LE INTERVISTE DEL LUNEDì

L’Aquila collega piano regolatore e microzonazione sismica, è una rivoluzione. L’assessore De Santis: “Non c’è faglia in centro, è una buona notizia. Flessibilità rispetto ai vincoli regionali per garantire sviluppo”

09 Mar 2025 di Giorgio Santilli

Condividi:
L’Aquila collega piano regolatore e microzonazione sismica, è una rivoluzione. L’assessore De Santis: “Non c’è faglia in centro, è una buona notizia. Flessibilità rispetto ai vincoli regionali per garantire sviluppo”

Un nuovo piano regolatore partendo dagli studi di microzonazione sismica. A compiere questa rivoluzione è L’Aquila: nei giorni scorsi il comune e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno presentato i primi studi di microzonazione di terzo livello (il più approfondito e dettagliato) con cui vengono individuate le faglie attive e capaci all’interno del territorio aquilano. Insieme sono stati presentati i primi studi per il piano regolatore. Ne parliamo con l’assessore all’Urbanistica del comune aquilano, Francesco De Santis.

Assessore De Santis, L’Aquila si rende protagonista di una novità importantissima: inserisce uno studio al massimo approfondimento possibile sul rischio sismico nella nuova pianificazione urbanistica. Qual è il senso di questo collegamento? 

È ancora impossibile prevedere luogo e data dei terremoti futuri ma i progressi scientifici sono stati notevolissimi e chi ha la responsabilità di decidere, soprattutto nelle ricostruzioni, è chiamato a tenerne conto. Dobbiamo abbandonare il fatalismo o il negazionismo dei rischi naturali e, sulla base dei risultati tecnico-scientifici, capire meglio dove ricostruire e soprattutto come. Dobbiamo ridurre i danni alle persone, alle infrastrutture, ai beni culturali, all’ ambiente. Questo è doveroso ovunque, ma tanto più lo è per L’Aquila, dolorosamente colpita dal sisma nel 2009 e parzialmente anche nel 2016. Per questo era importante presentare e discutere in pubblico gli aggiornamenti finali degli studi di microzonazione di terzo livello, il più approfondito possibile, da parte dell’INGV, alla presenza del Presidente, il prof. Carlo Doglioni, scienziato di fama internazionale.

Cosa dicono gli studi di microzonazione? 

Gli studi hanno escluso la presenza di una faglia attiva nel centro della città e in un’altra zona popolata da scuole: risultato importantissimo perché da tempo si temeva, invece, la presenza di questa faglia. Questo ci conferma che è stato giusto svolgere questi studi con l’ente scientificamente più autorevole, perché ora abbiamo elementi di certezza per la pianificazione. Gli studi hanno comunque confermato le tre importanti faglie che attraversano il territorio comunale, nelle zone di Paganica, Pianola, S. Vittorino-Cansatessa. Tuttavia, anche questi risultati sono lusinghieri: gli studi ci indicano una fascia di rispetto che va dai trenta ai centosessanta metri, secondo i tecnici riducibile verso il valore più basso. Per ridurre i rischi escluderemo nuova edificabilità in queste fasce di rispetto.

Incrociamo questa riflessione con il nuovo piano urbanistico comunale, di cui pure sono stati presentati i primi lavori, avviati lo scorso anno. Quali sono i tempi per presentare lo strumento urbanistico?

La prima tappa sarà la definizione del “perimetro del territorio urbanizzato”. C’è un nesso forte tra questi due temi perché, come abbiamo ben indicato nel titolo del convegno in cui abbiamo presentato tutti questi studi, si è voluto porre al centro della nuova pianificazione urbanistica proprio gli studi tecnici sulla sicurezza sismica dei terreni.

In realtà questo nesso discende da un obbligo della legge della Regione Abruzzo 28/2011: stabilisce che “i comuni integrano i propri strumenti di pianificazione urbanistica con gli studi di microzonazione sismica”.

Il nesso che abbiamo creato va molto oltre la legge, è di natura culturale e investe il rapporto tra l’uomo e la natura. L’Aquila ha convissuto nei secoli con terremoti devastanti e si è sempre rialzata più forte e più bella di prima. Ma non possiamo basare la rinascita solo sulla straordinaria tenacia e resilienza dei cittadini aquilani. Il nuovo piano urbanistico comunale dovrà anche riordinare i segni e il disordine causati dal sisma e garantire uno sviluppo sostenibile. Abbiamo un PRG del 1975, pensato per un’altra epoca, una nuova legge urbanistica regionale del dicembre 2023, un altro orizzonte dinanzi a noi.

Che attività state svolgendo per il PRG?

Abbiamo rafforzato l’Ufficio di Piano comunale e sottoscritto convenzioni con l’Università dell’Aquila e altri autorevoli consulenti scelti con bando pubblico. La perimetrazione del territorio urbanizzato è la prima operazione richiesta dalla legge urbanistica regionale che costituisce un elemento innovativo nella tradizione urbanistica perché si basa sulla necessità di favorire la rigenerazione urbana e ridurre il consumo di nuovo suolo per promuovere la sostenibilità ambientale, ridurre i costi economici ed energetici dei tessuti urbani, contrastare la dispersione e il disordine urbano, incentivare il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Si tratta di un obiettivo di grande rilievo, in modo particolare nel territorio comunale aquilano, caratterizzato dallo sprawl urbano successivo ai gravi effetti distruttivi del sisma del 2009 che ha determinato la costituzione di decine di “nuove frazioni” e nuclei urbani, in tutto sono ben 47, oltre alla persistenza di un elevato numero di moduli abitativi e manufatti edilizi provvisori.

A cosa serve il PTU, Piano del territorio urbanizzato?

