La giornata

MORTI sul lavoro, manca sicurezza. Mattarella: “senza più parole”

  • Orsini firma la ‘Carta di Lorenzo’ per promuovere la sicurezza dei giovani
  • Eni, accordo per KKR in Enilive,  2,9 miliardi per il 25% del capitale
  • Terna: da Bei un finanziamento di 400 milioni per il rinnovo della rete
  • Puliti (Saipem): “nel terzo trimestre accelerazione su tutti i parametri chiave”

24 Ott 2024

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“Non ci sono più parole adeguate per esprimere l’allarme e l’angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando, per l’insufficienza di sicurezza per chi lavora”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervendo a Bologna alla Biennale dell’Economia Cooperativa di Legacoop. Mercoledì, a Borgo Panigale, due operai hanno perso la vita alla Toyota Material Handling a causa del crollo di un capannone dopo un’esplosione. “Desidero anch’io rivolgere un pensiero di solidarietà alla città che ci ospita, ai familiari delle vittime dell’alluvione e del gravissimo incidente mortale sul lavoro, ennesima tragedia sul lavoro”. Per l’intera giornata di oggi, si svolgerà uno sciopero unitario dei lavoratori di tutte le aziende del settore metalmeccanico di Bologna. Cordoglio è stato espresso anche dal ministro del Lavoro Marina Calderone: “le vittime di Bologna, Lecce e Orvieto mi addolorano profondamente per la perdita di vite umane nei luoghi di lavoro, che sono e dovrebbero essere solo luoghi di vita. Esprimo la mia commossa vicinanza alle famiglie. Ribadisco che il miglioramento della cultura e delle condizioni di sicurezza, non solo sul lavoro, resta una priorità assoluta e in questo senso siamo costantemente impegnati”.  I nuovi incidenti sul lavoro riaprono il dibattito e rinfocolano le critiche sull’efficacia della nuova patente a crediti obbligatori dal primo ottobre. Ad attaccare è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “le leggi che il Governo ha fatto non servono assolutamente a nulla. Sono finte. Quelle che chiamano patente  a crediti è una presa in giro. E’ sufficiente che un’azienda compri una certificazione, per autocertificarsi che è a posto. E per un po’ di tempo ha risolto i suoi problemi”. Proprio sulla patente a punti, è stata convocata al ministero del Lavoro, per il 28 ottobre prossimo, la riunione di una commissione tecnica, alla quale parteciperanno i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali.

Orsini firma la ‘Carta di Lorenzo’ per promuovere la sicurezza dei giovani

Il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in occasione del Consiglio Generale che si è tenuto ieri a Roma, ha sottoscritto la “Carta di Lorenzo”, il documento dedicato alla memoria di Lorenzo Parelli, studente al 4° anno dell’Istituto professionale “Bearzi” di Udine, vittima nel 2022 di un incidente durante il periodo di alternanza scuola lavoro. Con la firma della “Carta di Lorenzo”, manifesto siglato nel 2023 dalla famiglia di Lorenzo e dall’Amministrazione regionale, avvenuta alla presenza dei genitori del giovane, Elena e Dino Parelli, Confindustria si impegna a promuovere la sicurezza sul lavoro nei contesti scolastici e formativi attraverso azioni mirate a prevenire gli incidenti e ad implementare la tutela della salute e della sicurezza dei giovani coinvolti in esperienze professionali.  Il manifesto prevede, ad integrazione e sostegno degli interventi previsti dalla normativa in materia di sicurezza sul lavoro, il coinvolgimento degli studenti nella progettazione dei percorsi formativi con una loro rappresentanza nei tavoli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Amministrazione regionale; l’inserimento degli studenti in ambienti adeguati e coerenti con l’esperienza scolastica; il collegamento costante tra studente, tutor scolastico e tutor aziendale, con un percorso di formazione dedicato; un sistema per il riconoscimento di requisiti preferenziali per le imprese che ospitano studenti, basati sulla presenza di un sistema strutturato e consolidato per la tutela della sicurezza. “Il manifesto che abbiamo firmato oggi rappresenta la volontà delle imprese di rafforzare ulteriormente l’impegno per la sicurezza, attraverso lo sviluppo di una cultura organizzativa orientata alla prevenzione e alla formazione”, ha affermato Orsini. “Ringrazio il Capo dello Stato Sergio Mattarella per le sue parole e confermo il nostro massimo impegno verso un obiettivo comune e condiviso: azzerare le morti sul lavoro. Siamo convinti che la strada corretta sia intervenire ex ante e abbiamo già avviato un dialogo con i sindacati in questa direzione. Tragedie come quella accaduta a Lorenzo non devono ripetersi mai più e per questo occorre agire sulla prevenzione, implementando procedure di sicurezza efficaci, aggiornando costantemente i macchinari e formando adeguatamente il personale”.

