La giornata
RISALE l’inflazione, il debito pubblico sfiora i 3mila miliardi di euro
- Bankitalia: a ottobre il debito pubblico sfiora il tetto dei 3 mila miliardi
- Meloni: “Il 2025 anno decisivo per il Piano Mattei”
- Di Franco (Fillea): “Il Salva-Milano non è la rigenerazione urbana che vogliamo”
- Dal 18 dicembre la piattaforma SIISL apre a cittadini e imprese e diventa un marketplace del lavoro
- Palermo (Acea): “2,5 miliardi di investimenti in 5 anni sulla rete idrica di Roma”
IN SINTESI
A novembre l’inflazione torna ad accelerare, riportandosi ai livelli dello scorso luglio. Secondo i dati definitivi diffusi ieri dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell’1,3% su base annua (da +0,9% del mese precedente). La stima preliminare, ricorda l’istituto di statistica, era +1,4%. La risalita del tasso d’inflazione risente in primo luogo dell’accelerazione dei prezzi dei beni energeticiregolamentati (da +3,9% a +7,4%) e dell’attenuarsi della flessione di quelli dei beni energetici non
regolamentati (da -10,2% a -6,6%). A riscaldare i prezzi è anche l’andamento dei prezzi dei beni alimentari, sia non lavorati (da +3,4% a +3,8%) sia lavorati (da +1,7% a +1,9%), dei servizi relativi ai trasporti (da +3,0% a +3,5%), dei beni non durevoli (da +0,9% a +1,4%) e, in misura minore, di quelli dei servizi relativi all’abitazione (da +2,3% a +2,5%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (da +1,0% a +1,2%). A novembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera (da +1,8% a +1,9%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +1,9% a +2,0%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra un’inversione di tendenza portandosi su valori positivi (da -0,5% a +0,2%) e quella dei servizi accelera lievemente (da +2,7% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce quindi, portandosi a +2,6 punti percentuali (dai +3,2 di ottobre). Il cosiddetto ‘carrello della spesa’ (beni alimentari, per la cura della casa e della persona) accelera su base tendenziale (da +2,0% a +2,3%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,0% a +1,6%). La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%) e a quelli dei Beni durevoli (-0,6%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli energetici regolamentati (+2,7%), degli alimentari non
lavorati (+1,2%), degli alimentari lavorati, dei Servizi relativi all’abitazione e dei beni non durevoli (tutti +0,3%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell’1,5% su base annua (in accelerazione da +1,0% di ottobre); la stima preliminare era +1,5%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e aumenta dell’1,2% su base annua.
Bankitalia: a ottobre il debito pubblico sfiora il tetto dei 3 mila miliardi
A ottobre il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 19,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi. L’incremento riflette il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (17,5 miliardi) e la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (2,7 miliardi, a 43,0). Lo rileva la Bancac d’Italia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”. L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha invece lievemente ridotto il debito (0,2 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 19,8 miliardi e quello delle Amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. La vita media residua è risultata pari a 7,8 anni, in linea con il valore del mese precedente. La quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,1 per cento (dal 22,3 del mese precedente), mentre a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti si è collocata al 30,3 per cento (dal 29,8 per cento del mese precedente) e quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4 per cento. A ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 42,4 miliardi, in aumento del 4,8 per cento (1,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Nei primi dieci mesi del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 452,5 miliardi, in aumento del 5,7 per cento (24,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Meloni: “il 2025 anno decisivo per il Piano Mattei”
Il Piano Mattei per l’Africa costituisce un “tassello fondamentale” di un nuovo approccio in “un quadro nuovo, nel quale non esistono più i blocchi omogenei di un tempo e dove l’interdipendenza dei destini tra il Nord e il Sud del mondo deve essere considerata alla base di un nuovo approccio nelle relazioni internazionali”. A sottolinearlo è stata la premier Giorgia Meloni nel suo messaggio alla XVII Conferenza degli Ambasciatori e Ambasciaterici italiani. “Siamo perfettamente consapevoli che l’Italia non arriva certamente per prima nel Continente africano, ma che costituisce una eccezione rispetto a come in questi anni si è concepito il rapporto con le Nazioni africane. La nostra sfida, infatti, non è né quella di replicare modelli paternalistici e calare interventi e progetti dall’alto, né quella di depredare l’Africa delle proprie risorse, ma consentire loro di utilizzarle, per poter vivere di ciò che hanno, con Governi stabili e società prospere. Il nostro obiettivo – ha affermato – è costruire una cooperazione su basi paritaria, vantaggiosa per tutti, fondata sul rispetto reciproco, la concretezza e la condivisione. I nostri partner africani ci chiedono di fare le cose insieme, e di definire insieme obiettivi e tabella di marcia”.
