La giornata
Evasione, 33,4mld recuperati. Meloni: è RECORD, la Lega lancia la ‘gazebata’
- Industrial Deal, nella bozza 480 miliardi all’anno in più di investimenti, clausola ‘Made in Ue’ negli appalti
- Foti: “La Ue davanti a un bivio cruciale”
- La Camera approva il dl Pnrr, ora va al Senato. Posta la fiducia sul Milleproroghe
- Anas alla Global Ministerial Conference sulla sicurezza stradale, nel 2024 spesi oltre 1,6 miliardi (+6,3%) nella manutenzione programmata
- Eni: KKR aumenta la partecipazione in Enilive e sale al 30%
IN SINTESI
Nel 2024 sono affluite nelle casse dello Stato maggiori risorse per 33,4 miliardi di euro, 2 miliardi in più rispetto all’anno precedente e l’80% proviene dal recupero di evasione fiscale. E’ questo il dato annunciato ieri dal direttore della Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione, Vincenzo Carbone, che ha presentato i risultati del 2024 insieme al viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. In particolare, le somme recuperate attraverso la lotta all’evasione fiscale ammontano a 26,3 miliardi di euro, in aumento di 1,6 miliardi rispetto al 2023 (+6,5%). ”E il risultato più alto di sempre”, riferisce l’Agenzia delle entrate. A questa cifra vanno aggiunti altri 7,1 miliardi di recuperi non erariali conseguiti da Agenzia delle entrate-Riscossione per conto di altri enti. Aumentano anche le somme versate spontaneamente dai cittadini: il gettito relativo ai principali tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate ha raggiunto i 587 miliardi di euro, in crescita di 43 miliardi rispetto al 2023 (+8%). I 26,3 miliardi di recupero dell’evasione fiscale provengono principalmente (per l’87%) da attività ordinarie, che hanno consentito di incassare 22,8 miliardi di euro. Non si è fatto attendere il commento della premier, Giorgia Meloni, che sui social ha condiviso la “buona notizia”. E’ “una somma mai raggiunta prima nella Storia della nostra nazione. E sono risultati ottenuti grazie all’ottimo lavoro dell’Agenzia delle entrate, ma anche grazie a specifiche norme che sono state introdotte da questo governo, come quelle contro l’odioso fenomeno delle attività ‘apri e chiudi’, ovvero quelle attività che eludono il fisco aprendo e chiudendo in breve tempo, non pagando tasse e contributi e poi riaprendo con un altro nome”, un fenomeno “che riguardava soprattutto gli extracomunitari”, ha sottolineato. “Ci accusano di aiutare gli evasori, di allentare le maglie del fisco, persino di nascondere dei condoni immaginari. Sono tutte bugie”.
Meloni ha concluso: “Vogliamo uno Stato che non opprima più famiglie e imprese ma a che aiuti la società a crescere e prosperare, che chieda il giusto per i servizi che eroga, che utilizzi i soldi dei cittadini con lo stesso criterio che utilizzerebbe un buon padre di famiglia, senza buttare i soldi in cose inutili, senza sprecare quelle risorse così preziose. Questo è l’impegno che abbiamo preso con i cittadini e che intendiamo rispettare punto per punto, con coraggio e determinazione”. Per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, i numeri “sono la rappresentazione di come l’azione ostinata ed efficace dell’amministrazione possa contribuire a rafforzare l’attività del nostro Paese, con vantaggi in termini di nuovi investimenti pluriennali e nuovi posti di lavoro. Tuttavia, non possiamo fermarci proprio sul più bello”.
Per il governo il fisco rimane sempre un fronte caldo. Sulla nuova rottamazione, la Lega non demorde e lancia la “gazebata”. Il vicepremier Matteo Salvini “è in contatto con i responsabili economici della Lega e per domani ha fissato una riunione operativa che avrà all’ordine del giorno la pace fiscale. L’8 e 9 marzo la Lega scenderà nelle piazze italiane mobilitando i gazebo per promuovere la rottamazione delle cartelle per i contribuenti in buonafede e contestare l’europatrimoniale voluta dalla sinistra”. Cauto il viceministro Leo: “sia la rottamazione sia la pace fiscale, come la riduzione del carico per il ceto medio, sono due priorità del Governo, vedremo come realizzarle compatibilmente con le risorse e poi sottoporremo tutto ai leader della maggioranza che faranno delle scelte”.
A smorzare gli entusiasmi è la Cgil. “Anche quest’anno arrivano, puntuali, i festeggiamenti da parte di Palazzo Chigi e del Mef su presunti record nel recupero dell’evasione fiscale. La verità è sempre la stessa, e piuttosto semplice: oltre agli effetti determinati dagli strumenti di compliance e tracciabilità introdotti, anche su nostra richiesta, dai Governi precedenti, il resto delle risorse di cui si parla sono frutto della pletora di condoni introdotti in questa legislatura, di cui ormai abbiamo perso il conto”, afferma il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari. “E come se non bastasse si sta preparando un’ulteriore rottamazione tombale. In questo modo non solo non si contrastano gli evasori, ma li si induce a proseguire nei comportamenti illegali tenuti fin qui, garantendo, di fatto, che quanto non verrà versato nel prossimo futuro sarà certamente sanato da un nuovo provvedimento”.
