinese. In caso contrario, è stato ribadito, sarebbe stato impossibile procedere con le gare di appalto, determinando ulteriori ritardi nell’avvio dei cantieri. L’intenzione è quella di aggiudicare le opere civili (galleria e stazioni) entro la metà del 2025 e di appaltare il materiale rotabile, i treni, entro la fine dello stesso anno: questo con l’obiettivo di avviare i cantieri per le opere civili entro il 2026, con il 2032 come obiettivo per l’entrata in esercizio della nuova linea. Allo stato attuale, si è alla ricerca dei 670 milioni di euro mancanti.
Regio Parco – Ex Manifattura Tabacchi

Definitivamente chiusa nel 1996, dopo più di due secoli di operatività, finalmente l’area una volta adibita alla Regia Manifattura Tabacchi, in c.so Regio Parco, torna a nuova vita. Il progetto vincitore del concorso internazionale indetto dall’Agenzia del Demanio e firmato dallo studio fiorentino Eutropia Architettura insieme ai torinesi di Pininfarina e a Weber Architects, è stato svelato al pubblico lo scorso ottobre.
Nei due fabbricati troveranno casa i futuri archivi dei ministeri della Giustizia e della Cultura, al centro sorgerà una galleria coperta per attività sociali e culturali, e poi ancora spazi universitari con residenze per studenti, servizi e aule, congiunti tra loro dalle direttrici dei vecchi binari interni allo stabilimento settecentesco. Un intervento di rigenerazione urbana, questo, che vede la collaborazione tra enti locali, Università e Politecnico. Le bonifiche partiranno nel primo semestre del 2025 con 15 milioni di euro stanziati dall’Agenzia del Demanio.
Lato tecnico, il progetto di Eutropia è strutturato in modo da richiamare l’anima industriale del luogo, con i nuovi edifici a coperture spioventi a doppia falda da leggere come un richiamo ai tipici “tetti industriali” delle fabbriche torinesi. Le coperture saranno sorrette da un cavalletto strutturale a “Y”, chiaramente visibile nella nuova Galleria coperta, che ingloba i vani scale, i piani rialzati e parte degli impianti. Colori e materiali dei nuovi fabbricati si adatteranno bene al contesto e agli edifici attigui – prettamente in muratura “rossa”.
Le tecnologie costruttive saranno le più moderne e sostenibili, come confermano le strutture portanti interamente in acciaio, così da minimizzare (e velocizzare) le operazioni in cantiere, a fronte di maggiore prefabbricazione in officina e preferendo strutture “a secco” e smontabili, quindi più ecosostenibili. Anche gli impianti saranno improntati al massimo dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, come l’impianto idrico, ad esempio, che prevede un’attenta gestione e riciclo delle acque, a richiamare l’importanza della risorsa e il rispetto per l’attiguo corso fluviale.
Come previsto dal masterplan del Politecnico, l’operazione richiede un budget di 200 milioni di euro, anche se al momento gli stakeholders hanno trovato solo 15 milioni, sufficienti per avviare il progetto, la cantierizzazione, le demolizioni e parte dei nuovi fabbricati. Proprio per questo, al momento risulta difficile prevedere i tempi di realizzazione dell’intervento, che dipenderanno esclusivamente dai tempi di erogazione delle restanti somme.
I Giardini Reali

