Il Governatore panetta

“L’economia cresce con investimenti produttivi, non con quelli in armi”

Non è la produzione di armamenti ad aumentare il potenziale di crescita di un Paese. Lo sono gli investimenti produttivi. Non a caso l’economista Keynes consigliava al presidente Roosvelt di concentrarsi sull’ammodernamento delle ferrovie. E’ questo uno dei messaggi che lancia Panetta in un intervento sul tema “Pace e prosperità in un mondo frammentato”. Senza pace, l’umanità non può prosperare né può farlo l’economia. Contrasto alle disuguaglianze, inclusione,  giustizia sociale, sostegno allo sviluppo: queste le leve per politiche economiche per la pace

16 Gen 2025 di Maria Cristina Carlini

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“La produzione di equipaggiamenti bellici non contribuisce ad aumentare il potenziale di crescita di un paese. Lo sviluppo deriva dagli investimenti produttivi, non dalle armi. Non a caso, negli anni trenta, John Maynard Keynes proponeva di incrementare massicciamente la spesa pubblica per investimenti come soluzione alla depressione economica negli Stati Uniti, suggerendo al presidente Roosevelt di concentrarsi su
“l’ammodernamento delle ferrovie””. E’ la cura per la crescita che rilancia il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Questa passaggio, contenuto nel suo intervento – il primo dell’anno –  all’incontro ‘Economia e pace:  un’alleanza possibile” tenuto, ieri a Bologna, alla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, tocca, un tema di strettissima attualità, quali quello di un cospicuo aumento delle spese per la Difesa, tornato al centro del dibattito nell’Europa Occidentale  e alimentato anche dal ritorno di Donald alla Casa Bianca, E, per una singolare coincidenza,  sembra toccare un tema tutto italiano sui problemi, di cui è piena la cronaca di questi giorni,  legati ai disservizi e guasti sulla rete ferroviaria. Una coincidenza, appunto. Ma di fronte al bivio tra spesa per le armi e investimenti nell’infrastruttura, il Governatore non sembra avere dubbi. Non solo: “è sbagliato – rincara la dose Panetta –  attribuire alla spesa militare il merito del progresso tecnologico. E’ la ricerca scientifica a stimolare l’innovazione. L’investimento militare può generare innovazione se impiegato nella ricerca. Ma non è necessario ricorrere alla guerra per questo scopo: le tecnologie sviluppate per scopi militari diventano progresso solo quando trovano poi impieghi civili”.

Il cuore dell’intervento di Panetta è incentrato sul tema pace e prosperità. “Senza pace, l’umanità  non può prosperare; né può  farlo l’economia”. “Nei paesi coinvolti in un conflitto, la guerra – evidenzia Panetta –  danneggia gravemente i fattori essenziali per la crescita. Le ostilità distruggono il capitale produttivo – infrastrutture, macchinari e materie prime. Causano vittime soprattutto tra le nuove generazioni e piegano alle esigenze belliche le opportunità di apprendimento e la formazione di una forza lavoro qualificata. Ciò riduce la disponibilità e la qualità del “capitale umano”. Inoltre, le guerre spesso erodono il capitale civico, indebolendo la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni”. Di contro, “la crescita economica, la prosperità e la pace sono invece strettamente connesse”, legate da “un vincolo profondo”, afferma Panetta. “La globalizzazione ha indubbiamente determinato una maggiore integrazione tra paesi e creato opportunità di progresso economico e sociale in molte regioni del mondo. Tuttavia, essa ha mostrato limiti evidenti. Le attuali tensioni commerciali e geopolitiche sono segnali di un sistema che non è riuscito a rispondere appieno alle aspettative e ai bisogni della popolazione mondiale. Ogni giorno, migliaia di persone continuano a
essere stroncate dalle privazioni e dalla violenza, spesso in conflitti fratricidi che sembrano senza fine. L’economia sembra essersi globalizzata senza una ‘coscienza globale'”.

Ci sono, secondo Panetta, politiche economiche per la pace. “La priorità deve essere preservare un’economia mondiale aperta agli scambi
internazionali” ma, tuttavia, avverte,”è necessario correggere gli squilibri emersi nel tempo al fine di evitare che le privazioni e le frustrazioni alimentino tensioni e conflitti”. Si tratta di agire su più fronti, a livello nazionale e internazionale: “Il primo intervento riguarda il contrasto alle disuguaglianze, sia nei paesi poveri sia in quelli avanzati. Ridurre i divari di reddito e di opportunità è fondamentale non solo per costruire una società più giusta ed equa, ma anche per garantire stabilità sociale. Inoltre, è un prerequisito per lo sviluppo: se una parte significativa
della popolazione è esclusa dalle opportunità economiche, l’intera economia ne risente”. Un ulteriore ambito di intervento è il rafforzamento dei sistemi di istruzione e formazione per interrompere il ciclo della povertà, per non lasciare indietro nessuno. Così come “va rafforzata la protezione sociale e garantire l’accesso a servizi sanitari efficienti”.

A livello internazionale,” una priorità è la gestione del debito estero dei paesi più poveri, che ha raggiunto i 1.100 miliardi di dollari. Oggi, come quarant’anni fa, è urgente riflettere sui meccanismi per alleviare l’onere di tale debito, che in molti paesi ostacola gli investimenti produttivi e frena lo sviluppo”, indica ancora Panetta. Altro fondamentale intervento, più volte ribadito da Panetta, “è l’adozione di politiche di sostegno allo sviluppo anche per contrastare la spinta che le condizioni di povertà estrema esercitano sui flussi migratori, rendendoli difficilmente controllabili; investire nella gestione di questi flussi, al fine di sostenere le economie dei paesi di origine dei migranti e di rispondere alle conseguenze del grave declino demografico nei paesi di destinazione; perseguire modelli di sviluppo sostenibili, che riducano le tensioni derivanti dall’accesso a risorse scarse, come acqua ed energia, spesso all’origine di conflitti”.

In sintesi, “è necessario rilanciare l’integrazione economica e la cooperazione internazionale, correggendone i difetti con politiche che promuovano uno sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di coniugare la crescita con il superamento della povertà, con la giustizia sociale,
con la difesa dell’ambiente”.

 

 

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