La giornata
La Bce TAGLIA i tassi dello 0,25% e le stime sul Pil 2025 a +0,9%
- Ue, dall’Italia no a fondi di coesione per la difesa, ok alla proposta della Germania sul patto
- Foti incontra Fitto, al centro crescita e sviluppo
- Mef: sul Bes, Benessere Equo e sostenibile 25, impatto positivo grazie alla legge di bilancio
- Federmeccanica: crolla la produzione metalmeccanica-meccatronica, nel quarto trimestre 2024 -5,6%, -4,2% nell’anno
- Eni: perfezionata l’acquisizione da parte di KKR di una partecipazione pari al 25% del capitale sociale di Enilive
IN SINTESI
Un nuovo taglio dei tassi ma nessuna indicazione sui prossimi passi. Le incertezze geopolitiche globali con lo spettro di una guerra commerciali limitano la visibilità e, quindi, le decisioni devono basarsi sui dati di volta in volta. Se la linea dello ‘step by step’ ha contrassegnato la politica monetaria della Bce, gli sviluppi dello scenario internazionale la rafforzano ancora di più. Il previsto nuovo taglio di 25 punti base, intanto, è arrivato: il direttivo della Banca centrale europea ha ridotto di un quarto di punto il tasso sui depositi al 2,50%, da 2,75%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento è sceso al 2,65% dal 2,90%, quello sui prestiti marginali al 2,90% dal 3,15%. Ma a essere tagliate sono anche le stime di crescita dell’economia dell’eurozona per il 2025 e il 2026, rispettivamente allo 0,9% per il 2025 e all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Nelle precedenti stime di dicembre, la Bce aveva previsto una crescita dell’1,1% nel 2025 e dell’1,4% nel 2026. Viene confermata invece la stima dell’1,3% per il 2027. “L’economia fronteggia perduranti difficolta’ e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita – sottolinea il comunicato finale della Bce – Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo”.
La Bce prevede anche un riscaldamento dei prezzi e per il 2025 l’inflazione complessiva viene indicata con una revisione al rialzo al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. A incidere è la dinamica dei prezzi dell’energia. A dicembre era previsto +2,1%. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare e’ invece attesa al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027. A dicembre le attese per l’inflazione core erano per un tasso del 2,3% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026 e 2027. “Se guardiamo alle nuove stime, raggiungeremo l’obiettivo di inflazione a inizio 2026, non ha fine 2025”, ha rilevato la presidente della Bce Christine Lagarde, nella conferenza stampa a Francoforte.
Rispondendo alle domande, Lagarde ha affermato che “sui dazi bisogna negoziare da una posizione di forza. I dazi, e in particolare se c’è una controffensiva, sono negativi su tutti i fronti” soprattutto perché “l’incertezza che genera anche solo la minaccia mette un freno agli investimenti e all’occupazione”. Ha poi osservsto che maggiori investimenti in Difesa potrebbero sostenere il tasso di crescita dell’economia. Sui prossimi passi da compiere, “posso assicurarvi che la visione collettiva intorno al tavolo è che non ci impegniamo in anticipo in un percorso e saremo, come sempre, e probabilmente di più, dipendente di dati. Ma se d’altra parte, i dati indicano che non è così allora non taglieremo e faremo una pausa. Quindi, è proprio su questo che non ci stiamo impegnando in anticipo”. Ieri, ha riferito poi Lagarde, la decisione è stata presa “per consenso, non c’è stata opposizione ma una sola astensione”, quella del governatore austriaco Robert Holzmann.
