La giornata
Meloni: la Zes unica è partita bene, il 2025 DECISIVO per lo sviluppo del Sud
- Manovra: la Commissione Bilancio del Senato torna a riunirsi venerdì 27 dicembre
- Enel: perfezionata la vendita del 49,99% di Egpe Solar a Masdar per 850 milioni di euro
- Mit: chiusa la conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto
- Pichetto: “l’idroelettrico è un vettore irrinunciabile, impegnati per trovare soluzioni percorribili”
IN SINTESI
Tempo di primi bilanci per la Zes unica del Mezzogiorno. A tracciarlo è la premier Giorgia Meloni, che ieri ha presieduto la riunione della cabina di regia sulla Zona economica speciale, “iniziativa fortemente voluta da questo Governo per rafforzare il tessuto produttivo del Sud”, uno dei “tasselli” di una più ampia strategia di crescita che ora “sta dando i suoi frutti con il Sud che è diventato la “locomotiva d’Italia”. “Abbiamo voluto costruire una vasta area competitiva di attrazione degli investimenti, diversificata al proprio interno da una ricchezza di specializzazioni funzionali e produttive. È un sistema molto innovativo, che prevede semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali a chi intende investire nel Sud ed è sostenuto da una governance unitaria e coordinata, che permette di valorizzare le specificità territoriali e di massimizzare l’efficacia delle altre risorse a disposizione, PNRR e fondi di coesione in primis”, ha detto Meloni. “Il quadro di partenza è positivo. Possiamo dirci certamente soddisfatti, ma mi conoscete bene e sapete che non mi accontento mai. Possiamo fare sempre di più e sempre meglio. Il 2025 sarà un anno decisivo per consolidare il percorso di sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare il nostro lavoro in quegli ambiti dove è necessaria una nostra maggiore attenzione. Penso, ad esempio, all’estensione di quel ‘modello Caivano’ che abbiamo sperimentato con successo, e che intendiamo estendere a tutte le altre Caivano del Sud e d’Italia, come previsto dal decreto approvato oggi (ieri ndr) dal Consiglio dei ministri. Mi piacerebbe, per questo, mettere a sistema tutto il nostro lavoro: è appena stato registrato il DPCM di approvazione del Piano Strategico sulla Zes Unica e sarà ora possibile muoverci anche all’interno delle strategie delineate dal Piano. Vorrei, però, fare un passo in più. Chiedo ad ogni Amministrazione di inviare alla Presidenza entro il prossimo 15 gennaio una ricognizione dettagliata di tutti gli interventi e investimenti che hanno impatto sul Sud, per verificarne l’efficacia e migliorare le iniziative. Allo stesso modo e nei medesimi tempi, invito anche i Presidenti delle Regioni a fare lo stesso, per rafforzare quella sinergia tra Governo e Regioni del Sud che ci ha permesso ora di ottenere risultati importanti. E costruire, insieme, una Strategia a 360 gradi per il Mezzogiorno”.
In particolare, Meloni si è soffermata sui due fondamentali strumenti previsti dalla Zes unica: il regime semplificato dell’autorizzazione unica e il credito d’imposta per gli investimenti. “I dati ci dicono – ha riferito Meloni – che questi strumenti hanno funzionato molto bene: dal 1° gennaio 2024, data di istituzione della Zes, sono state rilasciate 415 autorizzazioni uniche e questo ha permesso di autorizzare progetti del valore di circa 2 miliardi e 400 milioni di euro, superando in appena 11 mesi il totale degli investimenti delle otto precedenti ZES, pari a 1,9 miliardi di euro. Abbiamo concesso queste autorizzazioni in tempi molto veloci, in media in poco più di trenta giorni, e secondo le previsioni le ricadute occupazionali di questi progetti arriverà a 8 mila unità”. Anche il credito di imposta ha avuto “altrettanto successo”. “Per il 2024, il Governo aveva inizialmente stanziato un miliardo e 800 milioni di euro ma la richiesta degli operatori economici ha superato ogni previsione. Abbiamo così stanziato un miliardo e 600 milioni di euro in più, coprendo integralmente tutte le richieste ricevute e includendo investimenti aggiuntivi rispetto a quelli inizialmente dichiarati. Oggi l’Agenzia delle Entrate certifica che le 6.885 imprese che hanno richiesto il credito d’imposta possono beneficiare del 100% del credito richiesto, per un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro. Il valore degli investimenti (in impianti, macchinari, attrezzature e immobili) supera così i 5 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i progetti che hanno beneficiato dell’autorizzazione unica. Con la legge di bilancio abbiamo confermato questa misura con uno stanziamento di due miliardi e duecento milioni di euro, a cui si aggiungono 50 milioni di euro per la cosiddetta “Zes unica agricola”.
