La giornata
La STRAGE dei morti sul lavoro continua, ieri altre tre vittime
- Terna aggiorna il piano 2024-2028: nei cinque anni gli investimenti salgono a 17,7 miliardi
- Orsini: “mancano 100 mila persone ma stiamo formando giovani”
- Edilizia, rinnovata la parte salariale del contratto edilizia Confapi Aniem, aumento al primo livello di 175 euro
- Mit: via libera al primo stralcio interventi Pniissi, 19 le Regioni coinvolte per un finanziamento totale di oltre 954 milioni di euro
- Simest: nuove misure da oltre 1 miliardo per la competitività delle imprese
IN SINTESI
Prosegue la strage dei morti sul lavoro. La scia si allunga con i tre lavoratori che sono deceduti nella giornata di ieri a Pordenone, Napoli e a Orvieto. La vittima più giovane è Daniel Tafa, un ragazzo di soli 22 anni, di Vajont a Pordenone, che ha perso la vita in un incidente avvenuto a Maniago nella fabbrica Stm di Molino di Campagna. Il giovane, intorno all’1.30 di ieri, stava operando su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all’istante. A Sant’ Antonio Abate, in provincia di Napoli, un operaio di una ditta di smaltimento rifiuti di 50 anni, Nicola Sicignano, è deceduto durante un turno di lavoro perché è rimasto incastrato nel nastro trasportatore. La terza vittima è un operaio di 38 anni morto investito questa mattina da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell’Autosole nei pressi di Orvieto dove era residente. Era dipendente di una ditta del posto impegnata in interventi di manutenzione in autostrada. L’operaio si trovava sulla carreggiata ed è stato investito dal un mezzo pesante in transito. Sulla dinamica sono in corso indagini della polizia stradale di Orvieto. E’ successo poco prima delle 8, sulla A1 Milano-Napoli nel tratto compreso tra Orvieto e Fabro, in direzione Firenze, all’altezza del km 446. Dall’inizio dell’anno, sono già 45 le vittime sul lavoro, secondo i dati dall’Inail. “Purtroppo è una strage che non finisce mai”, dichiarato ha commentato la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola. “Abbiamo deciso di dedicare il nostro Primo Maggio unitario proprio al tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro – ha aggiunto – e io sarò presente a Palermo”. La manifestazione della Cisl si terrà a Casteldaccia dove l’anno scorso 5 operai persero la vita mentre lavoravano in un impianto fognario. “Tre operai di 22, 38 e 50 anni sono le ultime vittime di una strage infinita sul lavoro. Queste tragedie, che affondano le loro cause nel risparmio ad ogni costo, nella fretta, nella mancanza di investimenti e di controlli, non possono essere fermate con interventi più o meno burocratici”, ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David. “La svalorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori è la vera responsabile di queste morti e nessun appello generico alla cultura della sicurezza può essere efficace senza una cultura della centralità della persona sul profitto. Con i referendum sul lavoro dell’8 e del 9 giugno, promossi dalla Cgil, vogliamo invertire questa logica intervenendo sulle responsabilità nella catena degli appalti e sulla precarietà. Senza questo cambio di paradigma la strage non si fermerà”.
Terna aggiorna il piano: nei cinque anni gli investimenti salgono a 17,7 miliardi
Nei cinque anni di Piano gli investimenti di Terna salgono a complessivi 17,7 miliardi di euro (+7%, pari a 1,2 miliardi di euro in più nello stesso arco temporale). A renderlo noto è il gruppo dopo che il Cda, ieri, ha esaminato e approvato l’Aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028 e i risultati al 31 dicembre 2024 del Gruppo, presentati dall’amministratore delegato e direttore generale Giuseppina Di Foggia. Inoltre, dei 17,7 miliardi di euro di investimenti complessivi di gruppo nel periodo 2024-2028, Terna prevede di investire 3,4 miliardi di euro nel 2025. Nonostante l’accelerazione degli investimenti, Terna conferma “l’impegno a mantenere una solida e sostenibile struttura del capitale, anche attraverso l’emissione di ulteriori strumenti ibridi. Il costo medio del debito netto di Piano è previsto pari a 3,1%, in miglioramento rispetto al 3,3% previsto nel precedente Piano. “Vorrei riassumere in tre punti i capisaldi dell’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028 presentato oggi: significativo incremento degli investimenti che, con 17,7 miliardi di euro in cinque anni, segnano un nuovo record per Terna; programmazione territoriale, per facilitare l’integrazione delle fonti rinnovabili nella rete, che renderemo ancora più affidabile ed efficiente; rafforzamento del ruolo del Gruppo al servizio della sicurezza elettrica e dell’indipendenza energetica del Paese”, ha sottolineato Di Foggia. “Puntiamo su sostenibilità e digitalizzazione per realizzare infrastrutture fondamentali per la decarbonizzazione del Paese, a ridotto impatto ambientale, e per gestire una rete più resiliente e pronta ad affrontare le sfide del settore energetico. Con i risultati ottenuti nel 2024, frutto del lavoro e della competenza delle nostre persone, continuiamo a creare valore per i nostri stakeholder e ci confermiamo come un Gruppo sempre più solido nel panorama energetico nazionale, consapevoli della responsabilità che ci è stata affidata: abilitare la transizione energetica, garantendo i più alti livelli di qualità del servizio di trasmissione, al minor costo possibile per imprese e cittadini”. Terna ha registrato un deciso avanzamento nell’execution dei principali progetti che hanno mostrato importanti progressi negli ultimi 12 mesi in termini di autorizzazioni e catena di fornitura: circa il 90% dei progetti di investimento è stato autorizzato dalle Autorità competenti (rispetto al 79% di marzo 2024) e circa l’80% di essi è coperto da contratti di approvvigionamento (rispetto al 70% di marzo 2024). Questi numeri dimostrano i significativi passi avanti di Terna nel garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati nei tempi stabiliti. Il Gruppo ha agito principalmente riducendo le tempistiche medie dei procedimenti autorizzativi, grazie alla razionalizzazione dei processi interni e a una costante collaborazione con le comunità locali, e rafforzando le relazioni con i principali fornitori. Nell’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028, Terna prevede di investire complessivamente 10,8 miliardi di euro in cinque anni per lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale.
I ricavi di Gruppo nel 2028 sono previsti in crescita a 5,19 miliardi di euro, rispetto ai 4,60 miliardi di euro del precedente Piano, e l’EBITDA a 3,36 miliardi di euro, rispetto ai 3,25 miliardi di euro del precedente Piano. La crescita media annua (CAGR) nell’arco di Piano sarà di circa il 9% per l’EBITDA. Nel 2025, in particolare, è previsto che i ricavi si attestino a 4,03 miliardi di euro e l’EBITDA a 2,70 miliardi di euro. La crescita dei risultati operativi si rifletterà anche sull’utile netto di Gruppo che passerà da 1,08 miliardi di euro nel 2025 a 1,19 miliardi di euro nel 2028 (rispetto a 1,10 miliardi di euro previsto al 2028 dal precedente Piano). Inoltre, la nuova politica dei dividendi introduce un livello minimo (floor) pari al dividendo 2024 (39,62 centesimi di euro per azione) per l’intero arco di Piano Industriale 2024-28 Update, con l’obiettivo di garantire agli azionisti una remunerazione interessante e solida. La nuova politica prevede, nell’arco di Piano, la distribuzione di un dividendo pari al maggiore tra il valore del dividendo per azione (Dividend Per Share, DPS) 2024 (39,62 centesimi di euro per azione) e una crescita annua del dividendo per azione pari al 4%, assumendo il 2023 come anno di riferimento (33,96 centesimi di
euro per azione).