Industrial Deal, 480mld all’anno in più di investimenti, clausola ‘Made in Ue’ in appalti
L’Unione europea deve aumentare i suoi investimenti annuali in energia, industria e trasporti di circa 480 miliardi l’anno rispetto al decennio precedente. A prevederlo è la bozza del Clean Industrial Deal atteso per il 26 febbraio prossimo. La Commissione rifletterà, insieme agli Stati membri e alle parti interessate, se sono necessari ulteriori strumenti per completare la cassetta degli attrezzi Ue a difesa del commercio. Tra i diversi punti, l’Industrial decarbonisation accelerator act che verrà presentato nel quarto trimestre di quest’anno conterrà misure per accelerare i permessi per gli investimenti nella decarbonizzazione, l’istituzione di una etichetta per i prodotti low-carbon, l’applicazione di una preferenza Ue negli appalti pubblici per i prodotti low-carbon e l’introduzione di requisiti minimi di contenuto locale .Per quanto riguarda gli appalti, il futuro regolamento dovrebbe introdurre criteri legati all’ambiente, alla resilienza, alla circolarità e alla cybersicurezza. Questo, secondo la Commissione dovrebbe favorire indirettamente i prodotti Made in Europe, sulla base dell’esperienza del Net-Zero Industry Act con i prodotti clean-tech. Secondo la bozza questa sarà solo una risposta a breve termine, visto che nel 2026 la Commissione dovrebbe rivedere il quadro sugli appalti pubblici, “per rendere il criterio di preferenza europeo una caratteristica strutturale degli appalti pubblici Ue in settori strategici”. Qualcosa potrebbe muoversi anche nel settore degli appalti privati, con la Commissione che valuterà se includere requisiti e criteri non legati al prezzo, come potrebbe essere il caso per i settori dell’acciaio a basse emissioni o le batterie a cella sostenibili o per il settore dell’edilizia. Con riferimento all’etichetta low-carbon questa dovrebbe essere volontaria, in primo luogo sull’acciaio, dove dovrebbe essere proposta già quest’anno. Poi dovrebbe essere la volta del cemento. Secondo la Commissione queste etichette dovrebbero anche aiutare gli Stati membri a pensare incentivi fiscali legati al contenuto di CO2
Foti: “La Ue davanti a un bivio cruciale”
L’Unione Europea si trova davanti a un bivio cruciale. In assenza di un agire comune e senza un rafforzamento dell’azione politica ed economica tra gli Stati membri, il rischio è la perdita di rilevanza e competitività dell’Ue nello scenario globale. I cittadini europei ci chiedono sicurezza e stabilità per le imprese, indipendenza energetica, promuovendo allo stesso tempo le identità e gli interessi dei singoli Stati nazionali. L’Europa ha bisogno di risposte concrete e di essere più forte e incisiva nelle decisioni, più coraggiosa e meno burocratizzata per poter competere con il resto del mondo, diventando protagonista e non spettatrice del futuro. A dichiararlo è stato Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr, a margine dei lavori del Consiglio Affari Generali (Cag) a Varsavia.
La Camera approva il dl Pnrr, ora va al Senato. Posta la fiducia sul Milleproroghe
L’aula della Camera ha approvato, con 151 sì, 92 no e 3 astenuti, il dl Pnrr. Il voto finale dell’aula di Montecitorio segue il sì alla fiducia sul decreto arrivato ieri. Il testo passa ora al Senato per la seconda lettura parlamentare. Intanto ieri, preso il via, sempre in Aula a Montecitorio, la discussione generale sul dl Milleproroghe. Sul provvedimento, approvato giovedì scorso con fiducia dal Senato, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Anas alla Global Ministerial Conference sulla sicurezza stradale, nel 2024 spesi oltre 1,6 miliardi (+6,3%) nella manutenzione programmata
Anas, Società del Gruppo FS, partecipa alla 4th Global Ministerial Conference on Road Safety in programma da oggi fino al 20 febbraio a Marrakech, in Marocco. La manifestazione, il massimo evento mondiale sulla sicurezza stradale che coinvolge 198 Stati, è organizzata dal Regno del Marocco e dall’Agenzia Nazionale di Sicurezza Stradale Marocchina (NARSA), insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità e in partnership con le Nazioni Unite. Per l’occasione, Anas presenta il suo impegno sul fronte della sicurezza stradale a livello internazionale. Una priorità assoluta per l’azienda, che illustrerà agli operatori del settore e alle istituzioni mondiali il lavoro quotidiano per garantire condizioni di efficienza funzionale sulla sua rete di oltre 32mila km di strade e autostrade, con 18.720 ponti e 2.157 gallerie, che servono 3.500 comuni sui quasi 8.000 presenti sull’intero territorio. Ogni giorno sulle strade Anas circolano 8 milioni di persone e ogni anno vengono percorsi 91,5 miliardi di chilometri, di cui 84,1 miliardi di chilometri da veicoli passeggeri e i restanti 7,3 miliardi di chilometri annui da veicoli merci. Oltre alla sensibilizzazione di tutti al rispetto delle regole della strada, Anas sta lavorando per potenziare gli standard di sicurezza della propria rete con un ampio piano di interventi su specifici profili: nuove opere, manutenzione programmata e innovazione tecnologica. Lo sfidante obiettivo dell’azienda è quello di ridurre al 2030 del 50% le vittime di incidenti stradali; obiettivo previsto dalle Nazioni Unite che sarà oggetto, durante la 4th Global Ministerial Conference on Road Safety, anche della sottoscrizione della Marrakech Declaration, condivisa con più di 190 paesi del mondo. Sul fronte del potenziamento e del miglioramento degli standard di sicurezza della rete, Anas può contare su sei miliardi in più di finanziamenti rispetto al Contratto di Programma precedente, che svilupperanno nuovi investimenti pari a 16,2 miliardi. Gli investimenti previsti dal Contratto di Programma 2021-2025 sono pari a circa 44 miliardi di euro, di cui 37 miliardi in nuove opere, 5 miliardi in manutenzione programmata, i restanti 2 miliardi a supporto di progetti in fase di approvazione per lavori in corso e per investimenti in tecnologia.
