IN SETTIMANA LA PROPOSTA DI REVISIONE DEFINITIVA A BRUXELLES

di Giorgio Santilli

Alta tensione tra Foti e Giorgetti per chi gestirà le risorse accantonate: i finanziamenti andranno a misure concordate con Bruxelles e contenute nella revisione conclusiva generale. La cifra totale potrebbe stare intorno ai 10 miliardi e comprenderebbe anche i capitoli dell’energia e della competitività. Il Mef vorrebbe inserire anche le spese della Difesa. Lo schema sarà simile per tutte le misure prescelte: entro giugno 2026 andranno sottoscritti gli accordi che impegnano in modo cogente i soggetti esecutori con il numero degli “oggetti” da realizzare (alloggi Erp, posti letto, materiale rotabile, linee ferroviarie), gli eventuali cofinanziamenti di Cdp o di privati, eventuali realizzazioni di architetture societarie o esecutive (per l’acquisto dei treni si creerà una Rolling Stock Company a controllo statale), i tempi di realizzazione e consegna che scavalleranno il 2026 per andare ai mesi successivi.

La giornata

  • Snam, Leonardo, Enav, Terna : gli accordi sottoscritti alla conferenza di Roma
  • Ue, il Parlamento respinge con 175 voti a favore e 360 contrari la mozione di censura con la Commissione
  • Manovra, Giorgetti: per la prima volta non sarà correttiva, deficit sotto il 3% del Pil entro il 2026
  • Istat: la produzione industriale torna a diminuire a maggio. Aumenta ancora l’incertezza
  • Appalti, Consulta dei servizi: con il ritiro degli emendamenti   sulla revisione prezzi  rischio fallimento per decine di aziende

Maria Cristina Carlini

LA CAMERA APPROVA

di Giorgio Santilli

Finisce più o meno come era iniziato il decreto legge Infrastrutture: con un certo numero di aggiustamenti normativi e finanziaria di piccolo cabotaggio e senza alcuna ambizione. Una forzatura della programmazione per via politico-parlamentare, facendo entrare nuove bretelle prioritarie e tre commissari straordinari alle infrastrutture. La votazione di Montecitorio si è conclusa con 191 sì e 102 no.

REF RICERCHE

di Mauro Giansante

Il metodo “punta a rafforzare la realizzazione degli interventi, superando logiche meramente contabili e spostando l’attenzione sui risultati conseguiti in termini di servizi resi, infrastrutture realizzate, qualità tecnica e commerciale, impatti ambientali mitigati”, ha spiegato il presidente di Arera Stefano Besseghini presentando la relazione annuale dell’Autorità.

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I più letti del diario

IN ARRIVO LE NOMINE DI DONNARUMMA

APPALTI ISTRUZIONI PER L'USO/19

Pro e contro:
Superbonus e riqualificazione energetica

PRO

Virginio Trivella
Coordinatore tecnico-scientifico Rete IRENE

Incentivo diabolico? Le colpe sono di chi lo ha amministrato e della ROVINOSA exit strategy

I critici del superbonus (quasi tutti col senno del poi) hanno fatto a gara a trovarne le colpe più diaboliche, omettendo però di riconoscere che gran parte dei guasti che ne sono derivati sono da ricondurre più ai difetti nell’amministrazione dello strumento, che allo strumento in sé, concepito per fornire una risposta straordinaria a una situazione straordinaria.

Ora la confusione regna sovrana.

Le direttive comunitarie che dovrebbero indicare una strada attraverso i decenni vengono rinegoziate, approvate, disconosciute e infine demonizzate. Le strategie nazionali, aggiornate ogni pochi anni, sembrano esercizi contabili destinati a restare lettera morta.

