LA GIORNATA
Produzione industriale: 19esimo CALO su base annua
- Piano Mattei: a Palazzo Chigi cabina di regia sull’attuazione
- Bei-Intesa Sanpaolo accordo per sbloccare investimenti fino a 8 miliardi per l’industria eolica
- Ddl Concorrenza, Aiscat: fondamentale la sostenibilità dei pedaggi
- Ddl Concorrenza, Ance: chiarire il regime di specialità sulle concessioni autostradali
- Salvini: “Recuperare anni di mancata manutenzione, il contratto di programma Rfi sale da 2,2 a 2,8 miliardi”
- Il Documento Programmatico di Bilancio atteso lunedì 15 in Cdm
- Da Cdp al via nuove operazioni da 350 milioni
- Deloitte: nel 2024 la produzione globale dell’edilizia crescerà dell’1,6%, in frenata rispetto al 4,1% del 2023
- Mercintreno a Padova, si cerca un’unica lingua europea della logistica
IN SINTESI
La brutta notizia è il 19mo calo annuo consecutivo, quella un po’ più confortante è la tenuta su base mensile: sono le due facce della produzione industriale del mese di agosto fotografate dai dati dell’Istat. L’indice destagionalizzato della produzione industriale registra un lieve incremento dello 0,1% rispetto a luglio. Nella media del periodo giugno-agosto si registra un calo del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni di consumo (+2,8%) e l’energia (+2,3%); diminuiscono invece i beni strumentali (-2,5%) e i beni intermedi (-2,8%). Su base annua, il trend negativo non inverte la rotta. Al netto degli effetti di calendario, ad agosto 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,2% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di agosto 2023). Flessioni tendenziali caratterizzano quasi tutti i comparti: la riduzione è meno pronunciata per i beni di consumo (-2,0%), più marcata per i beni intermedi (-7,2%) e quelli strumentali (-7,3%); in crescita solo l’energia (+6,0%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+7,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+5,2%) e le altre industriemmanifatturiere (+2,5%). Le flessioni maggiori si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,2%),
nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-11,6%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli emaccessori (-10,8%). Come si è detto, la serie nera della produzione industriale va avanti, senza soluzione di continuità, da oltre un anno e mezzo. Ma se poi si guarda ultimi due anni, i due soli valori positivi si registrano ad agosto 2022 (+3%) e a gennaio 2023, +2,6%. Dall’inizio del 2024, inoltre, la contrazione annua è stata sempre superiore al 3%, fatta eccezione per il -2,6% di giugno. Il dato grezzo tendenziale mostra un calo del 6,1%, la seconda flessione più alta dell’anno dopo il -10,3% di marzo. Su base congiunturale, l’andamento è più altalenante. Il lieve incremento di agosto, segue il calo di luglio che, aveva interrotto due mesi – maggio e giugno – di leggera crescita. “Il Governo ci dica dopo quanti mesi consecutivi di calo intende convocare un tavolo di confronto con imprese e sindacati a palazzo Chigi sull’inarrestabile diminuzione della produzione industriale italiana, perché siamo al 19° mese di calo tendenziale”, dice la Cgil. Rispetto alle altre principali economie europee, nei giorni scorsi, un segnale positivo – oltre le previsioni – è arrivato dalla Germania con un progresso mensile del 2,9% (dopo il -2,9% di luglio) mentre su base annua il calo è stato del 2,51%, più contenuto rispetto al tonfo del mese precedente di oltre il 5%. Anche in Francia, su base mensile, la produzione industriale ha mostrato un passo più sostenuto con una variazione positiva dell’1,4% . La produzione manifatturiera è cresciuta dell’1,6%. Su anno la produzione di tutta l’industria ha registrato una discesa dello 0,7% e una flessione dell’1,1% quella manifatturiera. Il quadro completo europeo del mese di agosto si avrà il 15 ottobre prossimo con dati che arriveranno da Eurostat.
