SECONDA PUNTATA
Tutta la rigenerazione urbana di Torino, ecco i progetti che stanno CAMBIANDO il volto della città
Dal nuovo progetto di recupero della stazione Porta Susa allo Space Park, la struttura ‘astronave’ nelle ex cartiere Burgo di Niemer, passando per l’ex grattacielo Rai a Porta Susa all’ex mercato ortofrutticolo che diventerà un nuovo quartiere residenziale. Continua il viaggio di DiarioDiac nel capoluogo piemontese. Il primo in Italia, a fine anni ‘90, a dotarsi di un piano strategico di rigenerazione urbana e che ancora oggi rappresenta un modello virtuoso.

IN SINTESI
L’ex stazione di Porta Susa
Un’ex stazione, in disuso dal 2013, diventerà ora un nuovo hotel eco-friendly. E’ questo il nuovo progetto di recupero della stazione Porta Susa di Torino, inaugurata nel 1856 e interessata, nel giugno 2023, anche dal crollo parziale del tetto. Dopo il via libera, lo scorso ottobre, da parte della sovrintendenza ai Beni Culturali è partito il restauro e la riqualificazione della vecchia stazione di Piazza XVIII Dicembre. A realizzare il progetto è Vastint Italy, la società legata al gruppo Ikea specializzata in progetti immobiliari a cui FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane), nel 2019, ha venduto per sei milioni e 405mila euro, il complesso storico vincolato. Ma, per la cifra di1 milione 734mila euro, la società del gruppo Ikea si è aggiudicata anche l’opzione del ‘mezzanino’, di proprietà invece del Comune di Torino.
L’ex stazione diventerà parte integrante di un nuovo hotel eco-friendly, progettato per ridurre l’impatto ambientale grazie a tecniche avanzate, materiali sostenibili e moduli prefabbricati in legno, contribuendo allo sviluppo turistico e al rinnovamento dell’area.
A completare il progetto, sarà realizzata una piazza pubblica attrezzata con spazi verdi e panchine. Questa piazza, che fungerà da collegamento tra la vecchia e la nuova stazione di Porta Susa, così come le funzioni ospitate nell’edificio avranno il compito di ricucire il tessuto urbano, rivitalizzare l’area e favorire la fruizione del quartiere
I lavori inizieranno nel corso del 2025 e avranno una durata stimata di circa due anni, con un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro.
Borgo Filadelfia – Ex mercato ortofrutticolo
Un appezzamento di terreno di quasi 15mila m2, in passato usato come parcheggio, in disuso da diverso tempo e che si trasformerà in un nuovo isolato residenziale. Si tratta dell’area adiacente all’Ex Mercato Ortofrutticolo, in Via Giordano Bruno n. 159, che si era spostato fuori città negli anni ’80, a Torino per la quale il comune ha approvato ha già approvato il Piano Esecutivo Convenzionato (PEC).
L’intervento, proposto dallo Studio di Architettura PICCO Architetti di Torino, prevede una trasformazione dell’area in superficie con la realizzazione di un nuovo isolato residenziale, mantenimento e valorizzazione del rifugio antiaereo nell’interrato, costruito come riparo durante la seconda Guerra Mondiale e tutt’ora conservato. Inoltre, vi sarà il prolungamento di Via Montevideo con l’apertura di una nuova arteria a collegare Via G.Bruno con Via Z.Zini.
Il progetto mostra sei nuovi edifici alti e uno basso, con principale destinazione d’uso residenziale, all’interno dei quali vi saranno spazi e residenze per studenti, docenti, ricercatori e anziani, che si prevedono a prezzi bassi e calmierati, tipo social housing.
