OK DEL SENATO AL DDL DELEGA

IA, arrivano le regole e fondi fino a un miliardo. Pa e professionisti, se la usano devono dichiararlo

Via libera al disegno di legge recante disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. I voti favorevoli sono stati 85, i contrari 42 e nessun astenuto. Il provvedimento adesso verrà trasmesso alla Camera. Alessio Butti, sottosegretario all’innovazione: “Approvato un testo solido e completo” che comprende anche il sostegno alle imprese innovative e la protezione dei dati dei cittadini. Alla Camera, intanto, è arrivato l’ok dalla Commissione Lavoro al documento conclusivo dell’indagine conoscitiva “sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l’intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro”.

20 Mar 2025 di Mauro Giansante

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IA, arrivano le regole e fondi fino a un miliardo. Pa e professionisti, se la usano devono dichiararlo

Fatte le regole adesso bisogna fare il resto. Ieri, il Senato ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale. I voti favorevoli ai 26 articoli sono stati 85, i contrari 42 e nessun astenuto. Il provvedimento, che delega il Governo ad adottare entro un anno uno o più decreti legislativi per l’adegua­mento della normativa nazionale al regola­mento Ue del 13 marzo 2024, adesso verrà trasmesso alla Camera. Il disegno di legge, nello specifico, indica finalità e ambito di applicazione, introduce disposizioni di settore (ricerca, sanità, lavoro, professioni intellettuali, amministrazione e giustizia) e una strategia nazionale ad hoc. Prevede anche una sezione con disposizioni riguardanti la tutela degli utenti in materia di diritto d’autore.

Fondi venture capital, uso dell’Ia professionale e nelle pubbliche amministrazioni

Tra le norme approvate, spicca ad esempio l’ok a un emendamento della Lega che precisa “i settori in cui dovranno operare le imprese beneficiarie degli interventi finanziari del Fondo di 1 miliardo di euro stanziato per sostenere le venture capital con particolare focalizzazione sull’intelligenza artificiale e sulla cybersicurezza”. L’obiettivo è “supportare lo sviluppo di imprese operanti nei settori del­ l’intelligenza artificiale, della cybersicurezza, del calcolo quantistico, delle telecomunicazioni (…) con particolare riferimento al 5G e alle sue evoluzioni, al mobile edge compu­ting, alle architetture aperte basate su solu­zioni software, al Web 3, all’elaborazione del segnale, anche in relazione ai profili di sicurezza e integrità delle reti di comunica­zione elettroniche, e che si trovano in fase di sperimentazione (seed financing), di costi­tuzione (start up financing), di avvio dell’at­tività (early-stage financing) o di sviluppo del prodotto (expansion, scale up financing)”.

Un’altra norma di rilievo è quella contenuta all’articolo 12 e che riguarda l’esplicita dichiarazione d’uso di sistemi di Ia nelle attività professionali. “L’utilizzo di sistemi di intelligenza ar­tificiale nelle professioni intellettuali è con­ sentito esclusivamente per esercitare attività strumentali e di supporto all’attività profes­sionale e con prevalenza del lavoro intellet­tuale oggetto della prestazione d’opera. 2. Per assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente, le informazioni rela­tive ai sistemi di intelligenza artificiale uti­lizzati dal professionista sono comunicate al soggetto destinatario della prestazione intel­lettuale con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo”.

Quanto alla pubblica amministrazione, esse “utiliz­zano l’intelligenza artificiale allo scopo di incrementare l’efficienza della propria atti­ vità, di ridurre i tempi di definizione dei procedimenti e di aumentare la qualità e la quantità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese, assicurando agli interessati la cono­scibilità del suo funzionamento e la traccia­bilità del suo utilizzo”. Si specifica, però, che l’uso di Ia dovrà essere “strumentale e di supporto”, nonchè “responsabile”.

Ok al monitoraggio sui costi energetici dei data center

“Bene l’approvazione di un odg della Lega al disegno di legge delega in materia di intelligenza artificiale, volto a sensibilizzare sul tema dell’impatto sui consumi di energia elettrica dei data center nazionali”, ha detto ieri il senatore Manfredi Potenti. “Il boom dell’Ia richiede un’attenta pianificazione, al fine di evitare una congestione della rete e ripercussioni dal punto di vista energetico: bene dunque che il governo abbia accolto la nostra richiesta di prevedere un sistema di monitoraggio dei costi dell’energia sui data center nazionali. Le nuove tecnologie sono un’opportunità importante, per questo motivo serve un approccio pragmatico, e siamo convinti che il governo andrà in questa direzione”.