Per la manutenzione programmata nel 2024 sono stati spesi 1.620 milioni di euro, + 6.3% in più rispetto al 2023, in continuità con le performance degli anni precedenti. Nel dettaglio sono stati spesi circa 690 milioni di euro in opere d’arte (ponti e gallerie), 385 milioni di euro in rifacimento del piano viabile, 265 milioni di euro in opere complementari, 166 milioni di euro per le barriere di sicurezza e 117 milioni di euro per gli impianti. L’impegno dell’azienda si declina attraverso le ispezioni delle opere d’arte, passate da 3.886 del 2019 alle 18.634 del 2024 e l’implementazione di uno dei programmi più ambiziosi, lo SHM- Structural Health Monitoring. Avviato nel 2022 e finanziato con 275 milioni di euro dal Fondo Complementare del PNRR, mira a realizzare un sistema integrato di monitoraggio diagnostico dello stato di salute degli asset infrastrutturali. L’obiettivo sarà ottenere informazioni continue sullo stato di salute delle strutture, riconoscere e prevedere i danni oltre a supportare la pianificazione di interventi di manutenzione. I target operativi definiti prevedono, dopo 250 opere connesse nell’ultimo biennio, 500 nel 2025 e 1.000 nel 2026. L’impegno di Anas è anche di tipo internazionale. Insieme a Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e PIARC Italia, lo scorso novembre Anas ha ospitato le delegazioni dei Paesi aderenti al EuroMed Transport Support Project a Roma per la Conferenza Internazionale sulla Sicurezza stradale. In Marocco Anas è presente, insieme a PIARC Italia e con il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, anche con uno stand che accoglie le eccellenze nazionali in materia di mobilità e sicurezza della circolazione in ambito extraurbano e urbano, tra cui AISCAT, il Politecnico di Milano e la Polizia di Stato.
Eni: KKR aumenta la partecipazione in Enilive e sale al 30%
Eni e il fondo KKR hanno firmato un accordo per incrementare la partecipazione di KKR in Enilive attraverso un ulteriore acquisto di azioni Enilive da Eni. L’acquisto sarà pari al 5% del capitale sociale di Enilive, attraverso un investimento addizionale di 587,5 milioni di euro. L’investimento porterà KKR a detenere una partecipazione complessiva pari al 30% del capitale sociale di Enilive ottimizzando la struttura del capitale di Eni che continuerà a mantenerne il consolidamento e il controllo. L’operazione è in linea con l’accordo firmato tra KKR e Eni lo scorso ottobre per l’acquisizione da parte di KKR di una partecipazione pari al 25% del capitale sociale di Enilive, il cui perfezionamento è previsto il prossimo mese, ed è basata sulla medesima valutazione post-money pari a 11,75 miliardi di euro in termini di Equity Value per il 100% del capitale sociale di Enilive. L’ulteriore investimento di KKR, supportato dall’ingresso di co-investitori di primario standing internazionale inclusi, tra gli altri, importanti fondi pensione internazionali, conferma l’apprezzamento del mercato e la solidità del modello di business di Enilive, che è impegnata nell’offrire servizi integrati e prodotti progressivamente decarbonizzati ai propri consumatori nel settore della mobilità sostenibile. L’operazione evidenzia, inoltre, l’efficacia della strategia satellitare di Eni in grado di attrarre capitale per specifici segmenti di business, creando le condizioni per una loro crescita indipendente e dando evidenza del loro effettivo valore di mercato. Il closing dell’acquisizione dell’ulteriore 5% di partecipazione è subordinato al rilascio delle autorizzazioni delle autorità competenti. Francesco Gattei, Chief Transition & Financial Officer di Eni, ha dichiarato “L’ulteriore investimento di KKR conferma l’attrattività di Enilive per il mercato. Enilive è una società solida e in crescita, con un partner finanziario di rilievo, che svolgerà un ruolo cruciale nell’abbattimento delle emissioni generate dall’uso finale dei nostri prodotti, un aspetto fondamentale per il nostro percorso al Net zero al 2050. In linea con la nostra strategia, proseguiremo nella massima valorizzazione dei nostri migliori business legati alla transizione energetica, con l’obiettivo di portarli a creare valore in modo autonomo, aumentarne il valore di mercato, aprire loro nuove opportunità sul mercato dei capitali, renderli appetibili per importanti futuri partner industriali e finanziari e farne crescere velocemente il business a supporto del nostro percorso di decarbonizzazione”.