Piano Mattei: a Palazzo Chigi la terza riunione della Cabina di Regia per il punto sullo stato d’attuazione
Si è svolta ieri, dalle 14.45 a Palazzo Chigi, la terza riunione della cabina di regia del Piano Mattei per l’Africa. All’ordine del giorno, c’era l’approvazione della relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano. La riunione è stata presieduta dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani e ha visto partecipare i Ministeri interessati, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, la Banca d’Italia, l’Anci e un’ampia rappresentanza del Sistema Italia, degli Enti e delle società dello Stato e delle imprese a partecipazione pubblica, del mondo dell’università e della ricerca, del terzo settore e della cooperazione, delle associazioni datoriali e delle organizzazioni di categoria. Sono stati invitati, per la prima volta, ai lavori della Cabina di Regia, i Presidenti della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato e della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei deputati.
Nel corso della riunione, sottolinea la nota di Palazzo Chigi, è stata illustrata la Relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano Mattei per l’Africa, per la successiva trasmissione al Parlamento, nella quale sono dettagliate le principali iniziative in corso nelle nove Nazioni dove sono stati avviati i progetti pilota del Piano, adottato lo scorso 7 ottobre con Dpcm a seguito del parere espresso dalle Commissioni parlamentari. Sono state ricordate le missioni effettuate in questi mesi dalla Struttura di Missione per l’attuazione del Piano Mattei anche in collaborazione con il sistema della Cooperazione italiana nel continente africano negli ultimi mesi, unitamente al perfezionamento degli strumenti finanziari a sostegno dei progetti previsti nel quadro del Piano. Nel corso della riunione, è stata sottolineata la forte sinergia tra il Piano Mattei, il Global Gateway dell’Unione Europea e la Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII) lanciata in ambito G7, in particolare attraverso la partecipazione italiana annunciata al Vertice G7 di Borgo Egnazia dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni al progetto infrastrutturale regionale del Corridoio di Lobito in Africa australe. Nell’ambito della Cabina di regia, è emersa la comune volontà a considerare il Piano Mattei come un’iniziativa di respiro nazionale, che risponde all’interesse nazionale italiano di creare un nuovo modello di sviluppo e partneriato con l’Africa.
Intanto, da un altro fronte del Piano Mattei, sempre ieri, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha raggiunto l’accordo alla seconda sessione del G7 Industria e Innovazione tecnologica in corso a Roma per rafforzare la partnership con l’Africa integrando l’intelligenza artificiale nei processi produttivi. Verranno sostenute, dunque, iniziative d’impresa nel continente attraverso l’Ai Hub per lo Sviluppo Sostenibile, progetto della presidenza italiana in linea con i principi cardine proprio del Piano Mattei. I settori coinvolti saranno quelli chiave di questo nuovo ruolo strategico italiano nel continente nero: agricoltura, sanità, infrastrutture, istruzione, formazione, acqua ed energia. Tra gli obiettivi dell’Hub, sottolinea il Mimit, la promozione di partnership strategiche volte a stimolare l’innovazione e rafforzando gli ecosistemi locali di Ia per creare nuove opportunità di crescita industriale, progresso tecnologico e sviluppo sociale. “L’AI Hub per lo Sviluppo Sostenibile è parte del Piano Mattei, priorità della politica estera del Governo italiano. Con questo strumento vogliamo contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo, facendo leva sul settore privato e sulle progettualità interessanti per il mercato”, ha dichiarato il Ministro Urso durante i lavori. L’Hub vedrà la luce nel 2025, con sede in Italia e la partecipazione di oltre 100 soggetti, tra governi, organizzazioni internazionali e aziende tecnologiche che hanno espresso interesse a lavorarci.