“È un approccio – ha proseguito Meloni – che i nostri partner hanno dimostrato di apprezzare, e che è nostro compito valorizzare. Il 2025 sarà un anno decisivo, e il Governo affida alla rete diplomatica italiana il compito di sostenere l’accelerazione per la messa a terra del Piano nell’ottica di “europeizzare” e “internazionalizzare” sempre di più il Piano Mattei, rafforzando le sinergie già esistenti con il Global Gateway dell’UE e la Partnership for Global Infrastructure and Investment. E proprio perché crediamo in questo approccio, l’Italia ha concepito tutti gli appuntamenti del suo anno di Presidenza G7 in un formato molto aperto, vivendo lo storico momento della partecipazione del Santo Padre ai lavori del Vertice dei Leader e costruendo una sessione di outreach tra le più rappresentative di sempre, che ha coinvolto tutti i Continenti, il G20, l’Unione Africana, le Istituzioni economiche-finanziarie e le Banche multilaterali di sviluppo. C’è chi strumentalmente dipinge l’Occidente come una fortezza chiusa, autoreferenziale e indifferente alle istanze che arrivano dal Sud Globale. Sono orgogliosa che l’Italia abbia contribuito a dimostrare che questa narrazione è falsa, e che il G7 è un’offerta di valori che si apre al mondo e vuole costruire sviluppo e crescita condivisi”.
Di Franco (Fillea): “Il Salva Milano non è la rigenerazione urbana che vogliamo, ci uniamo alla lettera appello contro la legge”
“Il parlamento non modifichi assetto normativo con la legge ‘Salva Milano’, che è stata pensata per sanare irregolarità passate e genera un modello ‘pericoloso’ da applicare in tutt’Italia. Questa non è la rigenerazione urbana che vogliamo, i processi sostenibili si costruiscono con la partecipazione. La priorità deve essere un piano casa con risposte serie e concrete al disagio abitativo, che non lasci ulteriore possibilità alla speculazione edilizia”. E’ quanto afferma il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco, mentre il Senato sta discutendo, dopo l’approvazione alla Camera dello scorso 21 novembre, la proposta di legge numero 1987 ora 1309. La cosiddetta ‘Salva Milano’, come risposta politica alle indagini giudiziarie sull’urbanistica milanese. Nata come condono per salvare irregolarità del passato è stata trasformata in provvedimento “di interpretazione autentica che imporrà come legge in tutta Italia la pratica urbanistica seguita a Milano, abrogando le disposizioni che impongono la pianificazione
attuativa delle città”. La Fillea Cgil sostiene l’appello rivolto ai senatori della Repubblica, firmato da oltre 140 professori, urbanisti, giuristi, costituzionalisti, economisti, storici, sociologi, ecologi, territorialisti, geografi. “Questa proposta – spiega il segretario – cambierà radicalmente il futuro delle nostre città, rendendole sempre più congestionate ed elitarie. Come sindacato degli edili, oltre ad osservare che nella legge si delineano possibili profili di incostituzionalità, riteniamo che uno spazio urbano non debba essere occupato senza un piano che tuteli l’interesse pubblico della città. Non è vero che la rigenerazione urbana si può fare trascurando una visione di città, che consideri prima di tutto i servizi, parcheggi, parchi. Se
verrà approvata questa legge si impedisce la promozione di una vera rigenerazione e riqualificazione, innescando dinamiche finanziarie, che aumenteranno i prezzi dell’abitare e accresceranno le disuguaglianze”. Quindi “Ci uniamo alla lettera appello contro la legge Salva Milano firmata da 140 senatori, tra cui urbanisti, giuristi, sociologi, senatori”.