Ue, dall’Italia no a fondi di coesione per la difesa, ok alla proposta della Germania sul patto
Il Governo italiano non intende dirottare fondi di coesione sull’acquisto di armi. Secondo quanto hanno riferito fonti italiane mentre era in corso il Consiglio europeo straordinario sulla Difesa e sull’Ucraina, l’Italia si starebbe coordinando con diversi altri Stati membri per evitare uno spostamento delle risorse di coesione verso il riarmo e fare in modo che restino vincolati agli obiettivi previsti. In linea di principio – riferiscono le fonti – L’Italia non si oppone al fatto che Stati che stanno al confine con la Russia possano, ad esempio, considerare l’uso di della Coesione per la difesa una loro priorità. Secondo il Governo italiano il nome del Piano annunciato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ReArm Europe, sarebbe un nome infelice perché include la dimensione della difesa e della sicurezza. L’Italia è invece a favore della proposta sulla clausola di salvaguardia nazionale e della proposta tedesca di andare oltre e arrivare anche a una revisione organica del Patto di stabilità. Per l’Italia, la revisione dovrebbe comprendere anche altri beni pubblici europei a partire dalla competitività. Sul fronte della difesa europea è importante per l’Italia che l’interezza dei fondi previsti sia destinata a spese ammissibili al calcolo delle spese di difesa in ambito Nato. L’Italia starebbe lavorando a un meccanismo quasi automatico di riconoscimento delle risorse investite dagli Stati membri Ue nei programmi di difesa europei anche in ambito Nato. Ogni euro in più investito nella difesa europea dovrebbe contare ed essere contabilizzato in ambito Nato.
Foti incontra Fitto, al centro crescita e sviluppo
“Garantire la crescita e lo sviluppo: ne ho parlato con Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea. A lavoro con determinazione affinché la nostra Nazione sfrutti al meglio queste opportunità strategiche per costruire un futuro più competitivo e innovativo”. Lo ha riferito in un post su X Tommaso Foti, ministro per gli affari Europei, le politiche di coesione e il Pnrr.
Mef: sul Bes 25 impatto positivo grazie alla legge di bilancio
Il ministero dell’Economia ha trasmesso ieri al Parlamento l’ottava edizione della Relazione sul Benessere equo e sostenibile (BES) per il 2025. “Il quadro complessivo evidenzia – scrive il ministro Giancarlo Giorgetti nella premessa – l’impatto positivo delle politiche adottate per il 2025 e per gli anni a venire. Le misure previste dall’ultima legge di bilancio hanno consolidato gli interventi a favore dei redditi medio-bassi e rafforzato le politiche volte a contenere l’erosione del potere d’acquisto dei consumatori, in continuità con le linee di azione perseguite dal Governo negli ultimi due anni, puntando a migliorare le condizioni economiche e sociali delle famiglie, a cominciare dal reddito disponibile”. In particolare, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, resa strutturale, e l’estensione a partire da quest’anno ai redditi fino a 40.000 euro, sono tra le misure previste dalla legge di bilancio 2025 che contribuiscono a migliorare gli indicatori BES relativi al “Benessere economico”. Importante anche il contributo delle politiche per la famiglia e per il sostegno alla natalità e delle misure a favore delle persone con disabilità con effetti positivi anche sugli indicatori relativi alla “Salute”, nonché gli interventi per il pubblico impiego e le pensioni che incidono anche sugli indicatori “Lavoro e conciliazione dei tempi di vita”. Tra l’altro si evidenzia che nel 2023 il Reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale (RDLC) è aumentato del 4,7%, raggiungendo i 27.154 euro e confermando il trend di crescita intrapreso nel 2021 dopo l’interruzione dovuta alla pandemia. Positivi anche i risultati registrati nel mercato del lavoro, con il tasso di mancata partecipazione al lavoro (TMP) in calo, in particolare tra le donne, contribuendo così alla riduzione del gap di genere. Lo scenario previsionale per il 2024-2027 conferma una tendenza favorevole in tutti gli indicatori per cui è possibile fare le previsioni, con un miglioramento sostanziale per alcuni di essi. In particolare, oltre all’evoluzione positiva del reddito disponibile aggiustato in termini nominali e, in misura minore, anche in termini reali, si prevede una sostanziale stabilizzazione della disuguaglianza e della povertà assoluta.
