E’ stato per le costruzioni un agosto freddo che, se, da un lato, ha confermato la debolezza dell’andamento congiunturale della produzione, dall’altro ha suonato un campanello d’allarme perché per la prima volta dal gennaio 2021 anche il dato tendenziale mostra il segno meno, interrompendo una lunga e ininterrotta serie positiva un calo se pur lieve. Sono gli ultimi dati diffusi dall’Istat sulla produzione delle costruzioni – che osservano tutta l’attività riferita sia alla produzione di nuovi manufatti sia alla manutenzione di quelli esistenti – ad alimentare le preoccupazioni sulla tenuta del settore con l’esaurimento, nel 2024, del Superbonus 110% anche alla luce delle più recenti stime, come quelle presentate al Saie, il Salone dell’edilizia di Bologna, da Federcostruzioni-Ance che prevedono un calo del 4,4% nel 2024.
Ad agosto, secondo le stime dell’istituto di statistica, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni diminuisce dell’1,8% rispetto a luglio. E’ questa, come si è detto, un’ulteriore riprova del trend altalenante che contrassegna i primi otto mesi dell’anno. Quella di agosto è la quarta flessione congiunturale da gennaio. Mese che aveva registrato una buona partenza con un aumento del 2,7% – sulla scia positiva dell’ultimo trimestre del 2023 e con il valore più alto dell’indice 141,1 da luglio 2022 (fatto pari a 100 nel 2021) – seguito poi da un deciso arretramento a febbraio, -3,1%, che si riduce a marzo -1,7%. Poi sono arrivati due mesi positivi con la creescita congiunturale di aprile dell’1,4% e quella in frenata di maggio con +0,4%. A giugno i valori sono tornati in territorio negativo con -0,9%, poi ricompensati dalla ripartenza di luglio con +1,4%. E ora l’arretramento di agosto che riporta l’indice ai livelli tra i più bassi dell’anno a 134,8 (il punto più basso degli otto mesi è quello di marzo 143,3).
Ma il dato di più forte impatto è quello tendenziale: ad agosto l’indice della produzione corretto per gli effetti di calendario registra una flessione dello 0,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di agosto 2023), mentre l’indice grezzo cala del 3,7%. L’Istat segnala che si tratta del primo calo da gennaio 2021 per quel che riguarda la serie corretta per effetti di calendario. Il dato di agosto è in forte ridimensionamento rispetto all’incremento annuo che si era registrato a luglio (+7,3%). Fino a luglio, la produzione nelle costruzioni ha registrato un passo di crescita, fatto però di accelerazioni e frenate. Se, infatti, a gennaio la crescita è stata ancora a doppia cifra, 13,3% (dopo due mesi in decisa crescita +10,6% a novembre e +12,4% a dicembre), febbraio ha rallentato a +7,4%; sono seguiti l’ulteriore rallentamento di marzo con +4,3% e il rimbalzo di aprile +9,2% e gli altri due mesi, più lieve a maggio +8,3% e più accentuata a giugno +4,1%. Luglio si è rafforzato con un incrementto del 7,3%. Poi il dato di agosto dove l’indice (sempre fatto pari a 100 nel 2021), scivola pesantemente a 92. Per quel che riguarda l’indice grezzo, quello di agosto è il secondo calo del 2024 dal momento che a marzo si era registrata una flessione del’4,7%.
Nella media del trimestre giugno–agosto 2024 la produzione nelle costruzioni aumenta dello 0,1% nel confronto con il trimestre precedente. Nella media dei primi otto mesi del 2024, l’indice corretto per gli effetti di calendario aumenta del 6,8%, mentre l’indice grezzo cresce del 7,9%.