Eni, accordo per KKR in Enilive,  2,9 miliardi per il 25% del capitale

Eni e KKR hanno firmato il contratto per l’ingresso di KKR nel 25% del capitale sociale di Enilive. L’operazione, il cui valore complessivo si attesta a 2,938 miliardi di euro, prevede due step: la sottoscrizione di un aumento di capitale in Enilive riservato a KKR pari a 500 milioni di euro; l’acquisto di azioni Enilive da Eni a fronte del pagamento di 2,438 miliardi di euro, corrispondente ad una valutazione post-money pari a 11,75 miliardi di euro in termini di equity value per il 100% del capitale sociale di Enilive. L’accordo prevede che prima del completamento dell’operazione Eni effettuerà un aumento di capitale pari a 500 milioni di euro per azzerare la posizione finanziaria netta. L’operazione unisce la capacità di Eni di sviluppare business energetici a elevata crescita con l’esperienza di KKR in qualità di investitore di lungo termine con un solido track record nei settori dell’energia e delle infrastrutture, contribuendo ulteriormente alla crescita di Enilive. Inoltre, l’investimento ottimizza la struttura del capitale di Eni, riducendone la posizione finanziaria netta e mantenendo in capo a Eni il consolidamento e il controllo di Enilive. L’operazione rappresenta uno sviluppo significativo del modello satellitare di Eni, che si pone l’obiettivo di creare le condizioni per una crescita indipendente dei business a elevato potenziale, garantendo l’accesso a nuovi bacini di capitale strategico e dando evidenza del loro effettivo valore di mercato e conferma altresì l’efficacia del modello integrato distintivo di Enilive e ne rafforza allo stesso tempo la struttura finanziaria. Per Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, “questo accordo rappresenta un nuovo e importante passo avanti nella nostra strategia di business legata alla transizione energetica. Enilive, insieme a Plenitude, è fondamentale per il nostro impegno nel fornire soluzioni energetiche decarbonizzate e ridurre progressivamente le emissioni generate dall’uso finale dei nostri prodotti: entrambe le Società hanno incontrato un grande interesse da parte di partner internazionali di primo piano e conseguito valutazioni di mercato importanti, e questo significa che c’è apprezzamento per come stiamo affrontando la transizione energetica. E crediamo che per affrontarla con successo questa sia la strada giusta: creare dei business low o zero carbon che rispondano a una domanda reale ed esistente di prodotti energetici e crescano in modo autonomo, in ragione del successo dei loro modelli e dei loro prodotti. Con il supporto di KKR, Enilive è nelle condizioni di valorizzare i propri ambiziosi piani di crescita e proseguirà nell’offerta di soluzioni reali e scalabili, legate alla transizione
energetica”.

