L'allarme al convegno dell'Irfa

Il riciclaggio vale fino al 2% del Pil, nel MIRINO anche il Pnrr

Quello del riciclaggio di denaro sporco è un impressionante fenomeno in crescita. Inquina l’economia ed è un grave elemento distorsivo della concorrenza sul mercato. Tanto più insidioso quanto più sofisticati sono gli strumenti sui quali fa leva, come l’intelligenza artificiale e le crtiptovalute. I grandi flussi di denaro attraggono le organizzazioni criminali e, per questo, il Pnrr diventa polo di attrazione. E’ questo uno dei dati più preoccupanti emersi dal convegno dell’Irfa. Ne ha parlato con Diac Diario la presidente Eliana Morandi. Fondamentale è la condivisione dei dati a livello internazionale dove interviene la nuova normativa europea.

02 Feb 2025 di Maria Cristina Carlini

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Cresce sempre di più ed è sempre più pervasivo e ancora più sofisticato potendosi avvalere di mezzi innovativi come le criptovalute e l’intelligenza artificiale e grazie all’azione e preparazione di ‘direttori finanziari’, che decidono con competenza dove investire i capitali sporchi, ripulendoli o reimmettendoli in azioni criminose. Non conosce confini, anzi, tende sempre più a superarli e investe sia privati sia pubbliche amministrazioni. E’ il fenomeno del riciclaggio che, secondo i dati più aggiornati, si stima valga il 2,5% del Pil mondiale, l’1,3% di quello europeo e il 2% di quello italiano. Nel nostro Paese, in particolare, la criminalità è giunta anche in luoghi un tempo ritenuti “immuni” dall’illegalità, come il Triveneto. E ora sale anche la soglia di rischio perché l’attuazione degli investimenti del Pnrr rischia di essere contaminata da denaro sporco, visti gli ingenti fondi che circolano nel sistema degli appalti. E’ questo l’allarme che è risuonato forte nel corso del convegno “Antiriciclaggio: una missione comune. L’Europa e il nuovo Aml Package”, che si è svolto venerdì scorso, in Campidoglio a Roma, organizzato dall’Irfa, il nuovo istituto di ricerca e formazione antiriciclaggio, e che ha chiamato a raccolta autorevoli esponenti delle autorità di vigilanza, magistrati, accademici e professionisti.

I rischi per il Pnrr, Morandi (Irfa): “quando ci sono grandi quantità di denaro le consorterie mafiose vanno a nozze”

E’ una fase in cui l’allerta deve rimanere  alta sul versate del Pnrr, come ha sottolineato il presidente di sezione del Consiglio di Stato, Roberto Garofoli, a fronte “della particolare attenzione delle consorterie mafiose” ai fondi del piano e, a maggior ragione ora che siamo “al clou dell’attuazione degli interventi”. Un richiamo ripreso dalla presidente dell’Irfa, Eliana Morandi, parlando con Diac Diario. “Purtroppo, là dove ci sono grandi quantità di denaro, le consorterie mafiose vanno a nozze. I meccanismi con cui agiscono sono molto opachi,  utilizzano strutture societarie off shore molto difficili da tracciare nei loro risultati e poi, potendo investire somme illimitate di denaro per determinate operazioni, riescono a sbaragliare una concorrenza da parte di società che non hanno gli stessi mezzi. Riescono ad accentrare su di sè dei bandi che sottraggono in concorrenza sleale alle altre società che, invece, non hanno gli stessi strumenti. Il monitoraggio è poi abbastanza difficile e va anche a rilento perché non si ha un controllo immediato, ma può procedere richiedere per il controllo più anni prima che si riescano a seguire questi transiti di denaro. E’ un po’ – ha spiegato – come  l’evasione fiscale attuata attraverso fatturazioni false o cessioni di crediti iva false: il vigilante, cioè la Guardia di Finanza, riesce   a vederne la falsità e il danno solo uno o due anni dopo che il reato è stato commesso. Quindi, stesse sono le difficoltà per il Pnrr svolgendosi, questo, su più esercizi”.

C’è un fronte sul quale c’è molto da lavorare e riguarda il ruolo della Pubblica Amministrazione, richiamato anche da Garofoli per il quale c’è un fattore di “debolezza” dal momento che la Pa “è chiamata a organizzare presidi di prevenzione”. “In questo momento le pubbliche amministrazioni che gestiscono gli appalti  – ha osservato la presidente di  Irfa- non hanno forse ancora l’adeguata formazione, l’adeguata strumentazione per poter intervenire a percepire il rischio nelle singole operazioni nei singoli bandi. E’ un settore certamente da sviluppare parecchio in fretta, perché è un’attività in cui sono in ballo sempre somme molto elevate”.

“Le criptovalute rendono irrintracciabile l’origine e la destinazione dei fondi anche se i passaggi sono rintracciabili sulla blockchain”

“Il recentissimo studio dell’Uif pubblicato a gennaio stima il riciclaggio in Italia, lo scorso anno, pari a 1,5-2 punti del Pil, che corrispondo a una quindicina di miliardi. Purtroppo – ha sottolineato Morandi  –  uno degli strumenti che facilitano di più lo sviluppo e ’l’attività dei riciclanti, dei criminali – perché questo sono – sono proprio le criptovalute perché rendono irrintracciabile l’origine e la destinazione dei fondi. Quindi, ci sono movimenti di fondi enormi di cui non si riesce a seguire né l’origine né la destinazione. Anche se tutti i passaggi sono rintracciabili sulla blockchain, non ci dice però chi li ha messi e chi li riceve. È un pericolo molto grave, servono strumenti tecnologicamente molto  avanzati per farvi fronte”. Nel suo intervento al convegno, Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia, si è soffermato proprio su questo aspetto come le organizzazioni criminali utilizzino per i loro scopi le cripto-valute, di cui, tramite la blockchain, si può tracciare il percorso, ma non si individuano emittente e ricevente, che rimangono molto spesso anonimi.