Dal 18 dicembre la piattaforma SIISL apre a cittadini e imprese e diventa un marketplace del lavoro
Il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) evolve e si trasforma in un innovativo marketplace del lavoro, segnando un passo importante verso una maggiore inclusione sociale e lavorativa. Questa piattaforma avanzata offre nuove opportunità a cittadini e imprese, rafforzando l’impegno per un mercato del lavoro più dinamico e accessibile. Dal 18 dicembre, chiunque potrà caricare il proprio curriculum e navigare tra le offerte di formazione e lavoro disponibili sulla piattaforma ideata e progettata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e gestita dall’INPS. Al tempo stesso, le imprese potranno inserire le proprie ricerche di personale. In questo modo si amplia ulteriormente il raggio d’azione dello strumento inizialmente introdotto per attivare percorsi personalizzati a favore dei beneficiari delle nuove misure di inclusione sociale e lavorativa, come il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) e l’Assegno di Inclusione (ADI). Dal 24 novembre, il sistema ha accolto anche i nuovi percettori di NASPI e DISCOLL supportandoli nella ricerca di nuove opportunità occupazionali e formative. Con queste nuove funzionalità, il SIISL permetterà l’interoperabilità tra banche dati – nel pieno rispetto della normativa sulla privacy – con un bacino potenziale di 25 milioni di utenti, facilitando l’accesso a corsi di formazione e opportunità di lavoro. Inoltre, attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale, offrirà un sistema di matching avanzato tra domanda e offerta di lavoro, rendendo l’intero processo più rapido, preciso e trasparente. L’evoluzione del SIISL risponde alle sfide del mercato del lavoro contemporaneo, riducendo il divario tra le competenze richieste e quelle disponibili, e favorendo una maggiore occupabilità. Questo strumento si conferma come un pilastro della strategia di modernizzazione dei servizi per il lavoro, portando le politiche attive del lavoro a casa dei cittadini.
“Con l’apertura del SIISL al servizio dell’intera comunità nazionale, stiamo dando un segnale forte e chiaro sul nostro impegno per la creazione di un mercato del lavoro più inclusivo e dinamico. La piattaforma utilizza le opportunità della tecnologia per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e incentivare la formazione di qualità, in modo mirato”, ha dichiarato il ministro del Lavoro Marina Calderone. Per il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, “solo rafforzando le politiche attive attraverso azioni per garantire la formazione e l’occupabilità dei lavoratori sarà possibile affrontare le sfide poste dalle rapide evoluzioni che caratterizzano il mercato del lavoro. Questo progetto va nella direzione del welfare generativo su cui stiamo lavorando, basato sulla personalizzazione dei servizi in funzione dei reali bisogni degli utenti.”
Palermo (Acea): “2,5 miliardi di investimenti in 5 anni sulla rete idrica di Roma”
“Sull’adeguamento delle reti idriche stiamo investendo tantissimo, non solo soldi del Pnrr ma anche finanza nostra, per 2,5 miliardi sulla sostituzione delle rete idrica romana nel periodo 2024-2028. Significa che stiamo facendo un cambio della rete mai visto in precedenza. Stiamo facendo anche una digitalizzazione della rete: significa realizzare una rete di nuova generazione’. Lo ha detto l’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo, presentando – ieri mattina in Vaticano insieme a monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del dicastero per la Nuova evangelizzazione – gli interventi della societa’ per il Giubileo 2025 nella Capitale. Nelle slide mostrate da Acea vengonio indicati gli interventi su 280 chilometri di condutture idriche per ‘aumento della copertura’ e su 450 chilometri per la ‘bonifica’ e ‘miglioramento dello stato della rete’. ‘Per quanto riguarda l’acqua, il principale impegno e’ quello del raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, ultimato 90 anni fa, ‘con la realizzazione di fatto di una nuova conduttura sostitutiva per alimentare Roma’. In questo caso l’investimento complessivo e’ di 1,4 miliardi (di cui 850 milioni di fondi pubblici). Garantire la sicurezza idrica significa garantire il futuro di questa citta’.