Terna: da Bei un finanziamento di 400 milioni per il rinnovo della rete

Terna e la Banca europea per gli investimenti hanno sottoscritto un contratto di finanziamento da 400 milioni di euro finalizzato a rafforzare l’efficienza e l’affidabilità della rete di trasmissione nazionale. Gli interventi, che saranno realizzati entro il 2026 in tutta Italia, mirano a rinnovare e sostituire le infrastrutture esistenti con le più moderne soluzioni in termini di sostenibilità ambientale, contribuendo a incrementare significativamente il livello di resilienza della rete contro futuri eventi climatici estremi. L’accordo di finanziamento consolida ulteriormente la partnership tra la BEI e Terna, una collaborazione fondamentale per raggiungere gli obiettivi di REPowerEU e per promuovere la transizione e la sicurezza energetica in Europa. Il prestito in oggetto, al pari dei precedenti finanziamenti BEI, ha una durata pari a circa 22 anni dalla data di erogazione e prevede l’erogazione di una sola tranche a tasso fisso. Essendo caratterizzato da una durata più lunga e da costi più competitivi rispetto ai finanziamenti di mercato, il finanziamento rientra così nella politica di ottimizzazione ed efficientamento della struttura finanziaria di Terna. “Investire nell’ammodernamento delle reti elettriche è essenziale per rispondere alla crescente domanda di energia, favorire l’integrazione delle nuove fonti rinnovabili e adeguarsi alla trasformazione digitale. Questo accordo con Terna conferms l’impegno della Bei nel sostenere progetti che potenziano le infrastrutture eneegetiche, contribuendo alla transizione ecologica e garantendo la sicurezza energetica in Italia e in Europa”, ha dichiarato Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Bei. Per l’amministratore delegato di Terna, Giuseppina Di Foggia, “la progressiva elettrificazione dei consumi e l’aumento della domanda globale, la crescente penetrazione delle fonti rinnovabili nel mix energetico e, soprattutto, i sempre più frequenti eventi climatici avversi sono fattori che rendono cruciale per Terna continuare a investire negli oltre 75 mila Km di rete elettrica che l’azienda gestisce in tutto il Paese e nella realizzazione di nuove dorssali elettriche e collegamenti sottomarini. Infatti, è necessario ammodernare gli asset esistenti con componenti tecnologicamente avanzati, al fine di incrementare la resilienza della rete e il livello di sicurezza e adeguatezza del servizio di trasmissione elettrica. Nello stesso tempo, occorre far crescere la capacità dell rete con nuovi collegamenti”.

Puliti (Saipem): “nel terzo trimestre accelerazione su tutti i parametri chiave”

“Nel terzo trimestre del 2024 Saipem ha registrato un’accelerazione su tutti i parametri chiave. Nel terzo trimestre abbiamo registrato la piu’ alta acquisizione di ordini trimestrali dal secondo trimestre del 2019, i ricavi trimestrali piu’ alti di sempre e l’ebitda trimestrale piu’ alto dal quarto trimestre del 2015”. A sottolinearlo è stato l’amministratore delegato di Saipem, Alessandro Puliti, presentando i risultati del gruppo al 30 settembre. “Il margine ebitda si e’ attestato al 9,2%, in miglioramento di 40 punti base rispetto al trimestre precedente, sostenuto sia dalle nostre attivita’ E&C che da Drilling Offshore. Parliamo di oltre 13 miliardi di euro di premi nei primi nove mesi. Ci avviciniamo al livello record di 18 miliardi di euro raggiunto nel 2023″. Come ha spiegato l’ad, “l’acquisizione ordini e’ principalmente legata a progetti E&C offshore e progetti integrati, mentre rimaniamo estremamente selettivi nell’assumere nuovi contratti onshore autonomi. L’impronta geografica della nostra acquisizione ordini e’ molto diversificata. Da un lato consolidiamo la nostra forte presenza in Medio Oriente e Africa Occidentale, dall’altro ci espandiamo anche in America Latina. Le principali aggiudicazioni di quest’anno sono tutte legate a progetti upstream, e piu’ della meta’ di essi riguarda l’ottimizzazione e il mantenimento dei giacimenti di petrolio e gas esistenti, mentre il restante 40% riguarda l’espansione della capacita’ produttiva. Attualmente stiamo lavorando sul piu’ grande portafoglio ordini mai realizzato da Saipem e oltre il 60% dei nostri progetti riguarda l’E&C offshore”.

Italgas: nei primi 9 mesi ricavi a 1,3 miliardi, gas e acqua compensano il calo del Superbonus, investimenti a 550 milioni