Percorsi di alfabetizzazione su Ia per le professioni

All’articolo 22, invece, si legge che “nell’esercizio della delega – di adozione di decreti di adeguamento della normativa nazionale a quella europea – il Governo si attiene ai principi” tra cui la “previsione, da parte degli ordini pro­ fessionali, di percorsi di alfabetizzazione e formazione, per i professionisti e per gli operatori dello specifico settore, all’uso dei sistemi di intelligenza artificiale; previsione della possibilità di riconoscimento di un equo compenso modulabile sulla base delle responsabilità e dei rischi connessi all’uso dei sistemi di intelligenza artificiale”.

Per Confcommercio Professioni, per cui ieri ha parlato la presidente Anna Rita Fioroni, c’è “soddisfazione per l’importante passo avanti nella regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale per le professioni, a seguito dell’approvazione degli emendamenti che estendono alle forme aggregative delle associazioni, di cui all’articolo 3 della legge 4/2013, la possibilità di promuovere percorsi di alfabetizzazione e formazione dedicati ai professionisti e agli operatori del settore sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, favorendo un approccio più consapevole e responsabile alle nuove tecnologie. È bene, quindi – conclude la presidente di Confcommercio Professioni – che anche tutte le professioni associative della legge 4/2013 siano state coinvolte nei percorsi di formazione riconoscendo un ruolo alle forme aggregative di rappresentanza”.

Governance ad Agid e Acn, osservatorio sul lavoro. Le altre misure del ddl

Rispetto all’applicazione dei sistemi di Ia nel mondo del lavoro, il disegno di legge sancisce che “l’intelligenza artificiale è impiegata per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psico-fisica dei lavoratori, accre­scere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone in conformità al diritto dell’Unione europea”. In ogni caso, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo deve essere “sicuro, affida­bile, trasparente e non può svolgersi in con­trasto con la dignità umana né violare la ri­servatezza dei dati personali” tanto che “il datore di la­voro o il committente è tenuto a informare il lavoratore dell’utilizzo dell’intelligenza ar­tificiale”.  Al fine di “definire una strategia sull’utilizzo dell’in­telligenza artificiale in ambito lavorativo, monitorare l’impatto sul mercato del lavoro e identificare i settori lavorativi maggior­mente interessati dall’avvento dell’intelli­genza artificiale”, viene istituito un apposito Osservatorio al ministero del Lavoro con il compito di “promuove la formazione dei lavoratori e dei datori di la­ voro in materia di intelligenza artificiale”.

Un’altra misura, poi, riguarda la governance. “L’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) sono designate quali Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale” e “assicurano il coordinamento e la collaborazione con le altre pubbliche amministrazioni e le autorità indipendenti, nonché ogni opportuno raccordo tra loro per l’esercizio delle funzioni di cui al presente articolo”. Su questo, “presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è istituito un Comitato di coordinamento, composto dai direttori generali delle due citate Agenzie e dal capo del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri medesima”.

Lo scontro tra maggioranza e opposizione

Bocciato, invece, un emendamento del Pd (firmato dai deputati Lorenzo Basso e Antonio Nicita) che chiedeva un controllo nazionale o europeo dei sistemi satellitari. In particolare, la norma su cui sono sorte tensioni durante il dibattito in aula, prevedeva che “i sistemi di intelligenza artificiale destinati all’uso in ambito pubblico ove abbiano ad oggetto dati strategici e fatta eccezione per quelli impiegati all’estero nell’ambito di operazioni militari, devono essere installati su server ubicati nel territorio nazionale e se trasmessi tramite tecnologie satellitari devono utilizzare infrastrutture ad esclusivo controllo nazionale e su satelliti europei e nazionali, al fine di garantire la sovranità e la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini”. L’emendamento, ha spiegato in assemblea il dem Nicita, chiedeva che “se si usano tecnologie satellitari, queste devono essere sotto il controllo nazionale o europeo”. Questo, ha aggiunto Nicita, “significa essere sovranisti”. Nella versione approvata, invece, la norma si limita a prevedere solo che “i sistemi di intelligenza artificiale destinati all’uso in ambito pubblico, fatta eccezione per quelli impiegati all’estero nell’ambito di operazioni militari, devono essere installati su server ubicati nel terri­torio nazionale, al fine di garantire la so­vranità e la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini”.