Audizioni sul ‘Salva Milano’, critici i sindacati “serve un riordino della normativa”
Nuove critiche al ‘Salva Milano’ sono arrivate dalle audizioni di ieri in Commissione Ambiente del Senato. A ribadire il giudizio negativo è stata la Cgil. “Le disposizioni di questo ddl sono già state oggetto della disposizione approvata alla Camera nel novembre 2024 su cui la Cgil si era espressa negativamente, ravvisando i contenuti di una sanatoria. La previsione di un riordino della materia, anche se avrebbe richiesto tempi più lunghi di 6 mesi, la rendeva transitoria, pur rimanendo tutte le criticità rispetto a un possibile condono, mentre adesso la previsione è stata eliminata ed è stata proposta un’interpretazione autentica”, ha detto Laura Mariani, intervenendo in rappresentanza della Cgil.“Il tema, per noi, non è opporsi tout court alla densificazione, ma inserire gli interventi in processi rigenerativi, evitando carichi urbanistici non sostenibili, senza un adeguato corrispettivo economico, che assicura anche la dotazione di standard urbanistici”, ha spiegato. “ Si pone quindi con urgenza la necessità del riordino della materia e di una norma quadro sul governo del territorio con regole nazionali”.
Per il segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello, “Le norme interpretative previste dalla proposta di legge, che consentono il superamento di vincoli eccessivamente rigidi in assenza di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate, possono contribuire a sbloccare progetti in aree già urbanizzate senza compromettere la qualità della pianificazione territoriale. È tuttavia essenziale che ciò avvenga nel rispetto della sostenibilità ambientale e della sicurezza dei lavoratori”. “È inoltre importante chiarire che la normativa in materia di rigenerazione urbana e semplificazione edilizia rientra anche nella competenza regionale. I legislatori regionali, infatti, attraverso le diverse leggi urbanistiche, hanno da tempo introdotto disposizioni volte a promuovere finalità sociali e l’edilizia pubblica”, ha proseguito.“La Cisl è favorevole a un intervento normativo che chiarisca i confini della responsabilità dei funzionari pubblici e garantisca certezze agli operatori del settore edilizio. La scelta di una norma interpretativa dovrebbe andare in questa direzione”, ha sottolineato il segretario confederale Cisl.
“Come Uil, riteniamo sia imprescindibile l’elaborazione di un nuovo testo unico che riordini in maniera organica la disciplina del settore. Pur riconoscendo l’importanza di migliorare la chiarezza normativa e il quadro regolatorio, si evidenzia come l’avanzamento di singole disposizioni o fattispecie rispetto a una riforma complessiva debba essere sorretto da comprovate esigenze d’urgenza. In caso contrario, si rischierebbe di acuire la frammentazione e la complessità che già connotano il comparto dell’urbanistica e dell’edilizia”, ha poi affermato Antonio Ceglia della Uil. “Sebbene quindi il provvedimento in esame non possa essere tecnicamente qualificato come un condono edilizio, desta profonda preoccupazione che da misura temporanea in attesa di una riforma organica della norma si possa trasformare in proposta di legge in regime permanente”, ha proseguito.
con le posizioni di alcuni colleghi sulla sostanziale inutilità delle previsioni di un’interpretazione autentica. Nel caso in cui ci troviamo, il Comune di Milano ha utilizzato una normativa di progressiva stortura della nozione di ristrutturazione edilizia fino al punto di consentire grosse operazioni con la sola procedura di Scia”. “Il Comune – ha sottolineato- non poteva però ignorare che rimane il vincolo alla previa approvazione di piani urbanistici attuativi, per cui non siamo in presenza di un’interpretazione autentica ma di una modifica sostanziale alla disciplina vigente che ha il difetto di estendere una prassi applicativa che deve essere considerata illegittima, attuata dal Comune, consentendo la sua applicazione generalizzata su tutto il territorio nazionale. Interventi di questo tipo hanno un effetto deleterio, perché appaiono delle semplificazioni ma in realtà non fanno che complicare lo stato di grave insufficienza e incapacità amministrativa dei comuni italiani”.