Manovra: la Commissione Bilancio del Senato torna a riunirsi venerdì 27 dicembre
La commissione Bilancio del Senato, dove ieri è stata incardinata la manovra, tornerà a riunirsi direttamente venerdì 27 dicembre alle 11, poco prima dell’approdo in aula della legge di Bilancio il cui esame in assemblea è programmato dalle 14. La 5a di Palazzo Madama si sarebbe dovuta riunire nella serara di ieri per proseguire l’esame del provvedimento per il quale scadevano i termini per la presentazione degli emendamenti. Un’ulteriore seduta, inoltre, era prevista per questa mattin. Entrambe le convocazioni, tuttavia, sono state sconvocate. La commissione, quindi, tornerà a esaminare la manovra direttamente venerdì prossimo.
Enel: perfezionata la vendita del 49,99% di Egpe Solar a Masdar per 850 milioni di euro
Egpe, societa’ del gruppo Enel controllata tramite Endesa, ha perfezionato l’accordo con la societa’ degli Emirati arabi Masdar per la cessione del 49,99% del capitale sociale di Egpe Solar, veicolo che detiene asset fotovoltaici operativi di Endesa in Spagna, per una capacita’ installata complessiva di circa 2 GW. A comunicarlo è Enel in una nota. In linea con l’accordo firmato il 25 luglio 2024, Masdar ha pagato un corrispettivo di circa 850 milioni di euro per la partecipazione di minoranza nella societa’. Tale corrispettivo e’ soggetto a un meccanismo di aggiustamento post-closing tipico di operazioni di questo genere. L’Enterprise Value riferito al 100% di Egpe Solar e’ pari a circa 1,7 miliardi di euro. L’operazione ha generato una riduzione dell’indebitamento finanziario netto consolidato del gruppo Enel pari a circa 850 milioni di euro nel 2024, mentre non ha avuto alcun impatto sui risultati economici del gruppo in quanto Enel continua a mantenere il controllo di Egpe Solar e a consolidare integralmente la societa’.
Mit: chiusa la conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto
Chiusa la conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto. Lo comunica il Mit. È un altro passaggio fondamentale per la realizzazione del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia, fortemente voluto, sottolinea il dicastero, dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini.
Pichetto: “l’idroelettrico è un vettore irrinunciabile, impegnati per trovare soluzioni percorribili”
“Ho letto con grande interesse il manifesto ‘Uniti per l’idroelettrico italiano’ pubblicato oggi su diversi quotidiani. Ne condivido lo spirito propositivo e anche le preoccupazioni, perché l’idroelettrico rappresenta un vettore irrinunciabile per il sistema Paese nel suo percorso di transizione. Da due anni siamo impegnati a trovare soluzioni percorribili, che non pregiudichino gli obiettivi del PNRR valorizzando allo stesso tempo la volontà di liberare gli investimenti sul territorio. Il governo perseguirà ancora ogni strada, nel confronto fattivo con la nuova Commissione europea, per un sistema più bilanciato di quello che oggi disciplina le procedure di assegnazione delle concessioni”. Lo dichiara il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, con riferimento al manifesto pubblicato su alcuni giornali italiani dal titolo “Uniti per l’idroelettrico italiano. Il nostro Paese rischia di perdere un settore energetico strategico”.
