LA CONFERENZA UNIFICATA SUL TESTO UNICO

Rinnovabili, tiene l’intesa ma i Comuni vogliono meno vincoli sugli edifici pubblici. Alt aree idonee

Nell’accordo Stato-Regioni sul riordino amministrativo per le semplificazioni autorizzative agli impianti eolici e fotovoltaici, come anticipato ieri su Diario Diac, vengono ridotte da 10 a 5 Mw le soglie dimensionali dei pannelli solari da installare sui terreni coltivabili e industriali. Adesso il testo passa alle commissioni parlamentari, l’esame è previsto per la prossima settimana. Intanto, l’ordinanza del Consiglio di Stato impedisce alle Regioni di stringere la mappa dei siti per gli impianti. Il Tar Lazio si esprimerà il 5 febbraio

15 Nov 2024 di Mauro Giansante

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Giornata caldissima per il fronte delle rinnovabili, quella di ieri. Il Testo unico ha finalmente ottenuto il parere positivo della Conferenza Unificata e può tornare alle commissioni parlamentari, attese per la prossima settimana. Sul fronte delle aree idonee, invece, mentre le Regioni lavorano alle rispettive mappe dei siti per gli impianti ieri è stato il Consiglio di Stato ad esprimersi contro le restrizioni, lasciando tutto aperto fino all’udienza del Tar del Lazio del prossimo 5 febbraio.

Via libera al Testo unico

Partiamo dalla Conferenza Unificata. Come anticipato ieri su questo giornale, è arrivato l’accordo tra Stato e Regioni sul decreto legislativo che riordina le semplificazioni amministrative per autorizzare gli impianti di energia da fonte rinnovabile. Confermati tutti i punti discussi nelle ultime sedute di lunedì e martedì delle commissioni Energia e Infrastrutture con i ministeri competenti (Mase, Pa, Riforme) di cui avevamo raccontato ogni dettaglio ieri qui.

Dall’Anci, l’associazione dei Comuni arrivano due rilievi: da un lato, si ritiene “migliorativa” la proposta sull’attività in libera, per cui non è necessario presentare “le valutazioni ambientali di cui al titolo III della parte seconda del decreto legislativo n. 152 del 2006”, cioè l’autorizzazione integrata ambientale. Ma, dice l’Anci, la norma “non consente oggi di procedere senza autorizzazione all’installazione di Fv sugli edifici pubblici anche se non visibili all’esterno o da punti panoramici”. E, allora, la richiesta è di “estendere il perimetro di applicazione della semplificazione” per rispondere al bisogno di decarbonizzazione e autosufficienza energetica urbana. L’altra richiesta dei Comuni riguarda l’Autorizzazione unica: occorre “che il proponente/operatore presenti in Conferenza dei Servizi gli elementi per la valutazione delle alternative localizzative” perché prevalgono le proposte di impianti in aree rurali, sebbene normate dal Dm aree idonee.

Guardando al resoconto lato Regioni, invece, si legge che per gli interventi in attività libera viene abbassata la soglia massima degli impianti fotovoltaici su terreni agricoli e in aree industriali da 10 a 5 Mw. Tra le altre proposte “già dichiarate accolte o accoglibili” viene parzialmente accettata la specifica per cui il testo unico titolo edilizio occorre solo per l’acquisizione del titolo edilizio per gli impianti e le opere connesse. Infine, viene proposto un tavolo tecnico permanente di confronto per proseguire i lavori della riforma.

Il Consiglio di Stato boccia il Dm Aree idonee sulle restrizioni rispetto al decreto del 2021

Ieri, dicevamo, è stata una giornata calda anche sul fronte aree idonee. Il Consiglio di Stato ha, infatti, sospeso in via cautelare almeno fino alla conclusione del giudizio di merito al Tar un passaggio del decreto ministeriale sulle aree idonee. Nell’ordinanza viene sospesa la norma disciplinata dall’articolo 7, comma 2 lettera c), in base alla quale le Regioni possono salvare o non salvare le aree idonee del Dlgs 199/2021 (articolo 20). Ciò che ha spinto i giudici di appello a bloccare il Dm del 21 giugno scorso è la non possibilità delle Regioni di definire le aree idonee in senso più restrittivo rispetto a quanto stabilito in via transitoria dal Dlgs di tre anni fa. Appuntamento al 5 febbraio con l’udienza di merito del Tar del Lazio sui ricorsi pendenti. Quelli di Erg Wind Energy e di altre società rappresentate dallo Studio Cdra. A settembre, lo stesso tribunale regionale con sede a Roma aveva rigettato le richieste di sospensione del Dm avanzate da Iberdola, Erg Solar ed Erg Wind Energy. In tutto ciò, le Regioni continuano a lavorare alle proprie aree idonee: dalla Sardegna all’Abruzzo lo scontro tra società energetiche, comitati e amministrazioni continua. A proposito della composizione della composizione della mappa pugliese, ieri l’Alleanza per il fotovoltaico ha chiesto “una norma transitoria, anche per tutelare investimenti e posti di lavoro”, nonché “maggiore chiarezza” generale per “specificare chiaramente i rapporti di prevalenza”. Insomma, per Apf “l’ introduzione di definizioni regionalistiche” confonde “nell’interpretazione della norma, che rischia di creare disallineamenti con la normativa nazionale e rallentare lo sviluppo tecnologico”.

 

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