“In caso di interventi di rigenerazione urbana, dopo l’approvazione di questo ddl, ci ritroveremmo con Comuni che hanno subito negli anni forti tagli di personale e che devono affrontare progetti di rigenerazione urbana senza avere a disposizione la capacità progettuale e di valutazione adeguate”, ha sottolineato. Per questo, ha chiarito Merloni, “la priorità è consentire ai Comuni di dotarsi di una adeguata competenza tecnico-amministrativa, puntando a fare di essi dei veri soggetti capaci di gestire il proprio territorio e le proprie città”. il professor Alberto Roccella ha rilevato che “per tutte e tre le disposizioni di interpretazione autentica” presenti nel ddl “non sono emerse ragionevoli giustificazioni nell’esigenza di tutelare principi, diritti e beni costituzionali, con la conseguenza che risulta inverato quest’elemento sintomatico dell’utilizzo distorto del potere legislativo”. “Inoltre, tutte e tre le disposizioni interpretative incidono su giudizi in corso e quindi inducono un controllo di costituzionalità ancora più stringente”, ha proseguito.
Adr partner ufficiale del Giubileo, nuovi servizi e collegamenti per i pellegrini in arrivo
Aeroporti di Roma, società del Gruppo Mundys, è partner ufficiale del Giubileo 2025, evento globale che, fino al 6 gennaio 2026, consentirà di accogliere a Roma e in Italia milioni di pellegrini con un ricco calendario di appuntamenti e iniziative. Grazie alla partnership sottoscritta con il Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le Questioni fondamentali dell’Evangelizzazione nel mondo della Santa Sede guidato da.Monsignor Rino Fisichella, ADR è infatti presente con i propri principali servizi sulla Carta del Pellegrino, la tessera digitale e gratuita riservata ai pellegrini di tutto il mondo, disponibile sulla app ufficiale Iubilaeum25. Tra le opportunità offerte da ADR ai detentori della Carta, figurano i voli a tariffe convenienti, con opzione di stop-over nella Capitale, prenotabili sulla piattaforma FlyandVisitRome.com; il servizio gratuito “Q-Pass” per prenotare il proprio appuntamento ai controlli di sicurezza; l’accesso ad “Airport in The City” che, alla stazione di Roma Termini, consente, a tariffe scontate, per i voli ITA Airways, il check-in gratuito e il trasporto bagagli oltre, dallo scorso dicembre, ad un servizio di deposito bagagli per tutte le compagnie aeree. Sono inclusi, inoltre, sconti presso il Duty Free Aelia Lagardere, oltre all’opportunità di usufruire dei servizi “Personal Shopper”, per avere tutte le informazioni sullo shopping all’interno dello scalo, e “Book A Table” per prenotare in anticipo il proprio tavolo in uno dei ristoranti all’interno del “Leonardo da Vinci”.
Per tutto il corso dell’anno Giubilare, inoltre, un desk informativo, presidiato dai volontari del Dicastero per l’Evangelizzazione, sarà presente e a disposizione dei pellegrini presso la zona Arrivi del Terminal 1 dell’aeroporto a 5-Stelle di Fiumicino, premiato, nell’ultimo anno, come miglior scalo europeo per la settima volta consecutiva. Inoltre, nel corso del 2024, grazie all’impegno di Ferrovie dello Stato e Regione Lazio, è stata offerta a tutti i passeggeri in arrivo al “Leonardo da Vinci” la possibilità di essere ben collegati con la Capitale anche di notte, con il potenziamento, con due corse aggiuntive, del treno “Leonardo Express”, che connette lo scalo con la Stazione di Roma Termini. Sulla stessa tratta, inoltre, sono già operativi 128 convogli ogni giorno, che si aggiungono ai Frecciarossa diretti (3 collegamenti in partenza e 3 collegamenti in arrivo), da/per Napoli, Firenze, Bologna, Ferrara, Padova e Venezia. Per rafforzare l’integrazione con il territorio dell’aeroporto di Fiumicino, ADR ha inoltre inaugurato, lo scorso mercoledì 15 gennaio, “Pedalaria”, la nuova ciclovia, lunga 3.5 chilometri, che collega lo scalo alla cittadina aeroportuale. Questa nuova infrastruttura, parte delle opere previste dal “DPCM Giubileo 2025”, è stata autofinanziata da ADR con un investimento pari a 1.8 milioni di euro e realizzata nelle tempistiche previste. Potrà essere utilizzata, oltre che dai lavoratori e dalla comunità aeroportuale, anche dai pellegrini che vorranno esplorare le bellezze culturali e paesaggistiche del territorio intorno allo scalo.
“Siamo onorati di annunciare la nostra collaborazione con il Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede. In qualità di partner del Giubileo 2025, Aeroporti di Roma è impegnata per offrire ai pellegrini in arrivo nella Capitale una accoglienza sempre più di qualità e servizi con elevati livelli di comfort e di efficienza, puntando su sicurezza, innovazione, inclusione e sostenibilità. Grazie al lavoro portato avanti in questi ultimi anni siamo sicuri che il “Leonardo da Vinci”, primo punto di contatto con Roma, si confermerà il miglior biglietto da visita per chi arriva nel nostro Paese”, ha sottolineato il Presidente di Aeroporti di Roma, Vincenzo Nunziata. “Siamo grati ad Aeroporti di Roma per la disponibilità con cui si sono messi a servizio di questo grande evento. L’attenzione e la cura che hanno mostrato nel voler accogliere tutti i pellegrini che arriveranno a Roma in aereo sono sintomo di una professionalità che sono certo sarà apprezzata da tutti coloro che verranno in pellegrinaggio per il Giubileo”, ha commentato il Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Mons. Rino Fisichella.
