La giornata

Autonomia, STOP della Consulta a sette profili della legge

  • Acea: nei primi 9 mesi in crescita gli investimenti a 952 milioni e gli utili a 285 milioni, ricavi in flessione
  • Webuild: raggiunti 8,3 miliardi di ordini da inizio anno
  • Enav: nei primi 9 mesi record storico di traffico aereo sull’Italia
  • Coima: obiettivo 12 miliardi patrimonio in gestione entro il 2026,  rafforzati i team investment e capital market

15 Nov 2024

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Stop della Consulta a sette profili della legge sull’Autonomia, dai Lep alle aliquote sui tributi. Dopo due giorni di Camera di comsiglio arriva la  decisione  della Corte Costituzionale sui rilievi posti dalle Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Sentenza che ha ritenuto non fondata  la questione di costituzionalità dell’intera legge, ma “ravvisa l’incostituzionalità” di sette profili di legge. Come spiegano i giudici costituzionali, i tra profili della legge ritenuti incostituzionali c’è la previsione che sia un decreto del presidente del Consiglio dei ministri a determinare l’aggiornamento dei Lep, i livelli essenziali di prestazione. Viene  bocciato il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei Lep sui diritti civili e sociali senza idonei criteri direttivi con la “conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento”. No, dice la Consulta, alla possibilità di modificare, con decreto interministeriale, le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista per finanziare le funzioni trasferite in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito perché “potrebbero essere premiate proprio le regioni inefficienti che – dopo aver ottenuto dallo Stato le risorse finalizzate all’esercizio delle funzioni trasferite – non sono in grado di assicurare con quelle risorse il compiuto adempimento delle stesse funzioni”. Ma la Corte rimette al centro il principio di sussidiarietà. La distribuzione delle funzioni legislativa e amministrative tra Stato e Regioni “non” deve “corrispondere all’esigenza di un riparto di poteri tra i diversi segmenti del sistema politico” ma deve avvenire “in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione”. È “il principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni”. Per questo l’Autonomia, sottolineano i giudici costituzionali, “deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini”.

Ora, “spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dall’accoglimento di alcune delle questioni sollevate dalle ricorrenti, nel rispetto dei principi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge. La Corte – sottolinea – resta competente a vagliare la costituzionalità delle singole leggi di differenziazione, qualora venissero censurate con ricorso in via principale da altre regioni o in via incidentale”.

Dopo la sentenza si è scatenata un’ondata di reazioni della politica.  Per le opposizioni, la riforma è stata demolita. Soddisfatti anche i presidenti delle quattro Regioni ricorrenti. Per il governatore della Puglia, Michele Emiliano, “l decreto Calderoli è stato completamente smontato dalla Corte Costituzionale, pezzo per pezzo. Sono particolarmente soddisfatto perché la Corte ha ribadito che l’articolo 116 comma 3 della Costituzione deve comunque essere orientato all’efficientamento del sistema politico delle regioni, ma non può violare l’unità dello Stato e il principio di solidarietà.
La legge Calderoli sostanzialmente non esiste più, alla luce delle nostre aspettative, la vittoria della Regione Puglia e delle altre regioni che avevano proposto ricorso alla Corte Costituzionale, è una vittoria direi totale che ripristina il rispetto della Costituzione, il principio dell’unità della Repubblica e soprattutto il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, connesso alla solidarietà che ciascun italiano deve a tutti gli altri”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. La Puglia è stata la prima Regione a ricorrere alla Corte Costituzionale contro la Legge Calderoli”. Secondo Emliano,  la Corte Costituzionale ha condiviso le tesi delle regioni ricorrenti Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, sulla necessità che l’autonomia non può riguardare intere materie, ma solo funzioni legislative e amministrative il cui trasferimento deve essere giustificato per ogni singola singola regione. Sul fronte opposto, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato che “sono stati smentiti i gufi mistifcatori” e anche per la Consulta “la riforma si farà”. Per la Lega,”i rilievi saranno facilmente superati dal Parlamento”. Il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto di Fi ricorda di aver “suggerito al governo un surplus di riflessione e una moratoria sull’autonomia: oggi la moratoria, con molta più autorevolezza del sottoscritto, la impone la Corte Costituzionale”.

