Demanio, Piano città di Ancona con focus su 11 beni. E dal Verme affida il primo bene in concessione a ente del terzo settore: la coop Lama riaprirà ai cittadini l’ex Telegrafo a Firenze

02 Mar 2025 di Giorgio Santilli

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Demanio, Piano città di Ancona con focus su 11 beni. E dal Verme affida il primo bene in concessione a ente del terzo settore: la coop Lama riaprirà ai cittadini l’ex Telegrafo a Firenze

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La ex caserma Stamura

Agenzia del Demanio, Regione Marche e Comune di Ancona hanno firmato il Piano città di Ancona, un patto istituzionale “per pianificare in modo integrato il patrimonio immobiliare pubblico in un’ottica di rigenerazione urbana e partecipazione della collettività”. In particolare il Patto individua undici immobili pubblici che possono essere recuperati, valorizzati, restituiti “alla vita attiva della comunità” con l’obiettivo di “rispondere alle esigenze logistiche delle Pubbliche amministrazioni e ai fabbisogni del territorio, inclusa la necessità di far fronte alle nuove dimensioni dell’abitare attraverso strumenti di partenariato e concessioni di valorizzazione”.

A sottoscrivere l’accordo – oltre alla direttrice del Demanio, Alessandra dal Verme, al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e al sindaco di Ancona, Daniele Silvetti – il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Vincenzo Garofalo, e il Pro Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Marco D’Orazio. Alla firma presente anche il sottosegretario al Mef, con la delega al Patrimonio pubblico, Lucia Albano

La firma del Piano città di Ancona. Da sinistra: Vincenzo Garofalo (Porto Ancona), Lucia Albano (Mef), Francesco Acquaroli (Regione Marche), Daniele Salvitti (sindaco di Ancona), Alessandra dal Verme (Agenzia del Demanio), Marco D’Orazio (Università Politecnica delle Marche)

Gli obiettivi specifici che il Demanio ha individuato per la città di Ancona e che poi ha sottoposto alle altre istituzioni per l’accordo ci sono – intorno ai due poli startegici del Porto e dell’Università – l’incremento dell’attrattività turistico-ricettiva e dell’offerta di servizi culturali-identitari e residenziali, il rafforzamento dello sviluppo della ricerca e dell’Università sul territorio, con il potenziamento della rete rete di residenze universitarie.  Sul fronte della sostenibilità si prevede il recupero del sistema naturalistico dei Parchi, il potenziamento della mobilità green, il miglioramento delle condizioni di benessere ambientale, la riduzione di consumo di suolo attraverso la riqualificazione con mix funzionali degli immobili pubblici.

“Grandi sono le potenzialità di sviluppo di Ancona – ha detto dal Verme – una città con un patrimonio immobiliare pubblico e paesaggistico di particolare pregio e bellezza, da valorizzare in piena sinergia tra il Comune, l’Agenzia del Demanio e le altre Istituzioni, per renderla più moderna e sostenibile. L’immobile pubblico – ha continuato dal Verme – può offrire al cittadino servizi di qualità, relazioni, spazi sempre più digitalizzati e attrattivi. Penso al Parco del Cardeto con l’ex Caserma Stamura, il Faro dei Cappuccini, e la sua Polveriera, un unicum per posizione, bellezza e valore identitario. Tutti verranno riutilizzati, recuperati con mix funzionali, arricchiti con servizi turistico- culturali dedicati a cittadini, imprese, turisti e Università. Per una Ancona sostenibile l’Agenzia del Demanio sta riqualificando la propria sede per farne un modello di ufficio pubblico green, efficiente e con possibilità di alcuni spazi digitali aperti alla città.”

Soddisfazione anche del sindaco. “Questo accordo di co-pianificazione – ha detto Silvetti – individua aree e contenitori abbandonati per un grande programma di rigenerazione urbana che ha in sé la forza di cambiare volto e funzioni a importanti parti di città. Lo farà . ha concluso il sindaco – seguendo un principio ormai affermato, a cui crediamo molto, come quello del consumo zero di suolo e intersecandosi in perfetta sintonia con il nuovo Pug (Piano urbanistico generale) che stiamo sviluppando.”

E il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli_ “Partecipiamo al processo di rilancio di Ancona, che ha un potenziale enorme, con l’obiettivo di ragionare nell’ottica di recuperare l’esistente e valorizzare spazi che rischiano di restare vuoti”.

Nel Piano Città degli immobili pubblici di Ancona è presente un primo portafoglio immobiliare di undici beni: otto di proprietà dello Stato e tre di proprietà comunale. Potranno essere aggiunti ulteriori beni da valorizzare, anche con il coinvolgimento di altri enti e di investitori privati.

