Il nuovo piano strategico 2025-2027
Il ‘bazooka’ di Cdp: in campo 81 miliardi per ATTIVARE investimenti per 170 miliardi. Spinta su infrastrutture e real asset a supporto della transizione verde
Dopo aver raggiunto i target del precedente piano strategico, Cassa Depositi e Prestiti traccia la rotta per il prossimo triennio aumentando il proprio impegno finanziario. Risorse che puntano a sostenere le imprese e i territori, ridurranno i gap infrastrutturali, supporteranno la transizione energetica e l’economia circolare. Una delle priorità è il real asset dove vengono ampliati gli investimenti e viene lanciato il Service housing per dare una risposta alla mobilità lavorativa.

Dario Scannapieco, amministratore delegato Cdp
IN SINTESI
Una potenza di fuoco da 81 miliardi di risorse impegnate per attivare 170 miliardi di investimenti. E’ con questi numeri che Cassa Depositi e Prestiti con il nuovo piano strategico 2025-2027 punta a consolidare il suo ruolo di banca promozionale come volano dello sviluppo del Paese. Competitività, coesione sociale e territoriale, sicurezza economica e ‘just transition’ sono le quattro priorità del piano approvato ieri dal consiglio di amministrazione dell’istituto di Via Goito e illustrate dai suoi vertici, il presidente Giovanni Gorno Tempini e l’amministratore delegato Dario Scannapieco. Un piano che prende in largo, come hanno sottolineato, in un contesto profondamente mutato rispetto allo scenario del precedente piano 2022-2024 e, rispetto a questo, mette in campo un volume superiore di risorse: le risorse impegnate aumentano del 24% rispetto ai 65 miliardi e gli investimenti crescono del 32% rispetto all’obiettivo dei 128 miliardi del precedente triennio.
Dal business al real asset, i cinque pilastri del piano
Queste risorse verranno mobilitate verso il tessuto economico lungo i cinque pilastri attraverso i quali si indirizzerà l’azione del Gruppo nei prossimi tre anni: business, advisory, equity, real asset e internazionale. Si tratta di linee di intervento che puntano a generare un impatto significativo a livello economico e sociale, con effetti positivi concreti e tangibili su imprese, infrastrutture, Pubblica Amministrazione e territori, anche a livello internazionale.
Nel dettaglio, oltre 70 miliardi di euro saranno destinate alle attività di business per il rafforzamento dei finanziamenti a imprese, infrastrutture e Pa e dell’attività di gestione di fondi pubblici. Di questi circa 9 miliardi sono a sostegno dello sviluppo infrastrutturale del Paese e circa 11 miliardi a beneficio della Pubblica amministrazione, attraverso attività di finanziamento e gestione di risorse pubbliche. Per quanto riguarda le imprese, l’obiettivo è fissato a 52 miliardi di volumi, potendo far leva, a partire da questo Piano, sulle sinergie con Simest, la società del Gruppo CDP che sostiene la crescita delle imprese italiane nel mondo.
Per le infrastrutture 9 miliardi a sostegno di 34 miliardi di investimenti. Scannapieco: “Sulle Ferrovie non c’è un file aperto ma non escludiamo nulla”
In particolare sul versante delle infrastrutture, Cdp, come ha spiegato Scannapieco, punta ad svolgere un ruolo più proattivo per lo sviluppo del mercato insieme agli operatori di settore. Le risorse impegnate sono pari a 9 miliardi a sostegno di 34 miliardi di investimenti. L’obiettivo è ridurre i gap infrastrutturali in diversi settori: energia, trasporti, digitale e sociale. “Estenderemo il nostro sostegno alle infrastrutture ampliando l’offerta di prodotti finanziari a medio-lungo termine per coprire tutte le fasi dei progetti e rafforzando le attività di strutturazione delle operazioni, anche assumenedo il ruolo di promotore e investitore in progetti di partenariato pubblico privato”, ha detto.