Federmeccanica: crolla la produzione metalmeccanica-meccatronica, nel quarto trimestre 2024 -5,6%, -4,2% nell’anno
Sull’impatto dei dazi Usa sull’export “è difficile fare stime precise” ma quelle che “riteniamo più autorevoli, considerando dazi al 15% e l’elasticità dei prodotti alla variazione di prezzo sarebbero di un impatto sul Pil nell’ordine del -0,2 -0,4%. Quanto possa valere sulla metalmeccanica è difficile stabilirlo”. Lo ha detto il direttore del centro studi di Federmeccanica, Ezio Civitareale, durante la presentazione dell’indagine congiunturale. “Le stime che riteniamo più autorevoli, considerando dazi al 15% e l’elasticità dei prodotti alla variazione di prezzo- ha spiegato- sarebbero di un impatto sul Pil nell’ordine del -0,2 -0,4%. Quanto possa valere sulla metalmeccanica è difficile stabilirlo”. Intanto, crolla la produzione metalmeccanica-meccatronica: nel quarto trimestre del 2024 si è contratta del 5,6%, portando il dato annuale a una riduzione del 4,2%. Un risultato peggiore di quello registrato per tutto il comparto industriale che ha registrato una flessione nel periodo ottobre-dicembre 2024 del 2,2% e del 2,5% nell’intero anno. A condizionare l’attività produttiva è stata, in particolare, l’evoluzione negativa della produzione di Autoveicoli e rimorchi che arriva a segnare un calo annuale del 21,9%.
Eni: perfezionata l’acquisizione da parte di KKR di una partecipazione pari al 25% del capitale sociale di Enilive
Ottenute le necessarie autorizzazioni di legge, Eni e KKR hanno dato esecuzione all’operazione prevista dall’accordo di investimento, annunciato lo scorso ottobre, per l’acquisizione da parte di KKR di una partecipazione pari al 25% del capitale sociale di Enilive. L’incasso complessivo per il gruppo Eni, tenuto conto dei cash adjustments e di altre poste, risulta pari a 2,967 miliardi di euro, compreso un aumento di capitale in Enilive pari a 500 milioni di euro per supportare il piano di crescita aziendale. Enilive, con il suo business integrato, rappresenta un esempio significativo dell’avanzamento del modello satellitare di Eni, confermato da una valutazione post-money pari a 11,75 miliardi di euro in termini di Equity Value per il 100% del capitale sociale di Enilive e dall’impegno di KKR a consolidare la sua posizione di partner chiave, tramite un accordo, annunciato al mercato il 18 febbraio scorso, per l’incremento della sua partecipazione in Enilive per un ulteriore 5%. Il perfezionamento di questa seconda operazione è subordinato al rilascio delle autorizzazioni delle autorità competenti.
Terna presenta il nuovo assetto societario di Terna Energy Solutions per le attività non regolate
Terna Energy Solutions, società del Gruppo Terna che gestisce le attività non regolate svolte sui mercati competitivi, si riorganizza attraverso l’integrazione di competenze diversificate lungo tutta la catena del valore dell’energia. Terna Energy Solutions si propone come polo di riferimento nelle competenze strategiche per la transizione energetica e digitale delle imprese offrendo al mercato soluzioni tecnologiche, innovative e digitali in ambito energetico e industriale. Questo obiettivo sarà raggiunto attraverso la sua rete di società controllate: Tamini, leader italiano nel settore dei trasformatori, Brugg, azienda di riferimento nel settore dei cavi terrestri e Altenia, evoluzione societaria di LT. In Altenia confluiscono tutte le attività di system integrator con competenze specializzate e diversificate per la progettazione, costruzione, manutenzione ed efficientamento di impianti elettrici in media e alta tensione, rinnovabili e sistemi di accumulo (BESS), fino a oggi fornite separatamente da LT, Terna Energy Solutions e Avvenia. Con lo scopo di espandere ulteriormente le competenze e il posizionamento geografico di Altenia, è stato sottoscritto un accordo preliminare per l’acquisizione del 100% di STE Energy, società attiva da 30 anni nel settore della progettazione, costruzione e manutenzione di impianti di energia rinnovabile e infrastrutture elettriche con un volume d’affari nel 2024, stimato dai dati di preconsuntivo, di circa € 85 milioni. L’accordo resta subordinato all’avveramento di determinate condizioni, quali l’autorizzazione da parte dell’Autorità Antitrust e talune comunicazioni tipicamente previste in analoghe operazioni.