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Da Bei e Intesa Sanpaolo un accordo per sbloccare investimenti fino a 8 miliardi di euro per l’industria eolica
La Banca europea per gli investimenti e Intesa Sanpaolo hanno concordato una nuova iniziativa con il potenziale di sbloccare investimenti fino a 8 miliardi di euro per l’industria eolica europea. Fa parte del pacchetto eolico da 5 miliardi di euro della BEI , un piano di investimenti annunciato dalla banca dell’UE alla COP28 di Dubai e attivato a luglio, ed è il primo accordo nell’ambito di questo pacchetto supportato da InvestEU. Segue un’iniziativa simile tra la BEI e la Deutsche Bank AG con sede in Germania. Il programma incentrato sull’eolico della BEI mira a supportare la produzione di 32 GW dei 117 GW di capacità eolica necessari per consentire all’Unione europea di raggiungere il suo obiettivo di generare almeno il 45% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2030. È un elemento chiave del pacchetto eolico europeo, in particolare del suo piano d’azione, presentato dalla Commissione europea nell’ottobre 2023.In termini concreti, la BEI fornirà una controgaranzia di 500 milioni di euro a Intesa Sanpaolo, consentendo alla banca italiana di creare un portafoglio di garanzie bancarie fino a 1 miliardo di euro. Queste sosterranno la filiera di fornitura e l’interconnessione della rete elettrica per nuovi progetti di parchi eolici in tutta l’Unione Europea. Si prevede che l’effetto leva della controgaranzia della BEI mobiliterà finanziamenti aggiuntivi da altri investitori per sostenere l’aumento della produzione e accelerare lo sviluppo dell’energia eolica, contribuendo a stimolare circa 8 miliardi di euro di investimenti nell’economia reale.
Le audizioni sul ddl Concorrenza: Aiscat, è fondamentale la sostenibilità dei pedaggi
“La sostenibilità del pedaggio – abbiamo il pedaggio più basso d’Europa – è un elemento fondamentale per mantenere negli assi autostradali questo volume di traffico. Gli studi che abbiamo fatto dimostrano che non ci sono alternative viabilistiche ai sistemi autostradali che quindi sono vitali per l’economia del Paese. In quest’ottica dobbiamo trovare elementi straordinari che ci diano la possibilità di poter avere i piani economici e finanziari equilibrati e avere la remunerazione degli investimenti che sono già stati realizzati dal 2018 e che oggi non hanno ancora trovato copertura nell’approvazione dei piani”. Lo hanno detto i rappresentanti dell’Aiscat, l’associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori in audizione davanti alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera sul ddl Concorrenza. Sul riordino delle concessioni, “gli ambiti ottimali di gestione e il periodo della concessione dovranno essere individuati funzionalmente agli investimenti necessari (in modo tale che i piani economici possano essere equilibrati) e alle capacità industriali che le concessionarie dovranno avere per affrontare gli investimenti necessari nelle tratte individuate. Ovviamente la durata della concessione sarà legata alla tipologia dell’attività: se grandi saranno gli investimenti, la durata della concessione dovrà essere proporzionale affinché quegli investimenti possano trovare un ammortamento nel periodo della concessione”. L’Aiscat rileva che “nel 2018 fu individuato dall’Autorità il nuovo sistema di regolamentazione delle concessioni” ma “dal 2018 delle 26 concessionarie solo 6 hanno trovato il piano economico e finanziario approvato, mentre 20 non hanno ancora trovato l’approvazione del piano economico e finanziario. Questo significa che negli ultimi sei anni non c’è più stato l’adeguamento dei piani con grande difficoltà delle concessionarie che comunque hanno adempiuto al loro obbligo di gestire l’infrastruttura”. Per l’Aiscat, “nei criteri di remunerazione bisogna prestare la massima attenzione. In questi anni, abbiamo visto quanto sia importante avere meccanismi sulla revisione dei prezzi, tanto che i concessionari hanno sempre garantito agli appaltatori il riconoscimento dell’incremento dei prezzi. In una condizione di instabilità di mercato è necessario trovare meccanismi di riequilibrio (così come previsto per gli appaltatori) nel caso in cui gli incrementi di prezzo siano troppo elevati”.
Le audizioni sul ddl Concorrenza: Ance, chiarire il regime di specialità sulle concessioni autostradali
“Sul riordino delle concessioni autostradali, il provvedimento è condivisibile nella sua volontà di dare attuazione al Pnrr e quindi di creare una legislazione sul settore autostradale che garantisca una serie di obiettivi come l’effettiva concorrenzialità tra gli operatori e la contendibilità delle concessioni. Al contempo però alcuni aspetti della norma dovrebbero avere qualche chiarimento in più: l’articolo 1 comma 2 definisce questa norma una norma speciale di settore richiamando solo un libro del codice dei contratti sulle concessioni. Questo però ha dei rischi, perché non vengono, invece, richiamate regole altrettanto importanti per la regolazione del settore come quelle sulla qualificazione del concessionario oppure i principi generali del codice o le regole sulla procedura di gara. Questo sistema di specialità, quindi, fa sì che tutto ciò che non è previsto in questo ddl e nel libro IV del codice non dovrebbe trovare applicazione. Questo allora potrebbe causare un vuoto normativo non voluto”. Lo ha detto Francesca Ottavi, direttrice della direzione legislativa opere pubbliche dell’Ance , in audizione davanti commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera sul ddl Concorrenza.
