I DATI 2023

L’allarme di Eurostat: trasporti e abitazioni i settori più INQUINANTI

Nel primo caso, addirittura, si registra un aumento del 14% di emissioni di gas serra; nel secondo il trend di riduzione è molto più lento di tutti gli altri settori economici. In Italia, le attività più inquinanti sono risultate essere la manifattura, elettricità e gas, trasporti e stoccaggi. Gli altri settori migliorano tutti e in tutto il continente: un progresso pari al 7% sul 2022 e al 18% sul 2013. Con una intensità che si è ridotta del 32%. Inoltre, la fornitura di elettricità, gas, vapore e aria condizionata ha raggiunto il tasso di declino più netto e la diminuzione complessiva più ampia, con un calo del 43% (448 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti).

13 Gen 2025 di Mauro Giansante

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La decarbonizzazione delle economie europee procede. Secondo gli ultimi dati Eurostat, dal 2013 al 2023 tutti i settori ad eccezione di trasporti e stoccaggi hanno ridotto l’emissione dei gas serra. Solo nel 2023, i produttori economici e le famiglie nell’UE hanno generato emissioni di gas serra pari a 3,4 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti. Quanto all’Italia, le attività più inquinanti sono risultate essere la manifattura, elettricità e gas e i trasporti.

A livello europeo parliamo di un progresso pari al 7% sul 2022 e al 18% sul 2013. Con una intensità che si è ridotta del 32%. Inoltre, la fornitura di elettricità, gas, vapore e aria condizionata ha raggiunto il tasso di declino più netto e la diminuzione complessiva più ampia, con un calo del 43% (448 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti). “Ciò – scrive Eurostat – è stato il risultato del passaggio della produzione di calore ed elettricità dai combustibili fossili solidi ad alta intensità di carbonio, come il carbone fossile, a fonti di energia rinnovabili, in particolare eolica e fotovoltaica. La fornitura di elettricità e gas era stata la principale fonte di emissioni di gas serra nell’UE fino al 2022, ma a causa delle significative riduzioni delle emissioni, si è classificata al terzo posto nel 2023, con 594 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti . Invece, la produzione manifatturiera è diventata la principale fonte di emissioni di gas serra nell’UE nel 2023, con quasi 694 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti . Il settore ha anche ridotto le sue emissioni dal 2013 al 2023, sebbene a un ritmo più lento di circa il 17%”.

Le altre diminuzioni più rilevanti, a due cifre, hanno riguardato: l’estrazione mineraria e cave (-25%, 18 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti ), i servizi (-20%, 54 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti ) e la produzione manifatturiera (-17%, 142 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti ). Ad un ritmo più lento, invece, diminuiscono da anni le emissioni “familiari”: nel 2023 i consumi tra riscaldamento/raffreddamento, trasporto privato e altro hanno toccato le 690 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, finendo al secondo posto delle fonti di emissione nel 2023. Maglia nera assoluta, con percentuali addirittura in aumento (+14% dal 2013) per il settore più generico dei trasporti e lo stoccaggio. Anche se nel solo 2023 si sono fermati al quarto posto delle fonti di emissione con 468 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.

 

Guardando ad alcune classificazioni per Paesi stilate da Eurostat, poi, emerge che: l’Irlanda e la Lettonia hanno grandi settori agricoli, rendendo questo settore la loro principale fonte di emissioni; in 8 Paesi dell’Ue il settore manifatturiero è stato il principale emettitore di gas serra; in altri 7 lo è stata la fornitura di elettricità e gas (il 40% delle emissioni in Estonia, ad esempio). E ancora, per quattro Paesi l’attività più inquinante è risultata quella del trasporto e stoccaggio (in Danimarca, Malta e Lussemburgo comprendo oltre la metà del totale emesso). Infine, negli altri 6 Paesi al primo posto c’è il settore delle famiglie con tutti i loro consumi energetici.

 

Altri parametri interessanti emergono dal rapporto emissioni-occupazione. Secondo Eurostat, la fornitura di elettricità e gas ha registrato la diminuzione più forte (miglioramento) nell’intensità delle emissioni dell’occupazione tra il 2013 e il 2023, del 46%, seguita dalla produzione manifatturiera (19%) e dalle attività di fornitura idrica, fognatura, gestione dei rifiuti e bonifica (17%). Al contrario, agricoltura, silvicoltura e pesca hanno registrato un aumento del 18% nell’intensità delle emissioni dell’occupazione.

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