LA MANOVRA ARRIVATA IN PARLAMENTO
Nella legge di bilancio spunta il nuovo ‘Piano Casa Italia’ ma senza fondi aggiuntivi
Il disegno di legge contenente la manovra da 30 miliardi arriva in Parlamento dopo la bollinatura della Ragioneria e la firma di Mattarella. Tra le novità che non erano state annunciate subito dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri c’è il nuovo Piano Casa Italia cui sta lavorando il ministro delle Infrastrutture Salvini: dovrà essere varato entro 180 giorni in forma di Dpcm. L’obiettivo è quello di contrastare il disagio abitativo valorizzando il patrimonio esistente e riducendo il consumo di suolo. Ma non vengono indicate le risorse. Confermate le detrazioni per le ristrutturazioni al 50% ma solo sulla prima casa.

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IN SINTESI
Rispunta il Piano Casa Italia ma è ancora un piano senza fondi. Uscito dal Dl Infrastrutture l’estate scorsa, rientra ora nel ddl di bilancio 2025: è il Piano nazionale per l’edilizia pubblica e sociale, che, un po’ in sordina – visto che non era stato annunciato, tra le altre misure della manovra, dopo il via libera del Consiglio dei ministri la scorsa settimana – è contenuto nel testo della manovra da 30 miliardi di euro che ora comincia l’iter parlamentare. L’obiettivo è quello di “contrastare il disagio abitativo sul territorio nazionale, anche mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e il contenimento del consumo di suolo”, si legge nel testo dell’articolo. Il piano dovrà essere varato con decreto del Presidente del Consiglio su proposta del ministro delle Infrastrutture entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio, quindi entro giugno. Oggetto del Piano Casa Italia è “il rilancio delle politiche abitative come risposta coerente ed efficace ai bisogni della persona e della famiglia. Il piano rappresenta uno strumento programmatico finalizzato a definire le strategie di medio e lungo termine per la complessiva riorganizzazione del sistema casa, in sinergia con gli enti territoriali, al fine di fornire risposte ai nuovi fabbisogni abitativi emergenti dal contesto sociale, integrare i programmi di edilizia residenziale e di edilizia sociale, dare nuovo impulso alle iniziative di settore, individuare modelli innovativi di governance e di finanziamento dei progetti, razionalizzare l’utilizzo dell’offerta abitativa disponibile”.
Il Piano Casa Italia era contenuto in emendamento presentato al Dl Infrastrutture dal deputato forzista Piergiorgio Cortellazzo ed era stato sottoscritto da tutta la maggioranza ma poi ritirato. Ora, a parte il termine temporale dei 6 mesi, nel testo dell’articolo in manovra non ci sono altre indicazioni, soprattutto in tema di risorse. Sul Piano Casa, un tavolo è stato aperto nello scorso dicembre dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, con l’obiettivo di avviare un “imponente Piano Casa” con tutti gli stakeholder del settore – circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore – per affrontare in modo organico l’emergenza abitativa. Un percorso che dovrebbe vedere a giorni la pubblicazione di un primo bando sperimentale.
Il bonus ristrutturazione rimane al 50% sulla prima casa nel 2025, al 36% per gli altri immobili
Il nuovo Piano rappresenta, dunque, una novità sul versante delle misure in materia di edilizia contenute nella manovra. Come annunciato dal Mef, il bonus per interventi di ristrutturazione e recupero del patrimonio edilizio resta al 50% per le spese sostenute nel 2025 sulla prima casa con un tetto di spesa a 96 mila euro. Per gli immobili diversi dalla prima casa il bonus è pari al 36% per le spese sostenute nel 2025 e scende al 30% per quelle sostenute nel 2026 e 2027. E’ da registrare la forte presa di posizione di Confedilizia su questa misura: “il quadro che emerge è quello di un marcato ridimensionamento di un sistema di incentivi , in atto da più di un quarto di secolo “, sottolinea. “Il diritto alla detrazione non esiste ma occorre essere consapevoli che l’effetto della manovra sarà, oltre alla crescita del nero, una significativa riduzione degli interventi e, di conseguenza, un diffuso rischio di degrado del patrimonio immobiliare italiano”.
