La giornata

Tassi giù di 0,25 punti. Lagarde: disinflazione e crescita debole

  • Snam vara il primo Transition Plan, 26 miliardi di investimenti  al 2032 per la decarbonizzazione
  • Eni: Plenitude avvia la costruzione di un impianto fotovoltaico da 220 MW in Spagna
  • Maire sottoscrive una nuova di credito Sustainability-linked da 200 milioni, più finanziamenti per tagliare le emissioni di Co2
  • Siderurgia: a settembre la produzione di acciaio cala dell’8,4%, annuo, è ferma a 1,8 milioni di tonnellate
  • Pichetto: “Il Mase ha rendicontato, nessuna criticità sul raggiungimento degli obiettivi Pnrr”
  • Donnarumma (Fs): “Infrastrutture e tecnologia per sostenere la crescita dei passeggeri”

17 Ott 2024

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Tutto secondo le attese: il Consiglio direttivo  della Bce ha deciso ieri, all’unanimità, di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024.  Si tratta del terzo taglio dal mese di giugno, di cui gli ultimi due consecutivi. “Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive”, ha spiegato la Bce. Ma ha avvertito: “ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione”. “Il processo di disinflazione è ben avviato. Tutte le indicazioni che abbiamo ricevuto nelle cinque settimane dopo l’ultima riunione di politica monetaria andavano nella stessa direzione: verso il basso», ha spiegato in conferenza stampa a Lubiana la presidente Christine Lagarde. Proprio ieri, Eurostat ha diffuso i dati definitivi dell’inflazione di settembre, limando al ribasso le stime preliminari: il tasso di inflazione annuo ha registrato un aumento dell’1,7%, rispetto al +1,8% della prima lettura, in frenata rispetto al +2,2% di agosto. Un anno fa il tasso di inflazione era del 4,3%. “Questo ci ha dato la fiducia necessaria per annunciare un nuovo taglio e questa decisione conferma che rimaniamo strettamente dipendente dai dati”, ha spiegato. Non è certo una novità quello di ancorare le decisioni ai dati e non a un percorso preordinato. E, oggi, Lagarde, nel corso della conferenza stampa, l’ha più volte ribadito. Nessuna anticipazione o sbilanciamento, dunque, per quelle che saranno le prossime decisioni:  “non apriamo la porta a niente. In prospettiva questo significa che anche la decisione di dicembre dipendera’ strettamente dai dati”, ha puntualizzato Lagarde. “Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine”, sottolinea lo statement della Bce. “I numeri mostrano al momento – ha detto Lagarde – che la politica monetaria sta funzionando e ha fatto scendere l’inflazione non verso una vittoria completa ma nella giusta direzione. Non dipende tutto dalla politica monetaria ma sicuramente è uno degli elementi dell’equazione”. Ricorrendo poi a un’immagine più plastica, “abbiamo spezzato il collo dell’inflazione? Non ancora. Siamo sulla strade giusta per farlo? Sì”, ha detto Lagarde.

Guardando allo scenario macroeconomico, ci sono, ha indicato Lagarde, sono forti elementi di incertezza e di preoccupazione legati agli scenari geopolitici. “I rischi sono verso il ribasso” ma, ha voluto puntualizzare, “sulla base dei dsti macro disponibili, non vediamo assolutamente una recessione”, nonostante le difficoltà dell’economia tedesca. “Non tutta l’eurozona è condizionata allo stesso modo, certamente, dobbiamo prestare attenzione ai singoli settori dell’economia, come a quello dell’automotive”. “Ogni restrizione o incertezza o ostacolo al libero commercio per un’economia aperta come la nostra rappresenta un fattore negativo”. “