Imprese artigiane: in dieci anni +20,3% per le attività guidate da imprenditori stranieri, nelle costruzioni il 29,1% è a titolarità straniera
Sono poco più di 200mila, rappresentano il 20% degli imprenditori individuali artigiani e, negli ultimi dieci anni, sono cresciuti del 20%. La metà proviene da soli quattro paesi di origine, il 60% opera nelle costruzioni e quasi la metà opera nel triangolo Lombardia-Emilia Romagna-Toscana. E’ l’identikit degli imprenditori stranieri che svolgono attività artigiane che emerge da uno studio Unioncamere e InfoCamere sull’evoluzione delle imprese individuali del comparto negli ultimi dieci anni con riferimento al periodo 30 settembre 2014-30 settembre 2024. Un movimento in progressiva espansione, quello dell’imprenditoria immigrata che ha scelto l’artigianato, il cui dinamismo (+33.847 imprese nel decennio esaminato) non basta a contrastare la riduzione in atto da tempo della componente autoctona del comparto. Negli ultimi dieci anni, infatti, il perimetro delle imprese individuali artigiane con titolare nato in Italia ha fatto segnare un arretramento del 14,6% corrispondente ad una riduzione assoluta pari a -133,242 unità. Sommando le due dinamiche, il bilancio complessivo del comparto artigiano fa dunque segnare un deficit di imprese pari a -99.395 nel decennio. Sempre nel periodo esaminato, la percentuale di titolari stranieri nelle imprese artigiane è passata dal 15,5% al 20,5%, evidenziando una trasformazione del settore, dove nuove competenze e culture si integrano con la tradizione italiana, alle prese con un difficile processo di ricambio generazionale. Regioni come la Campania, la Calabria e la Basilicata hanno registrato tassi di crescita superiori al 40%, mentre in Emilia Romagna e Lombardia le imprese straniere (rispettivamente 25.993 e 45.256 unità) rappresentano oltre il 25% del totale, dimostrando che l’imprenditoria straniera rappresenta ormai una parte strutturale del tessuto produttivo locale.
La crescita delle imprese artigiane con titolari stranieri non si limita a un semplice aumento numerico, ma abbraccia una trasformazione profonda di settori chiave. Nel settore delle costruzioni, il 29,1% delle imprese artigiane è oggi a titolarità straniera (117mila unità al 30 settembre 2024), con un incremento significativo del 13% nel periodo. Anche nei servizi alle imprese, si evidenzia un aumento del 55% tra le imprese con titolare straniero, che ora rappresentano il 27,8% del totale, superando la quota delle 14mila unità. L’analisi dell’artigianato a titolarità straniera, elaborato sulla base di Movimprese, l’analisi statistica del Registro delle imprese delle Camere di Commercio, racconta anche un’evoluzione interessante per quanto riguarda età e genere. In particolare, sono gli imprenditori over 50 a trainare la crescita, con un incremento del 125,7% negli ultimi dieci anni, a cui si aggiunge un aumento ancora più marcato (+223,5%) tra gli over 70. La presenza femminile è anch’essa in forte crescita: nel decennio, il rapporto donne/uomini è salito complessivamente da 17,1 a 20,1, con un aumento significativo nel Nord-Ovest e nel Nord-Est, dove è cresciuto di oltre 4 punti percentuali. Questo andamento è indice non solo di una maggiore partecipazione femminile nel comparto artigiano ma, probabilmente, anche di un processo di integrazione e stabilizzazione delle donne straniere nelle economie locali, particolarmente nelle aree più sviluppate del paese. La presenza più solida di artigiani stranieri si registra in settori strategici come costruzioni, ristorazione e trasporti, presidiati in modo particolare da imprenditori provenienti da specifici Paesi. Le aziende nel settore delle costruzioni, ad esempio, vedono una forte presenza di titolari romeni (27.914 unità) e albanesi (26.515 unità), mentre nel settore dei servizi, la Cina e l’Egitto giocano un ruolo significativo, con un'alta concentrazione di attività nel trasporto, magazzinaggio e ristorazione.
Saipem e Aveva firmano un MoU per lo sviluppo di soluzioni di IA applicate all’ingegneria nel settore energia e infrastrutture
Saipem, leader mondiale nei servizi di ingegneria per i settori dell’energia e delle infrastrutture, e Aveva, leader mondiale nel software industriale, hanno firmato un Memorandum of Understanding (MoU) per sviluppare congiuntamente soluzioni avanzate basate sull’intelligenza artificiale (AI) e sul Machine Learning per supportare la progettazione ingegneristica e la costruzione di impianti nel settore dell’energia e delle infrastrutture.
La collaborazione tra Saipem e Aveva si concentrerà su tre aree di interesse: l’ottimizzazione sia della creazione di modelli 3D sia della pianificazione progettuale, e la razionalizzazione dell’approvvigionamento dei materiali e della catena di fornitura nei progetti. Con l’implementazione di soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale, Saipem mira a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei progetti durante il loro intero ciclo di vita, dalla stima, alla progettazione e alla costruzione. Aveva supporterà Saipem nella creazione di software che utilizzano la progettazione generativa e predittiva per sviluppare molteplici scenari di simulazione che ottimizzino il design degli impianti in 1D, 2D e 3D. L’obiettivo è ridurre il tempo necessario per le attività di progetto, favorire una migliore comunicazione tra gli stakeholder, migliorare la coerenza dei dati e consentire alle persone di concentrarsi su attività strategiche e a valore aggiunto.