Nei primi nove mesi dell’anno, Italgas ha consuntivato i ricavi totali adjusted pari a a 1.309,3 milioni di euro, trainati dall’aumento dei ricavi regolati della distribuzione gas (+11,5% rispetto alcorrispondente periodo del 2023) e dal contributo di Acqua Campania, che hanno compensato il previsto calo dei ricavi legati alle attività dell’efficienza energetica, cioè la fine del Superbonus.  Nel settore della distribuzione del gas, in Italia proseguono le attività volte al repurposing e al completamento della digitalizzazione della rete sotto il controllo del sistema DANA; in Grecia continua con successo lo sviluppo del network verso le aree del Paese non ancora raggiunte dal metano, contribuendo in tal modo anche al conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione dei consumi. “I risultati economico-finanziari dei primi nove mesi del 2024 riflettono l’eccellenza di Italgas nello sviluppo delle infrastrutture e nella digitalizzazione degli asset e fanno seguito al Piano
Strategico 2024-2030 presentato agli inizi di ottobre”, sottolinea l’azienda che ricorda “la recente conferma da parte delle agenzie di rating Moody’s e Fitch del merito di credito a lungo termine di Italgas (Baa2 e BBB+ con Outlook Stabile) anche a seguito dell’acquisizione di 2i Rete Gas, nonché la prospettiva di miglioramento del rating di 2i Rete Gas di S&P nel contesto dell’integrazione con Italgas, sono in linea con l’obiettivo dichiarato di mantenere invariato il Credit Rating”. Nel settore idrico proseguono le attività di integrazione nel Gruppo delle società recentemente acquisite e di condivisione del know-how tecnico e tecnologico teso a favorire lo sviluppo diun servizio più efficiente, la riduzione delle perdite e la creazione di valore per le comunità. Nei primi nove mesi 2024 sono stati effettuati investimenti tecnici per un ammontare pari a 549,7 milioni di euro, che hanno anche permesso di posare 521 chilometri di condotte di distribuzione del gas. L’ebitda adjusted dei primi nove mesi ammonta a 1.009,3 milioni di euro in crescita del +10,9% rispetto al 30 settembre 2023, grazie anche alle continue azioni di contenimento dei costi operativi, nel contesto di un migliorato quadro regolatorio.  Continua l’impegno del Gruppo per il miglioramento delle performance ambientali. Nei nei primi nove mesi del 2024 i consumi netti di energia sono calati del -10,9% e le emissioni di Scope 1 e 2, in volume assoluto, del -10,0%. A fronte di un aumento del 35,0% dei chilometri di rete investigata rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, il tasso di dispersioni in atmosfera, misurato come rapporto tra volume di gas disperso e chilometri di rete indagata, è sceso del 36,7%. “Italgas – ha commentato l’ad Paolo Gallo – continua il percorso di crescita che ha prodotto solide performance anche nei primi nove mesi del 2024 grazie anche ad una visione del futuro dell’energia che il Gruppo sta rapidamente trasformando in realtà. Le reti del gas – smart, digitali e flessibili – sono e saranno uno dei principali volani della transizione ecologica, grazie alla possibilità di accogliere quote crescenti di gas rinnovabili. Questi nove mesi si sono chiusi con i principali indicatori economici in crescita a doppia cifra. L’EBITDA adjusted è aumentato del 11%, superando il miliardo di euro, l’Utile Netto adjusted di Gruppo è stato pari a circa 362 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il Piano Strategico 2024-2030, che contiene l’integrazione di 2i Rete Gas e l’impiego diffuso dell’intelligenza artificiale in tutte le attività del Gruppo, disegna ulteriori e più ambiziosi traguardi in termini di investimenti, raggiungimento degli obiettivi della transizione ecologica e creazione di valore per tutti i nostri stakeholder”.