Diga foranea di Genova, completata la posa del settimo cassone
Circa 450 persone, di cui 150 all’opera direttamente in mare aperto, sono al lavoro su piu’ fronti per la realizzazione della nuova diga foranea di Genova, per cui e’ stata completata la posa del settimo cassone. Il progetto, infrastruttura chiave per il futuro del porto della citta’ ligure, e’ realizzato dal consorzio PerGenova Breakwater guidato da Webuild per conto dell’Autorita’ di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale. Inoltre proseguono le attivita’ di consolidamento dei fondali con la realizzazione ad oggi di oltre 19.200 colonne di ghiaia sommerse, fondamentali per la stabilita’ della futura diga.
Il gruppo Fs nella top 10 dei brand più inclusivi d’Italia
Il Gruppo FS è tra i 10 brand più inclusivi in Italia, per il secondo anno consecutivo, grazie al progetto di accessibilità dei servizi in vendita e assistenza per le persone sorde, l’iniziativa sperimentale, gratuita, di video-interpretariato in lingua dei segni italiana (LIS), avviata nel 2024 con Trenitalia. L’azienda, anche quest’anno, è presente nella Top 10 Best Initiatives del Diversity Brand Index, unica ricerca italiana volta a misurare la capacità delle marche di sviluppare con efficacia, a livello B2C, una cultura orientata alla DEIA (Diversity, Equity, Inclusion & Accessibility); le dieci iniziative, valutate dal Comitato Scientifico e dal Security Check Committee e selezionate per la loro capacità di lavorare concretamente sulla DEIA, impattando anche sulla percezione di consumatrici e consumatori, verranno illustrate giovedì 20 febbraio, a Milano, durante l’ottava edizione del “Diversity Brand Summit – Iniziative che cambiano il mondo”. “Il Gruppo FS continua ad agire per costruire una infrastruttura sociale ampia, inclusiva, vicina alle persone. Questo progetto rappresenta un ulteriore passo in avanti nel nostro percorso verso servizi sempre più accessibili”, ha dichiarato Gian Luca Orefice, Chief Human Resources Officer del Gruppo FS Italiane. “Il video-interpretariato in lingua dei segni italiana è una soluzione che integra innovazione, inclusione e performance, che ci permette di migliorare l’accessibilità per le persone sorde e per tutti coloro che utilizzano la LIS. Crediamo che la DE&I sia una competenza professionale di ruolo che deve accompagnare il nostro business nella creazione di servizi sempre più vicini alle esigenze diversificate e plurali dei nostri clienti”.
Il progetto, nato con l’obiettivo di migliorare l’esperienza di viaggio e semplificare la comunicazione della clientela sorda segnante, una comunità composta nella sua totalità da circa 40.000 persone e diffusa su tutto il territorio nazionale, è disponibile nelle principali stazioni d’Italia – Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Genova Piazza Principe, Milano Centrale, Napoli Centrale e Roma Termini – e verrà ampliato ulteriormente nel corso del 2025 su scala nazionale, a cominciare dalle biglietterie dell’Alta Velocità. Grazie a questa iniziativa, le persone sorde segnanti possono attivare, in circa 30 secondi, un servizio di video-interpretariato LIS, che consente loro di comunicare senza difficoltà con il personale di Trenitalia per richieste di assistenza, informazioni sui servizi e ulteriori eventuali necessità legate al viaggio. Il progetto, nel suo primo anno di sperimentazione, ha ottenuto un alto tasso di gradimento: il 100% dei clienti sordi che hanno utilizzato il servizio ha espresso una soddisfazione elevata, un risultato ottenuto grazie ai ridotti tempi di attesa e agli elevati standard di qualità offerti. Inoltre, per garantire un utilizzo efficace del servizio e standard di accessibilità elevati, il personale di Trenitalia, circa 450 persone provenienti dai business Alta Velocità, Intercity e Regionale, è stato formato per rispondere alle esigenze specifiche dei clienti sordi. Il progetto di accessibilità dei servizi di vendita e assistenza per le persone sorde si inserisce in un piano più ampio del Gruppo FS, volto a rendere i propri servizi più inclusivi e rispondenti alle esigenze di una clientela diversificata, rendendo sempre più concreto il proprio impegno nei confronti di tutte le persone, dentro e fuori l’azienda.