Un ambizioso progetto di valorizzazione è, poi, quello dei Giardini Reali, con un restyling che coinvolge la Serre Reali, il percorso archeologico e nuove aree espositive. L’area verde in pieno centro, si estende dal Palazzo Reale fino a Corso San Maurizio, per circa 70 mila m2 di parco, in parte pubblico, in parte “racchiuso” nelle mura del Palazzo Reale. Voluti dal Re Emanuele Filiberto a metà del 1500 in seguito al trasferimento della capitale del Regno Sabaudo da Chambery a Torino, sono stati realizzati ispirandosi ai giardini dei più importanti palazzi reali europei e, negli anni, notevolmente ampliati e rivisitati.
A fine gennaio è stato siglato un protocollo di intesa per l’investimento di 1 milione di euro per rivalorizzare e rilanciare l’area dei Giardini Reali ed, in particolare, alcune strutture al suo interno. Il protocollo è stato firmato dai Musei Reali di Torino e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, promotore finanziario dell’operazione.
I fondi stanziati da Compagnia di San Paolo saranno erogati tra il 2025 e il 2028, e serviranno a completare il restauro delle Serre Reali, aprire al pubblico i Giardini Reali “bassi” dei Musei Reali, migliorare l’accessibilità fisica alle aree archeologiche (integrando le stesse nel percorso di visita dei Musei) e coordinare i lavori e gli investimenti anche nel Bastione della Cavallerizza.
Saranno 880 mila euro i fondi previsti dal protocollo e destinati al completamento del restauro delle Serre Reali, progetto già in corso grazie a un fondo di 12 milioni di euro stanziati dal CIPE – Piano Cultura e Turismo, e che consentiranno anche la trasformazione “verde” del Padiglione di Levante.
Il progetto, proposto da Isolarchitetti insieme all’arch. Giovanni Durbiano, trasformerà il complesso in un nuovo polo multifunzionale, con aree espositive, laboratori di restauro, spazi per eventi ed attività educative. Inoltre, verrà realizzata una serra vivaistica, zone per il verde e per il ricovero delle piante.
Vi sarà un nuovo ingresso da Corso Regina Margherita, che faciliterà il collegamento dei Musei Reali al centro storico e al Mercato Centrale di Porta Palazzo, ed i nuovi spazi dovrebbero essere inaugurati già a fine 2025.
Questi interventi consentiranno anche di creare un nuovo polo culturale proprio nel cuore del centro storico cittadino, che sarà ulteriormente vissuto e potenziato al completamento dei lavori della Cavallerizza Reale, su progetto di Cino Zucchi. Il tutto con l’obiettivo finale di fare, della Città di Torino, la capitale della cultura e della bellezza.
Aurora – Ex Mercato Fiori

Ha ospitato per 50 anni il Mercato Generale dei Fiori, dal 1960 al 2010, l’edificio sito a Torino, quartiere Aurora, tra Via Perugia 29, Via Modena, Corso Brescia. Nei prossimi mesi, però, diventerà una delle palestre più grandi della città. Il fabbricato, con un’impronta al suolo di 6mila m2, è stato rilevato dal colosso spagnolo GoFit, leader mondiale di palestre e attività del benessere fisico, che con un investimento di 20 milioni di euro, restituirà a Torino l’Ex-Mercato Fiori in una veste completamente diversa.
14 mila mq disposti su tre livelli, con palestre, diverse sale Studios per corsi e attività di gruppo, aree per spa e centro benessere e tre piscine: una da 25 metri a otto corsie, una per aquagym e l’altra con idromassaggi e idroterapia. Verranno costruite anche uno spazio con nutrizionista per consulenze specifiche, un bar, una lobby centrale, un ristorante e una play-room.
Le facciate manterranno l’estetica di quelle dell’edificio storico – come voluto anche dai professionisti di Base Engineering srl, che insieme a Camerana curano il Progetto Architettonico – anche se verranno aggiunte diverse nuove vetrate negli ingressi principali, sia per ragioni estetiche sia per adeguamento normativo, come quelle su Largo Brescia.
Quest’ultimo, infatti, è stato “inglobato” nell’intervento di riqualifica e verrà anch’esso risistemato, con una serie di parcheggi per i clienti, la sistemazione della viabilità carraia e un nuovo layout per riconvertirlo in un giardino pubblico. Tra gli altri interventi: verrà realizzata una nuova area giochi e una nuova pista ciclabile, installati nuovi arredi urbani, realizzata una nuova area parcheggio bici e monopattini, piantumati nuovi alberi e piante, rifatta l’illuminazione e la pavimentazione permeabile ad autobloccanti.
L’importo complessivo è di quasi 15 milioni di euro, grazie ai quali verrà restituito ai torinesi un pezzo storico della Città, totalmente riqualificato, in una zona che negli ultimi anni è stata fortemente interessata al rinnovo. A pochi passi, infatti, sorge la nuova Nuvola Lavazza, di Cino Zucchi, e il nuovo Camplus, strutture che assieme al nuovo Centro GoFit, contribuiranno ulteriormente a rivitalizzare il quartiere Aurora.