Orsini: “mancano 100 mila persone ma stiamo formando giovani”
“Sulla forza lavoro non mancano persone solo al sud, già oggi in Italia mancano 100.000 persone”. E’ l’allarme che rilancia il presidente di Confindustria Emanuele Orsini intervenendo all’Assemblea di Confindustria Caserta sul tema del mismatching nel mondo del lavoro. “Quello che stiamo facendo in modo responsabile e’ che abbiamo cominciato a fare delle missioni. Abbiamo costruito questo percorso in Ghana, in Egitto, lo faremo in Tunisia, lo faremo anche in Marocco. Abbiamo cominciato in Egitto costruendo un percorso insieme ai salesiani di Don Bosco e io sono stato a visitarli questi ragazzi che parlano benissimo italiano. Stanno imparando un mestiere su richiesta dei nostri territori e a quel punto, formati i ragazzi in maniera ordinata, serve farli entrare nel nostro paese e qui serve costruire una misura che permetta non di utilizzare il click day ma di poter fare una modifica perché chi si è formato e chi abbia comunque una chiamata abbia una via privilegiata. Poi dopo serve la casa perché senza la casa dopo diventa un problema per l’integrazione”.
Commissario Ue Sikela: “andiamo avanti sul corridoio transcaspico”
“Lo sviluppo del Corridoio transcaspico ci consentirà di diversificare le rotte commerciali in Asia e ridurre il tempo di transito tra i due continenti, in modo da sostenere il commercio di materie prime critiche e altri beni con le grandi economie dell’Asia centrale”. Lo dichiara Jozef Síkela, commissario europeo per i partenariati internazionali, in un’audizione dinanzi alle commissioni Esteri e Politiche Ue riunite del Senato e della Camera. Síkela aggiunge di essersi recato in Asia centrale la settimana scorsa, ribadendo in tale sede l’importanza del progetto. “Per quanto riguarda lo sviluppo in Africa, il nostro approccio non è solo parallelo ma complementare al Piano Mattei”. Lo dichiara Jozef Síkela, commissario europeo per i partenariati internazionali, in un’audizione dinanzi alle commissioni Esteri e Politiche Ue riunite del Senato e della Camera. “Abbiamo avuto successo – sostiene – nel trovare sinergie tra le nostre iniziative, soprattutto per quanto riguarda l’energia, la connettività e anche l’approvvigionamento di materie prime critiche”.
Governo, colloquio tra la presidente Meloni e il Commissario Ue Síkela: focus su Piano Mattei e Global Gateway
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha avuto un colloquio con il Commissario per i partenariati internazionali dell’Unione Europea, Josef Síkela, in visita in Italia.
Al centro dello scambio, lo sviluppo di collaborazioni ad ampio spettro tra l’Unione Europea e le Nazioni del Vicinato meridionale e dell’Africa nonché le sinergie tra il Piano Mattei e la Strategia del Global Gateway dell’Unione Europea.
A questo riguardo, il Presidente e il Commissario hanno condiviso l’importanza dell’evento organizzato dall’Italia insieme all’Unione Europea per gli operatori di settore: “Il Piano Mattei per l’Africa e la Strategia Global Gateway dell’Unione Europea: uno sforzo comune con il continente africano” in programma a Roma il prossimo 27 marzo.
Edilizia, rinnovata la parte salariale del contratto edilizia Confapi Aniem, aumento al primo livello di 175 euro
I sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e l’associazione datoriale Confapi Aniem hanno rinnovato la parte salariale del contratto collettivo nazionale di lavoro della piccola e media industria dell’edilizia, che interessa circa 80.000 addetti del settore delle costruzioni. L’aumento salariale al primo livello è pari a 175 euro, diviso in due tranches: 100 euro a decorrere dal prossimo 1° aprile e 75 euro dal 1° marzo 2027, con un aumento sui minimi di circa il 18%. Il contratto avrà decorrenza dal 1° aprile 2025 fino al 30 giugno 2028. “Raggiunta l’intesa sulla parte economica – dichiarano le segreterie nazionali di Feneal, Filca, Fillea – c’è l’impegno a concludere entro il 30 aprile sui temi rimasti ancora aperti: sorveglianza sanitaria, premialità, denuncia unica edile, trasferta nazionale, Fondapi. Entro il prossimo 30 giugno, invece, la commissione classificazione e coordinamento delle norme contrattuali. Di notevole interesse sarà la definizione della denuncia unica edile, trasferta nazionale ed F24: elementi dirimenti sia in termini di semplificazione, che di ulteriore contrasto al lavoro irregolare. Dopo l’accordo di rinnovo del contratto edilizia industria e cooperative, questa intesa conferma il valore importante delle relazioni industriali del settore. Ancora una volta le parti sociali scelgono la strada della regolarità e legalità attraverso lo strumento delle Casse edili – dichiarano le segreterie nazionali di Feneal, Filca, Fillea. “Si prosegue con la trattativa insieme alle controparti artigiane con l’obiettivo del contrasto al dumping e la salvaguardia dell’equivalenza normativa ed economica fra i tre contratti. Quindi, “con questa firma – concludono Feneal, Filca e Fillea – siamo riusciti ad assicurare un aumento salariale davvero significativo agli addetti del settore, che consente loro di tutelare e rafforzare il potere di acquisto”.
Mit: via libera al primo stralcio interventi PNIISSI, 19 le Regioni coinvolte per un finanziamento totale di oltre 954 milioni di euro
Via libera al primo stralcio della programmazione di interventi previsti dal Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI). Sono 19 le Regioni coinvolte per un importo della realizzazione dei lavori che supera i 917 milioni di euro, mentre l’importo della progettazione è pari a circa 36 milioni di euro, per un finanziamento totale di oltre 954 milioni di euro. Il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI) è uno strumento di pianificazione di infrastrutture idriche strategiche con una visione di medio-lungo termine costruito adottando un modello di analisi basato su quattro dimensioni: economico-finanziaria, ambientale, sociale ed istituzionale. Il Piano è stato adottato a dicembre 2024 includendo: 418 interventi ammissibili, per un valore finanziario pari a circa 12 miliardi di euro e 565 interventi già programmati di importo finanziato dal MIT pari a circa 5 miliardi di euro. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, riferisce il Mit in una nota, ha seguito con particolare attenzione questo dossier fondamentale per la tutela e la sicurezza del territorio italiano: infatti, con queste azioni il MIT contribuisce alla corretta gestione della risorsa idrica oltre che alla messa in sicurezza e all’ammodernamento delle infrastrutture idriche.