Maire: nei primi  mesi ricavi in crescita a 4,1 miliardi, utile a 144,5 milioni

Il gruppo Maire archivia i primi 9 mesi con una crescita dei ricavi a 4,1 miliardi (+33,8%)  grazie alla progressione costante dei
progetti in corso di esecuzione, compreso l’avanzamento delle attività di ingegneria e procurement di Hail and Ghasha. L’ebitda è pari a 268,8 milioni, in crescita del 37,2% guidato dai maggiori volumi consuntivati e ad una efficiente gestione dei costi di struttura. Il margine ebitda è pari al 6,5%, con un incremento di 20 punti base, anche per il contributo dei servizi ad alto valore aggiunto e delle soluzioni tecnologiche. Il risultato operativo è pari a 223,4 milioni, in crescita del 42,5%, con un margine del 5,4%, in crescita di 30 punti base. L’utile netto è pari a 144,5 milioni, in crescita del 63,1%, con un’incidenza sui ricavi del 3,5%, in aumento di 60 punti base. Gli investimenti totali, principalmente dedicati all’ampliamento del portafoglio tecnologico, al rafforzamento della capacita’ di ingegneria, ed ai progetti di innovazione digitale, ammontano a
74,9 milioni. Nuovi ordini per 3,7 miliardi che consolidano un backlog di 14,8 miliardi. Il gruppo conferma le guidance per il 2024. “I risultati dei primi nove mesi del 2024 riflettono una crescita costante a doppia cifra delle metriche principali e un aumento della redditività”, commenta l’amministratore delegato Alessandro Bernini. “Presentiamo la nuova organizzazione della business unit Sustainable Technology Solutions che fa capo a NEXTCHEM, all’avanguardia nell’offrire soluzioni innovative e scalabili per soddisfare la crescente domanda globale di energia e di processi industriali sostenibili. Proseguiamo nel nostro impegno per fornire soluzioni efficaci ed economicamente sostenibili per i clienti e le comunità che serviamo”.

Edilizia, Mazzetti (FI): “Su revisione prezzi fare di più, dialogo con categorie vada avanti”

“Sono giorni intensi in cui sto raccogliendo le richieste della filiera delle costruzioni, perché si può e si deve fare di più per una filiera che è determinante per l’economia e la modernizzazione del nostro Paese. Sicuramente, la revisione dei prezzi a favore delle imprese colpite dai rincari è un aiuto prima di tutto al Paese, perché preservando imprese e competenze professionali dall’impatto dei rincari si possono concludere i cantieri per opere strategiche per il Paese”. Ad affermarlo è Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di Forza Italia. “Condivido, quindi, la preoccupazione della presidente di Ance Federica Brancaccio, è la mia stessa preoccupazione, ma ritengo che il governo in questi due anni abbia inaugurato una nuova stagione, dialogando in modo franco e concreto. Dobbiamo fare di più e ci siamo già messi al lavoro: l’obiettivo è individuare nuove risorse da mettere a disposizione delle imprese sane e serie che sono l’ossatura della filiera edile con la proroga del “Decreto Aiuti” che dal post-covid sta garantendo l’adeguamenti dei prezzi. Sarà mia cura presentare in merito un emendamento alla legge bilancio in discussione alla Camera dei Deputati”.

 

Agici: l’idrogeno non decolla, in Europa la produzione sotto al 50% dei target Ue

