LE RISPOSTE DEL MINISTRO DELLO SPORT IN SENATO
La CORSA a Euro2032 al via: entro ottobre 2026 la lista degli stadi, solo l’Allianz Stadium è pronto. Sì di Abodi al ddl di Forza Italia: Ppp, sconti su Imu e utili, conferenza in 60 giorni
IN SINTESI
Il 2026 è dietro l’angolo. E quella data avvicinerà l’Italia al 2032, anno degli Europei di calcio che il nostro Paese ospiterà insieme alla Turchia. Per allora, non basterà arrivarci con un organico e un progetto tecnico solido e convincente. Lato istituzionale, politico, c’è in ballo il tema degli stadi. Prima ancora del discorso qualificazioni sul campo, che per fortuna non ci riguarderà in quanto nazione ospitante, bisogna affrontare la rivitalizzazione degli impianti sportivi. Come Governo, in collaborazione con il Mef, “è stato costituito un gruppo di lavoro permanente a cui partecipano i vertici tecnici di Cdp, Invimit, Sace, Istituto per il Credito sportivo, Sport e Salute. Questo gruppo di lavoro ha un obiettivo preciso: in tempi molto brevi elaborare un portafoglio di opportunità finanziarie che non prevedono fondo perduto ma agevolazioni in termini di equity, garanzie, contributi conto interessi, propongano semplificazioni ulteriori che ci riproponiamo di inserire in una legge delega che è in via di predisposizione e che segue al correttivo del dlgs 38 del 2021, che abbiamo approvato lo scorso anno e che semplifica l’iter amministrativo adeguandolo anche alle nuove norme del Codice dei contratti, e facilita anche le compensazioni industriali e commerciali delocalizzandole rispetto agli stadi”. Il quadro è stato tracciato al Senato dal ministro dello Sport Andrea Abodi.
Il punto sugli stadi
La direzione è tracciata. Attualmente, però, secondo quanto risulta al nostro giornale – e come esplicitava a settembre Michele Uva, dirigente Uefa con delega alla Sostenibilità – solo l’Allianz Stadium, casa della Juventus, è certo di essere nella lista dei cinque stadi da consegnare alla Uefa entro ottobre 2026. Lo stesso Abodi ha confermato che sono state già affrontate le interlocuzioni con amministrazioni e club di Bologna, Firenze, Parma, Cagliari ed Empoli. Sono in corso e avverranno, invece, quelle con città e squadre di Milano, Roma, Genova, Verona, Bari, Palermo e Napoli. Difficile pensare che non vi saranno, sul podio dei sicuri eletti, gli stadi di Milano e Roma (lo stesso Abodi, a margine dell’assemblea Anci ha detto che “Torino, Milano e Roma hanno già una loro stabilità”. Ma con quali stadi è da capire, visto che da poco si è riaperto il discorso sul nuovo San Siro per Milan e Inter e a Roma ci sono in ballo i progetti di Friedkin per la Roma (che verrà presentato tra fine 2024 e inizio 2025) e Lotito per la Lazio (in ballo c’è anche il progetto della Roma Nuoto) per gli impianti a Pietralata e Flaminio? Un’altra certezza che Diario Diac ha ricostruito, intanto, è che uno dei cinque (o sei? Abodi ha aperto anche a questa opzione) stadi da scegliere dovrà essere al Sud. A Napoli, ad esempio, fino a qualche mese fa circolava la calda ipotesi di un nuovo impianto a Bagnoli. A settembre, invece, il patron azzurro e produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis ha spazzato via i dubbi e tracciato la strada verso l’acquisizione dell’ex San Paolo, oggi Diego Armando Maradona. “E’ tutto nelle mani dell’amministrazione comunale di Napoli e di Aurelio De Laurentiis. Per quanto mi riguarda sono pronto, abbiamo già fatto alcuni incontri con il presidente, bisognerà solo decidere la linea da seguire. Restyling o ricostruzione? L’ipotesi più probabile è quella di una ristrutturazione più pesante”, ha confessato recentemente l’architetto di fiducia di AdL, Gino Zavanella. Il sindaco Manfredi ha a sua volta detto che attende il progetto dal Napoli per favorire “il processo di ristrutturazione perché è nell’interesse della città e della nostra amministrazione avere uno stadio moderno ed efficiente a disposizione della città e capace di ospitare competizioni internazionali”. Questa estate, il numero uno della Figc Gabriele Gravina si era detto assolutamente ottimista sul percorso italiano sugli stadi di Euro2032: “Dopo l’ottimo lavoro per l’assegnazione dell’evento all’Italia non voglio nemmeno pensare che non si arrivi pronti a queste scadenze”.