Simest: nuove misure da oltre 1 miliardo per la competitività delle imprese
Simest, la società per l’internazionalizzazione delle imprese italiane del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti comunica che saranno attivi da oggi i nuovi strumenti da oltre 1 miliardo di euro a supporto dello sviluppo del Made in Italy nei mercati a più alto potenziale di crescita, come l’America Latina e l’Africa, e delle aziende energivore che maggiormente hanno subito l’aumento dei costi energetici. A ciò si affiancano due sezioni equity dedicate del Fondo 394/81 a supporto della crescita e degli investimenti infrastrutturali all’estero da parte delle aziende italiane. Gli strumenti sono ricompresi nell’ambito del “Piano d’Azione per l’Export” presentato dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani il 22 marzo scorso. Nel dettaglio: Pacchetto da 500 milioni di euro per gli investimenti e la crescita dell’export in America Latina, così composto: nuovo Plafond di finanza agevolata da 200 milioni di euro per la “Competitività delle filiere e delle imprese italiane in America centrale o meridionale”; e Plafond dedicato da 300 milioni di euro a sostegno della competitività delle commesse export delle imprese italiane nell’area. Misura Africa: ammesse nuove spese finanziabili nell’ambito dello strumento incluso nel Piano Mattei. Ampliata a supporto delle imprese energivore l’operatività dello strumento “Transizione digitale o ecologica”. E’ stata ampliata e rinnovata l’offerta del Fondo 394/81 con due nuove sezioni per investimenti in equity da 200 milioni di euro complessivi a supporto della Crescita e degli Investimenti infrastrutturali.
Queste le misure nel dettaglio. Novità finzanza agevolata fondo 394: Misura America Latina. Dal 25 marzo 2025 l’offerta si arricchisce con il nuovo strumento – dotato di una riserva a partire da 200 milioni di euro – “Competitività delle filiere e delle imprese italiane in America centrale o meridionale” dedicato alle imprese italiane, anche non esportatrici, che intendono investire in America centrale o meridionale e alle imprese esportatrici che hanno già interessi nell’area, nonché alle imprese non esportatrici della loro filiera. Lo strumento permette il finanziamento di tutte le spese volte a rafforzare la competitività delle imprese e delle filiere, attraverso investimenti anche in Italia, l’incremento di capitale sociale e finanziamenti soci alle controllate dell’impresa richiedente, nonché spese per formazione del personale, in Italia, in America centrale o meridionale, incluse le spese di viaggio, di ingresso e di regolarizzazione in Italia e le spese per i primi mesi di contratti destinati all’inserimento del personale proveniente dall’area. Per questo finanziamento e gli altri strumenti dell’offerta con focus America Latina sono previsti benefici dedicati: un cofinanziamento a fondo perduto fino al 10%, elevato al 20% per le imprese del Mezzogiorno, e l’esenzione dalla prestazione delle garanzie.
Misura Africa – Piano Mattei. La Misura Africa – avviata a luglio 2024 – estende l’operatività a nuove spese finanziabili e amplia la platea dei beneficiari. L’accesso allo strumento sarà infatti esteso anche alle imprese italiane non esportatrici che intendano investire in Africa. Attraverso il finanziamento, che già oggi prevede la possibilità di investire nel rafforzamento patrimoniale – anche in Italia – l’impresa potrà inoltre realizzare incrementi di capitale sociale e finanziamenti soci alle proprie società controllate. Nell’ambito delle spese di formazione, sarà possibile finanziare le spese per contratti di lavoro destinati all’inserimento in azienda del personale locale. “Misura Africa” ha una dotazione iniziale di 200 milioni di euro con una riserva del 10% dedicata alle imprese giovanili e femminili e PMI e start up innovative. Tutte le imprese aderenti alla Misura Africa beneficiano di un cofinanziamento a fondo perduto fino al 10%, elevato al 20% per le imprese del Mezzogiorno e dell’esenzione dalla prestazione delle garanzie.
Transizione digitale o ecologica per le Imprese energivore: Sempre a partire dal 25 marzo, lo strumento “Transizione digitale o ecologica” è stato esteso sia alle imprese esportatrici energivore, sia a tutte quelle imprese esportatrici che abbiano intrapreso percorsi certificati di efficientamento energetico con nuove spese ammissibili e condizioni dedicate. Con l’obiettivo di mitigare l’impatto economico dei costi energetici, SIMEST mette a disposizione il 90% del finanziamento per il rafforzamento patrimoniale dell’impresa e l’innovazione dei processi produttivi, con possibilità di realizzare incrementi di capitale sociale e finanziamenti soci alle proprie società controllate e prevedendo anche un contributo a fondo perduto del 20% e l’esenzione dalla prestazione delle garanzie.
Modalità di richiesta dei finanziamenti agevolati: Le imprese interessate possono presentare la domanda di finanziamento attraverso il Portale dedicato su simest.it, operativo dal 25 marzo alle ore 9:00. Le domande potranno essere relative al nuovo strumento “Competitività delle imprese e filiere italiane in America Centrale o meridionale”, alle nuove condizioni dedicate all’America Centrale o meridionale degli strumenti “Inserimento mercati”, “Certificazioni e consulenze”, “Fiere ed Eventi”, “E-commerce”, “Temporary Manager”, nonché ai rinnovati strumenti “Transizione digitale o ecologica” e “Potenziamento dei mercati africani”.
Nuove operatività equity del Fondo 394: Il Comitato agevolazioni ha inoltre approvato l’implementazione di due nuove sezioni del Fondo 394, così come previsto dalla legge di bilancio 2025. Si tratta della “Sezione Crescita” e della “Sezione Investimenti e Infrastrutture”. Plafond Crescita PMI: Con una dotazione finanziaria iniziale pari a 100 milioni di euro, il Plafond Crescita è destinato a interventi in equity per il rafforzamento del capitale sociale di piccole e medie imprese e imprese a media capitalizzazione al fine di sostenerne i processi di internazionalizzazione e la crescita sui mercati internazionali. L’operatività sarà realizzata in co-investimento con primari operatori di private equity. Plafond Investimenti Infrastrutture: Il Plafond, con dotazione finanziaria iniziale pari a 100 milioni di euro, è destinato a interventi in equity in società partecipate – anche indirettamente – da imprese italiane impegnate nell’esecuzione di progetti infrastrutturali internazionali con il coinvolgimento delle filiere produttive italiane, allo scopo di supportare la competitività delle imprese italiane in contesti strategici internazionali. L’operatività riguarderà tutti i paesi, con un focus prioritario per i progetti riguardanti l’area della Penisola arabica.
