AUDIZIONE ANCE SUL DL EMERGENZE

Brancaccio: incombono sulle opere Pnrr l’esclusione delle linee Av dagli aiuti per il caro materiali e le certificazioni lavori sul subappalto

21 Gen 2025 di G.Sa.

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Brancaccio: incombono sulle opere Pnrr l’esclusione delle linee Av dagli aiuti per il caro materiali e le certificazioni lavori sul subappalto

Ci sono due emergenze che impattano direttamente, e in maniera pesante e immediata, sulla “completa realizzazione degli investimenti previsti dal Pnrr”. Sono le stesse su cui l’Ance batte da una quindicina di giorni e che ieri la presidente Federica Brancaccio ha ribadito nel corso dell’audizione alla Camera sul decreto emergenze e Pnrr: la prima è la norma del correttivo del codice appalti che, in caso di subappalto, consente, ai fini della qualificazione, la certificazione dei lavori eseguiti soltanto ai subappaltatori e non anche all’appaltatore; la seconda è l’esclusione dei general contractor dal rifinanziamento delle compensazioni per il caro materiali che poi in concreto significa l’esclusione del Terzo Valico dei Giovi e delle linee AV Brescia-Verona e Verona-Vicenza.

Le due norme possono portare a un rallentamento dei lavori del Pnrr proprio nella fase in cui andrebbero accelerati. E vale la pena di ricordare che, se il Terzo Valico non sarà certamente completato entro il 30 giugno 2026, la linea Brescia-Vicenza sarà probabilmente l’unica grande opera ferroviaria del Pnrr – se non ci saranno intoppi degli ultimi diciotto mesi – a essere completata nel rispetto della scadenza.

Quanto ai certificati esecuzione lavori (CEL) l’Ance sostiene che “la norma appare in contrasto con le regole europee e rappresenta un ostacolo indiretto alla possibilità di ricorrere a questo istituto che, invece, dovrebbe costituire un’utile modalità di coinvolgimento delle micro e piccole e medie imprese nel mercato”.

Per quanto riguarda più in generale il decreto emergenze e Pnrr, l’Ance ha sottolineato l’apprezzamento per il finanziamento di un piano straordinario di interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale di alcuni quartieri ad alta vulnerabilità sociale. “Il finanziamento di un piano straordinario triennale per circa 180 milioni di euro – ha detto Brancaccio – è un segnale molto positivo che può rappresentare il primo passo verso la necessaria adozione di un più ampio piano di rigenerazione urbana, che consenta la riqualificazione delle nostre periferie”.

Sullo stesso decreto è intervenuto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busìa, che si è soffermato, in particolare, su un vecchio cavallo di battaglia, i poteri derogatori affidati ai commissari. “Il ricorso alle deroghe deve essere facoltativo – ha detto – consentendo ai commissari di avvalersi anche della normativa ordinaria”. Busì ha ricordato che il decreto “prevede tre interventi commissariali, su degrado sociale e disagio giovanile, sugli impianti di desalinizzazione in Sicilia e sulla funivia di Savona. In tutti e tre i casi si prevede che il commissario operi in deroga alle disposizioni ordinarie, per ciascuno con regole parzialmente differenti e non sempre definite nei loro contenuti: per questo sarebbe innanzi tutto opportuno prevedere che tali deroghe non siano indicate come obbligo ma come facoltà, lasciando al commissario la possibilità di fare ricorso alle procedure ordinarie”.

In sostanza Anac suggerisce misure che consentano azioni più equilibrate: prevedere la deroga come facoltà e non come regola, introducendo un modello flessibile, in cui il Commissario sia libero di scegliere se avvalersi o meno della deroga; definire più puntualmente, in ogni caso, la portata della deroga, evitando l’eccessiva vaghezza delle formulazioni con cui sono definiti i poteri dei Commissari; escludere dalla deroga le norme sulla digitalizzazione dei contratti pubblici. “Ciò – ha detto ancora Busìa – in quanto la digitalizzazione non solo garantisce trasparenza, ma assicura anche la concorrenzialità del mercato, semplifica e accelera le procedure, dà impulso all’applicazione di metodologie avanzate e innovative, come il BIM e i cantieri digitali”.
Anche l’utilizzo della Banca dati di Anac per il tracciamento delle procedure e il monitoraggio dell’esecuzione dei contratti cosnetirebbe un maggior tasso di trasparenza. Infine il ricorso alla vigilanza collaborativa di Anac “consente non solo di prevenire i rischi di prevenire conflitti di interessi, frodi, infiltrazioni criminali, ma anche di accelerare le procedure e ridurre il contenzioso, superando il tanti casi la cosiddetta “paura della firma”

 

 

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