“Rischi dall’IA perché consente la manipolazione abusiva dei dati. Ma è anche valido supporto nella lotta al riciclaggio”

Un ulteriore problema da affrontare è rappresentato dalla tecnologia. L’intelligenza artificiale può agire come amplificatore di frodi. Purtroppo, la mancanza di una giurisprudenza omogenea e lineare, la frammentazione dei dati e i costi operativi differenti necessari per sostenere vari sistemi finanziari contribuiscono frequentemente alla commissione di abusi in un contesto internazionale sempre più dominato dalla tecnologia. “Bisogna sempre fare attenzione, e il legislatore europeo la fa – ha avvertito Morandi –  al fatto che l’utilizzo di intelligenza artificiale consente anche tramite accessi abusivi incontrollati la manipolazione, l’utilizzazione abusiva dei dati a danno delle persone e delle società”. Di contro, tuttavia, l’intelligenza artificiale può anche fungere da valido supporto nella creazione di standard internazionali per l’analisi delle transazioni sospette e facilitare uno scambio rapido di informazioni tra le istituzioni competenti, come le UIF. “Dagli interventi del convegno emerge che solo una condivisione di valori, un approccio integrato tra vigilanti e vigilati, una tecnologia che sia antropocentrica, possono essere gli elemento fondanti della lotta al riciclaggio”, ha detto Morandi. Fondamentale è la condivisione dei dati; “è così che noi possiamo mettere insieme l’intero quadro. E’ come un puzzle: se si ha solo una tesserina, non si riesce a capire qual è il disegno, quindi la condivisione di dati tra vigilanti vigilati si pone nell’ottica di un orientamento europeo dell’information sharing”.

Il convegno di venerdì scorso è stato il primo appuntamento organizzato dall’Irfa, istituto nato da poco dall’esperienza di un gruppo di notai.  “Ci rendiamo conto della necessità di un’evoluzione culturale da parte nostra. I vigilati hanno un gap culturale rispetto ai vigilanti,  perché noi non avendo scelto come professione di fare la lotta riciclaggio non abbiamo nel nostro bagaglio culturale originario questa questa preparazione, questi strumenti. Pertanto, sentiamo fortissima la necessità di evolvere culturalmente per poter affrontare, appunto, fenomeni di riciclaggio che sono sempre più fluidi e difficili da intercettare, quindi tanto più difficili per noi che non siamo culturalmente abituati a guardare sotto un certo profilo di potenziale rischio certe operazioni che sembrano ordinarie perché i riciclanti criminali sono veramente abili nel nascondere le proprie tracce”.

“La normativa antiriciclaggio – ha rimarcato la presidente di Irfa – è una normativa ostica, complessa, difficile da applicare e se non è comprese, diventa adempimento burocratico, costoso, complesso, percepito come inutile. vioceversa, se teniamo presente i valori che la normativa antiriciclaggio potregge , la stabiltà del mercato economico finanzirio che diventa anche stabilità sociale, la protezione del corretto funzionamento delle istituzioni, delle Pa perchè vanno difesa dalla corruzione che il riciclaggio può portare, questi sono valori fondamentali della nosctra società , Queste regole non sono adempimenti burocratici ma preservano questi valori”.

La nuova normativa europea

Per una efficace e incisiva lotta al riciclaggio a livello  internazionale si devono applicare processi comuni sulla decodificazione dei reati. Ed è qui che interviene la nuova normativa europea AML Package, il complesso sistema di regole che entro il 2027 porterà l’Europa a essere all’avanguardia verso lotta nei confronti di chi, colpendo i mercati finanziari, mina alla tenuta della democrazia. In questa guerra non esiste un punto di arrivo, ma un cammino costante.

Bruna Szego, Direttore Centrale Supervisione e Normativa Antiriciclaggio di Banca d’Italia e neonominata Presidente dell’AMLA (Autorità Europea per la Lotta al Riciclaggio e al Finanziamento del Terrorismo), ha approfondito il ruolo che questa nuova autorità avrà nel sistema europeo. L’AMLA con sede a Francoforte, sarà operativa dal 1° luglio 2025 e si propone di far convergere il frammentato quadro normativo europeo verso le migliori prassi. L’Autorità Europea per la Lotta al Riciclaggio e al Finanziamento del Terrorismo (AMLA) si appresta a esercitare un impatto significativo sui soggetti obbligati e sulle autorità nazionali.  Per i primi, l’AMLA si impegnerà a garantire una maggiore certezza normativa, creando un ambiente regolamentare più chiaro e prevedibile. Per le autorità nazionali, l’agenzia svolgerà un’importante funzione di vigilanza, assicurando che le normative vengano rispettate e applicate efficacemente. L’AMLA avrà un ruolo di regolatore, controllore, supervisore, di supporto e di coordinamento  delle FIU,  nonché dei diritti fondamentali, tutto molto velocemente, entro il 2028.

 

 

 

 

 

 

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