Acea: nei primi 9 mesi investimenti in crescita a 952 milioni e utili a 285 milioni, ricavi in flessione

Acea accelera sugli investimenti nei primi 9 mesi dell’anno, focalizzati sui business regolati (che rappresentano il 91% del totale).  Gli investimenti lordi realizzati sono pari a 951,9 milioni di euro in crescita rispetto ai 783,5 milioni di euro dell’anno precedente (+21,5%); al netto dei contributi sono pari a 829,2 milioni di euro (733,3 milioni nei primi nove mesi del 2023). Il gruppo conferma per l’intero anno investimenti pari a 1,5 miliardi (1,1 miliardi al netto dei contributi). Nel dettaglio, la ripartizione degli investimenti lordi per aree di business: vede l’Acqua Italia con 569,2 milioni di euro (circa 449 milioni al netto dei contributi); Reti e Illuminazione Pubblica con 223,9 milioni di euro (circa 221 milioni al netto dei contributi); Ambiente 76,5 milioni di Euro, Produzione 15,5 milioni di euro; Commerciale 47,5 milioni di euro; altri business (Acqua Estero, Engineering & Infrastructure Projects) e Corporate 19,3 milioni di euro. I risultati dei primi nove mesi registrano ricavi consolidati sono pari a 3.107,3 milioni di euro rispetto a 3.380,1 milioni di euro del 30 settembre 2023 soprattutto a seguito della flessione dei prezzi dell’energia. I ricavi relativi alle aree Acqua Italia, Reti e Illuminazione Pubblica, Ambiente rappresentano il 62% del totale e registrano nel periodo un aumento di circa il 7%. Cresce la redditività: l’ebitda consolidato si attesta a 1.160,8 milioni di euro, in crescita del 15,3% rispetto a 1.006,4 milioni di euro dei primi nove mesi del 2023. L’ebitda ricorrente, al netto di componenti one-off tra cui il rilascio del fondo per agevolazioni tariffarie (+17,3 milioni di euro) e il riconoscimento di partite tariffarie pregresse nel comparto Idrico (+24,0 milioni di Euro), aumenta del 12,2% a 1.129,6 milioni di Euro. La variazione è guidata principalmente dal positivo contributo dei business regolati (Acqua Italia, Reti e Illuminazione Pubblica) che ha più che compensato l’impatto negativo dello scenario energetico. L’ebit consolidato cresce del 25,4% a 555,3 milioni di euro nonostante l’aumento degli ammortamenti e degli accantonamenti. L’utile netto consolidato si attesta a 285,0 milioni di euro, in crescita del 36,1% rispetto a 209,4 milioni di euro dei primi nove mesi del 2023. L’utile netto ricorrente aumenta del 31,0% a 274,4 milioni di Euro. La crescita nei business regolati e l’efficiente gestione finanziaria hanno più che compensato i maggiori ammortamenti legati agli investimenti effettuati. La posizione finanziaria netta del gruppo aumenta di 385,7 milioni di euro, passando da 4.846,8 milioni del 31 dicembre 2023 a 5.232,5 milioni di Euro al 30 settembre 2024. La variazione è influenzata principalmente dalla dinamica degli investimenti realizzati e dal pagamento dei dividendi. “I risultati finanziari dei nove mesi confermano una solida crescita del Gruppo che ci permette di rivedere al rialzo la guidance del 2024 in termini di EBITDA. La crescita ha avuto un effetto positivo anche sulla leva finanziaria che è prevista in miglioramento rispetto al 2023. Nel periodo abbiamo inoltre registrato un incremento dell’efficienza operativa in tutte le aree di business e un ulteriore sviluppo nell’idrico, nostro settore di riferimento, grazie all’ingresso in Sicilia e al consolidamento della presenza in Perù; abbiamo, inoltre, proseguito nell’attuazione del piano di investimenti sul quale il Gruppo continuerà a essere impegnato”, ha commentato l’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo. Per il termovalorizzatore di Roma, “i numeri sono noti, investimento nell’intorno di 1 miliardo, inizio lavori nel primo quarter- primavera 2025 e da bando dovrebbero essere 36 mesi. Siamo in attesa che il concedente termini le ultime attivita’ e attendiamo l’assegnazione formale del progetto e allora potremo essere piu’ precisi sulla quota di partecipazione di Acea e l’impatto sui financials”.