“L’obiettivo di Saipem è definire un nuovo modo di realizzare i progetti, facendo leva sull’esperienza che abbiamo maturato unita alle potenzialità offerte dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale per sviluppare soluzioni ingegneristiche ottimizzate, veloci e innovative che consentano di ridurre il time-to-market per i clienti e supportarli nel percorso verso il Net Zero”, ha commentato Paolo Albini, Chief Supply Chain, Digital and IT Officer di Saipem. “La nostra ambizione è combinare l’esperienza unica di Aveva e Saipem per sviluppare congiuntamente soluzioni ingegneristiche all’avanguardia basate sull’Intelligenza Artificiale. Le nuove soluzioni miglioreranno le prestazioni, l’efficienza e la realizzazione di progetti ingegneristica a livello globale, garantendo un impatto ambientale ridotto al minimo ad ogni passaggio”, ha dichiarato Caspar Herzberg, ceo di Aveva.
Intanto, facendo seguito a quanto già comunicato al mercato, Saipem informa con soddisfazione che in data 20 dicembre 2024 il Tribunale del Distretto Federale di Brasilia, pronunciandosi su istanza di Saipem SA e Saipem do Brasil, ha stabilito che il già ottenuto annullamento del provvedimento della CGU – che vietava a tali società di contrarre con la pubblica amministrazione brasiliana per due anni – ha efficacia immediata. Pertanto, Saipem SA e Saipem do Brasil, pur nelle more del procedimento di appello, tornano ad essere pienamente operative con le società pubbliche nel mercato brasiliano con effetto immediato.
Contratto Funzioni Centrali 2022-2024, il CdM approva l’accordo per 195 mila dipendenti
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri l’ipotesi di accordo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale del comparto delle Funzioni Centrali, relativo al triennio 2022-2024. L’accordo, firmato il 6 novembre dall’Aran e dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali, introduce numerose innovazioni e garantisce significativi miglioramenti economici per i circa 195mila dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici economici. Il contratto prevede un incremento mensile medio a regime di 165 euro per tredici mensilità, pari a un aumento del 6%. A questi si aggiungono circa mille euro di arretrati medi mensili, calcolati fino a dicembre 2024. “L’approvazione del contratto delle Funzioni Centrali rappresenta un importante passo avanti nel percorso di miglioramento della Pubblica Amministrazione – dichiara il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo – Si tratta del primo contratto della tornata contrattuale 2022-2024, il cui iter si concluderà con la certificazione della Corte dei Conti. Mi auguro che anche le trattative per i contratti delle Funzioni Locali e della Sanità possano chiudersi a breve termine, proseguendo nel cammino di riforma e valorizzazione del settore pubblico che la scorsa settimana ci ha portato anche a firmare il rinnovo del contratto 2022-2024 del comparto Difesa-Sicurezza”.
Il Consiglio dei ministri indica Carbone direttore dell’Agenzia delle Entrate
Sarà Vincenzo Carbone a succedere a Enrico Maria Ruffini al vertice dell’Agenzia delle Entrate. A indicare l’attuale vicedirettore vicario e capo della Divisione Contribuenti come direttore dell’ Agenzia è stato ieri il Consiglio dei ministri. Come era nelle attese, la scelta dell’esecutivo è caduta su una soluzione interna. Classe 1963, Carbone è entrato nell’amministrazione finanziaria nel 1990. Ruffini si era dimesso il 13 dicembre scorso.
Nel 2024 depositati quasi 13 mila contratti di produttività
Il 2024 conferma e supera il trend al rialzo del numero dei contratti di produttività registrato nel 2023. Tra il mese di gennaio e il 16 dicembre di quest’anno, infatti, sono 12.671 i contratti depositati presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in crescita di 624 unità rispetto allo stesso periodo del 2023 (+5,2%). Il numero di contratti depositati e attivi, registrato dal report “Deposito contratti” del Dicastero, arriva così a sfiorare quota 19mila (18.963), con una crescita del 14,5% rispetto alla metà di dicembre dello scorso anno. A beneficiarne oltre 5 milioni di lavoratori (5.113.763) ai quali è corrisposto un importo annuo medio pari a1.509,10 euro. Numericamente i contratti aziendali rappresentano ancora la quota maggiore sul totale (15.537), ma in termini percentuali sono quelli territoriali (3.426 al 16 dicembre) che continuano a segnare l’incremento maggiore rispetto allo stesso periodo del 2023, con una crescita del 26% sullo scorso anno (più del doppio rispetto al +12,3% fatto registrare dai contratti aziendali).
