Accordo sulla parte economica del Ccnl

Contratto edili, aumenti da 180 euro mensili. Si rafforza il sistema delle relazioni industriali

Per oltre 1 milione di lavoratori è stato raggiunto l’accordo sulla parte economica: sono previsti aumenti medi mensili di 180 euro al primo livello, di 210 al secondo, e un recupero inflattivo dell’11%. Dopo una trattativa a tempo di record, è arrivata l’accelerazione nell’incontro di martedì. L’intesa è subordinata alla firma della parte normativa e l’impegno è quello di concludere entro il 28 febbraio. Per parti sociali, l’accordo è la conferma del valore del sistema delle relazioni sindacali del settore attraverso la casse edili.

29 Gen 2025 di Maria Cristina Carlini

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Contratto edili, aumenti da 180 euro mensili. Si rafforza il sistema delle relazioni industriali

Operai edili

Primo, importante traguardo nella trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’industria e cooperative dell’edilizia. La maratona negoziale tra le parti sociali – Ance, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Produzione e Lavoro, FenealUil, Filca- Cisl e Fillea-Cgil –  cominciata nel pomeriggio di martedì e terminata in nottata ha portato all’accordo sulla parte salariale del contratto che interessa oltre un milione di addetti. L’intesa  prevede un aumento salariale al primo livello pari a 180 euro, diviso in tre tranche: 80 euro dal 1° febbraio e altre due tranche da 50 euro ciascuna dal 1° marzo 2026 e dal 1° marzo 2027, con un recupero inflattivo dell’11% con aumenti sui minimi del 18%. L’aumento medio mensile di secondo livello, cioè per gli operai qualificati,  è di 210 euro. Il contratto scadrà il 30 giugno 2028.

E’ stata una trattativa breve, si può dire a tempo di record, considerando le tempistiche dei rinnovi contrattuali della categoria, mediamente sui 18 mesi (ma sempre entro le scadenze) e soprattutto rispetto ai rinnovi di altri settori: il confronto è partito soltanto sette mesi fa, dopo il varo della piattaforma unitaria. La chiusura della parte salariale è una prima fondamentale tappa in vista della chiusura dell’intero contratto. Ora si apre, infatti, il confronto sulla parte normativa. Aziende e sindacati si sono dati un mese di tempo per chiudere anche questa parte. L’intesa salariale è subordinata alla firma di tutti i testi, entro il 28 febbraio 2025.

Nel secondo round, la trattativa si presenta impegnativa e  dovrà affrontare ora una serie di temi relativi agli accordi su catalogo formativo nazionale, sorveglianza sanitaria, istanze del settore, premialità, denuncia unica edile ed F24 con lavori della Commissione entro sei mesi, trasferta nazionale, lavoro straordinario, non sovrapponibilità dei cicli contrattuali, prevedi e commissione classificazione. Di notevole interesse sarà la definizione della denuncia unica, trasferta ed F24: elementi dirimenti sia in termini di semplificazione, che di ulteriore contrasto al lavoro irregolare. Punti che richiederanno una particolare riflessione su questioni aperte da tempo: l’obiettivo è quello di presentare un’unica denuncia delle ore lavorate all’Inps e alle casse edili, che presentano, spiegano i sindacati, numeri discordanti. Pertanto, una volta superate le difficoltà procedurali, la denuncia unica diventa un importante strumento di regolarità contributiva che si affianca al Durc.

Ma c’è un punto che le parti sociali tengono a evidenziare: la solidità del sistema di relazioni industriali del settore. E lo fanno con un comunicato congiunto: “si conferma con questo accordo il valore importante delle relazioni industriali del settore. Ancora una volta le parti sociali scelgono la strada della regolarità e legalità attraverso lo strumento delle casse edili”, dichiarano le sigle datoriali e sindacali. Più volte, in questi mesi, sia da parte sindacale che aziendale è stato riaffermato il ruolo delle casse edile respingendo gli attacchi e i tentativi di smantellando denunciati. Quindi, “con questa firma – spiegano Feneal, Filca e Fillea – siamo riusciti ad assicurare un aumento salariale davvero significativo agli addetti del settore, che consenta loro di tutelare e rafforzare il potere di acquisto”.

Nelle dichiarazioni raccolte da Diac, due sono i punti che i sindacati sottolineano con forza: il primo, appunto, il recupero del potere d’acquisto e dell’inflazione e il secondo la tenuta e la solidità del sistema di relazioni industriali. “Il rinnovo della parte economica rappresenta una risposta grande e importante per un milione di lavoratori – e parliamo di operai, operai specializzati, dei 140 mila impiegati – per il recupero sui minimi salariali e il recupero dell’inflazione, tanto più in una fase intensa, come questa, con la realizzazione dei lavori del Pnrr”, rimarca, innanzitutto, il segretario generale della Fillea Cgil, Antonio Di Franco. “Non abbiamo mai chiuso un contratto in tempi così brevi”, fa poi osservare. “Questo è il frutto del nostro modello contrattuale e della tenuta del nostro sistema di relazioni industriali. Un sistema che, attraverso la bilateralità, costituisce un valore aggiunto. e che è un baluardo contro chi fa o prova a fare dumping e pensa, come Conflavoro, di poter fare a meno delle casse edili, presidi di regolarità e legalità, che tengono saldamente dal 1919”. In questa ottica, Di Franco guarda ora alla seconda fase della trattativa: “ora puntiamo sulla denuncia unica, uno strumento di maggiore semplificazione per evitare squilibri sulle ore denunciate. Vogliamo rendere il sistema ancora più trasparente e vogliamo favorire sempre di più il fenomeno dell’emersione dal nero”. Dalla Cgil arriva il commento del segretario generale, Maurizio Landini:

 “In attesa di concludere l’insieme dell’accordo entro il mese di febbraio, molto bene l’intesa raggiunta sulla parte salariale del contratto nazionale degli edili. 210 euro al secondo livello, erogati dal 1° febbraio 2025 al 1° marzo 2027, garantiscono un aumento salariale del 18% sui minimi come recupero dell’inflazione e potenziamento del potere di acquisto dei salari”, afferma.  “I contratti che si sono chiusi in questi mesi in diversi settori e le trattative aperte – sottolinea – sono la conferma del valore del CCNL, che va rafforzato e sostenuto nella sua funzione redistributiva e di qualità delle relazioni industriali”.

“Il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori edili rappresenta una risposta importante sul fronte del salario, ma  – sottolinea il segretario generale della Feneal Uil Vito Panzarella – anche una risposta efficace contro chi sostiene che la bilateralità edile rappresenti solo un costo per il sistema delle imprese. Infatti, con il rinnovo, si riduce il costo a carico delle imprese sulla bilateralità, si semplifica la vita alle imprese sul sistema della trasferta e, grazie alla nuova denuncia unica, si rafforza lo sforzo per un settore più trasparente e regolare”.

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