Webuild: raggiunti 8,3 miliardi di ordini da inizio anno

Webuild ha raggiunto un totale di ordini acquisiti di 8,3 miliardi di euro da inizio anno. Proseguendo la strategia di derisking e il rafforzamento della
leadership nei mercati chiave, oltre il 90% dei nuovi ordini proviene da mercati esteri tra cui l’Australia, gli Stati Uniti, il Medio Oriente e altri paesi dell’Europa. In Italia, gli ordini acquisiti ammontano a 0,5 miliardi. “La profonda trasformazione che il settore sta vivendo, caratterizzato da una domanda sempre più orientata ad ottenere infrastrutture innovative per rispondere ai megatrend globali, continua a dare a Webuild
opportunità di sviluppo. Le sfide legate al cambiamento climatico, alla crescita demografica, alla scarsità di risorse idriche e all’espansione dell’intelligenza artificiale sono fattori chiave nei mercati in cui opera Webuild. In questo contesto la pipeline commerciale di breve termine si attesta a circa 120 miliardi di euro”, ha comunicato il gruppo nelle informazioni aggiuntive relative ai primi 9 mesi dell’anno. Nel corso del terzo trimestre 2024, Webuild è stata riconfermata leader mondiale nel settore acqua secondo Engineering News-Record (ENR), rivista di riferimento per il settore su scala globale, e con la sottoscrizione dell’accordo con Edison per sviluppare due progetti di pompaggio idroelettrico ha colto in anticipo le opportunità derivanti dai futuri investimenti nel segmento Energy. Inoltre, il Gruppo continua a perseguire altri segmenti strategici, come quello degli stadi, dove ha recentemente firmato un accordo per la ristrutturazione dello stadio Dall’Ara di Bologna, e della mobilità sostenibile, con la firma del contratto per la costruzione di un lotto del Suburban Rail Loop East in Australia. Proseguonoi lavori nei numerosi cantieri, sia in Italia che all’estero, tra cui si distinguono la consegna dell’intera tratta metropolitana M4 a Milano, con l’apertura di 13 nuove stazioni, l’inaugurazione della stazione San Pasquale della Linea 6 della Metropolitana di Napoli, il completamento della posa del doppio binario tra Catania Bicocca e Catenanuova in Sicilia e l’avvio dello scavo dei tunnel tramite Tunnel Boring Machine (TBM) per il nuovo collegamento autostradale North East Link a Melbourne, in Australia. Alla luce dei benefici in termini di sostenibilità e di minor costi operativi di un’economia circolare, Webuild prosegue nel progetto del polo industriale a Terni per la rigenerazione di TBM, dal quale è in arrivo presso i cantieri della linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria la prima TBM “ricondizionata”. In un’ottica di generazione disinergie e semplificazione dell’assetto organizzativo, è stato depositato
il progetto di fusione per incorporazione della società controllata Webuild Italia S.p.A. in Webuild S.p.A., previsto senza concambio, senza aumenti di capitale dell’incorporante e senza variazioni allo statuto sociale di Webuild.