I contratti attivi si propongono di raggiungere finalità diverse: 15.316 obiettivi di produttività, 12.041 di redditività, 9.525 di qualità, mentre 1.721 prevedono un piano di partecipazione e 11.418 misure di welfare aziendale. Rispetto alla dimensione delle aziende che si avvalgono di questo strumento per riconoscere ai propri lavoratori importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi, la quota maggiore resta quella appannaggio delle imprese con meno di 50 dipendenti: appartengono a queste realtà il 48% sul totale dei contratti depositati e attivi. La quota restante è divisa tra le aziende con almeno 100 dipendenti e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).I premi corrisposti ai lavoratori in base a questi contratti sono sottoposti a un’aliquota per l’imposta sostitutiva che, a partire dal 1° gennaio 2023, è pari al 5%, dimezzata rispetto al passato dalla legge di bilancio per il 2023 (articolo 1, comma 63, della L. n. 197/2022). La detassazione è stata poi confermata nella Manovra per il 2024 (articolo 1, comma 18, legge n. 213/2023) ed è tra le misure inserite anche nel disegno di legge di bilancio per il 2025.
Consob: nel primo semestre balzo per gli utili di banche e società non finanziarie quotate, +11% a 14,9 miliardi e +20,3% a 15,7 miliardi
Crescita a due cifre nel primo semestre di quest’anno per gli utili netti delle banche e delle società italiane non finanziarie quotate in Borsa a Milano. Al 30 giugno scorso i risultati sono saliti su base annua rispettivamente dell’11% a 14,9 miliardi di euro e del 20,3% a 15,7 miliardi di euro. In calo, invece, del 3% a 2,9 miliardi di euro i profitti delle compagnie assicurative quotate. Decisamente più marcata la contrazione (-61% a 106 milioni di euro) degli utili delle società negoziate su Egm, il mercato non regolamentato dedicato alle piccole e medie imprese. Questi, in sintesi, alcuni dei numeri che emergono dall’ultimo Bollettino statistico della Consob, in cui è messo a fuoco l’andamento degli emittenti di diritto italiano quotati o negoziati a Milano nel corso del primo semestre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Complessivamente i dati evidenziano una ripresa sostenuta in alcuni settori del mercato azionario italiano, mentre altri mostrano criticità da monitorare nei prossimi mesi.
Malgrado la flessione generale dei fatturati, registrata tra gennaio e giugno di quest’anno, le imprese non finanziarie sono riuscite, grazie alla riduzione dei costi operativi, a migliorare la redditività e ad accrescere il proprio patrimonio netto, salito a 258,5 miliardi di euro al 30 giugno con un incremento del 3% rispetto al 31 dicembre precedente: un dato che evidenzia una buona capacità di resilienza del settore in un contesto macro-economico europeo in deterioramento. Segnali positivi anche per il settore bancario, che nel primo semestre ha visto migliorare gli indici di redditività, di efficienza e di solidità patrimoniale. Sostanzialmente stabile il patrimonio netto degli istituti di credito quotati, attestatosi a 192,3 miliardi di euro al 30 giugno contro i 191,7 del 31 dicembre 2023. Il settore assicurativo risente, invece, di un aumento dei costi legati ai sinistri e alle spese che hanno superato i maggiori ricavi da attività operative. Ciò nonostante, gli indici di redditività del settore mostrano il segno più grazie, tra l’altro, ad una migliore efficienza nella gestione del portafoglio investimenti, mentre sembra consolidarsi la capacità di resistenza al rischio di shock esterni. Pressoché invariato a 41 miliardi di euro il patrimonio netto in linea con il dato di fine 2023. Diverso il quadro per le Pmi negoziate su Egm, che registrano un peggioramento delle attività non operative e finanziarie, una pressione sui margini e un rallentamento della generazione di utili, riuscendo tuttavia a mantenere una buona gestione dell’indebitamento.
Maria Cristina Carlini