Data la presenza del rifugio nei piani interrati, il complesso verrà rialzato rispetto al piano stradale e, per uniformarsi ai fabbricati del ex-Mercato, gli edifici che affacciano sulla Via G.Bruno verranno notevolmente arretrati rispetto alla carreggiata stradale. Questo consentirà di creare uno spazio verde come “cuscinetto” tra la strada e le residenze; verranno studiate, inoltre, tante altre zone verdi, nuovi arredi urbani, un parcheggio pubblico, aree per mobilità sostenibile. Per il rifugio antiaereo, di cui la Città manterrà la proprietà per preservarne il valore storico, dopo un confronto con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Culturali in merito si è deciso di non intervenire sulla struttura del rifugio che sarà mantenuto nello stato attuale.
Proprio poche settimane fa 308 cittadini torinesi hanno presentato una petizione al Consiglio comunale per chiedere di ristrutturare e valorizzare il rifugio antiaereo nel Borgo Filadelfia (Circoscrizione Otto). Nell’intenzione dei proponenti, l’intervento non dovrebbe limitarsi alla riqualificazione del rifugio, ma inserirsi in un progetto più ampio di creazione di un museo diffuso con un percorso storico nel quartiere che dovrebbe coinvolgere lo Stadio Filadelfia, con la prospettiva di trasferirci il Museo del Grande Torino, passando per l’ex Laboratorio del Chinino e arrivare, infine, al rifugio antiaereo e alle arcate dell’ex MOI, il mercato Ortofrutticolo all’ingrosso, dismesso nel 2001 in funzione olimpica.
Il piano avvia il processo di riqualificazione di un’area strategica per lo sviluppo della città, dove si trovano il Lingotto, le aree ferroviarie, il Villaggio Olimpico, gli accessi infrastrutturali alla città, la sede Amiat e la nuova sede della Regione Piemonte.
Porta Susa – Ex grattacielo RAI
Un recupero, così come quello della vicina stazione di Porta Susa, che contribuirà a ridare splendore a una parte del centro di Torino. E’ il progetto per la riqualificazione dell’ex Grattacielo RAI a Porta Susa. L’edificio, ribattezzato di recente Palazzo Pietro Micca, con i suoi 19 piani è uno dei capolavori del modernismo torinese, costruito tra il 1962 e il 1968, è il primo grattacielo in Italia realizzato in acciaio e progettato dagli architetti Aldo Morbelli e Domenico Morelli.
Con i suoi 72 metri di altezza e 27mila m2 di superficie l’edificio che un tempo ospitava la sede della Rai (e che, ora, passato di mano, è diventato proprietà, per 8 milioni di euro, della società immobiliare Ipi), è stato ripensato dal prestigioso studio Carlo Ratti. Ora avrà una nuova funzione, principalmente residenziale con locali per uffici, un’area commerciale, con buone probabilità due piani, gli ultimi, destinati ad appartamenti. E, infine, una vera e propria ‘chicca’ con terrazze aperte al pubblico, come quella prevista a quasi 27 m di altezza, una delle novità introdotte dallo studio di architettura internazionale Carlo Ratti Associati, con viste spettacolari su tutta la città di Torino. Il piano terreno diventerà “permeabile” e collegato meglio col flusso cittadino: verrà infatti “aperto”, con maggior importanza ai portici, tipici di Torino. Il progetto, comunque, preserverà la caratteristica della facciata in acciaio dell’edificio – per non stravolgere troppo l’estetica dello storico edificio – ma ripensate secondo gli attuali standard normativi e di efficientamento energetico degli edifici.
Difficile dire oggi quando partiranno i lavori. L’edificio è, infatti, sottoposto da mesi alle opere di bonifica da amianto (370 tonnellate già asportate). Operazioni, queste, che dureranno ancora nel corso dell’anno.
Lo Space Park, la struttura ‘astronave’ nelle ex Cartiere Burgo di Niemeyer
Le Cartiere Burgo di San Mauro Torinese, gioiellino architettonico del Premio Pritzker Oscar Niemeyer, sono tornate da pochi mesi a nuova vita come sede della Argotec, space company italiana con base a Torino che produce micro e nano satelliti.