La proposta di Forza Italia
Per la “Rinascita degli Stadi italiani”, intanto, è in fase di limatura e conseguente presentazione ufficiale la proposta di legge anticipata da Forza Italia già in conferenza stampa il 12 novembre (di cui avevamo scritto qui). Diario Diac ha visionato la bozza del testo e le linee guida generali: l’obiettivo del ddl è promuovere “la costruzione, ristrutturazione e ammodernamento degli impianti sportivi per il calcio, incentivando la rinascenza delle aree in cui tali infrastrutture si trovano, con particolare attenzione agli Europei 2032”. Come? Con “misure specifiche per ridurre le tempistiche burocratiche, incoraggiare investimenti privati e pubblici, garantire qualità architettonica e sostenibilità ambientale e promuovere la realizzazione di stadi multifunzionali fruibili sette giorni su sette dalla comunità”. Insomma, bisogna semplificare e accelerare non solo con nuove strutture ma ristrutturando e ammodernando gli impianti esistenti. “Trasformando gli stadi in luoghi polifunzionali che favoriscono la rinascenza insediativa”.
Tra le indicazioni concrete contenute nella proposta legislativa, si legge che “la conferenza dei servizi per i progetti di costruzione o ristrutturazione deve concludersi entro 60 giorni. Nel caso di mancato rispetto dei tempi, il progetto è automaticamente sottoposto a una Procedura Straordinaria di Approvazione”. Questa procedura, a sua volta, include la nomina di “un commissario straordinario entro 15 giorni dalla scadenza dei termini, con l’incarico di esaminare il progetto e completare l’iter autorizzativo entro i successivi 30 giorni”. E, due, “in assenza del commissario, le autorizzazioni necessarie sono considerate approvate per silenzio-assenso, fatta eccezione per i pareri vincolanti di sicurezza e antincendio”.
Inoltre, per stimolare la rigenerazione urbana, i progetti affini alla rivitalizzazione delle aree avranno la priorità. “Come previsto dal Dlgs 38/2021 e dal Dlgs 36/2023, il quale prevede che i progetti di rilevante interesse pubblico siano valutati come varianti urbanistiche semplificate”. Come anticipato, poi, il modello da seguire sarà quello del Partenariato Pubblico-Privato (Ppp), “garantendo alle parti private concessioni per la gestione pluriennale delle strutture e delle aree commerciali, anche quelle adiacenti, per un periodo massimo di 90 anni. L’Istituto del Credito Sportivo incentiva e facilita anche tramite eventuali garanzie finanziarie l’accesso a capitali privati”. Quanto agli incentivi, invece, nella proposta si prevede che “gli investimenti privati per la costruzione e ristrutturazione di stadi beneficiano di un credito d’imposta del 30% sulle spese sostenute. L’aliquota è elevata al 40% per i progetti che ottengono certificazioni ambientali come Leed o Breeam. Il Ministero della Transizione Ecologica emetterà linee guida per favorire il raggiungimento di tali certificazioni, specificando materiali e tecniche incentivabili”. Verrà poi predisposto un Fondo Nazionale per la Rinascita degli Stadi e per l’Impiantistica Sportiva, gestito dal Ministero dello Sport e dal Ministero dell’Economia, “che finanzia i costi per i progetti degli stadi, con preferenza per quelli ubicati nelle aree urbane degradate. L’accesso al fondo è subordinato a criteri di sostenibilità e multifunzionalità del progetto”. Dagli enti locali, invece, arriveranno “agevolazioni fiscali sugli immobili adiacenti alle strutture sportive destinati a uso commerciale o culturale, per favorire una sinergia tra attività economiche e sportive. Tali agevolazioni includono una riduzione fino al 70% dell’Imu e delle eventuali imposte sugli utili”.
I nuovi stadi dovranno poi essere energeticamente efficienti. “I progetti devono includere l’obbligo di installazione di tecnologie per l’efficienza energetica, come pannelli solari e fotovoltaici, sistemi di raccolta e riciclo delle acque piovane, e impianti per il risparmio energetico che soddisfino almeno il 30% del fabbisogno energetico dell’impianto. I progetti che raggiungono l’autosufficienza energetica hanno priorità per l’accesso ai finanziamenti statali”, si legge nella proposta. Per monitorare il patrimonio sportivo degli impianti >1.000 posti, invece, verrà creato un Catalogo nazionale degli Stadi presso Sport e Salute. Infine, tra i parametri di multifunzionalità ci sono l’inclusione di: “aree per eventi culturali, spazi di co-working, ristoranti, negozi e centri di intrattenimento, per una fruizione continuativa dell’impianto”. E ancora: almeno il 20% della superficie dovrà essere destinata ad altre attività extra-sportive, gli spazi commerciali dovranno essere attivi almeno 300 giorni l’anno e “gli enti locali, d’intesa con i promotori dei progetti, possono avviare programmi di partenariato con associazioni culturali, centri di formazione e istituzioni locali, per garantire l’utilizzo continuativo delle strutture sportive e incentivare l’integrazione sociale e culturale”. Sul rinnovo degli stadi, ha detto Abodi, “l’Italia è rimasta indietro rispetto al resto dell’Europa e del mondo, ma siamo convinti che sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti”. Non resta che attenderli.
Red. Diac