La decarbonizzazione rappresenta un pilastro fondamentale per i 27 Paesi dell’UE, ma una delle principali alternative alle fonti fossili per i settori hard to abate (industria e trasporti), l’idrogeno, è in uno stato ancora dormiente. Gli operatori stanno facendo la loro parte a livello internazionale, ma al 2030 i primi sette Paesi UE per capacità produttiva prevista non raggiungeranno nemmeno il 50% del target REPowerEU pari a 10 Mton di produzione (a cui si aggiungono 10 Mton di importazione). Questi sono solo alcuni dei risultati dell’Osservatorio sul Mercato Internazionale dell’idrogeno, presentati oggi nel corso del convegno “Il futuro dell’idrogeno: dalle strategie nazionali al mercato globale” organizzato da AGICI a Milano. All’evento hanno preso parte i principali esponenti del settore energetico per condurre un’analisi corale delle strategie, opportunità, ostacoli e caratteristiche della filiera alla base del mercato italiano ed europeo. Sul fronte internazionale, lo studio ha preso in analisi oltre 1.900 iniziative sull’idrogeno, focalizzate sulle diverse fasi di produzione, trasporto e stoccaggio, evidenziando che solo 510 progetti, pari al 27% del totale, risultano in uno stato avanzato (operativi, in costruzione o FID). Un quadro globale in cui l’Europa detiene il primo posto con 208 progetti avanzati. A lasciar trapelare la difficoltà del mercato è proprio il contributo che i primi sette Paesi UE per capacità di elettrolisi potranno fornire al 2030, con una produzione stimata pari a 4,8 Mton, meno del 50% del target di produzione interna. Tra l’altro, ad oggi i progetti in uno stadio avanzato consentirebbero di raggiungere solo il 10% di questo potenziale. I progetti per la produzione di idrogeno rinnovabile sono caratterizzati da un’elevata incidenza dei costi operativi (OPEX). Per questo motivo, i meccanismi di incentivazione che agiscono su questo elemento giocano un ruolo essenziale, fornendo una copertura fissa o variabile del gap tra il costo di produzione della molecola e altre alternative fossili. L’analisi di AGICI, a livello europeo, ha individuato sette strumenti di questo tipo, per una dotazione complessiva di 12,9 miliardi di euro. Anche in Italia il mercato dell’idrogeno stenta a decollare, nonostante enti e operatori nazionali abbiano partecipato a oltre 70 progetti per la promozione dell’idrogeno finanziati da fondi strutturali UE 2021-2027, a cui si aggiungono 15 iniziative IPCEI per la filiera dell’idrogeno. Ad oggi, il principale strumento di finanziamento per i progetti nazionali è il PNRR, che conta sei linee d’investimento per l’idrogeno, per un totale di 2,9 miliardi di euro. Tra questi, le risorse già approvate ammontano a circa 2 miliardi di euro, di cui la parte più ingente è destinata al Nord Italia, con 693 milioni di euro stanziati e 68 progetti avviati. Segue il Sud, con 506 milioni di euro e 56 progetti, e infine il Centro, che racchiude 20 progetti per una cifra di 118 milioni di euro. La restante parte si riferisce a progetti non ancora identificati sul territorio nazionale. In Italia, le criticità segnalate sono molteplici, di natura tecnica, normativa ed economica. Tra queste la mancanza di una strategia nazionale ufficiale, da cui deriva l’assenza di meccanismi incentivanti strutturati e la conseguente insostenibilità economica degli investimenti per gli operatori. Non solo, sul fronte dei finanziamenti PNRR ci sono stringenti scadenze fissate al 2026, e le difficoltà ad avviare i progetti rischia di farci perdere queste risorse.

 

 

Savona (Consob): “aumentare la destinazione del risparmio a fini produttivi”

“C’e’ la necessita che venga incrementata la destinazione del risparmio nazionale a fini produttivi”. E’ la sollecitazione giunta dal presidente della Consob, Paolo Savona, parlando all’apertura del convegno per la celebrazione dei 50 anni dell’Autorità, che si è svolto ieri a Roma.  Questa strada deve essere perseguita “riformando normativa e architettura di vigilanza per incorporare le incalzanti innovazioni tecnologiche”, ha detto Savona.  “Dal 1974, data di nascita della Consob, il rapporto tra moneta e finanza e’ passato da 1 a 2,8 volte. Attendo un segnale che si intende procedere in questa direzione o, in caso contrario, una spiegazione parimenti fondata del perche’ non si avverte questa urgente necessita’”, ha sottolineato. Quello che si è svolto ieri, presso l’Università La Sapienza, è stato un gran consulto al quale hanno partecipato insigni studiosi della materia, che hanno esaminato la Storia dell’Istituto dalla sua nascita nel 1974, all’indomani del crack Sindona, fino agli sviluppi più recenti dell’intelligenza artificiale. La storia della Consob, indissolubilmente legata alla vita del Paese e all’evoluzione dei mercati finanziari domestici e internazionali, è stata al centro di un’analisi approfondita, decennio per decennio, in una pubblicazione che ha evidenziato il progressivo ampliamento del perimetro delle attività di vigilanza di pari passo con il rafforzamento dei poteri dell’Istituto: un processo in cui anche gli episodi di crisi si sono trasformati in fattori di crescita.

 

Fs: chief security officer Iannicelli nominato presidente di Colpofer

Salvatore Iannicelli, Chief Security Officer del Gruppo FS, è stato nominato Presidente di Colpofer (Collaboration des services
de police ferroviaire et de sécurité), associazione che raggruppa le organizzazioni di security delle principali società ferroviarie europee e comprende 28 membri provenienti da 22 nazioni diverse. Fondata nel 1980, dal 1997 è diventata Gruppo Speciale dell’UIC (Union
International Chemin de Fer), organismo mondiale che raccoglie tutti gli operatori del settore ferroviario e che in Europa ha come presidente l’amministratore delegato di FS Stefano Donnarumma.

Maria Cristina Carlini

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