Ma c’è un punto sul quale Scannapieco ha voluto essere chiaro e riguarda il possibile coinvolgimento di Cdp nel progetto di cui ha parlato l’ad delle Fs, Stefano Donnarumma, che ha prospettato un ‘modello Rab’ per l’alta velocità con il coinvolgimento di uno strumento dello Stato, di investitori come Cdp e F2I. “I bond ibridi – ha detto Scannapieco – sono emessi da utilities o società con cash flow stabile, sarà un’attività principalmente indirizzata a sostegno della transizione energetica, ma non escludiamo altre possibilità. L’ad di Ferrovie ha menzionato nei giorni scorsi un potenziale intervento di Cassa ma al momento non c’è un file, non significa che in futuro non ci sarà, non lo escluderei”. E ha chiarito ancora: “noi abbiamo finanziato l’Alta velocità con strumenti di debito, magari strutturati, ma una cosa è finanziare, altro è entrare nell’equity. Come tutti i progetti valuteremo se e quando ci saranno opportunità”.
Sul pilastro dell’equity, Cassa Depositi e Prestiti lancia un nuovo programma settoriale di investimenti per rafforzare la competitività nazionale e internazionale di player industriali con elevato potenziale di crescita. Il programma prevede 4 miliardi di euro di risorse con l’attivazione di 9 miliardi di euro. Il tutto facendo attenzione a “mantenere stabile il capitale residuo, quindi una solida base di capitale” e mantenendo “il livello raggiunto a fine piano”. “Realizzeremo nuovi investimenti diretti in imprese caratterizzate da innovatività tecnologica, potenziale economico e di mercato della filiera, rilevanza sociale e/o industriale”, ha indicato l’ad. Un’attenzione particolare viene prestata ai mercati del private capital con investimenti indiretti per supportare lo sviluppo del venture capital.
Per il real asset attivati 2 miliardi di investimenti. Viene lanciata la quarta ‘S’: il service housing
Altro pilastro portante è il real asset: qui Cdp dispiegherà 1 miliardo di euro di risorse che attiveranno 2 miliardi di investinmenti. “Ampliamo gli investimenti per l’abitare sociale, la rigenerazione urbana e il turismo anche coinvolgendo risorse di terzi”, ha detto Scannapieco. “Con il nuovo piano lanciamo la quarta S dell’abitare sociale: consolidiamo l’impegno per student, social e senior housing e lanciamo il service housing in favore dei lavoratori” e la linea d’azione è quella di consolidare in partnership con le fondazioni bancarie l’intervento per l’abitare sociale proseguendo gli investimenti nel social e student housing, sostenendo il mercato del senior housing non solo riqualificando gli immobili ma integrando anche i servizi di assistenza. La novità, dunque, è l’avvio del service housing per offrire alloggi con canoni calmierati per favorire la mobilità lavorativa. “I datori di lavoro devono ormai pensare a offrire un pacchetto più integrato”, ha osservato Scannapieco.
Avanti sulla rigenerazione urbana. A gennaio un nuovo bando per le ex Caserme di via Guido Reni a Roma
Cdp proseguirà poi gli interventi di rigenerazione urbana facendo leva sulla valorizzazione degli immobili in portafoglio e il potenziale acquisto di nuovi asset per la successiva riqualificazione e vendita. E a proposito di rigenerazione urbana, nel corso della conferenza stampa, Scannapieco ha spiegato la mancata aggiudicazione, in extremis, a Coima – che aveva presentato l’unica offerta vincolante – che ha di fatto annullato la gara per l’operazione di rigenerazione urbana del complesso delle ex Caserme di via Guido Reni a Roma. “Entro gennaio ci sarà un nuovo bando più ritarato. “C’è un tema di offerta finanziaria”, ha annunciato l’ad. “Nulla si sta fermando, non c’è nessuna drammatizzazione, le attività proseguono. C’è la volontà della Cassa di rimanere nella parte di questo progetto sul social housing”. Scannapieco ha ricordato che le ex Caserme sono state comprate da Cdp nel 2013. “La Cassa non fa parte del perimetro della Pubblica amministrazione, quindi se Cdp vende non è una privatizzazione. Lo è quando acquista dalla P.A”.
C’è poi l’impegno sul fronte dell cooperazione internazionale, attraverso l’impiego di circa 5 miliardi di euro di risorse in stretta collaborazione con il Sistema italiano della Cooperazione: verrà rafforzata ulteriormente l’attività di finanziamento e di assistenza tecnica, con focus soprattutto sull’Africa e in linea con gli impegni assunti dal Paese, grazie anche alla piena attivazione di fonti e strumenti disponibili. Tutto ciò si tradurrà, anche grazie a un maggior contributo delle attività di advisory in investimenti sostenuti per circa 170 miliardi di euro nel prossimo triennio.