Maire: Nextchem si aggiudica contratto triennale per la fornitura di servizi tecnologici e di ingegneria da Satorp in Arabia
Nextchem (Sustainable Technology Solutions, attraverso la sua controllata NextChem Tech, si è aggiudicata da SATORP – una joint venture tra Saudi Aramco e TotalEnergies – un contratto triennale per la fornitura di servizi di consulenza ingegneristica e tecnologica relativi al complesso di recupero dello zolfo della raffineria SATORP di Jubail, nel Regno dell’Arabia Saudita. Ad annunciarlo è stata Maire. In particolare, NextChem Tech elaborerà soluzioni di ingegneria di processo volte a migliorare le prestazioni, supportare la risoluzione dei problemi operativi e migliorare l’efficienza energetica e l’impronta carbonica delle tre unità che compongono il complesso di recupero dello zolfo (unità di recupero dello zolfo, unità di rigenerazione dell’ammina e stripper dell’acqua acida). NextChem Tech fornirà inoltre raccomandazioni per investimenti e miglioramenti di progettazione e tecnologici. Questo contratto rappresenta un’ulteriore conferma del ruolo di Nextchem quale player di riferimento per l’ingegneria di processo, riconosciuto per l’esperienza e l’impegno continuo in ricerca, sviluppo e innovazione. Alessandro Bernini, ceo di MAIRE, ha commentato: “Questa collaborazione è frutto del nostro impegno costante per migliorare la sostenibilità e l’efficienza dell’industria della raffinazione con processi tecnologici all’avanguardia. Questo accordo non solo rafforza il nostro rapporto con SATORP, dopo l’aggiudicazione a Tecnimont del progetto multimiliardario di espansione petrolchimica nel giugno 2023 – il cosiddetto progetto Amiral -, ma soprattutto riconosce l’efficacia delle nostre soluzioni ingegneristiche nel ridurre l’impatto ambientale.”
Spohr (Lufthansa): “speriamo Ita in utile nel 2025 ma piene sinergie nel 2027”
“Speriamo di vedere profitti già quest’anno, cioè nel 2025. Tuttavia, il pieno potenziale sinergico potrà essere sfruttato solo dopo 18 mesi”. Ad affermarlo è stato ieri il ceo del gruppo Lufthansa Carsten Spohr nella conferenza stampa annuale per la presentazione del bilancio 2024. “Ciò significa che il 2027 sarà il primo anno in cui tutte le sinergie diventeranno effettive” ha precisato Spohr. “Quindi, il 2027 sarà il primo anno con sinergie a pieno regime, ma ci auguriamo di ottenere profitti già nel 2025”.
Alleanza tra Leonardo e la turca Baykar per lo sviluppo di droni senza pilota
Firmato ieri un Memorandum of Understanding tra Baykar Technologies e Leonardo per lo sviluppo di tecnologie unmanned. L’accordo si basa sulle sinergie e complementarità industriali delle due aziende nell’ambito delle tecnologie nel settore unmanned. Progettazione, sviluppo, produzione e manutenzione di sistemi aerei senza pilota è lo scope of work della Joint Venture, con sede in Italia. La partnership sfrutterà le avanzate piattaforme senza pilota di Baykar, che hanno dimostrato efficacia operativa sui mercati a livello internazionale, e l’esperienza di Leonardo nella progettazione dei sistemi di missione e payload, e relativa certificazione aeronautica in Europa. Si prevede che il mercato europeo – comprendente caccia senza pilota, droni da sorveglianza armati e droni da attacco in profondità – raggiunga i 100 miliardi di US dollari nei prossimi 10 anni. Le aziende – entrambe attualmente impegnate nello sviluppo e nella produzione di sistemi UAV (Unmanned Aerial Vehicle), sistemi elettronici, payload, C4I (Command, Control, Communications, Computers, and Intelligence), Intelligenza Artificiale, sistemi di missione integrati, attrezzature e servizi spaziali – garantiranno l’interoperabilità all’interno di ecosistemi multi-dominio. Grazie alla sigla dell’accordo, Leonardo e Baykar intendono perseguire congiuntamente opportunità sia nel mercato europeo sia a livello internazionale, sfruttando anche ulteriori sinergie nel settore spaziale. “Con Baykar – afferma Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo – diamo vita a un nuovo player di riferimento nelle tecnologie unmanned, che rivestiranno un ruolo sempre più centrale nel futuro della Difesa. Oggi firmiamo una nuova alleanza internazionale che permette un salto in avanti significativo nel campo dei sistemi unmanned, aprendo nuove opportunità di mercato, soprattutto in Europa. L’industria della difesa sta attraversando sfide inedite come i sistemi senza pilota, l’intelligenza artificiale, il fighter di sesta generazione, la cybersecurity e lo spazio. In questo scenario, siamo convinti che la cooperazione tecnologica sia necessaria e urgente per accelerare il progresso e garantire la sicurezza globale”. I siti di Leonardo impegnati nelle attività sviluppate dalla Joint Venture saranno quelli di Ronchi dei Legionari, centro specialistico nel settore unmanned, Torino e Roma Tiburtina, rispettivamente per gli aspetti legati alla produzione e per lo sviluppo delle tecnologie integrate multi-dominio, e Nerviano per l’offerta di soluzioni congiunte per il settore Spazio.