Snam vara il primo Transition Plan, 26 miliardi di investimenti  al 2032

Snam vara il suo primo Transition Plan,  una roadmap trasparente per delineare in maniera definita e sistematica gli obiettivi al 2050, e le relative azioni e risorse per sostenere la transizione energetica del Gruppo e la decarbonizzazione del Paese. Il Transition Plan, approvato dal Cconsiglio di amministrazione e presentato ieri dalla presidente Monica de Virgiliis e dall’amministratore delegato Stefano Venier, evidenzia l’impegno di Snam per la decarbonizzazione e il miglioramento della biodiversità, in coerenza con la strategia e il profilo di investimenti della società. Una strategia supportata da 26 miliardi di investimenti al 2032. Il documento sarà costantemente aggiornato per riflettere l’evoluzione del sistema energetico, compresi l’innovazione tecnologica e i risultati ottenuti durante questo percorso. Il documento si basa su scenari energetici a lungo termine che rappresentano l’evoluzione più aggiornata della domanda energetica italiana, in coerenza con quelli sviluppati congiuntamente con l’operatore di trasporto elettrico italiano, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) 2024 e gli scenari europei del settore, come ad esempio quelli elaborati dai gestori di rete continentali (ENTSOs).

Questi riferimenti stabiliscono il contesto in cui Snam opererà entro il 2040 estendendo il fronte temporale, per la prima volta, fino al 2050, a completamento del percorso di transizione al Net Zero.“Il primo Transition Plan di Snam fornisce un set completo di iniziative, metriche e KPI per supportare una transizione credibile verso il Net Zero al 2050″, ha dichiarato Venier. “Nel complesso percorso verso il Net Zero, questo è il momento giusto per agire attraverso una roadmap di sostenibilità a tutto tondo con un percorso solido e attendibile verso le emissioni Net Zero e un impatto positivo sulla natura. Una quota crescente di finanza sostenibile ci aiuterà a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione”.

Una valutazione approfondita dei rischi in tutti gli scenari conferma la resilienza del modello di business multi-molecola di Snam, basato principalmente sull’uso e l’esposizione al rischio fisico degli asset lungo l’intero percorso fino al 2050 e oltre: solo l’1% dei gasdotti presenta un rischio di sottoutilizzo fino al 2040 e meno del 10% nel 2050.

La regolazione, il ruolo critico degli asset e le opportunità di un loro repurposing, combinate con la posizione dell’Italia al crocevia dei flussi energetici verso l’Europa, supportano la visione di Snam di diventare un operatore paneuropeo multi-molecola nel lungo periodo. Tutti gli investimenti per lo sviluppo della rete sono sottoposti ad analisi costi-benefici richieste dal regolatore e, in numerosi casi, a una consultazione pubblica per garantire che siano necessari e nell’interesse del sistema. Il percorso di Snam verso il Net Zero si baserà su due pilastri principali: la riduzione delle emissioni e la minimizzazione dell’impatto sulla biodiversità.

Come parte della sua strategia climatica, Snam è fermamente impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 (per le emissioni c.d. scope 1 e 2) e il Net Zero per tutte le emissioni, incluso lo scope 3, entro il 2050. Le emissioni di CO2 sono già diminuite del 10% rispetto al 2022, mentre per il 2024 si prevede una riduzione di circa il 20%; coerentemente con questo percorso, Snam si impegna a raggiungere il -25% entro il 2027, il -40% entro il 2030 e il -50% entro il 2032. Anche la riduzione delle emissioni di metano rappresenta una priorità chiave: Snam ha già registrato una riduzione del -57,5% nel 2023 rispetto al 2015 e sta già lavorando sui prossimi obiettivi: -64,5% entro il 2027, -70% entro il 2030 e -72% entro il 2032. Per quanto riguarda la biodiversità, Snam si impegna a raggiungere la Zero Net Conversion quest’anno e a generare un impatto positivo sulla natura entro il 2027, che prevede il completo ripristino della vegetazione e del paesaggio ex ante combinati con policy definite sulla gestione del territorio, dell’acqua e dei rifiuti.

Snam è inoltre impegnata nella decarbonizzazione del sistema energetico, facendo leva sul ruolo chiave nello sviluppo delle attività di transizione: biometano, idrogeno, cattura e stoccaggio del carbonio ed efficienza energetica. Questi sforzi sono supportati da un solido programma di investimenti di 26 miliardi di euro per il periodo 2023-2032.