Enav: record storico di traffico aereo sull’Italia nel 2024

I primi nove mesi del 2024 sono stati caratterizzati dalla continua e decisa crescita del traffico aereo toccando i valori massimi mai raggiunti. L’Italia si conferma come best performer tra le principali nazioni europee, con un aumento del 10,8% delle unità di servizio di rotta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, confrontato con la crescita media del 7,0% di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. A certificarlo è l’Enav con l’approvazione da parte del cda dei risultati al 30 settembre 2024. Il traffico aereo nazionale (arrivo e partenza su aeroporti italiani) è sostanzialmente stabile (+0,8%) rispetto al 2023, mentre le unità di servizio del traffico internazionale (arrivo o partenza da uno scalo estero) sono cresciute del 16,2%. La componente di sorvolo (aerei che attraversano lo spazio aereo italiano senza scalo) è invece aumentata del 10,5%.traffico di terminale2 nei nove mesi del 2024 è cresciuto del 10,7%, in termini di unità di servizio, rispetto al corrispondente periodo del 2023. L’aumento dei volumi di traffico è stato generalizzato su tutto il territorio italiano. L’andamento economico-finanziario della società mostra ricavi consolidati pari a 770,5 milioni di euro, in aumento del 4,1% rispetto al corrispondente periodo del 2023; l’ebitda consolidato pari a 222,8 milioni di euro, in aumento dell’1,3% rispetto ai primi nove mesi del 2023, con un ebitda margin del 28,9%; un utile netto consolidato a 89,6 milioni di euro, in aumento del 3,8% rispetto al corrispondente periodo del 2023; il free cash flow si attesta a 130,6 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto ai primi nove mesi del 2023 (96,6 milioni di euro).   “Sull’Italia il numero dei voli ha superato le previsioni e, infatti, contiamo di chiudere il 2024 con un aumento a doppia cifra rispetto al 2023. Il Gruppo è solido e gli ottimi risultati approvati oggi sono in linea con i nostri obiettivi di fine anno”, ha commentato l’amministratore delegato, Pasqualino Monti. “Il nuovo modello organizzativo, teso a separare competenze ed attività tra core business e mercato non regolamentato, permetterà di accelerare la transizione digitale per potenziare la gestione dello spazio aereo, favorendo anche lo sviluppo dei droni, e di rafforzare la presenza della Società nei mercati internazionali. Stiamo sviluppando nuovi prodotti e servizi, in fase di implementazione, che arricchiranno l’offerta commerciale”.

Coima: obiettivo 12 miliardi patrimonio in gestione entro il 2026,  rafforzati i team investment e capital market

Portare il patrimonio in gestione a 12 miliardi di euro entro il 2026. E’ l’obiettivo indicato dal chief investment officer di Coima Sgr Gabriele Bonfiglioli, annunciando il rafforzamento dei tean Investment e Capitakl Market con nuove nomine. Coima, dopo aver presentato a maggio gli ultimi sviluppi in ambito management e governance, avrà nuovi ingressi che “ci permettono – ha spiegato Bonfiglioli – di affrontare al meglio le opportunità di mercato in un momento caratterizzato da un forte sbilanciamento della domanda e dell’offerta tra i vari settori, con una domanda focalizzata su prodotti che combinano sostenibilità ambientale ed economica. In questo contesto, stiamo investendo in classi molto diversificate con l’obiettivo di portare il patrimonio in gestione a oltre 12 miliardi di euro entro il 2026, con un incremento del 20% rispetto al 2024. La strategia si concentra sull’abitare, sulla transizione brown to green degli uffici, sulla logistica e su asset class alternative come turismo, credito e nature-based”. I team Investment and Capital Markets sono stati rafforzati con l’ingresso di nuovi professionisti con esperienza internazionale in un team già solido e diversificato. Alessandro Bogo assume il ruolo di Head of Acquisitions, forte di un’esperienza di oltre 12 anni maturata nel mercato immobiliare europeo attraverso una brillante carriera in Blackstone e recentemente in Castelake, dove ha portato a termine investimenti rilevanti sia nell’equity sia nel credito per un valore superiore ai 5 miliardi di euro. Irish Vinas e Melina Klein sono le nuove associate del team di Capital Markets guidato da Giulia Salami, ex Investment Senior Manager di Norges Bank. Vinas proviene da JP Morgan Asset Management a Londra, dove era membro del team Acquisitions and Asset Management con focus sul mercato italiano. Klein proviene dalla sede londinese di Apollo Global Management, dove ha ricoperto un ruolo importante nell’esecuzione di strategie di marketing e nella guida di iniziative di fundraising per tutta la società. Infine, John Gellatly è stato nominato Senior Indipendent Advisor  per supportare i piani di crescita del Gruppo. Proviene da Abu Dhabi Investment Authority (ADIC), dove era Chief Investment Officer del Real Estate a livello globale. Supporterà il team COIMA grazie alla sua esperienza pluriennale, unica nel settore immobiliare internazionale, maturata in gruppi come BlackRock, Aviva e Credit Suisse. Questi ingressi rafforzano ulteriormente le competenze del Gruppo COIMA nelle divisioni Investment e Capital Markets, supportato anche anche da Sameer Godbole, Fund&Asset Management Director con focus sulla logistica, e Jesse Freitsg Akselrod entrato recentemente nel Gruppo come Chief Performance Officer e Deputy Head of Asset Management. Akselrod  che precedentemente ha ricoperto il ruolo di European Head of Advisory di Green Street, vanta oltre 20 anni di esperienza nell’analisi quantitativa dei mercati e degli investimenti nelle aree della due diligence, della ricerca e dello sviluppo, della valutazione dei mercati privati e dei REIT, a supporto dell’ottimizzazione delle performance di portafoglio.