Gli undici beni pubblici da valorizzare ad Ancona: otto dello Stato, tre del Comune

Ecco, di seguito, nel dettaglio gli undici immobili di proprietà statale coinvolti nel Piano Città di Ancona, con le previsioni e gli obiettivi di valorizzazione indicati dal comunciato stampa del Demanio.

1. Ex caserma Stamura

Nel cuore del Parco del Cardeto, l’ex caserma Stamura, un tempo convento dei Cappuccini e successivamente caserma militare, sarà trasformata in un centro polifunzionale. La riqualificazione prevede l’integrazione di funzioni pubbliche, spazi espositivi nei sotterranei e aree aggregative tramite partenariato pubblico-privato, con ristoranti, bar, auditorium, sala convegni e foresteria. L’intervento, rispettando l’impianto originale, include anche sostenibilità energetica e miglioramento sismico. Un passo decisivo nella rigenerazione urbana di Ancona che coniuga storia, cultura e innovazione.

2. Ex Faro Capuccini

Sul colle dei Cappuccini, nel Parco del Cardeto, sorge l’ex Faro dei Cappuccini, costruito nel 1859 per illuminare le rotte delle navi dirette al porto di Ancona. Dopo il suo abbandono nel 1965, il faro è stato restaurato nel 2000 e riaperto al pubblico. Oggi è incluso nel piano di valorizzazione dell’area che prevede la realizzazione di sale espositivo-museali e spazi di socialità attraverso il partenariato pubblico-privato. Un luogo identitario che continua a orientare il futuro della città.

3. Ex Monastero Santa Palazia

Sul colle Guasco, vicino al centro storico di Ancona, sorgeva il convento di Santa Palazia, fondato nel 1590 come luogo di preghiera. Dopo essere stato chiuso nel 1810, nel 1827 fu trasformato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, per poi essere destinato a sede di detenzione nel 1864. Il complesso fu distrutto dal terremoto del 1972, lasciando solo tracce della sua storia. Oggi l’area archeologica inserita all’interno del comprensorio del Guasco San Pietro è destinata a verde attrezzabile con percorsi pedonali e parcheggi.

4. Sede della direzione regionale Marche dell’Agenzia del Demanio

L’edificio di proprietà dell’Agenzia del Demanio sarà trasformato in uno smart building, con un focus su efficienza energetica, sicurezza antisismica e tecnologie sostenibili. Oltre a ospitare la sede della Direzione regionale Marche dell’Agenzia del Demanio, l’immobile avrà anche spazi dedicati al coworking. Non si tratta solo di una riqualificazione, ma di un modello di innovazione che unisce funzionalità, sostenibilità e modernità. Questo progetto restituirà valore al patrimonio pubblico e offrirà un ambiente di lavoro all’avanguardia, pronto per le sfide future.

5. Parco “La Cittadella”

Nel quartiere Capodimonte, sulla sommità del colle Astagno, sorge la Cittadella, un capolavoro dell’architettura rinascimentale progettata da Antonio da Sangallo nel 1532. Il Parco della Cittadella, che si estende nell’antico campo trincerato, conserva tracce del suo passato militare, come i camminamenti e la polveriera napoleonica. Oggi, il parco offre percorsi sportivi, un’area giochi e un bar, ed è accessibile al pubblico. La Cittadella è un luogo che unisce storia, natura e inclusività, e un punto di incontro, svago e cultura per la città.

6. Ex Forte Garibaldi

Il Forte Garibaldi, costruito nel 1861, sorge su un’altura e la sua forma pentagonale ne attribuiva un’importante funzione difensiva. Danneggiato durante la seconda guerra mondiale, il forte cambiò nome nel periodo della Repubblica e mantenne un ruolo strategico fino agli anni ‘80. Oggi, diviso tra spazi privati e aree del ministero della Cultura, il forte è valorizzato con percorsi didattici e iniziative per promuovere il patrimonio storico e culturale della città.

7. Ex edificio Capitaneria di Porto

Situato sul molo Santa Maria, all’interno del porto storico di Ancona, sorge un edificio un tempo sede della Capitaneria di Porto. L’immobile, ora inutilizzato, sarà oggetto delle valutazioni dei soggetti competenti, coinvolti nell’accordo, ai fini della sua valorizzazione nel contesto del nuovo Piano regolatore portuale.