Inaugurata presso lo scalo di Segrate la nuova Sala Operativa Nazionale Logistica di Mercitalia Rail
E’ stata inaugurata oggi presso lo scalo milanese di Segrate la nuova Sala Operativa Nazionale Logistica – Sonlog di Mercitalia Rail, societa’ del Polo Logistica del Gruppo Fs. Si tratta di “una vera e propria cabina di regia che monitora 24 ore su 24 la circolazione di oltre 80mila treni l’anno, che trasportano circa 37 milioni di tonnellate di merce in Italia e in Europa”. La sala e’ stata inaugurata da Sabrina De Filippis, Amministratore Delegato di Mercitalia Logistics, e Silvio Damagini, Amministratore Delegato di Mercitalia Rail. Le tecnologie di ultima generazione – recita il comunicato – consentono ai 90 operatori, con un’eta’ media sotto i 40 anni e distribuiti su tre turni nell’arco della giornata, di monitorare costantemente tutto il traffico merci nazionale e internazionale gestito dalle societa’ del Polo Logistica del Gruppo Fs Italiane. ‘L’inaugurazione di oggi apre un’altra nuova pagina del Polo Logistica, una pagina che abbiamo dedicato al cuore pulsante dell’operation aziendale: la nostra sala operativa – ha dichiarato Sabrina De Filippis, Ad di Mercitalia Logistics – E’ in questo luogo che ogni giorno lavoriamo per i nostri clienti, grazie ad un’attivita’ sempre piu’ coordinata tra le diverse anime del Polo e finalizzata a mettere al centro del nostro agire quotidiano la qualita’ del servizio”.
Rinnovabili: assessore Scoccimarro, ok preliminare a ddl aree idonee Friuli Venezia Giulia
“Con questo disegno di legge intendiamo coniugare l’indipendenza energetica con la tutela del territorio. Vogliamo favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, garantendo la protezione del paesaggio e del tessuto agricolo del Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo è minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico, promuovendo l’utilizzo di aree già degradate o non idonee ad altri scopi.” Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, a margine dell’approvazione preliminare da parte della Giunta del disegno di legge sulle Norme per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili sul territorio regionale. “La normativa – spiega Scoccimarro – punta a disciplinare l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, in attuazione del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 sulle cosiddette aree idonee. Tra le principali misure, il provvedimento privilegia l’utilizzo di aree industriali, artigianali, cave dismesse, siti contaminati e superfici già costruite, come capannoni, tettoie e parcheggi, riducendo al contempo l’impatto sulle aree agricole e paesaggistiche”. Il testo prevede una limitazione del 3% della superficie agricola comunale per la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra e introduce il vincolo di preservare una superficie contigua pari almeno a nove volte quella occupata dall’impianto per quelli di potenza superiore a 12 MW. Viene inoltre rimarcato il divieto assoluto di installare impianti fotovoltaici su terreni agricoli fuori dalle zone specificamente individuate. “È la terza volta che normiamo su questo tema, poiché mentre i precedenti Governi avevano impugnato le nostre misure mentre questo come noi ha l’obiettivo di regolamentare l’installazione di impianti a tutela dell’ambiente e dell’agricoltura, senza compromettere il paesaggio,” ha aggiunto Scoccimarro. La proposta mira anche a semplificare le procedure autorizzative nelle aree di minor pregio ambientale e a favorire il coinvolgimento della popolazione e degli enti locali. I proponenti di impianti di potenza superiore a 1 MW dovranno infatti attivare misure di compensazione e avviare processi di comunicazione e consultazione pubblica.
Il provvedimento sarà sottoposto all’esame del Consiglio delle autonomie locali, in attesa di eventuali approfondimenti per garantire il pieno rispetto delle tutele agricole e paesaggistiche.
Al via i treni ad alta velocità tra Parigi e Berlino
Al via ai collegamenti diretti tra Parigi a Berlino con il treno ad alta velocita’, un viaggio di otto ore che fa compiere un passo in avanti alla sfida per la realizzazione di un’Europa ferroviaria piu’ integrata. Il primo treno è partito ieri mattina dalla stazione ferroviaria di Paris Gare de l’Est diretto nella capitale tedesca distante oltre mille chilometri. L’obiettivo del nuovo servizio ad alta velocità è rispondere alla crescente richiesta di collegamenti ferroviari transnazionali invocata dagli europei, sempre più numerosi a viaggiare per motivi di svago o lavoro tra i diversi Paesi. Secondo le ferrovie francesi della SNCF, un viaggio in treno tra Parigi e Berlino produce cento volte meno emissioni di Co2 che la tratta equivalente in aeroplano. I treni messi a disposizione del nuovo collegamento franco-tedesco (degli ICE della Deutsche Bahn) partiranno una volta al giorno in entrambe le direzioni di marcia: alle 9h55 da Parigi e alle 11h54 da Berlino. Sfrecceranno a 320 km/h in Francia per poi rallentale a 250 km/h, in Germania dove la cosiddetta ‘Très grande vitesse’ (L’altissima velocità) ancora non esiste.