L’articolo 40 della legge urbanistica regionale stabilisce che, decorso il termine di 24 mesi, “ai Comuni che non hanno provveduto alla perimetrazione del territorio urbanizzato non è consentito il rilascio di titoli abilitativi inerenti gli interventi di nuova costruzione su aree che non rispettano le caratteristiche di cui all’articolo 40”. Fino all’approvazione del PUC ai Comuni è consentito, “nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, il rilascio dei titoli abilitativi esclusivamente all’interno del territorio urbanizzato”. Fanno eccezione solo gli interventi infrastrutturali. Inoltre, il PTU svolge un ruolo centrale nella redazione del PUC.

In che senso questo ruolo centrale?

La nuova legge urbanistica regionale limita e vincola rigidamente la realizzazione di nuovi insediamenti edilizi con l’obiettivo primario del consumo di suolo a saldo zero entro il 2050. Come già le precedenti leggi dell’Emilia-Romagna, delle Marche e della Campania, anche la legge abruzzese punta sulla rigenerazione urbana, sul riordino, sullo sviluppo sostenibile più che sull’urbanistica di espansione. I nuovi insediamenti potranno essere localizzati solo fuori del perimetro del territorio urbanizzato e potranno raggiungere il tetto massimo del 4% della superficie complessiva del territorio urbanizzato per l’intero periodo di vigenza dello strumento urbanistico. Questi nuovi insediamenti sono però possibili solo a condizione che, all’interno del territorio urbanizzato, siano eseguiti interventi di “desigillazione” o di retrocessione a verde per aree di pari misura, che dovranno essere soggette a vincolo di inedificabilità. Al di fuori di questo tipo di compensazioni, in sede di prima applicazione del PUC, è consentito, all’esterno del territorio urbanizzato, un ulteriore consumo del suolo per un massimo del 3% della superficie interna al perimetro.

Che tipo di interventi è possibile all’interno del perimetro del territorio urbanizzato?

È possibile adottare strategie ed azioni spaziali di trasformazione urbana essenzialmente attraverso interventi di rigenerazione e di riqualificazione urbana: interventi di “riuso edilizio”, interventi di “ristrutturazione urbanistica” e interventi di “addensamento o sostituzione urbana”.

Questa nuova impostazione richiede attenzione e sviluppo di nuovi concetti, non semplici in concreto da individuare. Come vanno i lavori in corso?

Certo. Abbiamo inquadrato i problemi e approfondito i criteri, ora siamo alla fase del disegno e delle necessarie verifiche. Il comune dell’Aquila è il nono in Italia per estensione territoriale e ha al proprio interno situazioni molto diversificate. Il disegno del perimetro urbanizzato sarà, quindi, necessariamente “policentrico”.

Che significa in questo caso policentrico?

Le città costiere come Pescara o Montesilvano non avranno difficoltà a individuare un centro urbano compatto. Noi abbiamo invece molte frazioni e borghi all’interno del territorio comunale. Basti pensare a Paganica che da sola fa 12mila abitanti. Ma anche la base delle funivie del Gran Sasso sono parte del territorio comunale, così come centinaia di ettari di boschi, pinete, terreni agricoli. Sarà impossibile riconnettere fra loro i centri abitati. Quindi dovremo necessariamente interpretare la legge urbanistica in maniera più elastica possibile. Non potremo fare una sola graficizzazione dei confini del costruito.

Dopo il PTU verrà il PUC?

PTU e PUC sono strettamente connessi e un po’ li stiamo pensando insieme. Ma, un passo alla volta: entro quest’anno porteremo all’approvazione del Consiglio comunale il Perimetro del Territorio urbanizzato, impostando intanto i contenuti del Piano urbanistico comunale che saranno sottoposti alla città nel 2026.

Quali saranno gli elementi di novità?

Per esempio i parcheggi e una nuova idea di mobilità, su cui fa bene ad insistere il sindaco per vincere “idee pigre” del passato. Ci sarà un piano scuole, nuove infrastrutture, e anche il disegno di una “Grande L’Aquila” del terzo millennio, ricucendo e rivitalizzando i rapporti con i borghi del territorio comunale, un’ Aquila con il corpo nel centro storico, l’ala vestina che guarda ad est verso l’ Adriatico e l’ala sabina che guarda ad ovest verso Roma. L’Aquila città del benessere diffuso, dove è rispettata la regola “tutti i servizi a 15 minuti”. Abbiamo un grande patrimonio edilizio, storico o ricostruito in modo sicuro post sisma: vogliamo accrescere sicurezza, qualità, valore, libertà di uso, riordino, creando una più forte densità di relazioni, con idee nuove e un’antica tenacia.

Non c’è il rischio che regole urbanistiche così rigide mettano un freno alla crescita di una città che deve continuare un processo di ricostruzione?

Posso dire con certezza che l’interpretazione della legge urbanistica che farà questa amministrazione comunale non sarà affatto restrittiva. Questa è una lettura politica che mi sento di fare. Sarebbe un errore non utilizzare tutte le flessibilità possibili, perché L’Aquila può ancora avere un’espansione di qualità. Non si può mettere un punto alla sua espansione e tagliare le gambe al futuro. Dobbiamo mettere in equilibrio queste due cose: la filosofia della lotta al consumo del suolo e le trasformazioni che garantiranno ancora una crescita della città. Faccio un esempio: non possiamo impedire ai cittadini di costruire su terreni che magari hanno ricevuto tempo fa e su cui hanno pagato l’IMU per anni. Non possiamo toglierlgli questa opportunità. Così come stiamo lavorando per approvare norme tecniche agili che ci permettano le trasformazioni e le evoluzioni naturali che la città urbanizzata deve avere.

Argomenti

Argomenti

Accedi