8. Ex Sede Inps

Un edificio di seimila metri quadrati, situato tra il centro storico e il Passetto, sarà riqualificato per ospitare la Corte d’Appello e altri servizi del Ministero della Giustizia, con l’obiettivo di ridurre i fitti passivi. Acquisito dall’Agenzia del Demanio con fondi ministeriali, l’immobile diventerà un punto di riferimento per il sistema giudiziario di Ancona. Questa trasformazione mira a migliorare l’efficienza dei servizi e a restituire un importante spazio istituzionale alla città. La riqualificazione libera risorse per il futuro, ottimizzando l’utilizzo della spesa pubblica.

Tre gli immobili di proprietà del comune di Ancona

9. Ex Centrale del Latte

Il complesso, inaugurato nel 1955 per la pastorizzazione e vendita al dettaglio del latte, comprende cinque fabbricati industriali risalenti alla metà degli anni ’50, con una superficie totale di 4.430 metri quadrati. Attualmente, parte degli edifici è occupata da associazioni locali di volontariato. Il progetto, in considerazione della vicinanza al polo ospedaliero regionale di Torrette, prevede una riqualificazione, anche in partenariato pubblico-privato, con un mix funzionale che include servizi universitari e per l’istruzione, residenze universitarie, housing sociale. L’utilizzo mira a ottimizzare lo spazio per rispondere alle esigenze abitative e di servizio della città capoluogo.

10. Ex Mattatoio

Il bene di circa duemila metri quadri, un tempo adibito al macello del bestiame e attualmente parzialmente occupato da associazioni culturali, sarà riqualificato per diventare un centro civico/commerciale di quartiere. Il progetto prevede un intervento urbanistico per il recupero degli edifici con caratteristiche di archeologia industriale. Inoltre, potrà essere realizzato un parcheggio funzionale per la mobilità a livello urbano. L’obiettivo è valorizzare l’area e renderla un punto di riferimento per la comunità cittadina.

11. Casermaggio Parco del Cardeto

Il complesso di edifici diroccati, con una superficie di 1.100 mq, era originariamente destinato a laboratori per la preparazione delle polveri da parte degli artificieri, integrandosi con la vicina Polveriera di Castelfidardo. Attualmente inutilizzata, l’area offre un grande potenziale per il suo recupero che valorizzi la sua identità storica e favorisca un’integrazione più funzionale con i servizi già esistenti all’ingresso del Parco del Cardeto e la adiacente facoltà di Economia.

Storica concessione alla coop Lama a Firenze per valorizzare e riaprire al pubblico l’area La Riottosa

L’ex Telegrafo e l’area La Riottosa a Firenze Sud, in basso nella foto

Fra le molte innovazioni che il Demanio sta sperimentando in questa fase, una novità di portata storica è stata sottoscritta il 27 febbraio con la concecessione alla LAMA, società cooperativa e impresa sociale, dell’area e del vecchio fabbricato dell’ex Telegrafo, situato nella zona collinare a sud di Firenze chiamata La Riottosa (ai piedi del poggio di Montacuto dove sorge la Certosa).

Si tratta del primo bene statale dato in concessione agevolata, ai sensi dell’articolo 71 del Dlgs 117/2017, a un ente del terzo settore con la doppia finalità di valorizzare il bene pubblico dato in concessione e creare valore sociale, culturale, ambientale ed economico per il territorio e la comunità di riferimento.

L’operazione è stata realizzata in collaborazione con il comune di Firenze. Lama si è aggiudicato il bando di gara proponendo di trasformare l’immobile in uno spazio per la comunità.

“L’edificio – afferma il comunicato del Demanio – è stato al centro di un processo partecipativo, durante il quale i cittadini hanno potuto fornire indicazioni e esprimere suggerimenti sul futuro dell’ex telegrafo e che ha portato al cambio di destinazione d’uso del bene, da area agricola a centro culturale”.

L’obiettivo del progetto vincitore della società LAMA è, in particolare, quello di restituire l’area agli abitanti del Quartiere 3 di Firenze mettendola a disposizione di cittadini, associazioni ed enti del territorio, per sperimentare un modello di cittadinanza attiva legato alla socialità e alle risorse naturali.

L’ex stazione di posta diventerà un riferimento per la collettività e un punto di informazioni dotato di servizi accessibili. Tanti i lavori previsti per valorizzare anche l’area circostante, tra cui, il recupero dell’antico portale di ingresso, il ripristino del pozzo e dell’uliveto, la creazione di un’area giochi accanto al “bosco del relax” e di un orto sociale, l’allestimento di un piccolo teatro all’aperto. Con la concessione inizia un percorso di attivazione e coinvolgimento che porterà la Riottosa a riaprire nella primavera 2025.

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