Autostrade: la Commissione Ue procede con infrazione contro l’Italia e altri 7 Stati Ue
La Commissione europea ha deciso di inviare un parere motivato contro l’Italia e altri sette Stati membri per il mancato recepimento della direttiva Eurovignette (direttiva 1999/62/CE, modificata dalla Direttiva Ue 2022/362). Gli altri Stati membri contro i quali la Commissione ha deciso di proseguire con la procedura d’infrazione sono: Bulgaria, Grecia, Spagna, Lussemburgo, Malta, Polonia e Portogallo. La direttiva Eurovignette stabilisce norme comuni sui pedaggi stradali, per permettere agli Stati membri di recuperare i costi delle infrastrutture (costruzione, funzionamento, manutenzione). La direttiva di modifica del 2022 include ora le autovetture, gli autobus e i piccoli veicoli pesanti. La direttiva riveduta richiede inoltre agli Stati membri di includere i costi ambientali dell’inquinamento atmosferico nei loro sistemi di tariffazione per fissare gli oneri in base alle emissioni di CO2 di un veicolo, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e incoraggiare veicoli pesanti più puliti. La scadenza per il recepimento della direttiva nel diritto nazionale era il 25 marzo 2024. Tutti gli 8 Stati membri non hanno comunicato le misure di recepimento. Pertanto, la Commissione ha deciso di emettere un parere motivato a Bulgaria, Grecia, Spagna, Italia, Lussemburgo, Malta, Polonia e Portogallo, che ora hanno due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione può decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
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Lagarde: “con una svolta protezionistica negli Usa probabile impatto sull’economia Ue”
“Se gli Stati Uniti, il nostro piu’ grande mercato di esportazione, prendessero una svolta protezionistica, la crescita nell’area dell’euro probabilmente ne risentirebbe”. E’ quanto ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde nel discorso pronunciato a Vilnius in occasione del decimo anniversario dell’ingresso della Lituania nell’area euro facendo riferimento al rischio che l’incertezza geopolitica possa impattare la fiducia delle famiglie e delle imprese. “I nostri esportatori sono anche specializzati in beni strumentali che altri paesi utilizzano per la produzione di esportazione – ha sottolineato Lagarde – il che li rende particolarmente sensibili ai cambiamenti di fiducia nel commercio mondiale”. Inoltre “un aumento delle tensioni geopolitiche potrebbe spingere i prezzi dell’energia e i costi di trasporto verso l’alto nel breve termine, mentre gli eventi meteorologici estremi potrebbero far salire i prezzi dei prodotti alimentari. L’effetto netto della frammentazione commerciale e delle tariffe sull’inflazione rimane incerto, poiche’ implica ipotesi impossibili da prevedere con precisione. Tra queste rientrano potenziali azioni di ritorsione, nonche’ movimenti del tasso di cambio e dei prezzi delle materie prime”.