Un edificio di 11 mila mq coperti, 17 mila m2 di aree verdi pertinenziali su un’area di quasi 60 mila m2. Sono questi i numeri del nuovo Space Park, progettato dallo Studio di Architettura Archi2 con Politecna Europa per l’Ingegneria e Planet Smart City per la user experience, che ha ridato vita all’iconico edificio di fine anni ’70. Una trasformazione che unisce passato e futuro, tecnologia e innovazione.
Questo moderno hub tecnologico è dotato di nuovi spazi produttivi di circa 7mila m2 nell’interrato, mentre i piani fuori terra ospitano gli uffici – in parte open-space, in parte chiusi – sale riunioni e spazi collettivi, tutti realizzati con partizioni vetrate al fine di garantire la maggior luce possibile e favorire l’idea dell’open space.
Inoltre, laboratori, spazi per start-up esterne all’azienda e due nuovi centri di controllo (uno per l’osservazione delle costellazioni e uno per l’analisi dei dati) 1.200 m2 di space-park hub, una palestra e anche un ristorante che, oltre ai dipendenti, è fruibile anche dalla clientela esterna all’azienda. Tutto organizzato nei tre piani dell’iconico edificio, costituito da una hall centrale, di diametro circa 40 metri, con finestre ellittiche al piano terreno ed interamente vetrata al piano primo, schermata da un porticato realizzato con i classici archi policentrici tipici del design dell’architetto brasiliano.
L’investimento del progetto è stato di 25 milioni di euro, di cui 5 finanziati dai fondi del Pnrr tramite l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), data l’importanza strategica di Argotec. La stessa, infatti, è una delle quattro società scelte dalla NASA per il programma Rapid Spacecraft Aquisition Services ed è in continua crescita: si prevedono assunzioni fino a circa 600 addetti nei prossimi 5 anni.
La nuova sede ‘green’ del Gruppo Pattern
Ci saranno gli uffici, i laboratori produttivi e logistici, i magazzini e anche un’area relax per i dipendenti: si tratta del nuovo Headquarter di Pattern Group, azienda di marchi internazionali di moda di lusso, che cambierà il volto dell’hinterland torinese. Il complesso si strutturerà su 20mila mq nell’area industriale di Collegno, al confine con Torino.
Il cantiere è partito da pochi mesi e trasformerà, entro la fine dell’anno, la vecchia sede di Burberry Italy srl nella nuova del colosso italiano della moda. L’edificio, nel dettaglio, è strutturato con un corpo centrale, più alto e più trasparente, che conterrà uffici, laboratori per produzione e logistica, zone di progettazione e prototipazione, mentre a destra e sinistra si troveranno i due capannoni industriali, per la parte più produttiva e di fabbricazione, e diversi magazzini. Il fabbricato sarà dotato di un ampio parcheggio esterno, sia per dipendenti, sia per visitatori, e sarà corredato di aree verdi e giardini esterni, specie nell’area verso la tangenziale, come zona di “tampone verde”.
Il cantiere, al momento gestito da Secap SpA, costerà quasi 12 milioni di euro e i parametri di progettazione sono stati indirizzati alla funzionalità degli spazi ma, soprattutto, al rispetto dei criteri ESG (ambiente, sociale e gestione) e all’ottenimento del più alto livello del certificato LEED. Il design degli edifici è, infatti, caratterizzato da un’architettura green ed ecosostenibile, grazie al progetto a firma di SMA Progetti, supportati da EQ Ingegneria e Get Consulting, e coordinati da Tekinda Ingegneria srl. Il gruppo di progettazione, a questo proposito, ha anche proposto l’uso di un esteso impianto fotovoltaico sul tetto – per contribuire al fabbisogno energetico dell’edificio – e lo sfruttamento dell’impianto geotermico per risparmio energetico e controllo delle risorse idriche. Inoltre, Pattern punta ad avere, nella sede piemontese, impianti produttivi interamente digitalizzati, per una fabbrica 4.0.