LA LEGGE AL SENATO: IL NUOVO TESTO DEL RELATORE ROSSO

Rigenerazione urbana, proposti dalle Regioni al MIT i progetti da finanziare con i 3,4 mld. Priorità ai comuni “interferiti” da dieci opere Pnrr

Cento milioni di rodaggio nel 2026 e 300 l’anno dal 2027 al 2037. Ma con quali criteri e modalità saranno distribuite queste risorse, a partire già dal prossimo anno?

06 Ago 2025 di Giorgio Santilli

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Rigenerazione urbana, proposti dalle Regioni al MIT i progetti da finanziare con i 3,4 mld. Priorità ai comuni “interferiti” da dieci opere Pnrr

Roberto Rosso, Forza Italia, relatore della legge sulla rigenerazione urbana al Senato

Il nuovo testo unificato messo a punto dal relatore alla legge sulla rigenerazione urbana al Senato, Roberto Rosso, conferma il fondo nazionale da 3,4 miliardi in dodici anni: 100 nel 2026 e 300 l’anno dal 2027 al 2037. Ma con quali criteri e quali modalità saranno distribuite queste risorse, a partire già dal primo anno?

Il MIT metterà a punto un piano nazionale per la rigenerazione urbana, che costituirà poi la base per la ripartizione delle risorse disponibili. Le risorse saranno assegnate per quota alle Regioni tenendo conto di criteri demografici, di degrado del patrimonio edilizio pubblico, di pertinenza delle linee strategiche e degli interventi proposte con le linee del piano nazionale.

A sua volta, però, il piano nazionale approvato dal MIT sarà formato tenendo conto dei documenti programmatici che arriveranno al ministero dalle Regioni e dalle Province autonome di Bolzano e Trento entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il documento programmatico regionale dovrà contenere: a) la definizione degli obiettivi della rigenerazione urbana, le linee di intervento strategiche che intendono attuare nel proprio territorio per il perseguimento dei predetti obiettivi nonché un’analisi dello stato di degrado del patrimonio edilizio nell’ambito territoriale di riferimento; b) le tipologie di intervento oggetto di finanziamento nazionale; c) l’elenco degli interventi prioritari, con una descrizione sintetica degli obiettivi, delle aree interessate, dei fabbisogni nonché delle eventuali risorse disponibili. Il piano nazionale sarà approvato dal MIT ma dopo che si saranno pronunciati la Conferenza Stato-Regioni e il redivivo Comitato interministeriale per le politiche urbana (CIPU).

Una curiosità di non poco conto, che avrà bisogno di chiarimenti e di spiegazioni, è contenuta al terzo comma dello stesso articolo 4 che istituisce il Piano nazionale per la rigenerazione urbana. La norma stabilisce, infatti, che nell’elenco che le Regioni presenteranno degli interventi prioritari, dovranno costituire priorità assoluta “gli interventi che ricadono nei Comuni interferiti dalle opere di cui all’Allegato IV del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77”. Si tratta del primo decreto legge “semplificazioni Pnrr” e l’Allegato IV elenca dieci opere infrastrutturali. I comuni attraversati o “interferiti” da queste infrastrutture avranno un accesso prioritario al Fondo nazionale di rigenerazione urbana. Un nesso non così immediato certamente. Le dieci opere in questione sono: ferrovia Palermo-Catania-Messina;  ferrovia Verona – Brennero (circonvallazione di Trento e opere di adduzione); ferrovia Salerno-Reggio Calabria; ferrovia Battipaglia-Potenza-Taranto; ferrovia Roma-Pescara; ferrovia Orte-Falconara; opere di derivazione della Diga di Campolattaro (Campania); sistema idrico del Peschiera (Lazio); infrastrutture del Porto di Trieste (progetto Adriagateway); Diga foranea di Genova.

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