Superbonus al 65% solo per i lavori autorizzati entro il 15 ottobre 2024
Nuova stretta sul Superbonus che, come previsto, passerà dal 2025 dal 70% al 65%. L’agevolazione sarà però limitata agli interventi per i quali, alla data del 15 ottobre 2024, risulti già presentata la Cilas e, per i condominii, la delibera assembleare di approvazione dei lavori. Il maxisconto al 110% rimarrà solo per gli immobili situati nelle zone colpite da eventi catastrofali. I crediti del Superbonus si potranno spalmare in dieci rate annuali anche per le spese relative al 2023 (unico rimasto finora escluso). “Per le spese sostenute dal primo gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 relativamente agli interventi di cui al presente articolo, la detrazione può essere ripartita, su opzione del contribuente, in dieci quote annuali di pari importo a partire dal periodo d’imposta 2023”, si legge. L’opzione “è irrevocabile” ed è esercitata tramite una dichiarazione dei redditi integrativa di quella presentata per il periodo di imposta 2023 che dovrà essere presentata entro il termine stabilito per la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2024. “Se dalla predetta dichiarazione integrativa emerge una maggiore imposta dovuta, quest’ultima è versata, senza applicazione di sanzioni e interessi, entro il termine per il versamento del saldo delle imposte sui redditi relative al periodo d’imposta 2024”. Ridimensionato il Sismabonus: la detrazione fino all’85% per lavori riguardanti misure antisismiche su abitazioni e immobili usati per attività produttive, scenderà anche in questo caso al 50% sulla prima casa e 36% sulle altre proprietà immobiliari, con ulteriore decalage nel 2026 e nel 2027 come per le altre agevolazioni. Viene confermato invece il bonus mobili ed elettrodomestici, ma solo per un anno: nel 2025 lo sconto sarà del 50% con un tetto di spesa da 5.000 euro.
Meloni: “Senza Superbonus avremmo potuto aumentare di 20 mila euro le pensioni minime”
E’ arrivato dalla premier Giorgia Meloni un nuovo attacco al Superbonus. “Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi per il 2025 e per il 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di Superbonus che ci è servito a ristrutturare meno del 4% di case degli italiani, prevalentemente seconde case. Con quelle risorse avremmo potuto aumentare le pensioni minime di 20 mila euro per ciascun pensionato minimo”, ha detto rispondendo alle critiche mosse dall’opposizione sull’esiguo aumento delle pensioni minime previsto in manovra.
Confermati i mutui agevolati sulla prima casa per gli under 36, nei fringe benefits affitti e utenze dei neoassunti
Il ‘pacchetto casa’ della manovra conferma poi le agevolazioni sui mutui per la prima casa riservate agli under 36 e alle giovani coppie con Isee pari a 40mila euro. Intanto, arrivano anche affitti e utenze dei dipendenti nei fringe benefits esentasse. Il ddl prevede che le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati dai dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 non concorrono, per i primi due anni dalla data di assunzione, a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5.000 euro annui. L’esclusione dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore non rileva ai fini contributivi. La norma si applica ai “titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore nell’anno precedente l’assunzione a 35.000 euro che abbiano trasferito la residenza oltre un raggio di 100 chilometri calcolato tra il precedente luogo di residenza e la nuova sede di lavoro contrattuale”
Le infrastrutture
Passando poi al versante delle infrastrutture, il ddl Bilancio fisse le disposizioni in materia di operatività della nuova società Autostrade dello Stato. Anas potrà assegnare a Ferrovie dello Stato parte del proprio patrimonio costituito dalle partecipazioni azionarie in Concessioni Autostradali Venete – Cav Spa, Autostrada Asti Cuneo Spa, Società Italiana per Azioni per il Traforo del Monte Bianco, Società Italiana Traforo Autostradale del Fréjus Spa – Sitaf. A sua volta, le Fs sono autorizzate ad assegnare ad Autostrade dello Stato, attraverso successiva scissione, il patrimonio ricevuto
da Anas. “Per dette operazioni di scissione è escluso ogni conguaglio in denaro o in natura”.