Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale nelle strategie governative per il settore delle infrastrutture stradali in Germania
Un recente documento emesso dal Ministero Federale Tedesco (BMDV), intitolato Regelwerksanpassung an BIM: Praxisdokument Version 1.0, cioè adeguamento delle normative al BIM, dedicato alla digitalizzazione delle infrastrutture stradali e autostradali federali, parte di una serie più ampia riconducibile a una strategia, illustra una iniziativa mirata, per lo specifico argomento, a incrementare, appunto, strategicamente e gradualmente le prestazioni dei soggetti coinvolti.
Il documento è curato dal Prof. Markus Köenig, della Ruhr Universität di Bochum (RUB), il massimo esperto di digitalizzazione nel settore della Repubblica Federale tedesca. La finalità ultima dell’iniziativa, che si pone in un contesto che vede la Germania impegnata in un vasto programma di risanamento e di ricostruzione di strade, viadotti e gallerie, è incentrata, in definitiva, sulla gestione del ciclo di vita dell’infrastruttura in condizioni di minore disponibilità di risorse umane, a causa, tra le altre cose, dell’inverno demografico.
L’obiettivo, anche grazie al Building Information Modelling (BIM), che il codice dei contratti pubblici italiano sussume all’interno della più corretta dizione di Gestione Informativa Digitale (GID), è quello, infatti, di semi automatizzare sia la gestione dei processi decisionali sia la produzione, il controllo nonché la verifica degli stessi modelli informativi e dei progetti veicolati da essi.
Il primo passaggio inerente a questa azione riguarda lo sforzo in atto presso l’organismo nazionale di normazione, il DIN (Deutsches Institut für Normung), di convertire e di trasferire i contenuti, redatti in linguaggio naturale, delle regole e delle norme tecniche in modalità e in formati interpretabili dalla macchina: i cosiddetti smart standard.
Ciò è implementato attraverso lo standard IDiS, messo a punto dalla National Information Standards Organization Standard Tag Suite (NISO-STS).
Le regole e le norme sono così tradotte nel formato XML (eXtensible Markup Language).
Tale trasposizione permette, di conseguenza, sia un’agevole interrogazione e aggiornamento dei contenuti delle norme tecniche, sia la loro trasposizione in regole computazionali, sia la loro interazione con i modelli informativi, al fine delle verifiche di conformità, in relazione allo schema e al modello di dati IFC (Industry Foundation Class).
La strategia predisposta dal DIN si articola in cinque livelli di maturità, di cui l’ultimo, il quinto, prevede, a leggere attentamente, la potenziale produzione di contenuti direttamente controllabili semi automaticamente e semi autonomamente dalla macchina grazie all’Intelligenza Artificiale.
Allo scopo di garantire la correttezza semantica della trasposizione e la funzionalità della base di dati è stata utilizzata la norma DIN EN 23386, oltre all’assegnazione di un GUID (Globally Unique Identifier) per ogni proprietà caratteristica individuata, così da identificare requisiti informativi e regole verificative.
È, inoltre, stato configurato un dizionario dei dati, correlato al bSDD, messo a punto da Building Smart International.
Tutto ciò facilita l’estrazione di informazioni dai contenuti regolamentari, il loro trattamento uniforme, il loro uso per il controllo e per la verifica dei modelli informativi.
Con queste modalità è stato poi possibile definire livelli di fabbisogno informativo secondo l’allora vigente norma DIN EN 17412-1, oggi norma DIN EN ISO 7817-1.
Il documento contiene successivamente l’illustrazione dettagliata del metodo e delle fasi da seguire per la verifica e per il controllo semi automatici dei modelli informativi di opere stradali e autostradali, supportati da ausili presenti nel Portale Federale dedicato al Building Information Modelling (BIM Portal).
È, dunque, palese che l’orizzonte entro il quale si staglia questa iniziativa sia quello improntato alla piena digitalizzazione, nel senso della interpretabilità dell’ordinamento, da parte della macchina, del quadro regolamentare che potrebbe giungere sino, appunto, alla parziale riscrittura dello stesso secondo criteri alieni, vale a dire altri da quelli convenzionali.
Allo stesso tempo, i modelli linguistici (di grandi o meno) dimensioni sembrano essere sempre più in grado, oltre che di interagire in tempo reale con molteplici fonti esterne, di interagire direttamente cogli strumenti di gestione dei processi e della produzione dei modelli informativi e degli altri contenitori informativi.
Se, pertanto, l’intenzione primaria degli sforzi perseguiti appare, ovviamente, quella dell’incremento dell’efficienza e dell’efficacia dei processi autorizzativi, di Digital Compliance, sullo sfondo si staglia, tuttavia, un interrogativo assai più impegnativo, che implica sia la salvaguardia della riserva di umanità (human-in-the-loop) nei processi decisionali sia gli eccessi a cui la disambiguazione dei significati potrebbe condurre se si volesse perseguire un riduzionismo a oltranza, per oggettivare ogni prescrizione e ogni contenuto.
Di là delle prospettive di carattere generale relative alla Intelligenza Artificiale Generale e al dibattito sulla sostituzione dell’occupazione umana con altro, è palese che tutti i principali player del settore che producano software e i maggiori atenei siano già in grado di offrire soluzioni prototipali che permettano a un utente, in maniera dialogica, di conversare con un modello linguistico di grandi dimensioni che, a sua volta, interagisca senza mediazioni con i dispositivi di produzione dei modelli informativi, oltre che degli altri contenitori informativi.
Di conseguenza, potrebbe darsi che, in futuro, gli applicativi di Intelligenza Artificiale semi autonomamente riscrivano le regole e offrano le soluzioni progettuali e produttive in analogo modo.
Angelo Luigi Camillio ciribini è Professore ordinario in Produzione Edilizia all’Università deli studi di Brescia