KLIMAHOUSE

Edilizia, Rete Irene: PREMIO alla sostituzione di un cappotto termico

Tra i casi presentati ieri alla fiera di Bolzano spicca quello di Zibido San Giacomo: un condominio che presentava numerosi errori di posa del cappotto originale. Premiati alla fiera di Bolzano 35 interventi di riqualificazione energetica nell’accordo con Casa Clima. In 200 cantieri attivati dal 2021 al 2023, oltre il 90% ha raggiunto classi più performanti per un salto medio di 5,09 classi (dalla G) e un efficientamento medio del 68,25%. Risparmi ottenuti per oltre 28mila kW annui, costi sopra i 265mila euro.

30 Gen 2025 di Mauro Giansante

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Il Superbonus è finito ma il ricordo di quanto realizzato nei tre anni di sua piena operatività è ancora ben presente. Nel bene e nel male. Ieri, alla fiera bolzanese Klimahouse, Casa Clima e Rete Irene hanno consegnato 35 certificati di eccellenza ad altrettanti interventi di riqualificazione energetica effettuati in ambiti condominiali e con permanenza di persone, eseguiti secondo corrette procedure e standard qualitativi elevati.

Dal 2021 al 2023, Rete Irene ha operato in 200 cantieri registrando in oltre il 90% dei casi il raggiungimento di classi più performanti per un salto medio di 5,09 classi (dalla G). Quanto ai risparmi ottenuti, invece, parliamo di oltre 28mila kW annui (28.153.160) e costi sopra i 265mila euro (265.528.923).

 

 

Tra i casi più interessanti di quelli premiati spicca quello di Zibido San Giacomo, a Milano, dove ad un condominio è stato apportato il ripristino e la sostituzione di un sistema a cappotto mal posato. In termini energetici, la struttura è passata dalla classe F a quella A1, garantendo così un risparmio energetico annuo di 448.235 kWh. In termini percentuali, l’efficientamento raggiunto è stato pari al 64,51%.

 

 

Come racconta la scheda dell’intervento, il cantiere è stato aperto per quasi due anni, interessando 60 unità immobiliari e coibentando 3312mq di involucro. Le sostituzioni dell’impianto termo-autonomo hanno riguardato 59 generatori, quelle dei serramenti sono state 55.

Un intervento, quello del condominio di Zibido San Giacomo (costruito a cavallo della fine degli anni ’90 ed i primi 2000), che partiva da un isolamento a cappotto dello spessore 5 cm. Gli errori della copertura, però, riguardavano il posizionamento sulla muratura senza un intonaco di fondo, senza uno strato regolarizzatore e senza l’uso dei tasselli. Come spiega l’analisi di Rete Irene, la rete di armatura era stata posta direttamente a contatto con il pannello esterno senza quella resistenza necessaria al sistema a cappotto; inoltre, non c’è stata nessuna accortezza in corrispondenza del raccordo con i serramenti, punti dove si sono creati discontinuità e la creazione di ponti termici. E anche la posizione dei pannelli era scorretta, senza sfalsatura. Come se non bastasse, tra la superficie muraria e il cappotto erano presenti delle camere d’aria di diversi centimetri, da qui un complessivo effetto anche estetico degli errori commessi (vedi foto).

 

 

Intanto, sempre ieri a Klimahouse, Gbc Italia (Green Building Council) e la stessa Casa Clima hanno firmato un documento per definire le strategie sull’edilizia sostenibile. “Questa collaborazione è pensata per essere estesa nel tempo anche ad altri Enti e Istituzioni del settore, creando una rete di sinergie e scambi di conoscenze per rafforzare ulteriormente l’impegno collettivo verso la transizione ecologica in edilizia”, hanno detto le due società. “La Direttiva Case Green – ha confermato il Dg Ulrich Santa – impone obiettivi importanti e una collaborazione fattiva tra tutti gli attori della filiera. Il passaggio allo zero emission building per le nuove costruzioni e un impegno ancora più sfidante per decarbonizzare il patrimonio costruito richiedono strumenti chiari e applicabili e un supporto finanziario efficace e economicamente sostenibile per realizzare nei prossimi anni gli interventi necessari al raggiungimento di questi obiettivi”.

Rete Irene, nelle proposte di riordino degli incentivi, chiede di passare a un modello pluri-obiettivo che comporti miglioramenti aggiuntivi e surplus a parità di costo. Il nuovo incentivo a più livelli dovrebbe essere così strutturato: 3 intensità incentivanti, a partire da un’aliquota del 70%, proporzionali al numero di ambiti di intervento coinvolti. Secondo Rete Irene, sono due i benefici più diretti che ne conseguirebbero: da un lato edifici che determinano una percentuale di riduzione del fabbisogno energetico congruente rispetto all’investimento compiuto. Dall’altro, un innalzamento della soglia di ingresso delle imprese realizzatrici in modo da consentire di operare solo alle aziende e agli operatori di provata specializzazione pluriennale.

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