CONTRO

Mauro Grassi
Direttore Fondazione Earth and Water Agenda

Con quei fondi spesi per il 110% avremmo dovuto fare investimenti pubblici utili a TUTTI

Il Superbonus 110% è un’agevolazione fiscale introdotta dal Decreto Rilancio (DL 34/2020) per incentivare interventi di efficientamento energetico, antisismico e installazione di impianti fotovoltaici negli edifici. E’ stato utilizzato perlopiù per interventi di efficientamento energetico e in maniera marginale per interventi di tipo antisismico. Ha riguardato circa 500 mila edifici, per circa 1 milione di unità abitative, con un costo medio di investimento di circa 112 mila euro. Si tratta di circa il 3,9% delle unità abitative presenti in Italia. Il costo complessivo per lo stato è di circa 123 miliardi i tre anni. Se si sommano anche i bonus edilizi di altro tipo si arriva ad un volume di risorse intorno ai 190 miliardi.

i TEMI del momento

Gli archivi di tutti gli articoli DIAC sui temi più attuali del momento.

Progetto Corale/7

di Maria Cristina Fregni

In questi giorni si fa un gran dibattere del Piano strategico nazionale delle aree interne (Psnai) 2021-2027 e dell’uso che esso fa del termine “irreversibile” riferito allo spopolamento dei Comuni marginalizzati, in particolare nel Mezzogiorno, andando persino a configurare una possibile strategia di “…accompagnamento in un percorso di spopolamento”.

Questo Diario di viaggio alla ricerca di iniziative di Rigenerazione Urbana non poteva dunque che spostarsi nell’area interna per eccellenza, precisamente la più interna di tutte, l’ombelico d’Italia: andiamo a Rieti!

Dentro il cerchio/13

La Voce dei Geometri

di Marco Vignali

Consigliere del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati con delega all’edilizia
L’accordo Stato-Regioni sulla modulistica unificata aspetta ancora il modulo Scia agibilità: cronistoria delle modifiche all’art. 24 del Dpr 380 in attesa del nuovo Testo unico del Mit

L’accordo Stato-Regioni sulla modulistica unificata e standardizzata in materia edilizia sottoscritto il 27 marzo scorso (e al momento recepito solamente da alcune regioni), rimane ad oggi orfano del modulo SCIA agibilità, che pare essere in dirittura d’arrivo, dopo il necessario passaggio in Conferenza Unificata.

IL LABIRINTO OSCURO DELL'EDILIZIA / 38

di Salvatore Di Bacco

In questo articolo andremo ad illustrare in dettaglio le novità introdotte nei singoli moduli del Permesso di costruire, della Scia alternativa al PDC, della Scia e della Cila, utili al fine di comprenderne i dettagli necessari per una corretta compilazione e presentazione ai competenti Sportelli unici dell’edilizia.

Editoriale

di Giorgio Santilli

La casa è tornata di moda anche in politica. Ora, però, bisogna dare un’impronta organica al tentativo, vero o presunto, di ricostruire una politica abitativa dopo trent’anni di silenzio assoluto dello Stato sul tema. Bisogna capire se maggiorannza e opposizione, Governo centrale e Regioni  fanno sul serio, ognuno nel proprio ruolo nella ricostruzione di qualcosa che è patrimonio del Paese e deve essere impiantato per restare a lungo. Anche il ministero della Casa rischia di essere frainteso come un messaggio politico-propagandistico per piantare una bandierina elettorale, mentre siamo convinti che la proposta di Matteo Salvini nasca finalmente da buone intenzioni (dopo un lungo letargo) e vada nella direzione giusta.

Quello che conta è, però, uscire dalla propaganda e agire subito con proposte concrete lungo la strada segnata dalla storia importante di quel ministero: se l’Italia ha avuto per decenni una politica per la casa all’avanguardia lo si deve certamente ai contributi Gescal, ma anche al lavoro strategico e incessante del CER, il comitato per l’edilizia residenziale guidato prima da Maurizio Marcelloni e poi da Gateano Fontana. E poi anche della DICOTER, il dipartimento per il coordinamento territoriale, competente sulle politiche urbane. Quando parliamo di rigenerazione urbana parliamo ancora, mutatis mutandis, dei modelli di riqualificazione urbana messi in campo da Fontana: i Pru, i Prusst, i contratti di quartiere, eccetera. Non tutti riusciti, nessuno vuole mitizzare, ma ancora molto attuali già nei presupposti culturali di base. Anticipavano di venti anni i temi di oggi.