Nuovo accordo tra Confindustria e Intesa SanPaolo: alle Pmi del Mezzogiorno 40 miliardi di euro per investimenti, innovazione e credito
Si è svolto ieri a Napoli il primo incontro territoriale di presentazione del nuovo Accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese italiane annunciato lo scorso gennaio dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e da Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo. Il programma nazionale congiunto mette a disposizione 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 40 miliardi alle aziende del Mezzogiorno, per rilanciare lo sviluppo del sistema produttivo e cogliere le opportunità di Transizione 5.0 e I.A., integrando così le risorse già stanziate dalla Banca per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr. Nella sede dell’Unione Industriali di Napoli, Orsini e Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, hanno evidenziato le peculiarità delle nuove misure messe in campo e si sono confrontati con gli imprenditori del Sud Italia sulle strategie di sviluppo del territorio – uno dei filoni di lavoro congiunto dell’Accordo – e sulle opportunità offerte dalla Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno quale leva di stimolo per la crescita in termini di connettività e competitività del tessuto economico meridionale. Sono state presentate misure ad hoc per favorire il supporto a nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico, sostenendo così l’attrattività dei territori italiani con posizione strategica per le rotte e gli interscambi internazionali. Il protocollo nazionale presentato oggi consolida e rinnova la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria avviata nel 2009 che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di euro in quindici anni, ha contribuito a evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle Pmi e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Tale supporto è sato declinato in numerose iniziative congiunte che, anche attraverso le garanzie governative attivate nelle fasi critiche, hanno consentito di sostenere con nuovo credito decine di migliaia di imprese e prevalentemente PMI, struttura portante del Made in Italy nel mondo.
Fibercop accelera sulla fibra ottica in Sardegna con lavori in 204 comuni
FiberCop, società che gestisce l’ex infrastruttura di rete di Tim, accelera sulla fibra ottica in Sardegna e intensifica gli interventi di cablaggio previsti dal ‘Piano Italia 1 Giga’ nell’ambito del Pnrr. Ad oggi i lavori sono stati avviati in 204 comuni della regione, così suddivisi a livello provinciale: 13 Cagliari, 43 Nuoro, 28 Oristano, 58 Sassari, 62 Sud Sardegna. Sono stati gia’ collegati 156.234 civici sui 351.355 previsti entro giugno 2026, oltre il 44% del totale. L’obiettivo del Piano e’ portare collegamenti ultraveloci in tutti i 377 comuni sardi. L’investimento in Sardegna rientra nel programma di interventi previsti dal Lotto 1 del bando dal valore complessivo di oltre 500 milioni di euro che includono il contributo pubblico attraverso i fondi del Pnrr e la quota di investimento diretto da parte di FiberCop. ‘La nuova infrastruttura che stiamo realizzando consentirà di navigare alla velocità di 1 gigabit al secondo – ha dichiarato Francesca Petriacci, responsabile Operations area Centro di FiberCop – che vuol dire abilitare un’ampia gamma di servizi digitali di cui potranno beneficiare cittadini, imprese e amministrazioni locali: tra questi la possibilità di potenziare la rete per effettuare lo smart working, streaming in 4K, telemedicina e i servizi tipici delle smart city come ad esempio la gestione dei flussi di traffico, dell’illuminazione pubblica e il monitoraggio ambientale. Si tratta di un intervento di ampie dimensioni che necessita della collaborazione di tutte le parti coinvolte, vale a dire istituzioni, enti locali e imprese, e di particolare attenzione anche per le caratteristiche orografiche del territorio’.
Prysmian acquista l’americana Channell per 950 milioni di dollari
Prysmian ha raggiunto un accordo per l’acquisizione della società texana Channell Commercial Corporation, fornitore di soluzioni integrate nel settore della connettività negli Stati Uniti, per un corrispettivo di 950 milioni di dollari, oltre ad un potenziale corrispettivo aggiuntivo, legato al raggiungimento da parte di Channell di determinati obiettivi ebitda per l’anno 2025, pari ad un importo che potrebbe arrivare fino a 200 milioni. Il corrispettivo dell’acquisizione riflette un multiplo inferiore a 8,0 volte l’ebitda 2024. La transazione è subordinata al verificarsi delle usuali condizioni sospensive, tra cui quelle di natura regolamentare, e si prevede che si concluderà nel secondo trimestre del 2025.L’acquisizione sarà finanziata da un mix equilibrato di debito ed equity, tra cui obbligazioni ibride e cessione di azioni proprie.
Fotovoltaico flottante: una nuova via per l’energia solare. Accelerano i piani di sviluppo in Italia, in previsione di una crescita esponenziale
Si è svolto ieri a Roma il convegno “Fotovoltaico Flottante: l’innovazione al servizio della transizione energetica” promosso da Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Elettricità Futura e Green Ideal Holding e che ha visto rappresentanti di istituzioni, amministrazioni, imprese e associazioni fare il punto su potenzialità e prospettive del fotovoltaico flottante. Grazie al posizionamento dei pannelli su strutture galleggianti, gli impianti di fotovoltaico flottante (FPV) permettono di ottenere importanti benefici di carattere operativo: rapidità della posa in essere e del decommissioning, aumento dell’efficienza dei moduli, riduzione dell’evaporazione dei bacini idrici. Il Testo Unico Rinnovabili, in vigore da quest’anno, include le applicazioni del fotovoltaico flottante tra quelle interessate dalla individuazione, ormai prossima, delle Zone di accelerazione, considerata un passaggio fondamentale ai fini del raggiungimento degli obiettivi di energia rinnovabile del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec) al 2030. In contesti caratterizzati da forte irradiazione solare, spiccata sensibilità paesaggistica ed esigenze crescenti di tutela delle risorse idriche, gli impianti flottanti (FPV) rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo della produzione di energia solare. In Italia sono stati già avviati iter autorizzativi per circa 3 GW di impianti distribuiti in tutte le regioni, utilizzando bacini su ex cave, irrigui di aziende agricole e demaniali per uso idrico o industria, e si prevedono tassi di crescita a 3 cifre. Secondo l’ultimo Rapporto della World Bank Floating Solar, tra il 2024 e il 2030, a livello europeo utilizzando appena l’1% della superficie dei bacini disponibili si potranno installare fino a 20 GWp di fotovoltaico galleggiante, una potenza che potrebbe addirittura crescere fino a raggiungere 102 GWp e 204 GWp, se si utilizzasse il 5% o il 10% delle aree idriche disponibili. Attualmente l’Europa incide solo per il 7% della potenza cumulativa di FPV installata, ma pesa per il 19% considerando il numero di progetti da realizzare. Nel suo intervento, Giorgio Boneschi, Direttore Generale Elettricità Futura ha evidenziato come il settore del fotovoltaico flottante abbia grandi potenzialità di sviluppo in paesi come l’Italia, che dispongono di una vasta superficie idrica e di una forte irradiazione solare in grado di fornire molteplici benefici.
