La proposte di Pacta
L’intermodalità è la sfida per aeroporti sostenibili, verso ZERO emissioni
Potenziare i collegamenti ferroviari con gli aeroporti e introdurre biglietti unici per integrare trasporto aereo e terrestre. E’ una delle proposte della Fondazione Pacta per la decarbonizzazione del trasporto aereo, promossa da Aeroporti di Roma, che, ieri, nel suo terzo congresso ha affrontato tutti i temi cruciali per tagliare le emissioni di co2. Al centro della discussione c’è il Saf (Sustainable Aviation Fuels) che ha bisogno di incentivi per supportare la sua diffusione.
Passa anche dall’intermodalità la sfida della decarbonizzazione del trasporto aereo. Per far diventare gli aeroporti hub sostenibili e questo può avvenire potenziando le infrastrutture ferroviarie che collegano gli aeroporti e sviluppando biglietti unici che integrino trasporto aereo e terrestre, migliorando la connettività e abbattendo le emissioni legate alla mobilità. E’ questa una delle proposte avanzate dalla Fondazione Pacta, Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo, promossa da Aeroporti di Roma, nel corso del terzo congresso annuale che si è svolto ieri a Roma, che si è posta l’ambiziosa mission di rivoluzionare il settore dell’aviazione, trasformandolo da uno dei compsrti più difficili da decarbonizzare a un modello di sostenibilità economica e ambientale. Intermodalità ma anche iniziative per spingere sull’adozione di SAF (Sustainable Aviation Fuels), biocarburanti fondamentali per tagliare le emissioni di CO2 senza sacrificare la crescita del traffico aereo. Questi biocarburanti – prodotti da oli di scarto, grassi animali e biomasse – possono ridurre fino all’80% le emissioni rispetto ai carburanti tradizionali. Un’altra strada da percorrere è quella degli investimenti in energia verde, tra cui sistemi di stoccaggio elettrochimico e la filiera di idrogeno e biometano per un’integrazione nei sistemi aeroportuali e industriali.
Si snodano, dunque, lungo questi tre principali assi gli interventi promossi da Pacta per abbattere le emissioni di un comparto cosiddetto ‘hard -to-abate’ che oggi pesa per il 2-3% sul totale globale, e raggiungere il traguardo Net Zero Emissions entro il 2025, posizionando l’Italia come leader nella transizione sostenibile del trasporto aereo. Obiettivi che chiamano in causa tutti gli operatori del trasporto aereo: aeroporti, compagnie aeree, costruttori aeronautici, società di handling, istitutizioni del comparto. “La decarbonizzazione dell’aviazione non è un’opzione, è una responsabilità collettiva, e la Fondazione PACTA dimostra ancora una volta che è possibile affrontarla con un approccio di sistema”, ” ha dichiarato Marco Troncone, presidente Fondazione PACTA e amministratore delegato di Aeroporti di Roma. “La nostra realtà, che unisce aziende leader, istituzioni e mondo accademico, rappresenta infatti una partnership intersettoriale che, con pochi eguali al mondo, sta definendo, insieme, una roadmap concreta per il Net Zero. Tali proposte di policy non sono teoriche, ma rappresentano strumenti pratici pensati per supportare le istituzioni a colmare il divario tra le ambizioni e l’implementazione. L’obiettivo è accelerare una transizione sostenibile che non solo riduca le emissioni, ma garantisca la crescita economica e posizioni l’Italia come riferimento globale. Volare meno non è la soluzione e la sostenibilità non è un vincolo, bensì è la chiave per un futuro più giusto, in cui ambiente e progresso sono parte della stessa visione strategica”.
Sulla necessità di sviluppare l’intermodalità ha posto l’accento il presidente di Ita Aiways, Antonino Turicchi: “crediamo molto nell’intermodalità. Occorre potenziare l’alta velocità all’aeroporto di Fiumicino, prevedendo, in particolare, una maggiore offerta nelle fasce orarie in cui partono i voli di lungo raggio, cioè la mattina e la sera. Aumentando i collegamenti di alta velocità offriamo un servizio di qualità e riduciamo le emissioni”, ha detto Turicchi.
Ma l’altra grande scommessa si gioca sul versante dei carburanti, con il Saf, che, sottolinea la Fondazione Pacta, per una adozione crescente necessita di un sostegno economico più ampio. “I SAF costituiscono oggi l’unica vera alternativa percorribile per raggiungere un’effettiva decarbonizzazione secondo gli obiettivi del regolamento 2023/2405. Ha costi ancora superiori ai carburanti attuali, ma confidiamo che anche tramite politiche comuni della UE siano adottabili strumenti simili a quelli già assunti da altre nazioni per consentire una piena fruibilità di questi carburanti evitando così di compromettere il diritto alla mobilità dei cittadini”, ha dichiarato Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sul tema “fin dalla nostra nascita, abbiamo investito nello sviluppo della flotta, oggi la più giovane tra i vettori legacy d’Europa, con un’età media di 7 anni, 4,6 anni inferiore rispetto alla media europea dei network carrier e di 2,2 anni rispetto alle low cost. In questo percorso riconosciamo nel SAF un elemento essenziale per la decarbonizzazione dell’aviazione, ma riteniamo che esso non debba essere considerato solo una commodity bensì un vero e proprio investimento. Tale visione richiede un approccio sistemico e strutturato, in cui il settore pubblico, a livello nazionale ed europeo, impieghi risorse e strumenti adeguati a sostenere tutti gli attori che promuovono il concreto utilizzo del SAF. Da questo investimento dipende la capacità dell’aviazione di ridurre concretamente le emissioni di carbonio e di contribuire agli obiettivi climatici globali”. Per Pacta, c’è anche la necessità di supportare la ricerca sugli aeromobili di nuova generazione, elettrici, a idrogeno o ibridi, tecnologie che rivoluzioneranno i voli regionali e a medio raggio nelle prossime decadi.
“Come associazione vogliamo che gli aeroporti siano sempre più green continuando ad essere un mezzo indispensabile per la mobilità del futuro”, ha detto Alfonso Celotto, presidente Aeroporti 203. “Noi – ha continuato – abbiamo innanzitutto il valore dell’ambiente anche nell’interesse di una sostenibilità per le generazioni future così da lasciare un mondo migliore. Pertanto l’aeroporto deve usare, ad esempio, energie compatibili, deve essere intermodale, deve usare il digitale in maniera saggia. Tutto questo per rispondere agli altri grandi interessi, anche costituzionali, come il diritto alla mobilità. Serve, in sostanza, un bilanciamento adeguato per arrivare a centrare gli obiettivi green”
Per il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, c’è la “necessità di un impegno comune a favore della decarbonizzazione con approccio pragmatico e non ideologico, tenuto, peraltro conto, che l’Europa ha una responsabilità del 6/7 % dell’inquinamento nel mondo ed il trasporto aereo di una quota assolutamente marginale”.” Il percorso che stiamo facendo, grazie anche alla sintesi tra pubblico e privato rappresentata dall’Enac, ci permette di sviluppare collaborazioni utili con altri Paesi, anche emergenti, attraverso un approccio che ne garantisca anche una crescita economica e sostenibile”.”