Per Saipem nuovo contratto offshore da TotalEnergies da 1,9 miliardi di dollari in Suriname

Saipem si è aggiudicata un contratto EPCI da TotalEnergies EP Suriname B.V., controllata di TotalEnergies, per lo sviluppo sottomarino del progetto GranMorgu, situato nel giacimento di petrolio e gas del Blocco 58, a 150 km dalla costa del Suriname. Il contratto ha un valore di 1,9 miliardi di dollari. L’intero progetto, per il quale si prevede una durata di 5 anni con il first oil nel 2028, rappresenta il primo grande sviluppo sottomarino in Suriname e ha lo scopo di espandere la produzione dell’area centrale del blocco attraverso un sistema di pozzi sottomarini collegati ad una unità galleggiante di produzione,nstoccaggio e scarico (FPSO). Le attività di Saipem comprendono l’ingegneria, l’approvvigionamento, la fornitura, la costruzione, l’installazione, il pre-commissioning e l’assistenza per il commissioning e la fase di start-up del pacchettonSubsea Umbilicals, Risers and Flowlines (SURF). Questo comprende l’EPCI di circa 100 km di condotte sottomarine con diametro da 10” a 12”, 90 km di condotte per l’iniezione di acqua e gas con diametro da8” a 12”, oltre che il trasporto e l’installazione di riser flessibili, ombelicali e strutture associate, a profondità d’acqua comprese tra 100 e 1.100 metri. Per la campagna offshore, che si svolgerà nel 2027 e 2028, Saipem impiegherà una combinazione di navi con capacità di posa S-Lay e J-Lay, fornendo così la soluzione ottimale per l’installazione delle condotte. Inoltre, Saipem eseguirà il progetto in collaborazione con TechnipFMC, società responsabile dei pacchetti relativi al Subsea Production System (SPS) e alla fornitura dei pacchetti di riser flessibili e ombelicali, al fine di ottimizzare l’integrazione tra le porzioni di lavoro assegnate alle due società, dimostrando così il successo del modello collaborativo dell’alleanza commerciale creata dalle due società nel 2021 per la realizzazione di progetti sottomarini che includono sviluppi integrati SURF-SPS. Questo importante contratto di lunga durata in Suriname contribuisce all’impegno complessivo della flotta fino al 2028. Consolida, inoltre, la presenza di Saipem nel Sud America e rafforza il track record della società nello sviluppo di progetti sottomarini complessi.