Mentre Stefano da Empoli, Presidente I-Com, si è soffermato sui variegati benefici economici e sociali per le comunità locali e per la conservazione della riserva idrica costituita dai bacini, a rischio evaporazione specie nei mesi estivi. Per da Empoli, “il fotovoltaico flottante può apportare benefici non solo per la decarbonizzazione del mix di generazione elettrica, ma anche per la resilienza dei bacini idrici su cui viene installato. In un contesto di fragilità idrica come quello italiano, questo aspetto è molto rilevante. Fra le altre, la variabile di interesse su cui questa tecnologia impatta è il grado di evaporazione dei bacini. Le potenzialità sono diverse e variano a seconda della percentuale di copertura degli impianti rispetto alla superficie dei bacini stessi. Secondo i principali studi d’impatto, a seconda della tecnologia utilizzata e delle condizioni di partenza, l’evaporazione dei bacini può essere ridotta di una percentuale che varia dal 42% al 70%. Volendo dare dati più puntuali rispetto al risparmio idrico, può essere dimostrato che, qualora si riducesse al minimo l’evaporazione, si potrebbe ottenere un risparmio idrico annuo compreso tra 7.000 e 10.000 m3 per ogni MWp installato di fotovoltaico galleggiante.”.
“Oltre ad accelerare il raggiungimento dei target di transizione energetica, gli impianti fotovoltaici flottanti colgono due ordini di obiettivi di uguale importanza: – ha dichiarato Simone Zilio, Presidente di Green Ideal Holding, gruppo già attivo con numerose concessioni – la valorizzazione economica delle aree demaniali grazie ai contributi generati a favore dello Stato e delle società concessionarie e la tutela delle risorse idriche, sempre più minacciate dai fenomeni di cambiamento climatico.” “Il fotovoltaico flottante su acque interne è ormai tecnologia matura – ha affermato Paolo Arrigoni, Presidente del Gse – che assolve ad importanti compiti: contribuisce ai target Pniec delle rinnovabili, con maggiore efficienza, senza occupare suolo agricolo, contenendo l’evaporazione dell’acqua di bacini e invasi. La normativa italiana ed europea ne conferma la potenzialità, sostenendone lo sviluppo anche prioritariamente nelle zone di accelerazione. Sono certo che registreremo un buon numero di domande di sostegno nelle prossime procedure competitive FER2 e FERX .”. Il fotovoltaico flottante rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione di energia pulita e può contribuire a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di transizione energetica del Paese. Per favorire lo sviluppo sono necessari incentivi adeguati, semplificazioni normative e buone pratiche di progettazione.
L’evento ha evidenziato il crescente interesse verso la tecnologia FPV e la necessità di un approccio sinergico tra pubblico e privato per garantire la diffusione delle sue applicazioni. “Il fotovoltaico flottante può apportare benefici non solo per la decarbonizzazione del mix di generazione elettrica, ma anche per la resilienza dei bacini idrici su cui viene installato. In un contesto di fragilità idrica come quello italiano, questo aspetto è molto rilevante. Fra le altre, la variabile di interesse su cui questa tecnologia impatta è il grado di evaporazione dei bacini. Le potenzialità sono diverse e variano a seconda della percentuale di copertura degli impianti rispetto alla superficie dei bacini stessi. Secondo i principali studi d’impatto, a seconda della tecnologia utilizzata e delle condizioni di partenza, l’evaporazione dei bacini può essere ridotta di una percentuale che varia dal 42% al 70%. Volendo dare dati più puntuali rispetto al risparmio idrico, può essere dimostrato che, qualora si riducesse al minimo l’evaporazione, si potrebbe ottenere un risparmio idrico annuo compreso tra 7.000 e 10.000 m3 per ogni MWp installato di fotovoltaico galleggiante.”
Rinnovabili, nel 2024 aggiunti 585 Gw, crescita del 15,1%. Irena, arrivati a 4.448 Gw, ma ancora lontani da triplicare
Le fonti rinnovabili nel 2024 hanno visto un massiccio aumento della capacità installata nel mondo, raggiungendo i 4.448 Gigawatt. L’aumento di 585 Gw lo scorso anno rappresenta il 92,5% dell’aumento totale delle capacità di produzione elettrica installata, e un tasso record di crescita annuale, il 15,1%. Lo rivela l’agenzia internazionale per le rinnovabili, l’Irena, nel suo rapporto annuale “Statistiche 2025 sulla capacità rinnovabile”. Sebbene il 2024 segni un altro record nella crescita delle rinnovabili e nella capacità installata, i progressi sono ancora lontani dagli 11,2 Terawatt necessari per rimanere in linea con l’obiettivo globale di triplicare la capacità rinnovabile installata al 2030. Per raggiungere questo target, la capacità di fonti pulite deve ora espandersi del 16,6% ogni anno fino al 2030. Inoltre, i progressi segnano ancora rilevanti disparità geografiche. Come negli anni precedenti, la maggior parte dell’aumento si è registrata in Asia, con la fetta maggiore attribuita alla Cina (quasi il 64% della capacità globale aggiunta), mentre l’America Centrale e i Caraibi hanno contribuito per appena il 3,2%. Il G7 e il G20 hanno contribuito rispettivamente per il 14,3% e per il 90,3% della nuova capacità nel 2024.
Eolico offshore, oltre 2,2GW superano la Via. In Italia 130 progetti da 86GW
Fsru Ravenna, via libera del Mase all’Autorizzazione integrata ambientale
Avanza l’iter sulla Fsru di Ravenna, il nuovo terminale di rigassificazione la cui entrata in esercizio è prevista ad aprile. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha, infatti, rilasciato con decreto l’Autorizzazione integrata ambientale (con validità decennale) lo scorso 21 marzo dopo il parere istruttorio conclusivo della Commissione AIA-IPCC del 10 marzo e il Piano di monitoraggio e controllo dell’Ispra del 4 marzo. Nel decreto Mase si legge, in particolare, che la nave potrà anche fare attività di small scale (gestione del gas liquido).
Cer, ok alla proroga al 30 novembre del termine per richieste accesso ai fondi Pnrr
Un altro provvedimento pubblicato dal Mase riguarda, poi, la proroga del termine al 30 novembre per le richieste di accesso ai fondi Pnrr. Anticipato alla fiera delle rinnovabili a inizio mese da Pichetto, l’ok dovrà riguardare poi anche l’estensione della platea dei comuni oltre quelli da 5mila abitanti e fino a 30mila abitanti.
Emissioni di gas serra: nel 2023 in calo del 26% rispetto al 1990
Ue: Selezionate le prime sette fabbriche di intelligenza artificiale per guidare la leadership europea
EuroHPC (EuroHPC JU) ha selezionato i siti che ospiteranno le prime factory europee di intelligenza artificiale, la cui distribuzione è prevista per il prossimo anno in tutta Europa: in Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Spagna e Svezia. Cinque dei siti di hosting selezionati implementeranno nuovi supercomputer ottimizzati per l’intelligenza artificiale in Finlandia, Germania, Italia, Lussemburgo e Svezia. Nel frattempo, l’AI Factory in Spagna nascerà dall’aggiornamento del sistema EuroHPC, MareNostrum 5. La Grecia, d’altro canto, istituirà e gestirà un’AI Factory associata al supercomputer DAEDALUS, il supercomputer EuroHPC attualmente in fase di implementazione in Grecia.