Mundys: confermato il massimo livello rating Cdp di sostenibilità
Mundys ha visto confermata la sua leadership sulla sostenibilità, rimanendo anche quest’anno nella prestigiosa “A-list” di CDP, l’organizzazione internazionale di riferimento per la valutazione delle performance climatiche e ambientali delle aziende. Questo risultato testimonia l’impegno continuo delle società del Gruppo che contribuiscono alla realizzazione di una strategia di decarbonizzazione che include oltre 150 iniziative mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. Sul piano industriale questo si traduce in investimenti nell’efficienza e nella transizione energetica delle infrastrutture, nella massiccia adozione di illuminazione a LED, nella sostituzione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, l’elettrificazione delle flotte aziendali, nella realizzazione di impianti solari sulle infrastrutture gestite e l’installazione di punti di ricarica elettrica per i veicoli. Tutto questo ha permesso a Mundys di posizionarsi tra le eccellenze globali, su un totale di oltre 24.800 aziende analizzate, ottenendo il punteggio massimo “A” su una scala che va da “D-” a “A”. Il risultato ottenuto è parte di un percorso articolato che include la certificazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ricevuta da SBTi (Science Based Target Initiative), il coinvolgimento a tavoli di lavoro internazionale sul tema della decarbonizzazione del settore trasporto e l’integrazione della sostenibilità nella propria strategia di finanziamento. Mundys è stata tra le prime società in Italia a dotarsi di un Climate Action Plan per promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche lungo tutta la catena del valore in ambito aeroportuale, autostradale e dei servizi di mobilità, ponendosi obiettivi chiari e concreti, tra i quali l’azzeramento delle emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040. Il riconoscimento arriva peraltro a seguito della recente inaugurazione da parte di Aeroporti di Roma, società controllata da Mundys, della nuova solar farm presso l’aeroporto di Fiumicino, il più grande impianto fotovoltaico in autoconsumo in uno scalo aeroportuale europeo, che rappresenta uno dei principali progetti del piano di transizione climatica del Gruppo e la dimostrazione di come questo viene concretamente e progressivamente realizzato
Mundys insieme a gruppi come Google, Salesforce, Amazon e Microsoft, ha aderito al progetto innovativo che mira a costituire un meccanismo di Book & Claim per ridurre le emissioni globali di carbonio nel settore del cemento e del calcestruzzo. Forte della sua esperienza internazionale e in collaborazione con il Center for Green Market Activation e RMI, Mundys punta, infatti, a consolidare la domanda di calcestruzzo a basso contenuto di carbonio, promuovendone lo sviluppo. In sostanza, il progetto vuole trasformare e rendere più sostenibile un settore industriale che genera valore sui territori, puntando su tecnologie innovative e sulla forza della domanda collettiva. Il sistema al quale Mundys fornisce il proprio supporto presenta analogie significative e un approccio simile con il modello virtuoso già applicato nello sviluppo del SAF (Sustainable Aviation Fuel), il carburante ecologico capace di ridurre le emissioni di CO2 fino all’80% rispetto al tradizionale jet fuel. L’impegno di Mundys nella promozione di questo combustibile si concretizza nell’obiettivo di coinvolgere almeno il 60% delle compagnie aeree operanti presso i propri aeroporti, dimostrando un forte orientamento verso soluzioni sostenibili. Questo stesso approccio ha guidato la Capogruppo nella decisione di aderire e sviluppare il nuovo progetto incentrato su cemento e calcestruzzo green.