Congiuntura Confcommercio: manca spinta ai consumi, crescita 2025 da zero
L’inizio del 2025 conferma le caratteristiche di disfunzionamento dell’economia italiana: ai robusti presupposti per una crescita dei consumi, favoriti anche dall’occupazione elevata, dai redditi reali crescenti e da un’inflazione sotto controllo, non corrisponde un coerente sviluppo della spesa delle famiglie. È vero che da novembre scorso il tendenziale dei consumi, misurato nella metrica dell’ICC, è positivo e si conferma con un +0,3% a gennaio rispetto a gennaio 2024, ma l’evoluzione è stentata e permane al di sotto del suo potenziale. E’ il quadro che tratteggia la Congiuntura di Confcommercio. Anche in considerazione del nebuloso scenario internazionale, che certo non sostiene la propensione agli investimenti da parte delle aziende, un nuovo orientamento verso l’espansione della domanda interna sarebbe auspicabile. Una spiegazione del freno alla spesa deriverebbe dall’effetto «percezione» che i consumatori avrebbero dell’effettiva dinamica dei propri redditi. È presumibile che le scorie psicologiche accumulate durante la recente fiammata inflazionistica, rendono le famiglie particolarmente caute nel valutare le proprie possibilità di spesa. Questa stessa interpretazione indica che con il passare del tempo, e in assenza di ulteriori shock avversi, si dovrebbe ripristinare il corretto funzionamento della catena che lega maggiori redditi a maggiori consumi. Che è alla base del moderato ottimismo di Confcommercio sulle prospettive dell’economia italiana nel 2025. Appare comunque difficile riconquistare il terreno perso in termini di prodotto lordo: il trascinamento nullo ereditato dal 2024 non sarebbe migliorato nel primo bimestre dell’anno. Il PIL secondo le nostre stime sarebbe rimasto fermo a gennaio e cresciuto dello 0,2% congiunturale a febbraio, comportando la necessità di un’accelerazione nel secondo quarto a +0,5% e una prosecuzione vivace nel secondo semestre solo per raggiungere una variazione del PIL a +0,7%. I numeri di quest’accelerazione sarebbero, tuttavia, fuori linea rispetto alle variazioni trimestrali registrate nell’ultimo biennio.
L’auspicata crescita del 2025 va tutta costruita da zero, avverte Confcommercio. Se le spinte, come detto, devono provenire dai consumi, lo schema «più servizi meno beni» non sembra ancora generare un impulso sufficiente a sostenere l’attività produttiva nel complesso. Anche a gennaio, dai ricreativi a quelli turistici, dai viaggi alle comunicazioni, il mondo dei servizi appare tonico, al contrario di quello dei manufatti, dai durevoli per la casa alle automobili. La stessa informazione si ricava da altri insiemi di dati. Alle perduranti fragilità della produzione industriale, si oppone il nuovo record delle presenze turistiche nel 2024, quasi a 460 milioni di notti, tendenza che dovrebbe rafforzarsi, almeno moderatamente, nell’anno in corso. Si vive nell’ambito di equilibri incerti, caratterizzati da un ritorno agli «zero virgola» tanto dei consumi quanto del PIL. Nel frattempo, a febbraio l’inflazione dovrebbe avere raggiunto il 2%, per l’operare congiunto di incrementi sui costi dell’energia, di modificazione alle accise sui tabacchi, di qualche aggiustamento sugli alimentari. Pure non destando eccessive preoccupazioni e, comunque all’interno dei target istituzionali, queste oscillazioni sui prezzi al consumo sono in grado di rallentare il ritorno dei consumi a migliori dinamiche in linea con le favorevoli determinanti di fondo.
Calderone: “per il Fondo nuove competenze 3 partecipazione senza precedenti”
Oltre 11mila istanze singole, più di 100 i sistemi formativi e 110 le filiere che hanno presentato domanda di accesso al Fondo Nuove Competenze in una sola settimana di apertura della piattaforma informatica. “Abbiamo avuto una partecipazione senza precedenti – afferma il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone – Il successo di questa misura è una buona notizia per il
nostro paese e conferma la collaborazione tra istituzioni e imprese: l’aggiornamento professionale, la formazione continua, la sostenibilità del lavoro, sono le direttrici della nostra strategia come ministero e come governo. Il lavoro cambia, cambierà sempre di più e il governo vuole essere accanto a lavoratori e imprese per affrontare le nuove sfide della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale e della sostenibilità”. Il “Fondo Nuove Competenze 3 – competenze per le innovazioni” punta ad accompagnare i processi di transizione digitale ed ecologica dei datori di lavoro e favorire la nuova occupazione attraverso l’accrescimento delle competenze di lavoratrici e lavoratori. Co-finanziato dall’Unione europea, è possibile presentare le domande nel periodo tra il 10 febbraio e il 10 aprile attraverso la piattaforma MyAnpal. La dotazione finanziaria del Fondo nuove competenze 3 ammonta complessivamente a 731 milioni di euro, integrabili con altre fonti di finanziamento. A disposizione degli interessati una serie di materiali di supporto disponibili sul portale del Programma Nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027
Confcooperative: “investiamo 1,9 miliardi nel green, pronti a fare ancora di più”
«Le cooperative hanno investito 1,9 miliardi di euro in iniziative legate alla sostenibilità, segnando un incremento del 26,6% rispetto all’anno precedente». Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, sottolinea che «le cooperative sono pronte a fare ancora di più, ma evidenzia anche come la spesa burocratica e normativa freni ulteriormente gli investimenti green, con oltre 360 milioni di euro destinati a questi oneri. Un’impresa su due, infatti, richiede un forte intervento delle istituzioni per facilitare gli investimenti in sostenibilità». Gardini ne parla in occasione della Giornata del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili. Confcooperative conferma il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale e ha aderito anche quest’anno a “M’illumino di meno 2025”, l’iniziativa promossa da “Caterpillar” Radio2 che nell’edizione in corso apre un focus sul riutilizzo degli scarti tessili del fast fashion. Settore, questo, che vede il protagonismo delle cooperative sociali che con la loro esperienza trentennale, si stanno confermando come attori essenziali non solo per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti tessili, ma anche per favorire l’inclusione lavorativa e sociale, creando nuove opportunità in un settore ad alto potenziale. La filiera del riuso dei tessuti, infatti, si configura come una delle soluzioni più promettenti per rispondere alle sfide ambientali e occupazionali del nostro Paese.