Da qui occorre ripartire oggi, ricostruendo al MIT una struttura che assorba le principali competenze di indirizzo in una materia che ormai è competenza soprattutto delle Regioni. Nella convinzione che deve maturare oltre ogni gelosia di competenze che il disimpegno dello Stato non è stato bene per nessuno. Bisogna ripartire coinvolgendo tutti, con determinazione. Perché quella è la strada giusta perché la politica abitativa torni patrimonio del Paese, dei cittadini, e trovi davvero soluzioni a esigenze che si vanno facendo esplosive.

L'intervento

DALLA CHAT "AMICI DI DIAC"

La foto di Salvini sul Ponte Akashi. Anna Donati: “Nessun paragone possibile con il Ponte di Messina”. Fabrizio Barca rievoca lo studio fatto nel 2001 con Gaetano Fontana e Lanfranco Senn. D’Angelis, Grassi e Burlando sullo scolmatore di Genova

FRANCESCO FERRANTE (posta una foto e link di Matteo Salvini sul Ponte di akashi) – Alla faccia di Erasmo (seguita da tre faccine che ridono)!
ANNA DONATI – Due osservazioni sul ponte Akashi: è solo stradale e nel raggio di 50 km ci stanno 5 milioni di persone. Quindi ogni confronto con il Ponte di Messina non regge.
LORENZO FALCIAI – Sicilia 5 milioni + 2 milioni Calabria.
ANDREA VECCHIO – E poi tutta la viabilità di Sicilia e Calabria è quasi quella che hanno realizzato i Borbone!
DONATI – Ma non in 50 km di raggio che giustifichi un uso quotidiano.
FALCIAI – Karel Van Miert, nel 2003 in occasione dell’approvazione del progetto preliminare e in qualità di coordinatore delle reti di trasporto transeuropee, disse: “La Sicilia, l’isola più popolata del Mediterraneo, conta circa cinque milioni di abitanti, ovvero molto più di alcuni Stati membri dell’Europa allargata e il ponte rappresenterà un caposaldo infrastrutturale per l’Europa le cui dimensioni sono paragonabili a quelle del ponte Oresund”, il collegamento stabile tra Svezia e Danimarca.
FABRIZIO BARCA – KVM ne ha combinate parecchie … Per chi ami i fatti rinvio allo Studio di Fattibilità che, nel 2001 governai assieme all’architetto Gaetano Fontana e che sottoponemmo poi a ogni istituzione finanziaria interessata per verificare la disponibilità a metterci soldini. L’esito fu: “Certo, se lo Stato si assume ogni rischio finanziario”. Come sempre. Chi è curioso è riassunto tutto qui

Il racconto

RIGENERAZIONE UMANA

di emilia martinelli

Ogni volta che passo davanti alla Cupola di San Gaudenzio, mi fermo un istante, respiro e penso: che bella che è. Talmente alta da sfiorare il cielo di Novara, talmente bella da sembrare inarrivabile.

Io quaggiù, sedici anni da quando sono nato, le cose belle mi sembrano tutte lontane. Troppo lontane per me. Non siamo abituati noi, siamo ragazzi e ragazze che combinano guai, finiscono nei casini e a volte pure all’IPM…non sai che è? È il carcere per minori, in pratica…. Bro…sai che c’è? Ognuno di noi ha la sua storia di macelli, di famiglia, di testa, di cuore, di tutto. Macelli che ti scombinano la vita, che ti opprimono, che poi vivi in mezzo al nero, che sicuro bello non è, hai capito Bro?

E quindi, come fai a sentirti bello se attorno a te tutto ti dice che sei zero?  Io non lo so, ma so che è arrivato un giorno che l’amico mio Mammolo m’ha detto: “vieni con me bro, c’è un posto forte, guarda che è forte, davvero eh!”.  Io ero un po’ diffidente, ma ho pensato: “ma sì vado a vedere, faccio una cosa tanto per fare e se non mi fila scappo via”.

Appena entrato al Nòva sono rimasto venti minuti fermo, immobile, a guardare.

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