RIGENERAZIONE

Ostia-Fiumicino, conto alla rovescia per il nuovo ponte della Scafa: avvio lavori entro il 2026

La nuova infrastruttura viaria vedrà la luce a 20 anni di distanza dai primi elaborati preliminari e dopo un lungo iter che ha incontrato diversi ostacoli attuativi: dai ritrovamenti archeologici alle problematiche di impatto ambientale. Lungo 175 metri sullo specchio del Tevere, i lavori dureranno tre anni per un investimento di 110 milioni. L’obiettivo è migliorare il traffico da e verso l’Aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, oltre che riqualificare l’area con una serie di parchi, in alcuni casi di affaccio sul Tevere, collegati da una nuova rete di ciclovie

05 Mar 2025 di Giusy Iorlano

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Ostia-Fiumicino, conto alla rovescia per il nuovo ponte della Scafa: avvio lavori entro il 2026

Un’opera in grado di cambiare lo skyline tra Ostia e Fiumicino e di diventare il simbolo iconico della nuova viabilità sul confine meridionale dell’Isola Sacra. E’ il nuovo ponte sulla Scafa, l’infrastruttura viaria sul fiume Tevere, il cui progetto, a 20 anni di distanza dai primi elaborati preliminari, si è finalmente sbloccato.

E’ previsto, infatti, tra dicembre 2025 e gennaio 2026 l’inizio dei lavori che dureranno tre anni. La stima dei costi, comprensiva del parco d’affaccio, con prezzi 2025,’ è attualmente di 110 milioni di euro, di cui 10 milioni in corso di reperimento. A dicembre 2025 è previsto, inoltre, il termine per l’approvazione del progetto esecutivo la cui verifica avrà inizio ad ottobre 2025. Tutti dati, questi, emersi dall’ultima assemblea pubblica organizzata a Fiumicino, nel corso della quale l’assessora ai Lavori pubblici ed alle Infrastrutture di Roma Capitale, Ornella Segnalini, ha presentato il progetto del nuovo Ponte della Scafa sul Tevere.

L’iter ‘tortuoso’ della nuova infrastruttura

Un profilo ipercontemporaneo. Con l’impalcato bianco e i pilastri curvilinei, senza angoli netti. Ecco la nuova infrastruttura viaria che vedrà la luce a 20 anni di distanza dai primi elaborati preliminari e dopo un lungo iter che ha incontrato nel corso del tempo diversi ostacoli attuativi: dai ritrovamenti archeologici alle problematiche di impatto ambientale. L’ostacolo più significativo e duraturo che è stato riscontrato è stato, comunque, di tipo paesaggistico. L’obiettivo iniziale infatti era quello di realizzare un’infrastruttura che non fosse troppo elevata. La soluzione individuata, nel 2005, era quella di un ponte a campata unica con un’antenna di 75 metri. Il “ponte strallato”, così definito perché sorretto da cavi d’acciaio, gli stralli, aveva il difetto di avere un’antenna di settanta metri. Troppo alta. Sul lato di Ostia, era stato rilevato, avrebbe infatti impattato con la Torre Boacciana, il manufatto di epoca medioevale realizzato su vestigia della Roma Imperiale a pochi chilometri dalla foce del Tevere.

Bocciato quel progetto preliminare, si è tornati sull’unica alternativa possibile: quella di un impalcato sorretto da un arco. L’unico modo per farlo, però, era di “alzare la luce” e, quindi, anche il livello del ponte stesso. La soluzione è stata comunque trovata con una nuova progettazione, completata ed approvata nella versione definitiva già nel 2009.

I lavori per il nuovo viadotto lungo 165 metri, che arriva a 2 chilometri comprese le rampe e gli svincoli, si apriranno tra il ’25 e il ’26. Tempi di realizzazione? La dead line è fissata per il 2029: 24 anni dopo la stesura del primo progetto. L’aggiornamento del nuovo ponte è stato effettuato in collaborazione con Risorse per Roma che oltre ad avere inserito specifici accorgimenti di tipo architettonico, ha previsto anche un nuovo inquadramento paesaggistico.

Il progetto approvato

Il progetto del nuovo viadotto era stato, come detto, bocciato più volte negli anni, sia in sede di conferenza dei servizi che per volere della Soprintendenza ai Beni paesaggistici. Il nuovo ponte è stato però approvato, con tutti i pareri positivi, il 15 settembre scorso. Un’accelerazione, questa, dovuta anche al fatto che il nuovo ponte è stato inserito tra le opere giubilari. Operazione che  ha consentito di superare le procedure per le quali si è ottenuto un parere negativo. Dopotutto il motivo per cui stavano arrivando delle bocciature era essenzialmente lo stesso: l’impatto ambientale. Ed è quindi sul fronte paesaggistico che la nuova versione del progetto ha lavorato con un’opera abbassata di circa 2 metri, ottenendo così una quota massima di 16,85 metri sul livello del mare. E’ stata, poi, resa simmetrica la sezione trasversale del ponte e dei viadotti di approccio. L’arretramento di dieci metri del pilastro ad arco sul lato di Fiumicino ha consentito di preservare l’attuale argine. Su entrambi i lati, poi, sarà presente un marciapiede di un metro e mezzo di larghezza mentre la pista ciclabile è stata separata dalla viabilità e attraversa il fiume sul vecchio ponte della Scafa che, dunque, si trasformerà in una pista ciclabile con una carreggiata dedicata alla sola viabilità locale.

Ma soprattutto è stato elaborato un importante piano di integrazione paesaggistica con l’area circostante. Qui, a ridosso dei pilastri, nasceranno una serie di parchi, in alcuni casi di affaccio sul Tevere, sia sul lato di Ostia, sia sul lato di Fiumicino, collegati da una nuova rete di ciclovie che si collegherà a quelle esistenti. I parchi ospiteranno aree ed attrezzature dedicate allo sport (basket, canoa, skate park, fitness, arrampicata) e saranno infine riqualificati alcuni punti significativi come l’ambito di Tor Boacciana e la sentieristica lungo gli argini. Sono stati inoltre previsti: una ‘zona umida’ grazie alla vasca di laminazione integrata nel paesaggio, colline artificiali del viadotto e delle rotatorie, schermature arboree e arbustive, rigenerazione ambientale.

Un’opera, questa, che riveste, inoltre, vitale importanza per la città di Fiumicino e il X Municipio in quanto migliorerà il flusso veicolare da e verso l’Aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino. Il ponte attuale con un’unica corsia è del tutto inadeguato, un imbuto che causa un traffico notevolissimo.

“Le presentazioni pubbliche dei progetti sono momenti fondamentali di conoscenza e condivisione – ha commenta l’assessora Segnalini -. La storia di questo ponte inizia nel 2005 e ha incontrato molti problemi. Oggi l’opera è stata resa meno impattante anche sul piano paesaggistico ed ambientale. Nel nuovo progetto è delineata una maggiore attenzione alle banchine dei due lati del Tevere, al fine di favorire un contesto armonico tra infrastruttura e ambiente circostante ed è stata prevista anche l’ottimizzazione del sistema viario che includerà piste ciclabili, percorsi pedonali e spazi verdi. Sarà dedicata grande attenzione al paesaggio e al contesto storico-naturalistico dell’area anche attraverso delle colline artificiali che ridurranno l’impatto visivo dei piloni”.

Un’ultima notizia: durante gli scavi archeologici preliminari furono ritrovati i resti di due navi di epoca romana. Una di queste, dopo il restauro, sarà ospitata in modo definitivo, entro la fine del Giubileo, nel museo delle Terme di Diocleziano.

 

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