Le factory di intelligenza artificiale in Spagna e Finlandia includeranno anche una piattaforma sperimentale, che fungerà da infrastruttura all’avanguardia per lo sviluppo e il collaudo di modelli e applicazioni di intelligenza artificiale innovativi, nonché per promuovere la collaborazione in tutta Europa. Queste prime sette AI Factories uniranno risorse dell’Unione Europea (UE) e nazionali. Ciò rappresenta uno sforzo collaborativo da parte di 17 paesi europei, con molti consorzi che coinvolgono più paesi partecipanti.
L’iniziativa EuroHPC AI Factories è progettata per creare una rete solida e interconnessa di hub AI. Agendo come one-stop shop, offriranno alle startup AI, alle PMI e ai ricercatori un supporto completo, tra cui l’accesso a risorse di calcolo ad alte prestazioni (HPC) ottimizzate per AI, formazione e competenza tecnica. La selezione di queste sette entità ospitanti, che gestiranno le nuove fabbriche di intelligenza artificiale per conto dell’EuroHPC JU, consentirà ricerche e applicazioni all’avanguardia, offrirà all’industria l’accesso a strumenti di intelligenza artificiale avanzati e promuoverà l’innovazione in settori quali sanità, energia e clima.
Per quanto riguarda la fabbrica italiana, basandosi sull’esperienza del Tecnopolo di Bologna e del sito EuroHPC LEONARDO , IT4LIA fornirà un’infrastruttura di intelligenza artificiale di livello mondiale e un ecosistema coeso per riunire ricercatori, sviluppatori, startup e PMI, per colmare il divario tra i fornitori di intelligenza artificiale e i potenziali utenti, come la pubblica amministrazione, gli studenti, il mondo accademico, le PMI e le industrie. Il consorzio IT4LIA AI Factory è coordinato dall’Italia, in collaborazione con Austria e Slovenia. Il nuovo sistema sarà ospitato da CINECA Consorzio Interuniversitario e avrà sede a Bologna, Italia. IT4LIA AI Factory rappresenterà l’evoluzione di LEONARDO con un nuovo supercomputer di prima classe ottimizzato per l’intelligenza artificiale, verso un’infrastruttura di intelligenza artificiale one-stop-shop, intuitiva e altamente competitiva.
Dal punto di vista tecnologico, il supercomputer ottimizzato per l’intelligenza artificiale sfrutterà tecnologie all’avanguardia per fornire un’infrastruttura 4 volte più potente per le applicazioni standard e 40 volte più potente per carichi di lavoro specifici per l’intelligenza artificiale (40+ ExaFlops Linpack a precisione mista). Da una prospettiva sistemica, IT4LIA si concentrerà sull’aumento dell’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale nei settori chiave, vale a dire agroalimentare, sicurezza informatica, terra e produzione, sfruttando preziosi repository di dati esterni e interni e una vasta gamma di servizi orizzontali e specifici per settore, insieme a una serie di iniziative di formazione volte a migliorare le competenze dell’intero ecosistema. Questo supporto mirato sarà fondamentale per garantire che le PMI e gli attori emergenti possano sfruttare appieno il potenziale avanzato dell’intelligenza artificiale.
Enac, dal Mit via libera al nuovo regolamento tariffario. Di Palma: “è leva per lo sviluppo del settore”
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il nuovo Regolamento per le Tariffe dell’Enac, adottato dal CdA dell’Ente il 27 settembre 2024. Il regolamento aggiorna la politica tariffaria dell’Ente con iniziative mirate a favorire la crescita del settore aeronautico nazionale, introducendo scontistiche basate su volumi di
attività, regolarità nei pagamenti e solidità finanziaria delle imprese e riducendo i diritti di accettazione per l’inserimento nella flotta nazionale di aeromobili registrati in altri Paesi europei nonché esentando dal pagamento gli aeromobili che vengono iscritti nel Registro
Aeronautico Nazionale. L’aggiornamento non trascura gli effetti economici e finanziari che la politica dell’Ente genera sull’utenza, affinché non si producano squilibri nel mercato nazionale, a detrimento della competitività e dell’attrattività dei servizi professionali resa dall’Enac, nell’ambito del mercato unico europea del trasporto aereo. “Con il nuovo Regolamento delle Tariffe – ha evidenziato ieri al CdA Enac Di Palma – l’Autorità di settore rivolge un’attenzione ancora maggiore allo sviluppo imprenditoriale e industriale del trasporto aereo nazionale per accompagnare la forte domanda di mobilità aerea che sta determinando una ripresa veloce dei dati di traffico che, nel 2024, hanno registrato 219 milioni di passeggeri. Agire come sistema è la strada per garantire un’equa competitività dell’Italia nel contesto internazionale”.
Sacbo chiude il 2024 con un utile netto in crescita a 25,7 milioni
Il cda di Sacbo ha approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2024, che vede un risultato operativo (ebit) è risultato pari a 25,78 milioni, mentre il risultato netto di gruppo ammonta a 13,74 milioni di euro. Il valore della produzione ha superato i 165 milioni di euro, in crescita del 6,5% rispetto al 2023. Nel dettaglio, i ricavi aviation del gestore sono pari a 55,6 milioni (+4,3%); i ricavi commerciali (o non-aviation) pari a 70,6 milioni (+13,7%); i ricavi per assistenza passeggeri, merci e vettori aerei pari a 34,8 milioni(+9,7%); altri ricavi e proventi, pari a euro 4,0 milioni. Il risultato netto della capogruppo Sacbo Spa è stata positivo e pari a 11,85 milioni. Il personale di gruppo al 31 dicembre 2024 è pari a 676 addetti ed e’ in riduzione di 3 unità rispetto al 31 dicembre 2023. Gli addetti medi mensili del 2024 sono invece pari a 715,4 unità e sono risultati in crescita di 31,9 unità rispetto allo scorso anno. Anche nel 2024 e’ proseguita la crescita del traffico passeggeri, in continuità con la ripresa post-Covid, e l’aeroporto di Bergamo risulta stabilmente al terzo posto dopo Fiumicino e Malpensa, mentre a livello europeo occupa la 34esima posizione. Il numero di passeggeri transitati nello scalo nel 2024 ha toccato il record storico di 17,3 milioni (+8,6% rispetto al 2023), con 24 compagnie aeree che hanno operato sullo scalo, permettendo di raggiungere con voli di linea nel corso dell’anno 158 destinazioni in 42 Paesi.
Fs e Protezione Civile firmano un nuovo protocollo per la gestione delle emergenze
Rafforzare la collaborazione nella gestione delle emergenze e nella prevenzione dei rischi legati alla mobilità ferroviaria, stradale e marittima: questo è il principale obiettivo del nuovo Protocollo d’Intesa tra il Dipartimento della Protezione Civile e il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. L’accordo, siglato dal capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, e dall’amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Stefano Donnarumma, mira a consolidare le sinergie tra le due istituzioni per garantire una risposta tempestiva ed efficace in caso di eventi calamitosi, criticità ferroviarie, stradali e marittime o emergenze di protezione civile.