La prima parte dal 2023 al 2027, con 11,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici), è focalizzata sul mantenimento dell’affidabilità e della resilienza degli asset a livello mondiale, combinata con la contemporanea riduzione della loro impronta di carbonio. Nel lungo periodo (2028-2032), le opportunità di investimento complessive saranno pari a 14,5 miliardi di euro (al netto dei finanziamenti pubblici) per supportare l’evoluzione del sistema energetico, incluso il repurposing delle infrastrutture esistenti verso un sistema multi-molecola. In particolare, lo scale-up della dorsale H2 e il progetto Ravenna CCS, insieme all’accelerazione dello sviluppo delle stazioni di compressione a doppio combustibile, porteranno a un aumento significativo del capex allineato alla tassonomia UE dal 37% (2023-2027) al 52% (2028-2032).

Eni: Plenitude avvia la costruzione di un impianto fotovoltaico da 220 MW in Spagna

Plenitude (gruppo Eni) ha avviato a Villarino de los Aires (Salamanca, Spagna) la costruzione di un impianto fotovoltaico, con una capacita’ installata futura di 220 MW, che sara’ tra i principali della regione di Castilla y Leo’n. Alla cerimonia di posa della prima pietra, tenutasi oggi, informa una nota, hanno partecipato rappresentanti del Governo Regionale di Castilla y Leo’n, del Comune e della societa’. Il parco si estende su un’area di circa 286 ettari e sara’ collegato alla rete di trasmissione nazionale presso il nodo di Villarino de los Aires attraverso una linea sotterranea di media tensione di 3,2 km. L’impianto si avvarra’ di 365.300 moduli bifacciali e si stima che produrra’ oltre 400.000 MWh di elettricita’ all’anno. Il parco solare sara’ completato entro il 2025 con il supporto di Sterling & Wilson, una delle principali societa’ di costruzione di impianti fotovoltaici a livello mondiale, in collaborazione con altre importanti aziende locali. Inoltre, a tutela del territorio, aggiunge la nota, sono state attuate alcune misure come, ad esempio, la conservazione e la ricollocazione delle capanne rurali tra i moduli fotovoltaici, la salvaguardia dei corsi d’acqua naturali che attraversano l’area, la predisposizione di una recinzione di caccia che delimita le aree circostanti e il coordinamento attivo con le aziende agricole per garantire la compatibilita’ del progetto con il territorio.

Maire sottoscrive una nuova linea di credito Sustainability-linked da 200 milioni

Maire ha sottoscritto una nuova linea di credito Sustainability-linked con scadenza maggio 2028, per un ammontare totale di 200 milioni di euro. La linea di credito, di tipo revolving, è conforme al Sustainability-Linked Financing Framework adottato a settembre 2023 ed è collegata a specifici obiettivi annuali volti a ridurre le emissioni di CO2 del Gruppo, il cui raggiungimento determina il margine applicabile al finanziamento. La linea di credito è stata concessa da otto primari gruppi bancari, tra cui Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM, Bank ABC, BdM Banca, BPER, Intesa Sanpaolo, Mediocredito Centrale e UniCredit. Intesa Sanpaolo (Divisione IMI CIB) ha agito inoltre come sustainability coordinator e facility agent. L’operazione è in linea con la strategia volta a ottimizzare la composizione del debito a medio-lungo termine e ridurne il costo complessivo, migliorando al contempo la flessibilità finanziaria. Nell’ambito di questa strategia, Maire ha, inoltre, disposto il rimborso anticipato volontario a fine settembre, la linea di credito assistita da “Garanzia Italia” di SACE, stipulata a luglio 2020, per un importo residuo di 182,5 milioni di euro. Per Fabio Fritelli, Group Cfo, “questa nuova linea di credito revolving, la cui sottoscrizione è un’ulteriore dimostrazione del supporto alla strategia di Maire da parte del ceto bancario, consentirà di incrementare la nostra flessibilità finanziaria e diversificare le nostre fonti di finanziamento. Inoltre, va ad aggiungersi alle altre due operazioni di finanziamento sustainability-linked che abbiamo realizzato nell’ultimo anno, segnando un ulteriore passo avanti nel percorso verso l’integrazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni nella nostra gestione finanziaria.”