Salvini: “recuperare anni di mancata manutenzione, i fondi del contratto di programma Rfi saliti da 2,2 a 2,8 miliardi”
I lavoratori di Fs, Rfi e Trenitalia “stanno lavorando su oltre 1.100 cantieri aperti sulla rete ferroviaria italiana per garantire sicurezza, investimenti e cantieri che purtroppo devono andare a recuperare anni e anni di mancata manutenzione e mancati investimenti precedenti. Questa maggioranza, questo governo ha aumentato i fondi nel contratto di programma fra Ministero e Rfi. I fondi sono aumentati dal 2,2 a 2,8 miliardi di euro”. Ad affermarlo è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini rispondendo al ‘Question Time’ in aula al Senato. “La manutenzione ordinaria è svolta prevalentemente dal personale di Rfi al fine di mantenere in piena efficacia gli impianti e le apparecchiature. Nel quadriennio 20-23 sono state eseguite 60 milioni di ore di manutenzione ordinaria, che sono il 65% del monte ore totale di manutenzione”. Per quanto riguarda gli investimenti di manutenzione straordinaria, “segnalo che nel primo semestre del corrente anno 2024 è già stato effettuato il rinnovo di ben 550 chilometri di binari, 480 deviatoie e terminati 50 interventi manutentivi su ponti e gallerie. Alla manutenzione ordinaria e straordinaria si aggiunge quella eccezionale e necessaria nei casi in cui eventi imprevedibili, alcuni dei quali da lei ricordati, rendano indispensabili gli interventi al fine di garantire la sicurezza nell’esercizio ferroviario”. Alle richieste di chiarimento del Ministero sulle ragioni dei disservizi del 2 ottobre alla stazione di Roma Termini, “il gruppo Fs ha comunicato – ha riferito Salvini – che l’evento si è manifestato dopo il danneggiamento di un cavo da parte di una impresa appaltatrice, quindi non subappaltatrice. Il danneggiamento ha comportato la disalimentazione della cabina di media e bassa tensione. Sono quindi entrati in funzione i sistemi di backup, che solitamente garantiscono la continuità del servizio, ma che, per cause che Rfi sta accertando, e se qualcuno ha sbagliato, ovviamente rovinando la giornata di lavoro a migliaia di persone, ne pagherà le conseguenze, nel caso di specie hanno portato all’attivazione delle misure di protezione elettrica”.
Il Documento Programmatico di Bilancio atteso lunedì 15 in Consiglio dei ministri
Una riunione del Consiglio dei ministri per approvare il Documento programmatico di bilancio dovrebbe tenersi nel tardo pomeriggio di lunedi’. E’ quanto indicano diverse fonti, pur precisando che la data non e’ ancora confermata. Il Dpb, che illustra i saldi e le principali linee di intervento della Manovra, va inviato alla Commissione Ue entro il 15 ottobre. Era stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a indicare questa scadenza nel corso dell’audizione in Parlamento martedì scorso.
Da Cdp al via nuove operazioni da 350 milioni di euro
Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), presieduto da Giovanni Gorno Tempini, su proposta dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale Dario Scannapieco ha deliberato nuove operazioni per un valore complessivo di 350 milioni di euro a favore di imprese italiane, della Cooperazione internazionale e dello sviluppo sostenibile nelle economie emergenti. CDP ha inoltre approvato accordi di garanzia con istituzioni europee a sostegno dei territori, In linea con il ruolo di CDP al fianco del tessuto imprenditoriale, il CdA ha autorizzato nuovi finanziamenti per accelerare i programmi di investimento delle imprese italiane in innovazione industriale e in particolare per individuare soluzioni all’avanguardia per la salute delle persone. Più nel dettaglio, le risorse andranno a favore di aziende nazionali affermate a livello globale.Il CdA ha dato il via libera alla concessione di risorse al fine di sostenere progetti per la produzione di energia rinnovabile, per l’efficienza energetica e per la realizzazione di infrastrutture strategiche volti a migliorare la qualità della vita in Paesi prioritari per la Cooperazione italiana. Si tratta di operazioni condotte in collaborazione con le principali istituzioni che operano nelle aree oggetto dei finanziamenti. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre autorizzato accordi con partner italiani ed europei con l’obiettivo di rafforzare l’impegno di Cassa Depositi e Prestiti sia a favore del territorio nazionale che per lo sviluppo sostenibile delle micro, piccole e medie imprese attive principalmente nel continente africano e in particolare nel settore agricolo.