Corte dei Conti: 77 verifiche sulle gestioni Pa centrali nel 2023
Le Amministrazioni sottoposte nel 2023 alle verifiche della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti hanno sostanzialmente condiviso le osservazioni e le raccomandazioni fornite dalla magistratura contabile, adottando misure correttive per la risoluzione delle disfunzioni riscontrate, in un’ottica di miglioramento dell’azione amministrativa e di individuazione di soluzioni adeguate al superamento delle criticità osservate. E’ quanto fa emergere la Corte dei conti nella relazione, approvata con delibera n. 92/2024/G, ricognitiva dei 77 accertamenti che la magistratura contabile ha eseguito nel 2023 sulla complessiva correttezza delle gestioni svolte dalle Amministrazioni centrali, nonché del loro effettivo adeguamento alle indicazioni e alle raccomandazioni formulate. Questo – si legge nel documento – non solo allo scopo di offrire al Parlamento, in linea con le migliori pratiche internazionali, una visione d’insieme dei controlli conclusi nell’anno precedente e della loro incidenza sulla continuità dell’azione amministrativa nei settori analizzati, ma per costituire anche strumento a disposizione della Presidenza del Consiglio dei ministri, nella sua funzione istituzionale di organo di coordinamento delle Amministrazioni pubbliche. Il frequente coinvolgimento di diversi livelli istituzionali – specifica la Corte – e l’attribuzione della competenza per la realizzazione di opere pubbliche a livello territoriale, ha evidenziato spesso la necessità di un esercizio efficace e tempestivo, da parte delle Amministrazioni, di tutti i poteri di controllo loro assegnati e dello svolgimento di un’adeguata azione di stimolo per assicurare la piena realizzazione degli interventi, l’uso efficiente delle risorse statali e il pieno soddisfacimento degli interessi che il Legislatore ha individuato con l’inserimento di nuove norme a loro stessa garanzia. L’attività che la Corte ha svolto nel 2023 attraverso la Sezione centrale di controllo sulla gestione ha compreso, oltre alle risultanze relative alla gestione ordinaria, anche alcune (63 in tutto) legate all’attuazione del PNRR e del Piano Nazionale Complementare (PNC), con un focus particolare ai temi di tutela ambientale, sviluppo sostenibile, politiche del lavoro, salute, digitalizzazione, istruzione, inclusione e sostegno sociale.
Consob: l’uscita dalla Borsa si conferma come il principale obiettivo delle offerte pubbliche di acquisto in Italia
L’addio alla Borsa resta l’obiettivo principale delle offerte pubbliche di acquisto (Opa) e/o di scambio lanciate sul mercato finanziario italiano. Lo evidenzia l’Occasional Report Le offerte pubbliche svolte in Italia nel periodo 2020 – 2023, pubblicato oggi dalla Consob. L’indagine conferma i risultati di un precedente studio (Le Opa in Italia dal 2007 al 2019: evidenze empiriche e spunti di discussione) che la stessa Consob ha pubblicato nel 2021. Entrambe le indagini mostrano che nell’applicazione concreta l’istituto dell’Opa, pensato originariamente come uno strumento volto a favorire la contendibilità delle imprese e la tutela degli azionisti di minoranza, è stato usato in Italia prevalentemente come via di uscita dalla Borsa. La ricostruzione contenuta nel Report può fornire spunti utili per la valutazione in corso sui possibili interventi di riforma del Testo Unico della Finanza. I dati analizzati dagli autori ‒ Silvia Carbone, Toni Marcelli (Divisione Vigilanza Emittenti – Ufficio Opa e Assetti proprietari) e Domenico Fichera (Divisione Studi e Regolamentazione – Ufficio Analisi degli Impatti della Regolamentazione) – mostrano che su un totale di 76 offerte pubbliche promosse nei quattro anni in esame ben 56, cioè il 74% dei casi, si sono concluse con il delisting. Tra le motivazioni della scelta di lasciare Piazza Affari vengono indicate le semplificazioni normative, i minori oneri, la maggiore flessibilità gestionale e organizzativa nonché la maggiore competitività e velocità di esecuzione che si associano allo status di società non quotata. Lo studio evidenzia anche una significativa crescita nel numero delle offerte promosse sull’Euronext Growth Milan (Egm), il sistema multilaterale di negoziazione dedicato alle piccole e medie imprese, in cui fra il 2020 e il 2023 si sono registrate 16 Opa (21,9% delle offerte totali), con un’accelerazione nel 2023 (10 casi), rispetto alle 9 Opa del periodo 2007-2019. Focalizzando l’analisi sui mercati di negoziazione, risulta che il premio offerto agli azionisti è in media più basso dove la liquidità è maggiore (p. es. sul segmento Euronext Star Milan), mentre sulle piattaforme in cui la liquidità è minore (p. es. l’Egm) il premio è di regola più alto.
L’Occasional Report riporta, infine, che fra il 2020 e il 2023 19 offerte su 76 (pari al 25%) hanno registrato forme di reinvestimento dei soci della società-bersaglio nel capitale dell’offerente. Sul dato, in forte aumento rispetto alle evidenze del periodo 2007-2019 (14 offerte su 231, pari a circa il 6%), incidono le offerte con reinvestimento effettuate su società negoziate su Egm (7 rispetto alle 19 totali).
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M.C.C.