La riqualificazione del patrimonio immobiliare: dai DATI le politiche industriali per l’unico futuro possibile
La riqualificazione dell’ambiente costruito non può che essere uno dei temi cardine dell’agenda politica del nostro Paese, quale che sia il colore del governo.
Il 57% degli edifici risale a prima degli Anni ‘70, quelli di classe energetica F e G rappresentano il 63% del totale mentre in Germania arrivano al 45%, in Spagna al 25% e in Francia al 21%. È evidente tanto l’importanza quanto l’urgenza del tema, ed è chiaro soprattutto che un approccio tattico non produce nulla di buono come la storia e la cronaca insegnano.
Non per la competitività del sistema Paese, non per la qualità della vita delle persone, non per la sostenibilità nella sua accezione più densa di significato e strategica.
Giova inoltre sottolineare che gli immobili residenziali rappresentano circa il 55% della ricchezza complessiva delle famiglie Italiane, per un valore di 6 trilioni di euro su un totale di 11.
L’Europa ci chiede di tracciare un percorso per raggiungere un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 tramite la riduzione del consumo energetico, l’azzeramento delle emissioni, l’eliminazione delle caldaie alimentate a combustibili fossili e installazione di pannelli solari.
Prima ancora dell’Europa ce lo chiedono i nostri figli.
Amministro una società che ha riqualificato 645 condomini per oltre 25.000 unità abitative. Un’esperienza tosta e complessa ma allo stesso tempo straordinaria perché ci ha regalato il privilegio di mettere a sistema migliaia di operatori in ogni provincia italiana. Una filiera eterogenea che ha saputo trovare un minimo comun denominatore moltiplicando talenti, risorse e capacità operative.
Un’esperienza che ha prodotto, tra le altre, una mole di dati impressionante.
Dati mappati, codificati e analizzati dall’Ufficio Studi del Gruppo Gabetti e che costituiscono un patrimonio straordinario per chiunque voglia approcciare in modo rigoroso un tema che non può essere trattato al “bar sport”.
Il mio auspicio, che poi è il senso della nostra partecipazione a questa bellissima iniziativa editoriale, è che si possano promuovere e moltiplicare le occasioni di confronto e condivisione di esperienze, buone pratiche, dati attendibili e misurabili.
Indispensabili per chi fa impresa, per chi ha la responsabilità di divulgare contenuti e informazioni qualificate in questo contesto di mercato e in questo momento storico, infine per chi ha l’onere e l’onore di scrivere e far rispettare le regole del gioco.
Possiamo e dobbiamo fare molto di più e di meglio, insieme si può.

amministratore delegato Gabetti Lab