Edilizia: secondo Deloitte, nel 2024 la produzione globale crescerà dell’1,6%, in frenata rispetto al 4,1% del 2023
Nel 2023, le vendite complessive in dollari delle prime 100 aziende globali sono aumentate del 3,4%, mentre la loro capitalizzazione di mercato è cresciuta del 18,3%. Questo notevole incremento, trainato principalmente dalle eccellenti performance nei mercati azionari da parte dei gruppi statunitensi ed europei, riflette la ripresa del mercato dopo la crisi post-pandemica. L’Europa ha la presenza nel settore più alta per numero di aziende: se consideriamo le prime 100 livello globale per livello di performance, 40 di queste sono gruppi europei, tra cui non mancano le aziende italiane. Per quanto riguarda le vendite aggregate, in Europa queste sono aumentate dell’11,3% rispetto all’anno precedente, pari a 411.933 milioni di dollari. La capitalizzazione di mercato invece ha registrato una crescita notevole del 25,2%, dopo aver registrato un forte calo nel 2022.
Mercintreno in scena a Padova, il dialogo per sviluppare un’unica lingua europea della logistica
Padova, in questi giorni, è la capitale europea della logistica. Fino all’11 ottobre, presso lo spazio fieristico della città veneta, è in scena Green Logistic Expo giunta alla terza edizione che punta a far dialogare operatori logistici e mondo della produzione. In questo contesto, riflettori puntati sul trasporto merci nell’appuntamento “Mercintreno” promosso dall’Associazione Fermerci, nel corso del quale si è dibattuto su come poter migliorare questo comparto. «Per rilanciare il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo – ha spiegato Annita Serio, project manager di Mercintreno – bisogna accelerare sull’intermodalità facendo connessione tra traporto ferroviario, porti e aeroporti». Un punto di vista quello della collaborazione sposato anche da Sabrina De Filippis, amministratore delegato di Mercitalia Logistics “Il dialogo costante con tutti gli attori in campo è fondamentale per sviluppare un’unica lingua europea della logistica – ha affermato. – Ormai ci muoviamo in un settore che va oltre i confini nazionali: il nostro mercato domestico è l’Europa, abbiamo nuove infrastrutture europee come i corridoi Ten-t, i nostri macchinisti devono avere una patente europea e quando parliamo di digitalizzazione parliamo di qualcosa che opererà su base europea. In questo contesto dobbiamo avere un ruolo importante in Europa per il rilancio del settore. Perché la logistica muove l’economia dei territori e, di conseguenza, l’economia del Paese». Per rendere il trasporto merci su rotaia ancora più performante la strada del confronto sembra, quindi, imprescindibile. A capirlo sono anche RFI, Pwc (network con oltre 364.000 professionisti in tutto il mondo, impegnati a garantire qualità nei servizi di revisione, di consulenza strategica, legale e fiscale alle imprese) e Ricerca sul sistema energetico (società indirettamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) che, in collaborazione con Fermerci hanno messo in campo un piano strategico elaborando un documento tecnico d’intesa in grado di mettere in fila le esigenze del comparto ferroviario di ultimo miglio. «Nella Carta che abbiamo elaborato, vogliamo sviluppare proposte di soluzioni tramite interventi normativi e tecnici – ha dichiara Clemente Carta presidente di Fermerci – occorre infatti rifinanziare la legge del 2017, all’articolo 47, che dà la possibilità al gestore dell’infrastruttura di lavorare su questo ultimo miglio».
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Maria Cristina Carlini