L’accordo avrà una durata di cinque anni e prevede la possibilità di proroga per un ulteriore anno. Attraverso il costante scambio di informazioni e la condivisione delle migliori pratiche, il Dipartimento della Protezione Civile e il Gruppo FS si confermano partner strategici nella tutela della sicurezza e nella gestione delle emergenze a livello nazionale. I principali obiettivi del Protocollo includono interventi tempestivi, con il coordinamento e la gestione congiunta delle emergenze ferroviarie, stradali e marittime attraverso il potenziamento dello scambio di informazioni tra le Sale Operative. Un altro obiettivo è il supporto logistico e operativo, con la messa a disposizione di
mezzi e risorse del Gruppo FS, tra cui treni, treno sanitario, autobus e personale qualificato in caso di emergenza derivante da rischi naturali ed antropici. La prevenzione e la formazione giocano un ruolo fondamentale, con l’organizzazione di esercitazioni congiunte e la pianificazione di emergenze nazionali, come per il rischio vulcanico del Vesuvio e dei Campi Flegrei, oltre ad attività formative e campagne informative per migliorare la preparazione degli operatori e accrescere la consapevolezza dei viaggiatori e della cittadinanza sui temi della prevenzione del rischio. Infine, il Protocollo prevede lo sviluppo tecnologico, con l’implementazione di strumenti innovativi per il monitoraggio delle infrastrutture e la prevenzione dei rischi, tra cui sistemi di allerta meteo e sensoristica avanzata per la rete ferroviaria.
Il Gruppo FS e Protezione Civile Nazionale vantano una proficua collaborazione nella gestione di eventi e di attività in fase di emergenza. Insieme sono state gestite criticità di elevata complessità come il Coronavirus, Ucraina 2022 e eventi con spostamento di un gran numero di persone (Giubileo, Adunate Alpini, Olimpiadi). Ferrovie ha anche partecipato a esercitazioni nazionali e internazionali di Protezione Civile (EXE Flegrei 2019, Sisma dello Stretto 2022, EU-MODEX Venezia 2024, EXE Flegrei 2024). Inoltre, hanno lavorato in modo congiunto per emergenze di grave entità (esondazioni, frane, smottamenti come nel caso dell’Emilia-Romagna 2023) causate dal maltempo ed eventi sismici. L’accordo è il riferimento per i protocolli che potranno essere firmati tra FS Italiane e le strutture territoriali del Servizio nazionale della Protezione Civile.
“Il consolidato rapporto di collaborazione tra la Protezione Civile e le Ferrovie dello Stato si rafforza oggi ancora di più grazie al nuovo Protocollo d’Intesa. Il coordinamento e le procedure prestabilite, rappresentano strumenti fondamentali nelle emergenze. Lo stesso vale per la cooperazione in ambito di prevenzione e formazione, finalizzata in particolare alle attività per le esercitazioni congiunte che svolgono una funzione decisiva. Con l’accordo di oggi mettiamo ancora più a sistema competenze e istituzioni per dare ai cittadini la migliore risposta possibile in caso di emergenza”, ha dichiarato Ciciliano. “Il Gruppo FS ha una lunga tradizione di impegno nella pianificazione e nella gestione delle emergenze. Questo Protocollo rafforza ulteriormente la nostra collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, permettendoci di mettere a disposizione le nostre competenze, i nostri mezzi e la nostra tecnologia per supportare il Paese nelle situazioni critiche. La mobilità è un asset strategico, soprattutto in momenti di emergenza, e il nostro obiettivo è garantire un sistema di trasporti resiliente, capace di rispondere con tempestività ed efficienza alle necessità di soccorso e assistenza alla popolazione. Grazie a questo accordo, consolidiamo un modello operativo basato sulla prevenzione, la rapidità d’azione e la massima sinergia con le istituzioni”, ha commentato Donnarumma.
Rischio idrogeologico, Mazzetti (FI): “Indispensabile chiarezza normativa, censimento e monitoraggio su patrimonio edilizio e spazio circostante”
“È fondamentale mettere in sicurezza il territorio nazionale. Se ne parla da anni, da oggi se ne parla concretamente anche grazie al lavoro dell’Intergruppo parlamentare Progetto Italia e del Dipartimento Lavori pubblici di FI, anche perché i fenomeni alluvionali o la siccità stanno diventando pesanti e impattanti, su persone, imprese, coltivazioni. Sicuramente ha un impatto l’eccessiva cementificazione, ma non per questo dobbiamo smettere di costruire; va fatto meglio e con una sana programmazione. Anche in quest’ottica è indispensabile una mappatura onnicomprensiva dello stato di salute del patrimonio edilizio italiano, individuando criticità e zone di azione”. Lo ha detto Erica Mazzetti, deputata e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di Forza Italia, e presidente intergruppo parlamentare “Progetto Italia”,, nel corso del convegno “Progettare e monitorare, la sicurezza del territorio”, in Regione Basilicata. Mazzetti, nel suo intervento ha affrontato diversi temi importanti legati al mondo dell’edilizia, dell’urbanistica e della gestione del rischio geologico e sismico, proponendo una visione di semplificazione normativa e di centralità della progettazione e pianificazione: “Ritengo che il settore delle costruzioni e dell’urbanistica necessiti di un profondo riordino prima di tutto normativo. Per questo, ho redatto il primo Testo Unico delle Costruzioni, che racchiude al suo interno sia edilizia sia urbanistica, in modo chiaro e semplice. La mia idea non è quella di aggiungere ulteriori norme a quelle già esistenti o modificarle ma di superare questa stratificazione normativa con un nuovo impianto fondato sui principi che vada a superare tutte le norme in materia dal 1942 ad oggi. Passare dall’indisciplina delle norme alla disciplina dei principi è un cambio culturale fondamentale”. “Proprio come accade con il Codice degli Appalti – ha aggiunto Mazzetti -, abbiamo immaginato e redatto questo Testo Unico come una legge delega auto-applicativa che definisca principi chiari e semplici, lasciando agli enti territoriali la libertà di declinarli nei propri regolamenti, nel rispetto dele peculiarità.