Un aspetto particolarmente significativo è il contributo delle cooperative sociali nella gestione dei rifiuti tessili. In particolare la rete di 40 cooperative sociali, di Confcooperative Federsolidarietà, che operano in 11 regioni, raccolgono oltre un terzo delle 170 mila tonnellate di rifiuti tessili generati annualmente in Italia. Si tratta di più di 57.000 tonnellate di capi, raccolti tramite più di 10.000 cassonetti distribuiti sul territorio. Questa filiera non solo genera un fatturato di oltre 200 milioni di euro, ma impiega circa 6.000 persone, di cui 1.500 sono lavoratori fragili, contribuendo così a percorsi di inclusione sociale e a una maggiore giustizia economica. Ma c’è di più: secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), ogni anno in Italia circa 630.000 tonnellate di rifiuti tessili finiscono nel ciclo di smaltimento indifferenziato, finendo in discarica o inceneritori. «Questo rappresenta un enorme spreco di risorse, ma anche una grande opportunità in termini di impatti economici e sociali. Infatti – precisa Stefano Granata, presidente Confcooperative Federsolidarietà – ogni impresa che opera nel settore del recupero tessile crea tra 20 e 35 posti di lavoro per ogni 1.000 tonnellate di prodotti raccolti per il riutilizzo. Questo significa che l’intera filiera del riuso dei tessuti, se adeguatamente incentivata, potrebbe generare altri 50.000 nuovi posti di lavoro, con potenzialità di inclusione – conclude Granata – per altre 15.000 persone fragili».
FIbreconnect: intesa con Retelit per la digitalizzazione delle aziende in Emilia Romagna
FibreConnect, operatore indipendente specializzato in connessioni affidabili per aziende in tutta Italia, e Retelit, leader in Italia nel settore delle telecomunicazioni focalizzato sul B2B, si alleano per dotare le aree industriali dell’Emilia-Romagna di una rete innovativa e tecnologicamente avanzata a banda larga, favorendo la digitalizzazione delle imprese presenti nel territorio. Grazie all’accordo le aree Industriali e artigianali dell’Emilia-Romagna nelle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, possono usufruire di servizi di connettivita’ avanzata, abilitanti per le nuove tecnologie di industria 5.0, logistica IoT e Intelligenza artificiale, soluzioni avanzate di cybersecurity e di customer service personalizzate.
Vincolo paesaggistico, Cni in audizione al Senato: “Definire bene le aree”
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha partecipato oggi [ieri, ndr] all’audizione informale dinanzi all’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari dell’8a Commissione (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge n. 1003, relativo al vincolo paesaggistico per i comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti, che propone modifiche all’articolo 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. In rappresentanza del CNI ha partecipato il Consigliere Alberto Romagnoli, il cui intervento ha avuto soprattutto lo scopo di fare chiarezza su alcuni punti del testo. “La materia in discussione è molto importante per la nostra categoria e per il nostro Paese, sia perché è finalizzata a preservare il paesaggio, sia perché vede molti soggetti coinvolti, siano essi professionisti o tecnici in organico nelle varie pubbliche amministrazioni (comuni, regioni, Ministero) in molti casi ingegneri iscritti al nostro sistema ordinistico”. Così ha esordito Romagnoli nel suo intervento. In seguito ha ricordato come il comma 1 dell’art.142 del Codice indichi i beni tutelati, mentre il comma 2 si sofferma su ciò che è esentato da vincolo. La modifica proposta nel ddl in oggetto mira ad ampliare queste esenzioni, nella fattispecie estendendone l’attuazione ai comuni con meno di 10mila abitanti, relativamente alle “aree inserite negli strumenti urbanistici”, superando l’attuale limite normativo che impone il vincolo anche in assenza di un Piano Pluriennale di Attuazione (PPA). Romagnoli ha sottolineato come occorra ben definire e delineare esattamente quali siano queste aree, invitando dunque ad inserire una chiara esplicitazione, proprio per non incorrere ad ulteriori contenziosi. La materia, molto complessa e legata allo sviluppo del nostro Paese, necessita di una rinnovata visione ed un approccio organico al quale il Consiglio Nazionale degli Ingegneri manifesta fin d’ora la disponibilità a dare sempre il proprio contributo.
Maria Cristina Carlini