Cresce il successo della composizione negoziata, oltre 10mila i lavoratori salvati dal possibile licenziamento

Per prevenire la crisi d’impresa, cresce l’appeal della composizione negoziata, la procedura stragiudiziale introdotta per consentire il
risanamento delle aziende in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico- finanziario: quasi 2.000 le adesioni dalla sua partenza e 926 in più le istanze presentate a novembre 2024 rispetto a un anno fa, con ben 210 imprese avviate a risanamento a fronte delle 83 registrate 12 mesi fa. Cresce anche il numero dei lavoratori salvati dal possibile licenziamento (oltre 10mila) e la dimensione delle imprese che ricorrono a questo strumento, che, nell’85,7% dei casi sono società di capitali, hanno mediamente 64 addetti e registrano 13 milioni di euro di valore
della produzione. E’ quanto mostrano i dati dell’Osservatorio sulla crisi di impresa, presentato ieri da Unioncamere. A tre anni dall’avvio della composizione negoziata, il totale delle istanze ammonta a 1.963 (+926 rispetto a quelle censite a novembre 2023), con una crescita del 60% nei primi tre trimestri del 2024. Sul totale delle 1.963 istanze presentate, 1.097 risultano concluse – di cui il 19% con esito favorevole – mentre 104 sono state rifiutate. Le istanze attualmente in gestione presso i vari esperti incaricati sul territorio nazionale sono 762. Il numero dei casi archiviati con esito favorevole è considerevolmente aumentato (210 contro gli 83 dello scorso anno), con una crescita anche del tasso di successo medio trimestrale che, a partire dal 1° gennaio 2023, è pari al 20,5%. La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di istanze (436) seguita dal Lazio (208) dall’Emilia-Romagna (193) e dal Veneto (168): la somma delle istanze avanzate in queste regioni è pari a circa il 54% del totale. Uno dei principali elementi di forza della composizione negoziata è rappresentato dalle tempistiche di svolgimento della procedura che, per espressa previsione normativa, sono più rapide e contenute rispetto a quelle giudiziali delle procedure concorsuali .Analizzando i dati relativi alla durata delle composizioni negoziate concluse – calcolata assumendo come parametri temporali di riferimento la data di accettazione dell’incarico dell’esperto e quella di archiviazione dell’istanza – emerge che le procedure durano, in media, 224 giorni e che il 64% delle imprese si avvale della proroga di ulteriori 180 giorni prevista dalle norme. Le tempistiche necessarie per giungere a una chiusura favorevole della composizione negoziata sono mediamente di 325 gg: quasi la totalità delle imprese, infatti, necessita di più di 6 mesi per concludere il procedimento (circa il 90%). Con riferimento agli esiti sfavorevoli, invece, la durata media è di 200 giorni, con il 59% di imprese che, nonostante poi le trattative non vadano a buon fine, ricorre alla proroga. Il maggior numero dei 210 di successo riguarda imprese che hanno sede in Lombardia (56), nel Lazio (20), nell’Emilia Romagna (19) e in Toscana (16). Tra i settori, prevalgono le attività manifatturiere (21,5%), il commercio all’ingrosso e al dettaglio (19%) e le costruzioni (15%). Si tratta in prevalenza di società di capitali (85,4%), mentre il restante 15% è costituito da società di persone, imprese individuali e altre forme giuridiche. “Questa procedura sta prendendo piede”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Solo negli ultimi 15 giorni, sono giunte altre 100 istanze – anche grazie alla recente possibilità di accordi con l’Agenzia delle entrate e riscossione – e si sono chiusi altri 5 casi di risanamento che interessano circa mille lavoratori. La convenienza di questa procedura è dimostrata anche dal fatto che, quando è possibile utilizzare lo strumento della composizione negoziata, si risparmia tempo e in più di un caso su 5 si riesce a risanare l’impresa”.