Uno dei punti cardine – ha ricordato Mazzetti – deve essere la centralità della progettazione e pianificazione. Negli anni si è dato sempre più spazio alla burocrazia e agli aspetti amministrativi, a discapito della creatività e dell’ingegno dei progettisti. È ora di rimettere al centro la persona e il progettista, riconoscendo che l’urbanistica è fatta per l’umano, per le comunità che abitano il territorio. Inoltre, è urgente rivedere l’intera gestione del rischio idrogeologico e sismico. Anche qui, serve un Testo Unico che fissi principi generali da applicare a livello regionale e locale, partendo dal censimento degli edifici e dello spazio circostante, semplificando le competenze oggi frammentate tra troppi enti, aggiungendo – questo sì – un monitoraggio costante”. “Serve una maggiore chiarezza decisionale, evitando che, alla fine, le responsabilità ricadano sempre sui sindaci, spesso lasciati soli ad affrontare emergenze. In sintesi – ha proseguito Mazzetti – dobbiamo uscire dalla logica di normare ogni dettaglio e ogni casistica”. “Dobbiamo dire chiaramente ciò che non si può fare, lasciando tutto il resto alla responsabilità dei promotori, all’esperienza e al buonsenso dei professionisti. Dare loro spazio e fiducia significa garantire qualità e sicurezza ai cittadini. Inoltre, siamo convinti di dover programmare da ora il post-Pnrr con uno strumento che possa dare lavoro al settore e, contestualmente, dare risposte a tali emergenze, programmando un piano per le manutenzioni ordinarie e straordinarie, degli edifici e delle infrastrutture, almeno quinquennale con risorse pubbliche programmate e private, sotto forma di partenariato pubblico-privato, con incentivi e strumenti convenienti per tutti”.
Banche: al Forum ABI Lab 2025 le priorità degli investimenti tra innovazione, resilienza, sicurezza e sostenibilità
Innovazione tecnologica, resilienza, sicurezza informatica e sostenibilità guidano le priorità nei programmi d’investimento in tecnologia delle banche operanti in Italia, in linea con le sfide che orientano le attività di Abi e del settore. In un’epoca in cui l’innovazione è il motore del progresso, la tecnologia non è solo uno strumento, ma una vera e propria leva per affrontare le sfide globali. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di ABI Lab, il Centro di ricerca e innovazione per la banca promosso dall’Abi. Lo studio, condotto su un campione che rappresenta circa l’82% del settore bancario in termini di dipendenti, sarà presentato domani al Forum ABI Lab. L’attenzione delle banche per
l’innovazione trova conferma anche nelle previsioni di spesa formulate dagli istituti di credito. Per quasi la totalità delle realtà analizzate, infatti, il budget ICT (Information and Communication Technology) per il 2025 è in aumento o stabile rispetto al 2024. Il Direttore Generale dell’Abi, Marco Elio Rottigni, ha dichiarato: “L’edizione 2025 del Forum ABI Lab pone l’innovazione al centro del dibattito, con un’attenzione particolare all’Intelligenza Artificiale e alla resilienza. Questi temi rientrano nelle otto grandi sfide prioritarie per l’Abi, essenziali per accompagnare il cambiamento e garantire stabilità, sicurezza e fiducia. In un contesto sempre più aperto all’ingresso di nuovi attori, l’adozione delle tecnologie emergenti richiede un approccio strutturato, in grado di bilanciare innovazione e trasparenza. Il Forum ABI Lab si conferma un punto di riferimento per il confronto tra istituzioni, mondo accademico e industria tecnologica, offrendo uno spazio di dialogo sulle strategie e gli strumenti per la banca del futuro.” Secondo l’indagine di ABI Lab ai primi posti delle priorità d’investimento del settore troviamo L’Intelligenza Artificiale (AI) che si conferma la principale area di intervento.
Questo interesse è guidato da un duplice obiettivo: ottimizzare i processi interni e migliorare i servizi destinati alla clientela. A completare il podio la resilienza e la continuità operativa, in linea con i requisiti normativi introdotti dal Digital Operational Resilience Act (DORA), e il rafforzamento delle componenti di sicurezza, che per il mondo bancario rappresenta un’assoluta priorità di lavoro, anche in considerazione dei recenti cambiamenti nello scenario geopolitico. Un’attenzione significativa si riscontra anche nella gestione attenta e governata dei dati (Data Governance), nell’acquisizione digitale dei clienti in un contesto di cambiamento nelle abitudini delle persone e la trasformazione delle architetture tecnologiche. A questi aspetti, infine, si affiancano le iniziative di Contact Center, l’evoluzione del CRM (Customer Relationship Management), il sistema che aiuta le aziende a gestire i rapporti con i clienti in modo organizzato ed efficace, il potenziamento dei servizi di Internet Banking, di Mobile Banking e l’evoluzione dei sistemi IT. Sul versante della ricerca e dello sviluppo, che indirizzerà gli investimenti futuri, l’Intelligenza Artificiale mantiene un ruolo cruciale, con l’86% delle banche rispondenti e si posiziona tra le prime 10 priorità di studio. Seguono la gestione attenta e governata dei dati (Data Governance), la gestione e mitigazione dei rischi cibernetici, il potenziamento dei servizi di Mobile Banking, a cui si affianca l’evoluzione del CRM. Infine, si sottolinea la forte attenzione per i servizi offerti attraverso la ‘nuvola’ informatica (cloud computing), che consentono ai clienti di ottimizzare la gestione delle risorse tecnologiche, la trasformazione architetturale, l’acquisizione digitale dei clienti, le opportunità offerte dai paradigmi della Blockchain e l’automazione dei processi.
Imprese: Contratti di sviluppo per promuovere crescita sostenibile, competitività e sviluppo delle tecnologie critiche
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con provvedimento direttoriale, ha definito i termini di apertura dello sportello agevolativo destinato al sostegno di programmi di sviluppo in tecnologie green e digitali per promuovere la crescita sostenibile, la competitività delle imprese e lo sviluppo e la fabbricazione di tecnologie critiche previste dal Regolamento STEP del Parlamento Europeo e del Consiglio UE. Le domande per gli incentivi potranno essere inviate a partire dalle ore 12.00 del 15 aprile allo sportello online Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del MIMIT. Allo sportello potranno pervenire anche le istanze di Contratti di sviluppo già presentate e il cui iter risulti sospeso per carenza di risorse finanziarie. Il provvedimento fa seguito all’adozione del decreto del ministro Adolfo Urso del 25 ottobre 2024. Tramite il ricorso allo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo, le risorse disponibili ammontano complessivamente a 497.825 milioni di euro, a valere sul “Programma Nazionale Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027”.
• 335.283.898,46 euro per la realizzazione di programmi che perseguiranno gli obiettivi di sostegno agli investimenti produttivi del PN RIC 2021-2027 e anche quelli più specifici individuati dal Regolamento STEP, presentati esclusivamente da PMI;
• 162.541.101,54 euro per la realizzazione di programmi afferenti ai soli ambiti del Regolamento STEP, presentati da PMI e imprese di grandi dimensioni.Per accedere agli incentivi dedicati, i progetti d’investimento dovranno realizzarsi presso un’unità produttiva ubicata nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna e prevedere investimenti e competenze per la transizione ecologica e digitale. Per l’accesso alle risorse afferenti agli ambiti del Regolamento STEP, i programmi di sviluppo dovranno riguardare gli ambiti tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie deeptech, tecnologie pulite, biotecnologie e contribuire a ridurre o a prevenire le dipendenze strategiche dell’Unione nei settori di riferimento. Le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo in conto impianti, del finanziamento agevolato, del contributo in conto interessi e del contributo diretto alla spesa (per i progetti di ricerca e sviluppo).
Maria Cristina Carlini