Salva Milano, Di Franco (Fillea): “bocciare definitivamente la legge”
“Si chiuda definitivamente la vicenda sul decreto Salva Milano bocciandola”. E’ quanto dichiara il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco all’indomani dell’inchiesta e dei provvedimenti cautelari emessi dal gip Mattia Fiorentini. Accuse sono di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso per 16 progetti immobiliari. “La procura usa la parola ‘sistema’ per descrivere quanto successo attorno alla commissione Paesaggio. Dopo i gravi fatti emersi oggi dalla magistratura è evidente che non ci sono le condizioni per andare avanti in una discussione sul ddl Salva Milano. “Come sindacato nazionale degli edili, abbiamo manifestato sin da subito la nostra aperta contrarietà al provvedimento – spiega il segretario – prima sostenendo l’appello firmato da 140 urbanisti, giuristi e poi con manifestazione di piazza. L’inchiesta sulla speculazione edilizia a Milano, rafforza la nostra idea sul provvedimento. Il Salva Milano è un tentativo di derogare a interpretazioni estensive norme e leggi urbanistiche, al fine di approvare un provvedimento nazionale che di fatto rappresenterebbe un condono edilizio ad ampio raggio. Quindi una nuova sanatoria tesa a deregolamentare il settore, aprendo le porte a speculazioni, corruzione e lavoro nero. Il rischio è quello riportare il Paese indietro di trent’anni’”.
“L’impianto accusatorio è troppo grave per difendere ancora la legge – afferma la Fillea Cgil – che ha già avuto il via libera definitivo alla Camera ed è bloccata al Senato. Il termine per la presentazione degli emendamenti è slittato al 12 marzo. Il provvedimento è sbagliato perché basato su principi di natura urbanistica mai condivisi dalla Fillea Cgil in termini di rigenerazione e qualificazione, lontani da una visione sociale sostenibili per tutti non per pochi”. Infine, “Abbiamo piena fiducia nella magistratura e nel suo operato anche per tutto quello che c’è dietro molti cantieri milanesi, ovvero sfruttamento della manodopera spesso sottopagata, male inquadrata e sotto ricatto di caporali senza scrupoli”
Confetra ribadisce la sua contrarietà al contributo ART
L’ART – Autorità di Regolazione dei Trasporti – ha pubblicato nei giorni scorsi la delibera con cui continua a chiedere alle imprese del settore dei trasporti il contributo per l’anno 2025. Confetra intende ribadire la sua contrarietà all’assoggettamento al contributo delle imprese di logistica e di spedizione. L’ART, nel tempo, ha allargato illegittimamente sempre più la platea dei soggetti tenuti al versamento contributivo nei suoi confronti in forza di una serie di pronunce del TAR e del Consiglio di Stato che non sono certo qualificabili come fonti normative. Le sentenze rese dal Consiglio di Stato e/o dal TAR, citate dall’ART, si limitano a risolvere singole e specifiche questioni giuridiche le cui decisioni fanno stato tra le parti. Esse, pertanto, non possono certamente essere ritenute, come invece fa ART, fonti di diritto positivo. La Confetra, anche per il 2025, si vede costretta a confermare la sua contrarietà alla richiesta di contribuzione e a ribadire che sono tenuti ad essere assoggettati alla contribuzione e alle competenze dell’ART solo quegli operatori che, nello svolgimento della propria attività, siano interessati dalla regolazione dell’Autorità stessa. Le imprese rappresentate dalla Confetra operano tutte in settori completamente liberalizzati con conseguente inapplicabilità di vincoli regolatori e di controllo da parte di soggetti terzi. Non risulta giustificata, pertanto, l’estensione, a partire dall’esercizio 2024, e confermata nella delibera per il 2025, dell’assoggettamento a contribuzione della categoria degli spedizionieri e dei “servizi ancillari al trasporto nonché alla logistica”. Per le imprese di questo settore, infatti, non risultano, ad oggi, atti dell’Autorità che abbiano avuto influenza sulla modalità di svolgimento dell’attività, né come soggetti regolati né come soggetti beneficiari della regolazione. Il presidente Carlo De Ruvo ha precisato che “Confetra proseguirà per la sua strada, tanto sul piano giudiziario, avendo già impugnato la delibera dello scorso anno, quanto sul piano politico, continuando a sollecitare il Governo a dare attuazione all’ordine del giorno approvato dal Parlamento che lo impegna a valutare l’opportunità di estendere l’esclusione dalla competenza dell’ART e dal relativo onere contributivo anche alle altre attività di trasporto, logistica e spedizione delle merci e alle attività accessorie e ad esse connesse”.
Maria Cristina Carlini