Per Susanna Camusso, Pd, “il ddl oscilla tra il determinare una strategia e l’assenza di precisione che invece sarebbe necessaria. È soltanto infarcito di deleghe lasciate al governo”. Per Silvia Fregolent, Iv, “il timore è che accada come per la legge sullo spazio, dove il governo ha deciso di delegare tutto a Musk. Per la legge sullo spazio è diventata una certezza, per l’Intelligenza artificiale è una preoccupazione. Il pericolo è lo stesso, lo abbiamo visto con il dibattito sui dati sensibili e la sicurezza nazionale”.

Dal governo ha, invece, esultato il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti. “Il Governo conferma la visione e compattezza nell’affrontare una delle più grandi trasformazioni della nostra epoca. Abbiamo costruito un testo solido e completo che introduce misure concrete per garantire sicurezza, sviluppo e competitività del nostro sistema Paese. Abbiamo confermato il ruolo da protagonista che abbiamo avuto anche in ambito internazionale, sia in sede di definizione dell’AI Act, sia nella redazione delle linee guida internazionali in ambito G7”.

Via libera all’indagine conoscitiva su Ia-mercato del lavoro. I comuni chiedono fondi

Alla Camera, intanto, è arrivato l’ok dalla Commissione Lavoro al documento conclusivo dell’indagine conoscitiva “sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l’intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro”. Pd e M5s si sono astenuti per non aver visto accogliere la richiesta di inserire una valutazione sul rapporto tra intelligenza artificiale e riduzione dell’orario di lavoro. Nel testo della mozione, visionato da Diario Diac, si legge che “per incentivare la formazione è stata anche richiamata la possibilità di ricorrere ad un piano Industria 6.0, subordinando la possibilità di accedere ai finanziamenti all’assolvimento di un obbligo di formazione per i dipendenti delle imprese”. Così come “sarebbe opportuno non cedere a previsioni eccessivamente allarmistiche sul futuro dell’occupazione, per concentrarsi con un approccio proattivo sui profondi cambiamenti che le nuove tecnologie stanno apportando al lavoro, soprattutto in un contesto demografico come quello italiano”.

Poi, sulla sicurezza “è stata sottolineata la necessità di un consolidamento delle infrastrutture tecnologiche, al fine di prevenire pregiudizi alla persona umana e alla sua dignità, anche derivanti da discriminazioni digitali”. Ed “è stata osservata una trasformazione qualitativa, ossia un incremento di rischi ergonomici e legati all’inattività, evidenziando – sotto questo profilo – una mutazione nelle tipologie di rischio. In secondo luogo, è emerso il notevole potenziale di tali tecnologie nella prevenzione e mitigazione dei rischi per la sicurezza, sia nelle loro forme consolidate che nelle nuove configurazioni emergenti dal contesto tecnologico e produttivo contemporaneo”. Di qui, “è stata espressa l’opportunità di promuovere l’adozione di dispositivi di protezione individuale (Dpi) di ultima generazione, integrati con tecnologie di intelligenza artificiale” per “incentivare le imprese a investire in soluzioni innovative che garantiscano la massima sicurezza dei lavoratori. L’integrazione di sensori intelligenti e sistemi di analisi predittiva nei Dpi consente di rilevare tempestivamente potenziali pericoli, prevenendo infortuni e migliorando le condizioni di lavoro”.

Dalla bicamerale per la semplificazione, invece, l’associazione dei Comuni ha chiesto “continuità all’impegno finanziario garantito negli ultimi cinque anni dal Pnrr” sulla digitalizzazione: “la parte di spesa informatica che veniva classificata in conto capitale, con la ripresa del patto di stabilità sarà imputata come spesa corrente. Questa deroga va istituzionalizzata, altrimenti probabilmente tanti Comuni non avranno le risorse per proseguire i progetti già avviati”. Sul tema cybersecurity, il delegato Anci ha fatto notare che “i Comuni sono sottoposti ad attacchi continui da un lato di sottrazione dei dati dall’altra parte di interruzione di servizi. Servono risorse adeguate senza le quali le amministrazioni comunali non hanno certamente la possibilità di intervenire dovendo dare priorità agli interventi di digitalizzazione e semplificazione dei servizi offerti”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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