Siderurgia: a settembre la produzione di acciaio cala dell’8,4% annuo

Nel mese di settembre la siderurgia nazionale evidenzia un generale peggioramento tendenziale. La produzione di acciaio è diminuita dell’8,4% su settembre 2023 fermandosi a 1,8 Milioni di tonnellate – volume prossimo a quello registrato nello stesso mese del 2020. Nei primi nove mesi dell’anno le acciaierie nazionali hanno sfornato 15,1 M.t., in flessione del 5,6% sullo stesso periodo dello scorso anno. Sono i dati forniti da Federacciai sulla produzione di acciaio e laminati a caldo. In linea, si rileva una frenata comune alle due famiglie di laminati a caldo. I prodotti lunghi nell’ultimo mese hanno registrato un calo del 5,4% su base annua per un totale di 1,1 M.t., che porta i volumi prodotti dall’inizio dell’anno a 8,8 M.t., in aumento dello 0,5% nel confronto annuo, grazie alla ripresa dell’attività osservata nel periodo maggio- agosto. I prodotti piani, pur continuando la discesa in corso da gennaio, a settembre mostrano un’attenuazione della caduta. Nello specifico la produzione di piani, pari a 755 mila t., è diminuita del 9,1% nel confronto tendenziale, consolidando dall’inizio dell’anno un calo del 10,3% per un totale di 6,4 M.t.

Istat: 5,7 milioni di italiani in povertà assoluta nel 2023, pesa l’inflazione

023 sono in condizione di poverta’ assoluta poco piu’ di 2,2 milioni di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui residenti, come nell’anno precedente). Lo segnala l’Istat nel suo report sull’andamento della poverta’ in Italia nel 2023. Nel complesso, sono in poverta’ assoluta quasi 5,7 milioni di individui, pari al 9,7% del totale degli individui residenti, come nell’anno precedente. “Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), registrato anche nei due anni precedenti, l’impatto dell’inflazione ha contrastato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in poverta’ assoluta”.

L’incidenza delle famiglie in poverta’ assoluta, si legge nel report dell’Istat, si mantiene piu’ alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859mila famiglie, 10,2%,), seguita dal Nord-ovest (8,0%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9%, 413mila famiglie), mentre il Centro conferma i valori piu’ bassi (6,7%, 360mila famiglie). Tra le famiglie povere, il 38,7% risiede nel Mezzogiorno (41,4% nel 2022) e il 45,0% al Nord (42,9% nel 2022). Il restante 16,2% risiede nel Centro (15,6% nel 2022).

La stabilità dell’incidenza di povertà registrata a livello individuale è frutto di dinamiche territoriali differenti: aumenta per i residenti nel Nord-ovest (9,1% dall’8,2% del 2022), mentre si riduce per chi vive nel Sud (12,0% dal 13,3% del 2022). L’incidenza di povertà assoluta fra i minori si attesta al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi, dal 13,4% del 2022) – valore piu’ elevato della serie storica dal 2014 – mentre e’ all’11,8% fra i giovani di 18-34 anni (pari a circa 1 milione 145mila individui, stabile rispetto al 2022); per i 35-64enni si conferma al 9,4%, anch’esso valore massimo raggiunto dalla serie storica. Sostanzialmente invariata e’ anche l’incidenza di poverta’ assoluta fra gli over 65 (6,2%, quasi 887mila persone).