Energia: 5,5 milioni di euro da Ue a Medener per un Mediterraneo più sostenibile

La Commissione Europea ha finanziato con 5,5 milioni di euro la terza fase del progetto meetMED, sviluppato da MEDENER per accelerare la transizione verso economie più sostenibili e climaticamente neutre nella sponda sud del Mediterraneo. MEDENER è l’Associazione delle Agenzie nazionali per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili del Mediterraneo, che vede come presidente il direttore generale ENEA Giorgio Graditi e come segretario generale Roberta Boniotti, sempre dell’ENEA; dal 2018 a oggi ha coordinato le prime due fasi del progetto meetMED, coinvolgendo otto paesi del Mediterraneo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Giordania, Palestina e Libano).
MeetMED III si propone due obiettivi principali: promuovere città più sostenibili e rafforzare le azioni di mitigazione climatica nel settore energetico, supportando le autorità locali nello sviluppo dei PAESC (Piani di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) e dei SUMP (Piani di Mobilità Urbana Sostenibile), anche per favorire l’affiliazione alla sezione mediterranea del GCoM (Patto Globale dei Sindaci). Le attività prevedono: capacity building; strumenti per l’accesso ai finanziamenti; organizzazione di forum SEI (Investimenti in Energia Sostenibile); monitoraggio delle politiche energetiche; assistenza tecnica per l’attuazione di strategie locali di adattamento e mitigazione; misure di efficienza energetica, con particolare attenzione al settore edilizio, tramite supporto alle politiche, sviluppo e monitoraggio di strumenti per l’efficienza, e collaborazione con il progetto Peeb Med (Programma per Edifici Efficienti nel Bacino del Mediterraneo); facilitare l’accesso ai finanziamenti per progetti di efficienza energetica attraverso i forum SEI ; promuovere lo scambio di best practice tra i membri della rete meetMED REN (Rete di Esperti Regionali). “Questo importante risultato testimonia non solo l’impegno della Commissione Europea a favore della transizione energetica nella regione del Mediterraneo, ma anche la qualità del lavoro svolto da MEDENER”, dichiara Giorgio Graditi, presidente di MEDENER e direttore generale ENEA. “Il riconoscimento – aggiunge – rafforza inoltre ruolo e posizionamento dell’Italia nel contesto europeo e mediterraneo, rappresentando una rilevante opportunità per ampliare la missione del progetto, a favore di un approccio multilaterale e integrato, dal livello nazionale a quello locale, indispensabile per il percorso di transizione energetica in una regione particolarmente esposta ai cambiamenti climatici come quella mediterranea”. “Questa nuova fase del progetto meetMED evidenzia la crescente rilevanza delle Agenzie energetiche nazionali di MEDENER nel dare vita a contesti socioeconomici più stabili ed efficienti, in grado di garantire una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici”, spiega segretario generale di MEDENER Roberta Boniotti. “Le Agenzie – conclude – rappresentano i punti focali per supportare l’implementazione delle politiche energetiche nazionali a livello locale, garantendo allo stesso tempo il confronto e lo scambio di best practice tra i Paesi della regione”.

Enac:  SAF, intermodalità e mobilità aerea avanzata per un’aviazione sostenibile

Sustainable Aviation Fuel (SAF), intermodalità e #MobilitàAereaAvanzata: sono i tre pilastri sui quali si deve basare un’aviazione più sostenibile. E’ la visione dell’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, delineata dal direttore generale Alessio Quarante l’evento “Tavola Rotonda Italia – Francia delle Infrastrutture dei Trasporti” dedicato alle sinergie tra i due Paesi in materia di nuovi carburanti per l’aviazione e di intermodalità nei trasporti.”I Saf oggi rappresentano la soluzione più efficace per conseguire, nel breve e medio periodo, una riduzione concreta delle emissioni nette di gas a effetto serra. E la principale priorità risiede nell’incentivare tanto l’uso quanto la produzione di SAf per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di co2 al 2050. Internmodalità significa migliorare le relazioni città – aeroporti, promuovendo la decongestione del traffico stradale e favorendo la decarbonizzazione dei trasporti. Mentre il collegamento treno-aereo rappresenta lo scenario presente, noi siamo giù tracciando il futuro e svilippando il trasporto di domani attraverso l’Advanced Air Mobility. In questo campo l’Italia si conferma tra i Paesi leader grazie alla pubblicazione del Piano Strategico Nazionale AAM (2021-2030) per lo sviluippo della Mobilità aerea avanzata in Italia e soprattutto all’adozione del Regolamento Enac”.

Maria Cristina Carlini

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