Secondo un rapporto diffuso da Eurostat nei giorni scorsi sulla base di dati del 2023,  la Calabria registra il tasso più alto di rischio di povertà o esclusione sociale nell’Unione europea.  Il 48,6% – la porzione della popolazione rispetto al totale che è esposta a rischio di povertà – è inferiore solo al 60,3% fatto registrare dal territorio di oltremare francese della Guyana, ed è oltre il doppio del 21,4% dell’Ue, in cui sono oltre 94 i milioni di persone in questa situazione. Tra le dieci regioni più a rischio di povertà in Ue anche Campania (44,4%) e Sicilia (41,4%). Il rischio di povertà, specifica Eurostat, si verifica quando una persona è carente in almeno sette dei 13 elementi individuati dall’istituto statistico per definire una situazione di deprivazione sociale o ha lavorato non oltre il 20% del tempo che potenzialmente nell’anno prima si presume avesse potuto dedicare al lavoro. Tutte le regioni del Nord Italia si collocano sotto la media europea. Tra le regioni del Centro Italia, Molise, Lazio, Abruzzo e Sardegna mostrano un tasso di rischio di povertà superiore alla media Ue. “Nel 2023, le persone che vivevano nelle regioni capitali di alcuni Paesi dell’Ue avevano generalmente meno probabilità di essere a rischio di povertà o esclusione sociale rispetto alle loro controparti che vivevano nel resto del Paese”, si legge nel Rapporto di Eurostat.

Pichetto: “Il Mase ha rendicontato, nessuna criticità sul raggiungimento degli obiettivi Pnrr”

“Il Mase alla data attuale ha rendicontato tutti gli obiettivi di propria competenza nel pieno rispetto del cronoprogramma procedurale del Pnrr, assicurando al contempo l’aggiornamento del sistema Regis, dal quale non emergono criticità in ordine al raggiungimento di tutti gli obiettivi connessi alle singole misure di competenza”. Lo ha riferito il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo, ieri, al question time al Senato, a un’interrogazione del Pd sui progetti del Pnrr relativi alla missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. “Il quadro complessivo dell’avanzamento della spesa deve essere necessariamente letto attraverso la tipicità di un programma basato sulle performance, per il quale non è corretto effettuare raffronti lineari circa le spese sostenute, come se tutti gli investimenti dovessero avere le medesime modalità e tempistiche di attuazione. È dunque inesatto considerare, come base di calcolo per la determinazione della percentuale di avanzamento finanziario, misure le cui milestone, consistenti nell’aggiudicazione dei progetti, sono ancora da conseguire nel rispetto della deadline prevista dal piano”.

Donnarumma (Fs): “Infrastrutture e tecnologia per sostenere la crescita dei passeggeri”

“Siamo impegnati a creare una rete di trasporti digitale e integrata per rispondere alla crescita dei passeggeri che scelgono sempre più il treno per i loro spostamenti”. Lo ha detto l’amministratore delegato del Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma intervenendo da remoto all’evento Como Lake 2024, appuntamento internazionale di confronto sulle tematiche dell’economia digitale in corso sul lago di Como presso il Centro Internazionale Esposizione e Congressi di Villa Erba a Cernobbio. “Le ferrovie sono al centro del processo di decarbonizzazione italiano”, ha evidenziato Donnarumma nel suo intervento sottolineando “il grande apprezzamento che i nostri treni alta velocità stanno riscuotendo a livello internazionale”. Per questo l’ad di Ferrovie ha ammesso il forte “senso di responsabilità del Gruppo per il cambiamento della mobilità, come testimonia l’impegno per la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ci ha assegnato 25 miliardi di euro, 10 dei quali già spesi”.
“Il nostro compito non è facile, vista l’orografia del nostro territorio, ma solo quest’estate erano aperti 1400 cantieri per sviluppare gli importanti corridoi al sud e per connettere il Mezzogiorno con il nord del Paese”. L’ammodernamento delle infrastrutture, inoltre, passa anche dalla loro digitalizzazione e in questo, come rimarca Donnarumma, “rientrano il piano di diffusione dell’ERTMS (il sistema di segnalamento digitale in grado di favorire l’interoperabilità tra operatori ferroviari) e quello per l’ammodernamento della flotta dei treni”. Il tutto con uno sguardo sempre più internazionale, perché, secondo l’ad di Ferrovie, “le varie capitali europee possono essere collegate anche via treno, con grandi benefici anche dal punto di vista della sostenibilità. Vogliamo fare del treno – ha concluso Donnarumma – una vera e propria metropolitana d’Europa”.

Maria Cristina Carlini

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